Tag: ricette al forno

Saccottini strudel con pasta sfoglia fatta in casa

Saccottini strudel con pasta sfoglia fatta in casa

 
Sono orgogliosa di presentarvi i miei saccottini strudel preparati con la sfoglia fatta in casa. 

Anna VS pasta sfoglia casalinga, 1 pari.

Ho ancora parecchie sfide da vincere, ma diamo tempo al tempo e forse qualche altra partita riuscirò a vincerla.

Per voi quale è la sfida in cucina che più temete?

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Ingredienti

1 rotolo di pasta sfoglia fatta in casa

1 mela

q.b. di confettura di albicocche

q.b. di zucchero di canna

a piacere cannella in polvere

Procedimento

Se avete conservato la pasta sfoglia in congelatore, tiratela fuori per tempo e lasciatela scongelare in frigorifero. 

Al momento della preparazione, lasciare qualche minuto la sfoglia a temperatura ambiente.

Scaldare il forno a 180°C. e foderare una teglia con carta forno.

Nel frattempo lavare, sbucciare, eliminare il torsolo e tagliare a fettine sottili la mela.

Dividere la sfoglia in quadrati e bucherellarla con i rebbi di una forchetta.

Stendere in una metà dei quadrati di sfoglia, un po’ di confettura (non troppa), avendo cura di non arrivare fino al bordo.

Sopra la confettura, stendere alcune fettine di mela, cospargere con lo zucchero di canna e a piacere con la cannella in polvere.

Con un coltello ricavare dal lembo di quadrato senza ripieno delle striscioline, lasciando ai lati una striscia più spessa che farà da bordo laterale. Con un dito leggermente bagnato di acqua bagnare i bordi della sfoglia.

Capovolgere le strisce sul ripieno tirandole leggermente con delicatezza in modo da poterle fissare sotto la sfoglia, in modo da ottenere un saccottino.

Allineare i saccottini sulla teglia da forno distanziandoli un pochino, spennellarli con il latte e infornare nella parte più bassa del forno per 10-12 minuti o fino a quando noterete la lievitazione a strati della pasta sfoglia. Finire la cottura portando la teglia a metà forno, fino a doratura della superficie.

Una volta cotti, lasciare raffreddare e poi cospargere con zucchero a velo a piacere.

Ricerche frequenti:

L’insalata capricciosa di Chef Giancarlo Perbellini

La Cucina Italiana

Giancarlo Perbellini con Federico Zonta

Il tutto in un’atmosfera informale, rilassata e conviviale, ma fortemente connotata e personalizzata nel design, con la possibilità di fermarsi a pranzo o a cena per degustare una combinazione di due o tre piatti più il dessert, proposte a 29 e 38 euro. Una formula “smart” perfetta per chi non vuole rinunciare alla qualità e al gusto senza appesantirsi troppo, e dall’ottimo rapporto qualità/prezzo. 

Non manca un’ampia selezione di vini in carta: ovviamente si parte dai veronesi ma si allarga ad altre 20 etichette esclusive dal mondo e dall’Italia: «Puntiamo alla valorizzazione del nostro territorio e delle sue eccellenze vitivinicole, riconosciute in Italia e nel mondo, dal Valpolicella al Soave, dal Custoza al Bardolino”, afferma Perbellini, e conclude: “La proposta varierà ogni giorno, con una rotazione dei vini in mescita, offerti al calice e a bottiglia», ha specificato lo chef.

Per l’arrivo della primavera, lo chef Perbellini ha pensato di suggerire una ricetta facile e gustosa, da preparare velocemente ma con la giusta accuratezza, soprattutto sulla scelta degli ingredienti.

Insalata capricciosa

Insalata capricciosa

Ingredienti

4 cuori di lattuga
per la polvere di olive: 500 g di olive taggiasche 
per la polvere di pomodoro: 1 kg di pomodori datterini
per la maionese di acciughe: 
6 acciughe dissalate del cantabrico
40 g di latte di soia 
170 g di olio di vinaccioli
q.b. sale e limone
per la vinaigrette:
20 g di aceto bianco
80 g di soia 
75 g di aceto balsamico 
2 gocce di tabasco 
200 g di olio evo

Procedimento

Sfogliate la lattuga tenendo il cuore, lavatela e scolatela. Per la polvere di olive: disidratate le olive in forno a 85° per una notte e in seguito frullatele fino a ottenere una polvere finissima. Per la polvere di pomodoro: lavate i pomodori, tagliateli in due e privateli dei semi. Fateli disidratare in forno per una notte e frullateli al mixer. setacciate la polvere ottenuta. Per realizzare la maionese di acciughe: frullate con il mixer le acciughe e il latte di soia emulsionando l’olio e sistemate di sapore. Per la vinaigrette: emulsionate aceto bianco, soia, aceto balsamico, olio di oliva e 2 gocce di tabasco fino a ottenere una salsa omogenea e riporre in un dosatore. Condite l’insalata all’interno e all’esterno facendo scolare la vinaigrette in eccesso. Riponetela al centro del piatto. Cospargete con polvere di pomodoro e olive. Infine guarnite con alcune gocce di maionese di acciughe.

