Tag: ricette di cucina dolci

Lasagne al forno: 5 varianti (che dovete assolutamente provare)

Lasagne al forno: 5 varianti (che dovete assolutamente provare)

Le lasagne al forno sono uno fra i piatti più cucinati di tutti i tempi, un cult della tradizione, la cui ricetta viene tramandata di madre in figlia. Questo accade perché le lasagne al forno non sono semplicemente un piatto: sono il comfort food per eccellenza, il motivo per ritrovarsi tutti insieme a tavola. La versione tradizionale prevede il ripieno fatto con il ragù di carne, ma per un tocco più, provate a sbizzarrirvi con formaggi e verdure di stagione, come la zucca e i carciofi. 

Radicchio e scamorza affumicata

Prendete un cespo di radicchio, pulitelo e tagliatelo a striscioline. In una padella fate rosolare uno spicchio di aglio in poco olio e unite poi il radicchio tagliato. Fate appassire qualche minuto e poi mettete da parte. Preparate una besciamella con 1 litro di latte, un cucchiaio e mezzo di farina e 50 grammi di burro. Stemperate la farina con il burro e poi, sempre mescolando, aggiungete il latte, il sale e un poco di noce moscata. Lasciate che la crema si addensi, poi imburrate una teglia e iniziate a comporre le lasagne, alternando fogli di pasta, la besciamella, il radicchio e la scamorza affumicata tagliata a cubetti. Finite con un foglio di pasta ricoperto da parmigiano grattugiato. Infornate la teglia a 180° e lasciate cuocere per 20-25 minuti, sino a che vedrete formarsi una crosticina sulla superficie.

Zucca e porcini

Per preparare questa farcia fate cuocere la zucca decorticata e tagliata a pezzetti in una pentola con poco olio e uno spicchio di aglio. Quando l’aglio sarà dorato, aggiungete poca acqua e lasciate cuocere per circa 20 minuti, aggiungendo acqua se necessario. Quando la zucca sarà cotta, passatela al mixer per ottenere una crema omogenea e aggiungete poca besciamella, in modo che il composto sia più morbido. A parte pulite i funghi e affettateli. Metteteli in una padella con olio e aglio e lasciate che cuociano per una decina di minuti. Salateli. Imburrate nel frattempo una teglia e stendete i fogli di pasta, alternandoli alla crema di zucca e ai funghi. Terminate con la pasta e una spolverata di parmigiano grattuggiato. Infornate a 180° per 25 minuti e poi servite.

Carciofi e brie

Un abbinamento perfetto, questo con i carciofi e il formaggio brie. Per preparare le lasagne, pulite i carciofi e lasciateli in una bacinella con acqua e limone sino a che non li cucinerete. Una volta tagliati tutti, fateli stufare per qualche minuto in una padella con olio e uno spicchio di aglio. Lasciateli cuocere sino a che diventeranno morbidi. Salateli e uniteli a fettine di brie. Aggiungete a questo composto la besciamella e poi componete tutto alternando i fogli di pasta, la crema di carciofi e brie, finendo con uno strato di besciamella e una spolverata di parmigiano. Infornate a 180° e fate cuocere per 30 minuti.

Pesto di pistacchi e menta

Per questa versione delle lasagne al forno potete scegliere il pesto comune, fatto di basilico e pinoli, o la versione fatta con pistacchi (non salati e non tostati), pinoli e menta fresca. Il piatto avrà un che di più fresco e più insolito. Per prepararlo sminuzzate in un mortaio i pistacchi con i pinoli. Aggiungete poi la menta fresca, il parmigiano grattugiato e l’olio. Sminuzzate tutto. Mescolate bene, per evitare che si formino grumi, aggiustate di sale e poi componete le lasagne, alternando i fogli di pasta con il pesto. Se il composto fosse troppo denso, allungatelo con poca acqua tiepida. Se vi piace, potete unire al pesto della mozzarella fiordilatte tagliata a fettine sottili. Finite con la pasta e una spolverata di parmigiano grattugiato e infornate a 180° per 25 minuti.

Porri, salmone affumicato e camembert

Per questa versione di pasta al forno lavate i porri, togliete le guaine più esterne e tagliate via la parte più verde. Fateli a rondelle e poi lasciateli appassire in una padella con olio extravergine di oliva. Una volta pronti, salateli e unite ai porri il salmone affumicato tagliato a striscioline. Iniziate a comporre le lasagne: imburrate una teglia e disponete un primo strato di pasta. Unite i porri e il salmone e completate con il camembert tagliato a fettine. Alternate così pasta e ripieno sino alla fine. Infornate a 180° per 25 minuti e poi servite.

