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Ricetta Porcino con fonduta di capra

Ricetta Porcino con fonduta di capra

Step 1

Per la ricetta dl porcino con fonduta di capra, tagliate la toma a pezzetti e metteteli a bagno nel latte, in una pentolina (nella quale poi cuocerete la fonduta). Lasciateli ammorbidire per 30 minuti.

Step 2

Impastate la farina con il burro, l’uovo intero e un pizzico di sale. Spianate la pasta brisée tra due fogli di carta da forno e ponetela a riposare per 20 minuti, in frigorifero.

Step 3

Spolverizzatela con un po’ di polvere di funghi porcini e stendetela ancora più finemente, quindi tagliatela a strisce e rivestite esternamente il bordo di 4 piccoli stampini troncoconici da babà, unti con un po’ di burro.

Step 4

Appoggiateli in una placchetta e infornateli a 160 °C per circa 5-6 minuti. Sfornateli e lasciateli raffreddare, quindi togliete gli stampi.

Step 5

Pulite i porcini e separate i gambi dalle teste. Tagliate i gambi a dadini molto piccoli e rosolateli in una padella con un filo di olio, 1 spicchio di aglio schiacciato e un pizzico di sale e pepe, per 2 minuti. Metteteli da parte in un piatto. Rosolate nella stessa padella anche le teste, per qualche istante in più.

Step 6

Sciogliete il formaggio nel latte, cuocendolo a fuoco molto basso, mescolando. Per una fonduta più liscia, date un colpo con il frullatore a immersione e passate al setaccio.

Step 7

Create nei piatti quattro piccoli nidi, disponendo in cerchio i dadini di porcini. Adagiate al centro di ognuno un tuorlo crudo. Mettetevi sopra i coni di pasta, poggiati sulla loro base più larga, in modo che il tuorlo rimanga all’interno, e colate all’interno qualche cucchiaio di fonduta calda, in modo che cuocia dolcemente i tuorli.

Step 8

Sistemate le teste dei porcini sopra i coni e completate con altra fonduta, polvere di porcini e foglioline di pimpinella e qualche mirtillo.

Ricetta: Isa Mazzocchi, Foto: Maurizio Camagna, Styling: Beatrice Prada

Unione Europea: ridurre gli sprechi alimentari del 30% in 10 anni

La Cucina Italiana

L’Unione Europea ha fatto un importante passo avanti nella lotta contro gli sprechi alimentari, con l’obiettivo di ridurre il 30% degli sprechi alimentari pro-capite entro il 2030 in ristoranti, mense e famiglie, e il 10% nell’industria alimentare. Questi obiettivi vincolanti sono parte di una riforma mirata della direttiva sui rifiuti. Gli sprechi alimentari rappresentano una sfida significativa per l’UE, con quasi 59 milioni di tonnellate di cibo sprecate ogni anno, con un valore di mercato stimato di 132 miliardi di euro. Ma c’è speranza, grazie all’impegno di aziende come Too Good To Go.

L’Unione Europea per la lotta agli sprechi alimentari

L’azienda Too Good To Go, certificata B Corp a impatto sociale, accoglie con favore la proposta dell’UE di fissare obiettivi giuridicamente vincolanti per la riduzione degli sprechi alimentari. Da sempre Too Good To Go è nota per sostenere la causa della riduzione degli sprechi alimentari e si è impegnata attivamente nel processo di consultazione della Commissione europea. Questa iniziativa rappresenta un importante passo verso un sistema alimentare più sostenibile.

Nel 2022, l’azienda ha contribuito a evitare lo spreco di oltre 79 milioni di pasti, equivalente a 625mila tonnellate di CO2 evitate. Questo impatto ambientale è paragonabile a 125mila posti a sedere per volare in tutto il mondo. Lanciata nel 2016, To Good To Go,  è ora presente in 17 Paesi e 2 continenti (Europa e America).

Un cambiamento nelle abitudini alimentari degli italiani

Too Good To Go non si limita a salvare pasti da ristoranti e negozi, ma ha anche influenzato positivamente le abitudini alimentari degli italiani. Un sondaggio condotto da Too Good To Go in collaborazione con YouGov ha rivelato che il 93% degli italiani ha modificato le proprie abitudini alimentari a causa dell’aumento dei prezzi. Il 49% degli italiani ha iniziato a portarsi il pranzo da casa, preparato la sera prima, per motivi sia economici che ecologici. Più di due italiani su tre hanno ridotto la frequenza dei pasti fuori casa. Questi cambiamenti dimostrano che le iniziative come Too Good To Go possano ispirare e responsabilizzare le persone a ridurre gli sprechi alimentari.

