Tag: ricette di cucina pesce

Dessert d’autunno: clafoutis alle mele

Dessert d'autunno: clafoutis alle mele

Un po’ budino, un po’ sformato di frutta, il clafoutis è il dessert dal risultato garantito. Ed è così facile e veloce che si può preparare anche all’ultimo momento

Il clafoutis è un dolce francese a base di uova e frutta che sembra un budino, ma non è.
Va servito tiepido ed è una una vera coccola per il palato nelle serate d’autunno.
Prepararlo è molto semplice e potete utilizzare la frutta che preferite, purché sia di stagione.
In questo periodo vi suggeriamo di provarlo con le mele e l’uvetta, profumato alla cannella.

La ricetta del clafoutis alle mele

Ecco come preparare questo dolce.

Ingredienti

450 g di mele golden
100 g di zucchero
50 g di farina 00
250 ml di latte intero
80 g di uvetta
2 uova
10 g di burro
cannella

Procedimento

Per prima cosa lasciate ammorbidire l’uvetta in acqua a temperatura ambiente e rosolate le mele in padella con la noce di burro e un cucchiaio di cannella. Devono semplicemente caramellare un po’, ma sempre mantenendo la consistenza.

A parte sbattete le uova con lo zucchero e poi aggiungete il latte e la farina setacciata.
Utilizzate semplicemente una frusta a mano.
Potete aromatizzare con scorza di limone grattugiata o estratto di vaniglia.
Una volta pronto il composto, imburrate una pirofila da 24 cm di diametro e versate all’interno prima le mele distribuendole per bene, poi il composto con le uova e infine l’uvetta ben strizzata.
Infornate in forno statico già caldo a 180° per circa 35-40 minuti e servite il clafoutis tiepido con una pallina di gelato o un ciuffetto di panna semi-montata.

Clafoutis in padella

Esiste una versione più rapida di questa ricetta che prevede la cottura in padella.
In pratica si tratta di una frittata di mele, ma l’aggiunta della farina rende il risultato leggermente più asciutto e compatto.
Basta procedere come nella ricetta precedente e poi mescolare il composto di uova con le mele e l’uvetta e cuocere tutto in una padella antiaderente leggermente imburrata.
Mantenete il fuoco medio-basso e procedete come per una classica frittata.
Dopo circa 5 minuti di cottura della base aiutatevi con un piatto o un coperchio e ribaltate il clafoutis per cuocere l’altro lato.

Alternative autunnali

Potete preparare un delizioso clafoutis autunnale anche con altre varietà di mela, come per esempio la renetta che nei dolci sta benissimo, oppure con le pere. Ottimo anche con l’uva, finche la trovate di stagione e con i cachi nella versione caco mela vanigliati.
E potete pensare anche ad una versione salata, magari con zucca e zola!

Ricerche frequenti:

Ricetta Risotto al cedro candito, capperi e salvia

Ricetta Risotto al cedro candito, capperi e salvia
  • 480 g riso Carnaroli integrale
  • 100 g zucchero
  • 80 g burro
  • 60 g Grana Padano Dop
  • 1 pz cedro
  • farina di riso
  • capperi dissalati
  • limone
  • salvia
  • aceto di vino bianco

Per la ricetta del risotto al cedro candito, capperi e salvia, sbollentate per qualche istante la scorza del cedro. Sciogliete sul fuoco lo zucchero con 150 g di acqua e il succo di 1/2 cedro; aggiungete nello sciroppo la scorza dell’agrume e dopo 1 minuto spegnete il fuoco. Lasciate raffreddare tutto, quindi tagliate la scorza a listerelle.
Tostate il riso in una casseruola senza grassi per qualche minuto; bagnatelo con 1 mestolo di acqua bollente
e portatelo a cottura in 40-45 minuti, aggiungendo via via poca acqua bollente. Riscaldate intanto l’olio di arachide; infarinate 30 foglie di salvia con la farina di riso e friggetele per pochi secondi. Scolatele e disponetele su carta da cucina per asciugarle. Salatele leggermente al momento dell’uso.
Mantecate infine il risotto con il burro, il grana, 1 cucchiaio di aceto e regolate di sale. Aggiungete la scorza grattugiata di 1/2 limone e un filo di olio extravergine. Servitelo completando ogni piatto con qualche cappero, le scorze di cedro e la salvia fritta.

i frutti esotici coltivati a Bergamo. Ma non solo

i frutti esotici coltivati a Bergamo. Ma non solo

Lo sapevate che in realtà solo quattro frutti sono d’origine europea? Ecco perché il Tropico dei Colli ha iniziato a coltivare in Italia alcune varietà esotiche finora sconosciute

In provincia di Bergamo c’è un’azienda, Tropico dei Colli, che sta rivoluzionando il mondo dei frutti esotici in Italia. Infatti, se molti più frutti di quelli che pensiamo non sono originariamente europei, perché non provare a coltivare anche altre varietà, fino a qualche anno fa impensabili? Più o meno è così che è nata questa giovanissima azienda, che ha giustamente anche vinto diversi premi per l’innovazione del prodotto nel settore agroalimentare.