Ricerche frequenti:

La torta di mele senza zucchero

Come fare una torta di mele senza zucchero: la ricetta

Il segreto? Semplice: prepararla senza zucchero. Non senza gusto, però: soltanto senza zucchero! Una ricetta perfetta per mangiare a cuor leggere una torta di mele… leggera

La preoccupazione di accumulare chili è il cruccio che sempre ci assale quando siamo davanti a un dolce.  Per questo vi proponiamo una ricetta che farà salva la vostra voglia di dolce e la necessità di non ingrassare. Come, chiederete voi? Semplicemente preparando una torta di mele senza zucchero, perfetta per il desiderio di dolcezza (onnipresente) e per fare pace con i sensi di colpa.

Come sostituire lo zucchero in un dolce

Sono tanti i modi per addolcire una torta senza ricorrere allo zucchero: tra i prodotti più utilizzati c’è il miele, che ha aromi diversi a seconda della provenienza delle essenze utilizzate dalle api per produrlo. Per 100 g di zucchero considerate 80 g di miele. Un altro sostituto è il malto, che si ricava dalla fermentazione dei cereali ed è perfetto per dolci lievitati o creme. Per 100 g di zucchero adoperate 130 g di malto. Un’altra opzione è la melassa, ricavata dalla barbabietola o dallo zucchero di canna. Potete adoperarla per preparare biscotti o pane, 80 g invece di 100 di zucchero. Lo sciroppo di riso, che si ricava dal riso stesso, può sostituire lo zucchero nelle dosi di 130 per 100 g. Anche lo sciroppo di mele o di uva può essere utilizzato al posto dello zucchero, tenendo conto però che è più dolce: in questo caso per 100 g di zucchero adoperatene 70 di sciroppo.

La polpa di mele, perfetta non soltanto per questa torta

Un’altra opzione per fare a meno dello zucchero è quella di ridurre la polpa di mele in una purea, che mescolerete insieme agli altri ingredienti per dolcificare il vostro dessert. In questo modo avrete soltanto gli zuccheri naturali della frutta che renderanno delicatamente zuccherata la vostra torta di mele. Come quantitativo calcolate la purea derivante da due mele grandi per 250-300 g di farina. Se poi volete esaltare ancora di più la dolcezza, potrete aggiungere uvetta sultanina ammollata all’impasto.

La ricetta della torta di mele senza zucchero

Ingredienti

300 g farina, 175 g burro, 1 uovo, 1/2 bustina lievito per dolci, scorza grattugiata di un limone, 4 mele grandi, 100 g granella di nocciole.

Procedimento

Per prima cosa preparate la purea di mele. Sbucciatene due, detorsolatele e tagliatele a tocchetti. Mettetele in un tegame e fatele cuocere con un goccio di acqua sino a che non si sfalderanno completamente. Passatele al mixer e poi tenetene da parte 200 g. Fate sciogliere a bagnomaria il burro e poi unitelo in una ciotola con la purea di mele, la scorza del limone, l’uovo e mescolate bene. Unite la farina setacciata con il lievito, 50 g di granella di nocciole e continuate a mescolare. Imburrate uno stampo a cerniera di 24 cm di diametro, infarinatelo e versateci il composto. Sbucciate le restanti mele, tagliatele a fettine sottili che sistemerete sulla superficie della torta. Finite con la granella di nocciole rimasta e infornate a 180° in forno statico per 45 minuti.

Nel tutorial qualche consiglio ancora!

Testo di Cristina Gambarini

i frutti esotici coltivati a Bergamo. Ma non solo

i frutti esotici coltivati a Bergamo. Ma non solo

Lo sapevate che in realtà solo quattro frutti sono d’origine europea? Ecco perché il Tropico dei Colli ha iniziato a coltivare in Italia alcune varietà esotiche finora sconosciute

In provincia di Bergamo c’è un’azienda, Tropico dei Colli, che sta rivoluzionando il mondo dei frutti esotici in Italia. Infatti, se molti più frutti di quelli che pensiamo non sono originariamente europei, perché non provare a coltivare anche altre varietà, fino a qualche anno fa impensabili? Più o meno è così che è nata questa giovanissima azienda, che ha giustamente anche vinto diversi premi per l’innovazione del prodotto nel settore agroalimentare.