Consapevolezza e azioni antispreco: risultati dell’Osservatorio di Too Good To Go

Lo “Osservatorio sullo Spreco Alimentare” presentato da Too Good To Go in occasione della scorsa Giornata Internazionale della Consapevolezza sugli Sprechi e le Perdite Alimentari offre un importante quadro sullo stato di consapevolezza e le azioni intraprese dai diversi attori della filiera alimentare. I risultati rivelano una crescente sensibilità dei consumatori verso il tema dello spreco alimentare, con il 95% dei consumatori di Too Good To Go dimostrando una profonda consapevolezza e attuando azioni antispreco quotidiane, come l’attenzione alle date di scadenza e il consumo responsabile. Nei Pubblici Esercizi, sebbene metà di essi dimostrino consapevolezza, i costi associati allo spreco alimentare rimangono elevati, con il 31% che dichiara di sprecare una notevole quantità di cibo ogni mese. Nella Grande Distribuzione Organizzata (GDO), le principali cause di spreco sono la scadenza dei prodotti e il packaging difettoso, ma emergono sforzi per concretizzare azioni contro lo spreco alimentare. Tuttavia, mancano linee guida comuni a livello di settore. Too Good To Go lancia una campagna di sensibilizzazione chiamata “Piccoli Passi, Grande Impatto” per enfatizzare l’importanza delle azioni quotidiane nel contrasto al problema dello spreco alimentare. Questo studio fornisce una base fondamentale per affrontare il problema in modo più efficace e collettivo.

Insieme per un mondo zero spreco

Too Good To Go sta conducendo la lotta contro gli sprechi alimentari in Europa, sostenendo la proposta dell’UE per obiettivi vincolanti e influenzando positivamente le abitudini alimentari degli italiani. Con il suo impegno costante e una crescente community di utenti e partner, l’azienda ha raggiunto un traguardo significativo nel salvataggio di pasti e nell’abbattimento delle emissioni di CO2. La sua missione di combattere gli sprechi alimentari è un obiettivo ambizioso, ma con l’entusiasmo di milioni di persone, sembra che si stia facendo progressi significativi nella sfida dello spreco alimentare.

I migliori pizzaioli del mondo: The Best Pizza Awards 2023

La Cucina Italiana

C’è Franco Pepe in cima alla nuova classifica dedicata ai migliori pizzaioli del mondo, cioè The Best Pizza Awards 2023, neonato spin off di The Best Chef Awards (concorso che ogni anno in autunno decreta i migliori cuochi a livello internazionale). «Pepe è una delle figure di spicco nel mondo della pizza» scrive la giuria introducendo il pizzaiolo di Caiazzo (Caserta), sottolineando l’interessante percorso di ricerca sulla pizza e la territorialità che ha reso il suo «Pepe in Grani» un indirizzo da provare. In verità una conferma: The Best Chef Awards aveva già celebrato Franco Pepe, dedicandogli dei premi speciali negli ultimi due anni, in liste finora esclusivamente dedicate agli chef. 

I migliori pizzaioli del mondo

È la prima volta, invece, per Francesco Martucci de I Masanielli di Caserta, primo al mondo per cinque edizioni consecutive di 50 Top Pizza World (quest’anno pari merito con Diego Vitagliano). The Best Pizza Awards 2023 lo piazza al secondo posto sottolineando la grande ricerca negli ingredienti, negli accostamenti e nelle cotture. In particolare nella tripla cottura che contraddistingue Martucci –  al vapore, fritta e al forno – e che in questo nuovo concorso gli è valsa anche il premio speciale «Science». Chiude il podio Gabriele Bonci, peraltro protagonista insieme a Franco Pepe di Chef’s Table su Netflix. Con l’apertura del suo Pizzarium a Roma, Bonci ha avviato un’altra piccola grande rivoluzione del mondo della pizza: tra i primi a lavorare sui grani antichi, sul lievito madre, sui condimenti territoriali, buoni, sostenibili.