Il menù Declinazioni di Paolo Griffa al Petit Royal, il migliore ristorante della Valle d’Aosta

Il menù Declinazioni di Paolo Griffa al Petit Royal, il migliore ristorante della Valle d'Aosta

A Paolo Griffa, uno dei talenti acclarati della cucina italiana, va dato un grande merito. In un periodo di evidente riflusso culinario, il 30enne piemontese – dalla tolda dello stellato Petit Royal, ristorante fine dining del Grand Hotel Royal e Golf di Courmayeur – non smette di creare, di provocare diciamola tutta. Al di là che è evidente l’ambizione di Griffa alla ricerca della seconda Stella Michelin (per noi, sarebbe giusta), la sua cucina ad altissima creatività viaggia su un triplo binario: estetica formidabile (basta vedere le foto della nostra gallery), il senso del gioco che emerge anche nell’immancabile idea-regalo natalizia, equilibrio (mirabile) nel gusto spesso unendo elementi agli antipodi. La sua bravura si esprime nel menu Declinazioni, ideato da lui nel dicembre 2017 e mai abbandonato, sino alla decima edizione che caratterizza l’inverno 2021. Ci si diverte sempre: per esempio, nell’estate scorsa si è fatto notare per il Cannellone Put-Together – Omaggio a Missoni, un primo piatto coloratissimo – e complicatissimo – che riprende il motivo dello storico brand lombardo: sette gradazioni di colore 100% naturali che avvolgono un ripieno fresco e saporito. Certo, occorre un’ora intera per produrre un singolo cannellone e quindi si tratta di una limited edition per pochi commensali ogni sera

Un geniale budino

L’idea di Declinazioni è innovativa: la proposta si articola infatti attorno a una scelta ristretta di materie prime di altissima qualità, basi creative e tematiche attorno alle quali si sviluppano una quarantina di piatti, tutti diversi uno dall’altro. All’avventore viene consegnato un bellissimo menù di carta, stampato e confezionato artigianalmente con finestre scorrevoli, che rivelano i disegni evocativi delle materie prime componendo un regolo, l’antico gioco di legno. Si guarda alla Valle d’Aosta come sempre di più all’Arte, lasciandosi lo spazio giusto per ricette classiche come senza frontiere. Per esempio, Griffa ha rivisto lo Chawanmushi, il tipico budino giapponese, facendo una crème caramel invernale e salata. Sotto una brunoise di polpa di radici e tuberi – pastinaca, scorza nera e topinambur- si trova un budino morbido di larice dove si staglia la sagoma di una formica fatta con pasta di mirtilli selvatici e aglio nero. Al tavolo viene accostato un braciere, dove un tizzone prontamente acceso brucia “l’incenso delle formiche, la resina solida raccolta dalle formiche e raccolta dalla brigata in estate nelle vicinanze di un formicaio in Valle. L’incenso affumica un ballon di Cognac, dove viene versato un caramello liquido di spugnole, che servirà a completare il piatto. Mistico e di tradizioni ancestrali.  

Cosa c’è dentro un igloo?

Buona domanda, in effetti. «Certo la Valle d’Aosta non è terra di igloo veri e propri, ma durante le mie camminate nella montagna innevata incontro spesso piccoli igloo spontanei che si formano sotto le piante basse: si nascondono conigli, galli cedroni e scoiattoli. L’igloo valdostano sa quindi di ginepro, di bacche, di selvaggina…» spiega Griffa. Da qui l’idea di un piatto assolutamente unico che viene servito al Petit Royal in un ampio vassoio con l’igloo di gesso, immerso nella neve, e un martelletto che il commensale utilizzerà per spaccarne la crosta e annusare prontamente il suo interno, immergendosi in un profumo di selvaggina e di erbe. Dentro all’igloo si trova un sedano rapa fondente, ripieno di farcia di cinghiale, impacchettato per essere riparato dalla neve e dal “ghiaccio”. Mentre il personale di sala scopre il fagottino di sedano, arriva dalla cucina un secondo vassoio con il piatto vero e proprio dove il sedano rapa verrà disposto su un crumble di pane e salvia fritta. Una foglia di alloro separa le due metà del sedano rapa che eviterà che si attacchino in cottura, perché all’interno ogni metà è stata scavata e farcita di cinghiale sul quale viene disposto un centrino di batata (la patata dolce americana) cesellata che ne decora la superficie. Sempre dalla cucina giunge una cialda con purea di batate, albicocche candite, foglie di senape e piccoli germogli di pino: un assemblage armonico che viene posto dal cameriere sul sedano rapa, mentre il commensale vede completare il piatto quando riceve un fondo di cinghiale speziato. Il piatto viene dunque costruito passo passo proprio al tavolo, ogni dettaglio arriva uno dopo l’altro come se ci trovassimo in cucina al pass di Griffa, ma comodamente seduti al proprio tavolo. Fantasia e spettacolo al potere, ma anche tanto gusto. La cosa più importante.

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