La nascita dell’azienda

Mirko Roberti nasce a Osio, in provincia di Bergamo, e fin da piccolo nutre una passione viscerale per le piante e in generale il mondo della natura. Per anni si dedica alla collezione di alcune varietà rare, poco conosciute in Europa, ma che secondo i suoi studi sarebbero potute crescere ugualmente. «Non vedevo l’ora di assaggiare i frutti che avevo piantato, di sentire come venivano in un territorio diverso». E da questi primi esperimenti (riusciti), capisce che cosa vuole fare nella vita: progettare parchi e giardini utilizzando piante esotiche, che sono più resistenti, necessitano di meno trattamenti e hanno una bella fioritura. Così si iscrive ad Architettura Ambientale al Politecnico di Milano ed è proprio durante questi viaggi da pendolare che conosce Giulia, studentessa di Agraria, che faceva lo stesso percorso per andare all’Università. I due scoprono subito di avere talmente tante cose in comune che nel giro di poco decidono di provare a coltivare frutti esotici e di aprire un’attività insieme: ecco come nasce il Tropico Dei Colli. «Alla fine non ho nemmeno finito gli studi», racconta Mirko, «perché mi sono buttato a capofitto in questa cosa». Il punto iniziale di tutto è stato la scoperta che ad avere un’origine europea sono in realtà pochi frutti, come prugne, ciliegie, castagne e alcuni piccoli frutti come ribes, lamponi e more (anche se sul tema ci sono opinioni contrastanti). Quindi se altri frutti non sono originariamente europei, ma fanno ormai parte della nostra alimentazione, e soprattutto cultura, perché non essere pionieri e iniziare a coltivare in Italia anche altre varietà? Dopo vari studi e tentativi, individuano alcuni frutti che crescono in luoghi dove il clima è molto simile al nostro. E nel 2015 piantano i loro primi frutti esotici su una superficie di circa due ettari sui Colli di Bergamo, senza l’utilizzo di alcun trattamento. Perché, alla fine, questi frutti ritenuti esotici finiscono per essere più sostenibili di molti ritenuti locali che consumiamo abitualmente, ma che in realtà subiscono trattamenti continui, con un impatto negativo sull’ambiente.

I frutti esotici del Tropico dei Colli

I frutti esotici piantati dal Tropico dei Colli sono principalmente tre. Uno è la feijoa, il frutto nazionale della Nuova Zelanda, molto diffuso anche in Georgia e Azerbaigian, così come in Sud America, sugli altopiani montani di Brasile, Uruguay e Argentina. Eppure Mirko aveva notato la sua presenza anche sul Lago di Garda e in Toscana, perché, ci spiega, «cresce dove cresce l’ulivo, con l’esigenza di un agrume, quindi è perfetto per il nostro territorio». Si tratta di un frutto molto profumato, che ricorda un po’ il lime e il limone, perfetto per cocktail, gelati e sorbetti. Poi c’è il kiwi arguta rosso, chiamato mini-kiwi, che si trova nell’estremo Oriente, in particolare in Corea e  nel nord della Cina. È caratterizzato da una buccia rossa che indica la maturazione, per cui è facile capire quando è il momento di iniziare la raccolta, di solito tra fine agosto e settembre. Inoltre, la sua buccia è talmente liscia e sottile che si mangia, infatti viene anche chiamato «il kiwi che non si sbuccia»; la polpa al suo interno, dolce e succosa, ricorda un po’ la ciliegia. E infine l’asimina, che si raccoglie nello stesso periodo, quando è molto cremosa e si può mangiare al cucchiaio nel pieno della sua maturazione. È un piccolo albero che ha origine negli Stati Uniti, in particolare sul bacino del Mississippi, dove attualmente lo stanno riscoprendo anche lì. Ma non finisce qui: «Stiamo lavorando su una produzione di mirtillo siberiano, diverso da quello classico, ma con un buon potenziale vista l’alta quantità di vitamine concentrate. Inoltre ha un sapore molto intenso, che ricorda un po’ un insieme di frutti selvatici, una vera esplosione di aromi in bocca». E la ragione del successo di questi frutti è proprio questa: oltre a essere prodotti localmente in modo sostenibile, sono prima di tutto e soprattutto gusti nuovibuoni da mangiare.

Dove, quando e come trovarli

Questi frutti ormai li trovate anche in altre regioni, perché nel tempo un numero sempre crescente di aziende agricole ha iniziato a informarsi, seguire le loro orme e coltivare questi frutti. Così, nel giro di pochi anni, Mirko e Giulia hanno capito che l’unione sarebbe stata la loro forza e hanno reso il Tropico dei Colli un marchio nazionale, a cui è possibile affiliarsi, tant’è che oggi hanno una rete di circa cinquanta realtà tra Lombardia, Piemonte, Veneto e Emilia Romagna. Come “azienda madre” Tropico dei Colli, si occupano di seguire passo per passo la gestione dell’impianto, scegliendo insieme i frutti più idonei al tipo di terreno, al territorio e al clima, fornendo tutto il necessario fino all’organizzazione della raccolta e al ritiro della merce. L’importante, sottolinea Mirko, è che continuino a essere fedeli alla filosofia d’origine, cioè a coltivare (in Italia) piccoli appezzamenti di frutti esotici, senza trattamenti che abbiano un impatto negativo sull’ambiente e che siano quindi il più biologici possibile. Inoltre, continua Mirko, «i nostri prodotti si trovano solo ed esclusivamente nel periodo di maturazione, che va da settembre a dicembre, perché è fondamentale mangiare frutti di stagione». Nel periodo giusto, quindi, li trovate sia online, che in vari mercati, basta seguirli sulle varie pagine social per sapere dove si trovano. Ma in realtà ci sono delle novità: Mirko sta portando avanti un’innovazione nell’azienda con la creazione di un sistema dati estremamente all’avanguardia, che renderà tutta la rete del Tropico dei Colli più unita e connessa, tanto nella gestione quanto in quello che continua a essere l’intento, ovvero produrre frutti esotici biologici in Italia.

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