I 10 migliori pizzaioli del mondo

Sono nomi molto noti agli appassionati di pizza, oltre che agli addetti ai lavori, anche gli altri pizzaioli della top ten: al quarto posto segue Simone Padoan de I Tigli di San Bonafacio (Verona), al quinto Jacopo Mercuro di 180 Grammi Pizzeria Romana di Roma, sesto per Jorge Sastre & Rafa Panatieri di Sartoria Panatieri di Barcellona. Al settimo Razza Pizza Artigianale a Jersey City di Dan Richer, nono Matteo Martinenghi del Baest di Copenaghen, infine al decimo posto Yuki Motokura di Pizza Marumo, a Tokyo (trovate la classifica completa alla fine dell’articolo).

The Best Pizza Awards 2023

Una conferma: anche se talvolta con qualche posizione in più o in meno nella classifica, i pizzaioli The Best Pizza Awards 2023 sono presenze fisse nelle grandi guide, su tutte proprio l’ultima resa nota in ordine di tempo e cioè 50 Top Pizza World 2023. Anche per questo non ci stupisce né – come ha sottolineato qualche commentatore – che non ci siano napoletani tra le prime posizioni, né l’imponente presenza di pizzaioli stranieri o italiani all’estero. Tutto questo interesse che si è creato intorno al mondo della pizza – che si concretizza poi in classifiche e premi diventati ghiotte occasioni commerciali – ha anche il merito di raccontare che quest’arte popolare continua a superare se stessa e che ormai non ha confini. Ottima notizia: in qualunque posto al mondo andremo, troveremo sempre un’ottima pizza da assaggiare. Ecco la classifica completa di The Best Pizza Awards 2023:

The Best Pizza Awards 2023:

