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Ricetta Torta coi bischeri senza canditi

Ricetta Torta coi bischeri senza canditi

Dolce tipico toscano, la torta coi bischeri è originaria esattamente del comune di Pontasserchio, in provincia di Pisa. È una sorta di crostata, con un guscio di pasta frolla e un ripieno di riso, cacao, cioccolato, canditi, uvetta e pinoli. E i “bischeri” sono le punte di pasta frolla con cui viene decorato il bordo della torta.

In questa nostra ricetta abbiamo alleggerito la torta togliendo i canditi e aumentando pinoli e uvetta. Inoltre abbiamo utilizzato meno latte, solo cacao invece di cacao e cioccolato, mantenendo la tipicità del sapore e della forma caratteristica, con l’aggiunta di un tocco in più, dato dal Cognac.

Provate a prepararla e scoprite i migliori indirizzi di Pisa dove acquistarla.

Cosa fare durante la pausa? Ora si può anche viaggiare

La Cucina Italiana

Cosa fare durante la pausa? Staccare, anzitutto, altrimenti non serve a molto. Ce lo ricorda anche Kinder Cereali, il primo snack Kinder, nato nel 1976 e da allora prodotto nello stabilimento di Alba con la stessa iconica ricetta. Un sottile strato di cioccolato Kinder® con un morbido ripieno al latte e chicchi di cereali soffiati e tostati che accompagna i nostri break sin da quando eravamo bambini, Kinder Cereali ora ha pensato bene di renderli persino più piacevoli invitandoci a sfruttarli per immaginarci da un’altra parte, in uno dei tanti paradisi della natura dell’Italia in cui rilassarsi è una cosa semplice. 

La linea produttiva del Kinder Cereali, nello stabilimento Ferrero di Alba. 

Bruno MURIALDO

Le nuove guide di Kinder Cereali e Lonely Planet

Per individuare alcuni tra i più speciali, Kinder Cereali ha collaborato con la bibbia delle guide di viaggio, Lonely Planet. Insieme hanno selezionato 440 luoghi ed esperienze su tutto il territorio italiano per stare a contatto con la natura e prendersi una pausa dalla routine quotidiana. Noi li possiamo scoprire in un click, registrandoci entro le ore 12:00 del 15 dicembre 2023 sul sito www.kinder.it. Basterà rispondere a cinque domande e scaricare una delle 440 guide digitali messe a nostra disposizione: dall’Aspromonte in Calabria, alla Val Tramontina in Friuli Venezia-
Giulia, passando per Il Poetto in Sardegna. Luoghi stupendi, perfetti per non pensare più alla routine e riscoprire il potere del contatto con la natura o – come direbbero gli inglesi – per provare un’esperienza di “regrounding”.

Caci del centro Italia: riscoperta delle tradizioni casearie

La Cucina Italiana

Parliamo di caci e quindi del Centro Italia, che è una regione ricca di tradizioni casearie, dove la produzione di formaggi è legata a secoli di storia e pratica pastorale. Questa regione, che comprende le Marche, l’Abruzzo, l’Umbria e il Lazio, è rinomata per una varietà di formaggi pecorini, o caci, unici nel loro genere. Ecco tre di questi prelibati tesori caseari, ognuno con una storia e una tradizione distinte.

Pecorino di Farindola: il formaggio del Gran Sasso

Il pecorino di Farindola è un formaggio pecorino originale preparato utilizzando il caglio di maiale, conferendogli aromi e sapori particolari. Questa antica tradizione di utilizzare il caglio suino risale all’epoca romana, quando era noto come “formaggio dei Vestini”. La produzione di questo formaggio era una volta diffusa in questa regione, con il paese di Farindola che aveva una notevole tradizione ovina grazie ai suoi vasti pascoli pubblici. Il formaggio era oggetto di scambi commerciali nei mercati di Penne e Loreto Aprutino.

Oggi, il pecorino di Farindola viene prodotto in quantità limitate in una ristretta area del versante orientale del massiccio del Gran Sasso, principalmente all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. La sua produzione è prerogativa delle donne, che tramandano la ricetta di generazione in generazione. Il latte è munto a mano da ovini che pascolano allo stato brado per gran parte dell’anno. La lavorazione prevede la cagliatura del latte a 35°C, seguita dalla salatura a secco entro 48 ore. Le forme sono poi poste a stagionare in vecchie madie di legno da un minimo di 40 giorni fino a oltre un anno. La pasta granulosa e leggermente umida conferisce al formaggio profumi muschiati e un grande equilibrio tra sensazioni piccanti e il sapore del latte ovino.

Con lo spopolamento dovuto alle emigrazioni del dopoguerra, la produzione di pecorino di Farindola si era ridotta drasticamente. Tuttavia, grazie all’impegno del Presidio, sette produttori hanno contribuito a preservare e rilanciare questa tradizione unica.

Cacio di Genazzano: il formaggio storico dei Monti Prenestini

Il cacio di Genazzano è un pecorino storico della prima cinta dell’area metropolitana di Roma, tra i Monti Prenestini e la Valle del Sacco, in particolare dei comuni di Cave e Genazzano. Questo formaggio pecorino è prodotto utilizzando il latte di diverse razze ovine come comisana, sarda, massese e loro incroci. Le pecore pascolano su terreni caratterizzati da tufo vulcanico e numerose sorgenti, conferendo al formaggio un profilo aromatico ricco e complesso.

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