Tag: secondi piatti di pesce

» Risoni risottati – Ricetta Risoni risottati di Misya

Misya.info

Lavate i pomodorini, tagliateli a metà e metteteli in una padella antiaderente con un soffritto di aglio, olio e peperoncino.

Salate e cuocete per circa 10 minuti o finché non si saranno ammorbiditi, quindi aggiungete i risoni e fateli tostare.
Iniziate la cottura, aggiungendo acqua poco per volta.

A fine cottura aggiungete il basilico spezzettato e il parmigiano.

I risoni risottati sono pronti, serviteli subito.

Alessandro Enriquez & Giacomo Milano: la dolce collaborazione

Alessandro Enriquez & Giacomo Milano: la dolce collaborazione

C’è profumo di fiori, di mediterraneo, di passione nella nuova collaborazione food del vulcanico designer Alessandro Enriquez con la nota Pasticceria Giacomo di Milano

La voglia d’estate arriva in pasticceria. Questa volta, il vulcanico designer Alessandro Enriquez ha portato la sua vivacità pop in una piccola selezione di pasticcini creati da Giacomo Milano. Si tratta di un progetto inedito che combina i celebri prodotti della Pasticceria Giacomo con alcuni ingredienti tipici della Sicilia e della Tunisia, terre d’origine di Enriquez. Affiancato dagli artigiani pasticceri di Giacomo, Alessandro Enriquez ha reinterpretato delle ricette classiche, come bigné, savarin e cannoli, aggiungendo un tocco personale, profumato secondo il suo stile pop e colorato.

La dolce collaborazione

Quando Alessandro mi ha chiamato per dire che ci avrebbe mandato in redazione un’anteprima delle dolci creazioni, non nascondo che ero già stata conquistata dal suo entusiasmo. Perché Alessandro è fatto così, sincero e passionale, già sapevo che la sorpresa sarebbe stata più che gradita. Sono arrivate due scatole quadrate con il logo di Giacomo Milano decorate con il nastro tricolore tipico del brand Alessandro Enriquez. Quando ho aperto la prima, un profumo di fiori, cioccolato e amore ha invaso le narici, subito risvegliando le papille gustative – che a dire il vero non sono mai troppo addormentate visto il lavoro che facciamo. Poi, è toccato al senso della vista essere investito di emozioni date dai fiori, dai colori e dagli ingredienti impiegati per i pasticcini. Nove piccoli gioielli risplendono in tutta la loro freschezza, invitanti come una giornata assolata in un estivo prato gourmand. Impossibile scegliere quale fiore cogliere per primo, un paradiso per i golosi (e non) al primo assaggio.

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Condivido alcune descrizioni che spero solo le parole vi faranno venire l’acquolina: Bignè con crema all’acqua di rose di Nabeul; Tartelletta al cacao con scaglie di cioccolato di Modica; Savarin all’Etna Aperitif dall’inconfondibile sapore alla mandorla amara di Avola; Cannolo con crema di ricotta aromatizzata ai fiori d’arancio tunisini. A rendere ancora più speciali questi prodotti esclusivi, una raffinata decorazione di fiori freschi, gelsomini, petali di rosa canina, fiori di sambuco tra i tanti e freschi scelti da Alessandro in base ai colori e in abbinamento agli ingredienti.

“Ho voluto variare le preziose ricette della Pasticceria Giacomo con i profumi della mia infanzia quando in Sicilia venivano utilizzati i fiori anche in preparazioni culinarie, secondo la tradizione paterna tunisina – per lo più rose, gerani, fiori d’arancio e gelsomini. La nonna preparava delle acque aromatizzate con questi fiori, che impiegava per la realizzazione di alcune creme dolci. Secondo questi ricordi ho voluto aromatizzare e colorare le ricette di Giacomo abbinando anche nell’ultima fase della decorazione petali e fiori”, ha spiegato lo stilista eclettico – non è adorabile?

Nella seconda scatola, invece, l’Etna Aperitif e l’acqua tonica Fotonica, due nomi speciali che fanno subito pensare alle vacanze in un sorso.

Milanesi e non, indulgete nel gusto dolce di questa estate di libertà (prudente) ritrovata!

Mate: proprietà (e curiosità) della bevanda sudamericana

Mate: proprietà (e curiosità) della bevanda sudamericana

In Paesi come l’Argentina (ma anche in un borgo della Calabria), berlo è un vero e proprio rito conviviale. Ma questo infuso può essere d’aiuto a tutti nel combattere la stanchezza psico-fisica. Papa Francesco conferma

Mate: ne avete mai sentito parlare? Si tratta di un infuso caratteristico del Sud America dove sorseggiarlo durante gli incontri conviviali con amici e parenti è un vero e proprio rito, al pari del nostro caffè. Si ricava dall’erba mate (yerba mate), ovvero dalle foglie di un arbusto sempreverde – nome botanico Ilex paraguariensis – che cresce in Paesi come Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. Le foglie, essiccate e spezzettate, si devono lasciare in infusione in acqua calda e poi filtrare. Il mate, conosciuto anche come tè paraguaiano o tè dei Gesuiti, ha diverse proprietà. Scopriamole.

Le proprietà dello yerba mate contro la stanchezza psicofisica

Le foglie di mate contengono naturalmente caffeina, dunque l’infuso viene usato come tonificante per combattere la fatica aumentando l’energia fisica e il vigore. La caffeina agisce insieme alla teobromina, sostanza stimolante del sistema nervoso centrale, presente anche nel cacao: la bevanda può essere quindi utile per migliorare l’attenzione e la memoria, ma anche per risollevare l’umore. Non mancano flavonoidi dalle proprietà antiossidanti, vitamina C e minerali come potassio, zinco, manganese, magnesio, calcio e ferro. L’infuso, con le sue proprietà, favorisce anche la diuresi, utile a combattere la ritenzione idrica e a depurare l’organismo; inoltre, aiuta a ridurre il senso di fame e stimola il metabolismo lento.

Yerba mate: che gusto ha (e altre curiosità)

Il gusto del mate è amarognolo e presenta un’astringenza conferita dai tannini presenti nelle foglie.

In Sud America il mate viene preparato in un caratteristico contenitore dalla forma bombata, che si chiama matero o porongo, e bevuto con la bombilla, una speciale cannuccia in metallo che filtra le foglie.

Papa Francesco, date le sue origini argentine, apprezza il mate: una volta, in un’intervista, ha rivelato che questa bevanda lo aiuta a trovare l’energia per affrontare i suoi tanti impegni.

A New York, nel quartiere di Brooklyn, ha aperto il primo “mate bar” del mondo. Si chiama Porteñas e l’hanno aperto tre donne argentine immigrate negli Stati Uniti che acquistano materia prima biologica da piccoli produttori argentini. Nel menu si trova il tradizionale infuso, ma anche mate latte, centrifughe e prodotti da forno realizzati con yerba mate. E non mancano poi piatti tipici sudamericani come le empanadas.

In Italia, c’è un paesino, Lungro, in provincia di Cosenza, dove bere mate è un rito proprio come in Sud America. Pare che la bevanda sia arrivata qui negli anni 50 con gli emigrati italiani di ritorno dall’Argentina e da allora è diventata una tradizione. Un’artista del paese, Anna Stratigò, ha aperto anche una sorta di Casa museo del mate.

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