Tag: ricette di antipasti

Ricetta Cappellacci di kiwi e scampi con la bisque, la ricetta

Ricetta Cappellacci di kiwi e scampi con la bisque, la ricetta

Oggi vi proponiamo la ricetta dei Cappellacci di kiwi e scampi con la bisque per sperimentare un primo piatto insolito che abbina il frutto esotico al pesce. Se amate sperimentare, provateli subito!

Nella preparazione, per cui serve una certa esperienza in cucina, i kiwi sono soffritti in padella con un trito aromatico a cui viene aggiunta, successivamente, la polpa degli scampi. In questo modo si ottiene il ripieno con cui farcire i cappellacci fatti a mano. Una volta cotti, i ravioli si servono con una bisque ottenuta dagli scarti degli scampi, gamberi lessati, fettine di kiwi e un trito di porro.

Scoprite anche queste ricette per abbinamenti insoliti con i kiwi: Mini kiwi nella pancetta con salsa «tartara», Focaccine con prosciutto affumicato e kiwi, Ricciola alla paprica con kiwi e pera.

La zuppa di legumi di Gennaro Esposito è un invito in Umbria

La Cucina Italiana

«È un piatto che esprime perfettamente la concretezza di questo progetto, e il motivo per cui ho scelto di farne parte», dice Gennaro Esposito. «A Centumbrie abbiamo la fortuna di lavorare con prodotti autentici coltivati nei terreni dell’azienda, e con grandissima etica: grandi sapori che noi abbiamo il compito di accarezzare, per valorizzarli il più possibile», prosegue lo chef. «L’Umbria ha una cucina solida e importante, per il menù di Evo Bistrot l’ho interpretata in chiave moderna, più leggera, ricca di vegetali e anche di carni tipiche come l’oca o la faraona. E oltre a questo ci sono dei tocchi mediterranei», racconta ancora Esposito, che a Centumbrie ha affidato la cucina al suo giovanissimo pupillo Raffaele Iasevoli.

Tortelli all’oca

Alberto Blasetti

Cosa si mangia all’Evo Bistrot di Centrumbrie

Nel menù, infatti, ci sono anche tanti piatti di cucina del Sud, specie di pesce, in un inedito e appagante matrimonio gastronomico che racconta anche le radici di Esposito. Il risultato è una bella scelta di piatti che vanno dai crudi agli spaghetti al pomodoro dello chef che fanno capolino tra i primi insieme a tortelli di oca o linguine spezzate con brodo di cipolla e tartufo nero. Tra i secondi una ricca carta di carni fatte al Josper come Ribeye di bovino umbro; Faraona, e anche molto pesce, prima di un’altrettanto lunga lista di piatti vegetariani in cui, accanto a questa meravigliosa zuppa di erbe amare di cui Esposito ci ha dato la ricetta, ci sono tra gli altri parmigiana di verdure e carpaccio di petali di rapa rossa in agrodolce con pecorino e salsa verde. L’alternativa? La pizza, che all’Evo Bistrot è bassa, friabile, leggera («ma – ci tengono a precisare – non romana». Infine tapas da accompagnare ai cocktail di una drinklist in cui spiccano i signature fatti anche con il profumato olio evo di Centubrie, oppure ai vini dell’azienda o prodotti prevalentemente nel territorio che seguono la stessa filosofia abbracciata dalla famiglia Cinaglia e Menicucci: più locali e naturali possibile.

I 10 cibi più pericolosi per la salute: lista Coldiretti 2023

La Cucina Italiana

Salmonella, aflatossine, pesticidi e non solo. C’è di tutto nella lista dei 10 cibi più pericolosi appena pubblicata da Coldiretti: una black list aggiornata ogni anno in base alle elaborazioni del Sistema di Allerta Rapido Europeo, rete da cui partono gli “allarmi”, cioè le informazioni relative ai gravi rischi per la salute di alimenti che arrivano per importazione nel territorio comunitario. Alimenti che nella maggior parte vengono rintracciati e tolti dal commercio, ma che potrebbero anche finire nel nostro carrello dato che i controlli non sono a tappeto.

