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cosa dice il nuovo decreto

cosa dice il nuovo decreto

Un italiano su 4 non vede l’ora di poter di nuovo uscire a cena. Ma i ristoranti, così come i bar, le gelaterie e le pasticcerie non riapriranno prima dell’1 giugno

Domenica 26 aprile, intorno all’ora di cena, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha illustrato il contenuto del decreto che regolarizzerà la cosiddetta Fase 2 dell’emergenza Coronavirus. Si tratta di un graduale programma di concessioni e riaperture che comprende, tra le altre, le misure che interessano i ristoranti la cui attività rimane ancora sospesa.

Ristoranti ancora chiusi, ma via al take away

Dovremo attendere probabilmente l’1 giugno per vedere rialzata la saracinesca di ristoranti, pizzerie, gelaterie, pasticcerie, bar e pub, ma se finora abbiamo potuto contare solo sulle consegne a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie, dal 4 maggio sarà possibile acquistare cibo d’asporto con regole precise: accedere uno per volta nel locale, evitare assembramenti e consumare obbligatoriamente il cibo a casa o in ufficio, ma non dentro o davanti al locale. Il take away era comunque stato autorizzato già da molte Regioni negli scorsi giorni.

Perdite economiche e ristoranti a rischio

Mentre i ristoratori progettano la ripartenza organizzandosi per attuare tutte le misure di sicurezza (si parla per esempio di garantire una certa distanza tra i tavoli e di posizionare barriere in plexiglas), la Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) ha comunicato che l’ulteriore prolungamento della chiusura delle attività farà perdere 9 miliardi di euro per un totale di 34 miliardi dall’inizio della crisi e che si prevede la chiusura di 50mila imprese con perdite di 350mila posti di lavoro. Di riflesso sono previste, secondo le stime di Fondazione Filiera Italia, perdite per 5 miliardi di euro per l’agroalimentare italiano.

Eppure…

Il paradosso è che, secondo una ricerca dell’Osservatorio Lockdown di Nomisma, la prima cosa che vorrebbero fare 4 italiani su 10 terminata l’emergenza, è proprio quella di andare al ristorante. Tra i desideri più forti per il 49% c’è quello di riabbracciare i propri cari, ma il 43% vorrebbe appunto riprendere abitudini consolidate come quella di andare a cena fuori.

Pitta pizzulata, la focaccia calabrese che non ti aspetti

Pitta pizzulata, la focaccia calabrese che non ti aspetti

A metà tra una pizza e una focaccia prevede pecorino, pomodori e, ovviamente, peperoncino! Ecco come preparare la pitta pizzulata

Il sabato sera di solito sulle tavole italiane fa capolino la pizza. Se avete voglia di qualcosa di nuovo da assaggiare, sempre restando in tema, perché non provare a cucinare la pitta pizzulata? È una ricetta tipica della Calabria, qualcosa a metà tra una focaccia e una pizza, appunto.
Qui sotto vi forniamo la ricetta originale, che ovviamente prevede l’aggiunta di molto peperoncino, ma se non vi piace, potete anche non metterlo. Nella gallery, invece, qualche aneddoto su questo piatto sfizioso e qualche suggerimento per variarlo in base ai gusti.

Come preparare la pitta pizzulata

Ingredienti

Per una dose di 4 persone, vi occorrono: 300 gr di farina 00, 120 gr di sugna, ¼ di bicchiere di vino bianco secco, 3 uova, 50 gr di pecorino grattugiato, 300 gr di pomodori pelati, 1 peperoncino, sale qb.

Procedimento

Cominciate con il disciogliere la sugna a bagno maria. Poi, preparate l’impasto a base di farina, uova, pecorino, sugna, vino bianco e un pizzico di sale. Ottenete un composto omogeneo, copritelo con la pellicola e lasciatelo a riposo per circa un’ora in luogo fresco.

Quando è pronto, ungete la tortiera con la sugna, e spianate l’impasto con l’utilizzo delle dita, cospargetelo con i pomodori pelati, privati dei semi e tagliati a pezzetti, poi del peperoncino tagliuzzato (se gradito), del sale e infine, la sugna rimasta a fiocchetti. Fate cuocere in forno a 180° C per circa mezz’ora. Servite calda.

» Cavolo alla siciliana – Ricetta Cavolo alla siciliana di Misya

Misya.info

Pulite il cavolfiore eliminando le foglie e il torsolo, dividetelo in cimette e sciacquatelo.
Mettetelo in una pentola, coprite di acqua, salate leggermente e cuocete per 10 minuti contando dall’ebollizione, quindi scolatelo.

Nel frattempo preparate gli altri ingredienti: dissalate i capperi, denocciolate le olive, lavate i pomodorini e tagliateli in 4 parti, tagliate il pane a cubettini e conditelo con un po’ di olio.

Disponete il cavolfiore in una pirofila col fondo foderato di carta forno, quindi aggiungete: pomodorini, capperi, olive, pane, origano, un filo d’olio, un pizzico di sale.
Cuocete in forno ventilato preriscaldato a 180°C per 20 minuti o fino a doratura.

Il cavolo alla siciliana è pronto, potete servirlo caldo o anche tiepido, se preferite.

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