  1. Franco Pepe – Pepe in Grani (Italia)
  2. Francesco Martucci – I Masanielli (Italia)
  3. Gabriele Bonci – Pizzarium (Italia)
  4. Simone Padoan – I Tiglia (Italia)
  5. Jacopo Mercuro – 180 g (Italia)
  6. Rafa Panatieri & Jorge Sastre – Sartoria Panatieri (Spagna)
  7. Daniele Cason – The pizza bar on 38th (Giappone)
  8. Dan Richer – Razza pizza artigianale (USA)
  9. Matteo Martinenghi – Baest (Danimarca)
  10. Yuki Motokura – Pizza Marumo (Giappone)
  11. Ciro Salvo – 50 Kalò (Italia)
  12. Pier Daniele Seu – Seu Illuminati (Italia)
  13. Diego Vitagliano – 10 Diego Vitagliano (Italia)
  14. Enzo Coccia – La Notizia (Italia)
  15. Chris Bianco – Pizzeria Bianco (USA)
  16. Sasà Martucci – I Masanielli (Italia)
  17. Tsubaba Tamaki – Pizza Studio Tamaki (Giappone)
  18. Roberto Davanzo – Bob Alchimia a Spicchi (Italia)
  19. Anthony Mangieri – Una pizza napoletana (USA)
  20. Francesco Capece – Confine (Italia)
  21. Ciccio Vitiello – Cambiamenti (Italia)
  22. Sarah Minnick – Lovely’s Fifty Fifty (USA)
  23. Renato Bosco – Renato Bosco pizzeria (Italia)
  24. Tony Felix Gemignani – Tony’s Pizza (USA)
  25. Andrea Godi – 400 gradi (Italia)
  26. Luca Pezzetta – Clementina (Italia)
  27. Valerio Iessi & Daniele Ferrara – I Borboni (Italia)
  28. Francesco Calò – Via Toledo (UAE)
  29. Joe Powers Jay’s Artisan Pizza (USA)
  30. Amalia Costantini – Mater (Italia)
  31. Ivano Veccia – Allegrio (Italia)
  32. Carmen Alonso – Roostiq (Spagna)
  33. Daisuke Nakamura – Bacar (Giappone)
  34. Peppe Cutraro – Peppe (Francia)
  35. Salvatore & Francesco Salvo – Pizzeria Salvo (Italia)
  36. Ann Kim – Pizzeria Lola-Young Joni (USA)
  37. Salvatore Lioniello – Da Lioniello (Italia)
  38. Kakinuma Susumu – Seirinkan (Giappone)
  39. Lorenzo Sirabella – Dry (Italia)
  40. Thomas McNaughton & Ryan Pollnow – Flour Water Pizzeria (USA)
  41. Raffaele Bonetta – Raf Bonetta (Italia)
  42. Ciro Oliva – Concettina ai Tre Santi (Italia)
  43. Denis Lovatel – Denis Pizza di montagna (Italia)
  44. Roberta Esposito – La Contrada (Italia)
  45. Massimo Morbi – La Balnesina (Spagna)
  46. Valentino Tafuri – 3 Voglie (Italia)
  47. Ito Yuichi Abellare – Crosta Pizzeria (Filippine)
  48. Danilo Brunetti – Giolina (Italia)
  49. Giuseppe Oliva – Surt (Danimarca)
  50. Vittorio & Riccardo Figurato – Fratelli Figurato (Spagna)
  51. Roberto Caporuscio – Kesté pizza & vino (USA)
  52. Marco Manzi – Giotto pizzeria bistro (Italia)
  53. Vimcenzo Onnembo – Nea pizza (Olanda)
  54. Gennaro Battiloro – Battil’oro (Italia)
  55. Juan Gabriel Perez – Posto (USA)
  56. Yurii Mogyliuk – Pizzaiolo Krucza (Polonia)
  57. Antonio Miscellaneo – La Bottega (Singapore)
  58. Daniel Sebastian Levy – Electrica (Argentina)
  59. Vittorio Vespignani – Decimo Scalo (Italia)
  60. Gianni Di Lella – Pizzeria la bufala (Italia)
  61. Salvatore Fiata – Fiata Pizza (Hong Kong)
  62. Matsumaru Shunsuke – L’insieme (Giappone)
  63. Giuseppe Maglione – Daniele Gourmet (Italia)
  64. Jon Spearman – Pizzeria Mazzie (Thailandia)
  65. Sean MacDonald – Bar Monette (USA)
  66. Jo Takeru – Pizza Strada 10 (Giappone)
  67. Matheus Ramos – QT pizza bar (Brasile)
  68. Isabella De Cham – Pizza fritta (Italia)
  69. Giuseppe Pignalosa – Le Parule (Italia)
  70. Gioel Demaio – Demaio (Spagna)
  71. Ronan & Eugene Greaney – The dough bros (Irlanda)
  72. Angioletto Tramontano – O Sarracin (Italia)
  73. Victoria & Carola Santoro – Ti Amo (Argentina)
  74. Michele Fuccio – Pizzeria di Stora (Italia)
  75. Ohta Kenji – La tripletta (Giappone)
  76. Giuseppe Bove – Il segreto di Pulcinella (Italia)
  77. Mohamad Orfali – Orfali Bistro (UAE)
  78. Marco Quintili – I quintili (Italia)
  79. Dani Branca – Paestum Forneria (Brasile)
  80. Ted Thanwa – Peppina (Italia)
  81. Nicola Apicella – Oi vita (Inghilterra)
  82. Tonino Cogliano – Imperfetto (Francia)
  83. Antonio Cavoto – Mangia Pizza (Olanda)
  84. William Sang Woo Joo – Pizzeria Sei (USA)
  85. Igor & Biagio Sannino – Bas&Co (Italia)
  86. Kamil Szuba – Calmà-Ostro (Polonia)
  87. Filippo & Giorgio Sorce – Sitari (Italia)
  88. Alessio Muscas – San Martino pizza e bolle (italia)
  89. Roberta De Sario – Motorino-Falcone (Hong Kong)
  90. Michele Circhillo – 48H pizza e gnocchi bar (Australia)
  91. Daren Akakd – What the crust (Egitto)
  92. Concetto Fiorentino – Era Ora Ortigia (Italia)
  93. Tiziana Cappiello – Il balcone pizzeria (Italia)
  94. Roberto Susta – Sustable (Italia)
  95. Jorge Vargas – Union Pizza Works (USA)
  96. Nikos Sotiropoulos – Odori Vermuteria (Grecia)
  97. Pietro D’Amico & Elena Secrii – Divina Vietri (Italia)
  98. Floriana Pastore – Signora Pizza (USA)
  99. Jacek Plecinski & Kamil Sohajko – Olio (Polonia)
  100. Thapa Magar Hemnath

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