La lista dei 10 cibi più pericolosi di Coldiretti

Quest’anno Coldiretti ha presentato la lista dei cibi pericolosi in occasione dell’apertura del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione e ancora una volta contiene alimenti che per la maggior parte provengono dall’estero: 8 sui 10 cibi più pericolosi finiti nella black list sono stranieri. I numeri sono questi: sul totale dei 317 allarmi rilevati nel 2022, 106 sono scaturiti da importazioni da altri stati dell’Unione Europea (33%) e 167 da Paesi extracomunitari (53%). Solo 44 (il 14%) allarmi hanno riguardato prodotti con origine nazionale. Un quadro articolato, che tra le righe racconta un altro dato: i rischi non arrivano solo dagli alimenti prodotti in Paesi in via di sviluppo, ma anche da altri Paesi Comunitari e non solo.

Quali sono i cibi che fanno male alla salute?

Andando nel dettaglio, i pericoli maggiori riguardano i fichi secchi della Turchia per le aflatossine, seguiti dal pesce spagnolo per l’alto contenuto di mercurio, mentre al terzo posto c’è la carne di pollo polacca contaminata da salmonella e al quarto cozze e vongole spagnole sempre con salmonella insieme al batterio dell’escherichia coli. E ancora, nella lista compaiono erbe e spezie indiane, ostriche francesi. Eccola completa:

La lista dei cibi pericolosi per la salute – 2023

  1. Fichi secchi – Turchia – Aflatossine
  2. Pesce spada – Spagna – Mercurio
  3. Carni di pollo – Polonia – Salmonella
  4. Cozze e vongole – Spagna – E.Coli e Salmonella
  5. Pistacchi -Turchia – Aflatossine
  6. Ostriche – Francia – Norovirus
  7. Pistacchi – Usa – Aflatossine
  8. Erbe e spezie – India – pesticidi
  9. Pistacchi – Iran – Aflatossine
  10. Litchi – Cina – Pesticidi
    Fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati Rapporto Rassf 2022

Come tutelarsi dagli alimenti pericolosi

La soluzione resta la consapevolezza: guardare bene cosa compriamo, quali garanzie ci dà chi produce, e dove produce. Un’informazione cruciale: l’Italia è tra i Paesi con le politiche più rigide in tema di sicurezza alimentare, ed è anche per questo che i nostri prodotti sono una garanzia. Secondo i dati dell’ultimo Rapporto pubblicato da Efsa nel 2023 relativo ai dati nazionali dei residui di pesticidi, i cibi e le bevande stranieri sono oltre dieci volte più pericolosi di quelli Made in Italy, con il numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari oltre i limiti di legge che in Italia è stato pari al 6,4% nei prodotti di importazione, rispetto alla media dello 0,6% dei campioni di origine nazionale.

Il fatto è che non possiamo sempre sapere da dove viene ciò che compriamo: le informazioni riguardo la provenienza per ora sono reperibili solo una determinata lista di cibi. Dal 2025 le cose miglioreranno, perché questa lista diventerà più lunga e comprenderà anche alimenti come frutta secca, funghi non coltivati e zafferano per i quali fino ad allora non vigerà l’obbligo, ma – come fa notare Coldiretti – restano fuori molti altri alimenti che sono una presenza fissa nelle nostre dispense, che vanno dai succhi di frutta ai legumi in scatola, fino ai biscotti. «È necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute» afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, che da tempo, tra le altre, porta avanti una battaglia sulla trasparenza in etichetta che consenta a chi produce nel rispetto delle regole di distinguersi, e a noi di scegliere.

Altri articoli di La Cucina Italiana che vi potrebbero interessare:

-Botulino nel cibo: il vademecum del centro antiveleni

Proudly powered by WordPress