La nascita dell’azienda

Mirko Roberti nasce a Osio, in provincia di Bergamo, e fin da piccolo nutre una passione viscerale per le piante e in generale il mondo della natura. Per anni si dedica alla collezione di alcune varietà rare, poco conosciute in Europa, ma che secondo i suoi studi sarebbero potute crescere ugualmente. «Non vedevo l’ora di assaggiare i frutti che avevo piantato, di sentire come venivano in un territorio diverso». E da questi primi esperimenti (riusciti), capisce che cosa vuole fare nella vita: progettare parchi e giardini utilizzando piante esotiche, che sono più resistenti, necessitano di meno trattamenti e hanno una bella fioritura. Così si iscrive ad Architettura Ambientale al Politecnico di Milano ed è proprio durante questi viaggi da pendolare che conosce Giulia, studentessa di Agraria, che faceva lo stesso percorso per andare all’Università. I due scoprono subito di avere talmente tante cose in comune che nel giro di poco decidono di provare a coltivare frutti esotici e di aprire un’attività insieme: ecco come nasce il Tropico Dei Colli. «Alla fine non ho nemmeno finito gli studi», racconta Mirko, «perché mi sono buttato a capofitto in questa cosa». Il punto iniziale di tutto è stato la scoperta che ad avere un’origine europea sono in realtà pochi frutti, come prugne, ciliegie, castagne e alcuni piccoli frutti come ribes, lamponi e more (anche se sul tema ci sono opinioni contrastanti). Quindi se altri frutti non sono originariamente europei, ma fanno ormai parte della nostra alimentazione, e soprattutto cultura, perché non essere pionieri e iniziare a coltivare in Italia anche altre varietà? Dopo vari studi e tentativi, individuano alcuni frutti che crescono in luoghi dove il clima è molto simile al nostro. E nel 2015 piantano i loro primi frutti esotici su una superficie di circa due ettari sui Colli di Bergamo, senza l’utilizzo di alcun trattamento. Perché, alla fine, questi frutti ritenuti esotici finiscono per essere più sostenibili di molti ritenuti locali che consumiamo abitualmente, ma che in realtà subiscono trattamenti continui, con un impatto negativo sull’ambiente.

I frutti esotici del Tropico dei Colli

I frutti esotici piantati dal Tropico dei Colli sono principalmente tre. Uno è la feijoa, il frutto nazionale della Nuova Zelanda, molto diffuso anche in Georgia e Azerbaigian, così come in Sud America, sugli altopiani montani di Brasile, Uruguay e Argentina. Eppure Mirko aveva notato la sua presenza anche sul Lago di Garda e in Toscana, perché, ci spiega, «cresce dove cresce l’ulivo, con l’esigenza di un agrume, quindi è perfetto per il nostro territorio». Si tratta di un frutto molto profumato, che ricorda un po’ il lime e il limone, perfetto per cocktail, gelati e sorbetti. Poi c’è il kiwi arguta rosso, chiamato mini-kiwi, che si trova nell’estremo Oriente, in particolare in Corea e  nel nord della Cina. È caratterizzato da una buccia rossa che indica la maturazione, per cui è facile capire quando è il momento di iniziare la raccolta, di solito tra fine agosto e settembre. Inoltre, la sua buccia è talmente liscia e sottile che si mangia, infatti viene anche chiamato «il kiwi che non si sbuccia»; la polpa al suo interno, dolce e succosa, ricorda un po’ la ciliegia. E infine l’asimina, che si raccoglie nello stesso periodo, quando è molto cremosa e si può mangiare al cucchiaio nel pieno della sua maturazione. È un piccolo albero che ha origine negli Stati Uniti, in particolare sul bacino del Mississippi, dove attualmente lo stanno riscoprendo anche lì. Ma non finisce qui: «Stiamo lavorando su una produzione di mirtillo siberiano, diverso da quello classico, ma con un buon potenziale vista l’alta quantità di vitamine concentrate. Inoltre ha un sapore molto intenso, che ricorda un po’ un insieme di frutti selvatici, una vera esplosione di aromi in bocca». E la ragione del successo di questi frutti è proprio questa: oltre a essere prodotti localmente in modo sostenibile, sono prima di tutto e soprattutto gusti nuovibuoni da mangiare.

Dove, quando e come trovarli

Questi frutti ormai li trovate anche in altre regioni, perché nel tempo un numero sempre crescente di aziende agricole ha iniziato a informarsi, seguire le loro orme e coltivare questi frutti. Così, nel giro di pochi anni, Mirko e Giulia hanno capito che l’unione sarebbe stata la loro forza e hanno reso il Tropico dei Colli un marchio nazionale, a cui è possibile affiliarsi, tant’è che oggi hanno una rete di circa cinquanta realtà tra Lombardia, Piemonte, Veneto e Emilia Romagna. Come “azienda madre” Tropico dei Colli, si occupano di seguire passo per passo la gestione dell’impianto, scegliendo insieme i frutti più idonei al tipo di terreno, al territorio e al clima, fornendo tutto il necessario fino all’organizzazione della raccolta e al ritiro della merce. L’importante, sottolinea Mirko, è che continuino a essere fedeli alla filosofia d’origine, cioè a coltivare (in Italia) piccoli appezzamenti di frutti esotici, senza trattamenti che abbiano un impatto negativo sull’ambiente e che siano quindi il più biologici possibile. Inoltre, continua Mirko, «i nostri prodotti si trovano solo ed esclusivamente nel periodo di maturazione, che va da settembre a dicembre, perché è fondamentale mangiare frutti di stagione». Nel periodo giusto, quindi, li trovate sia online, che in vari mercati, basta seguirli sulle varie pagine social per sapere dove si trovano. Ma in realtà ci sono delle novità: Mirko sta portando avanti un’innovazione nell’azienda con la creazione di un sistema dati estremamente all’avanguardia, che renderà tutta la rete del Tropico dei Colli più unita e connessa, tanto nella gestione quanto in quello che continua a essere l’intento, ovvero produrre frutti esotici biologici in Italia.

Proudly powered by WordPress