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Ricetta Torta all’orzo con frangipane di pinoli

Ricetta Torta all’orzo con frangipane di pinoli
  • 150 g farina 00
  • 125 g burro
  • 75 g zucchero semolato
  • 70 g 4 tuorli
  • 50 g farina di orzo
  • sale
  • 50 g burro
  • 50 g zucchero di canna
  • 50 g pinoli
  • 40 g uovo
  • 7 g ecola di patate
  • 10 lamponi
  • 2 kiwi
  • 1 mela
  • 1 pompelmo rosa
  • confettura di albicocca

PER LA PASTA FROLLA
Mescolate le due farine, quindi amalgamate il burro freddo a pezzetti e lo zucchero, sbriciolando il composto con le mani, finché non avrà una consistenza sabbiosa; impastate poi con i tuorli e un pizzico di sale. Raccogliete la frolla in una palla, avvolgetela nella pellicola e lasciatela riposare in frigorifero per almeno 1 ora.
Stendetela infine a 3 mm di spessore e con essa foderate una tortiera (ø 20 cm, h 2 cm).

PER LA CREMA FRANGIPANE
Frullate i pinoli con lo zucchero di canna. Montate il composto ottenuto con il burro, mescolando velocemente con una frusta, quindi incorporate l’uovo e, infine, la fecola (frangipane).

PER COMPLETARE
Distribuite la crema frangipane nella tortiera e infornate a 160 °C nella parte più bassa del forno per 25 minuti circa.
Lasciate raffreddare la torta, poi spalmate sulla superficie 3-4 cucchiai di confettura di albicocca.
Tagliate la mela a fettine; sbucciate i kiwi, tagliateli a fette, quindi dividete ciascuna fetta a metà; sbucciate il pompelmo, dividetelo in spicchi ed eliminate la pellicina.
Distribuite la frutta sullo strato di confettura, completate con i lamponi e servite.

Crudismo: 20 ricette Raw Food da provare a casa

Crudismo: 20 ricette Raw Food da provare a casa

Frutta, verdura, carne, pesce e una sola, imprescindibile, regola: non si cuoce niente! Ecco i nostri piatti per divertirsi sperimentando la cucina crudista

Il crudismo, lo dice la parola stessa, è un regime alimentare che prevede il consumo di cibo esclusivamente crudo o trattato a una temperatura massima di 42° C. Alla base della dieta crudista, la convinzione che la cottura alteri i principi nutritivi degli alimenti come le vitamine e i sali minerali, e che i cibi cotti e lavorati industrialmente contengano tossine dannose per l’organismo. Gli alimenti crudi, così come la natura ce li dona, preferibilmente di origine biologica, possono però essere tagliati, affettati, centrifugati, frullati, marinati, essiccati, disidratati.

Crudismo onnivoro, vegetariano, vegano e fruttariano

Ci sono diverse forme di crudismo: il crudismo onnivoro che comprende frutta e verdura, ma anche carne e pesce, latticini, uova; il crudismo vegetariano che si basa su una dieta a base di vegetali escludendo carne e pesce, ma non i derivati animali e il miele; il crudismo vegano che ammette solo frutta, verdura, legumi, semi; infine, il crudismo fruttariano che prevede il consumo di sola frutta cruda.

Dieta crudista pro e contro

La dieta “raw” si è diffusa negli ultimi anni tra le celebrità di Hollywood che la sposano soprattutto per il suo presunto potere antiossidante e detox e perché è ipocalorica. Trattandosi però di un regime alimentare estremo, il crudismo può presentare problemi come disturbi intestinali che possono andare dalla tensione addominale al meteorismo, la mancanza di nutrienti, il deficit calorico. Inoltre, occorre fare attenzione all’igiene degli alimenti poiché la cottura aiuta a eliminare parassiti, batteri (come la salmonella, per esempio) e muffe pericolosi per l’organismo. Chi è a favore della dieta crudista sostiene che aiuti la digestione e l’assimilazione dei principi nutritivi degli alimenti, ma dall’altra parte, c’è chi afferma, al contrario, che la digestione e la biodisponibilità dei principi nutrizionali migliorino, in molti casi, con la cottura.

Ricette crudiste: 20 idee

Senza dover sposare il crudismo, si può comunque sperimentare qualche piatto crudista, per variare, per lavorare di fantasia, ma anche solo semplicemente perché fa ancora caldo per accendere forno e fornelli e perché i cibi crudi d’estate sono più piacevoli grazie alla loro freschezza. Ecco, allora, le nostre ricette per mettersi subito all’opera!

 

 

 

 

Orietta Berti: tra brodo matto e Måneskin, i suoi segreti gastronomici

Orietta Berti: tra brodo matto e Måneskin, i suoi segreti gastronomici

Tra vocalizzi al peperoncino, Måneskin e cappellacci, Orietta Berti ci svela cosa mangia dal risveglio a tarda sera e altri segreti “gastronomici”

Regina della canzone melodica italiana, con quattro dischi di platino, Orietta Berti, undici volte a Sanremo, è anche una grande amante della tavola. Dopo La mia vita è un film – 55 anni di Musica, cofanetto con sei CD di brani storici, di cui l’ultimo di inediti, è riuscita a trovare una nuova gioventù al fianco di Fedez e Achille Lauro con il tormentone dell’estate Mille. Amata da ogni generazione di pubblico, ci ha rivelato 5 segreti che passano sempre e comunque dalla cucina.

Colazione da star

«A casa mi bastano uno yogurt e una spremuta di arancia e pompelmo. Ma la migliore è quella che mi concedo al Four Seasons di Los Angeles; ci vado una volta l’anno da dieci anni. La domenica c’è un brunch ricchissimo: torte americane multistrato, panini imbottiti al caviale e anelli di cipolla fritta! Poi si incontrano le star, da Robert De Niro a Leonardo DiCaprio, ogni volta è una sorpresa».

Spuntino piccante

«Prima di incidere mi schiarisco sempre la voce con i peperoncini di Vasto. Me li porto ovunque, refrigerati. Anche a Sanremo».

Pranzo imperiale

«Alle 13 si mangia. Mio marito Osvaldo ci tiene che la tavola sia ben apparecchiata. Odia i tovaglioli di carta. Se ci sono ospiti, faccio la zuppa imperiale, un composto di formaggio e uova cotto al forno e tagliato a cubetti che servo in brodo “matto“ ma fatto col cappone. Adoro anche i nostri cappellacci emiliani saltati con soffritto di lardo e cipolla, un peccato di gola».

A cena con i Måneskin

«Per i ragazzi, preparerei le tagliatelle tricolore, con spinaci e rapa rossa, condite con un bel ragù: a Reggio Emilia si fanno il 7 gennaio, per festeggiare la bandiera italiana, nata qui nel 1797».

Tartine di mezzanotte

«Un rito tutto mio e di Osvaldo, quando siamo in tour. Le preparo e le lascio nel frigobar della camera dell’hotel. E brindo con un rosé frizzante. Al maître dico sempre: mi dia un vino che mi sorrida».

Ricerche frequenti:

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