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Crema di arance e mandorle per la colomba di Pasqua

Crema di arance e mandorle per la colomba di Pasqua

Come completare la colomba di Pasqua? Preparando una gustosa crema di arance e mandorle, da servire in abbinamento. Ingredienti semplici che ne esalteranno il sapore. Provatela con la nostra colomba realizzata insieme a Pasticceria San Carlo

La colomba è il dolce per eccellenza di Pasqua: una fetta alla fine del pranzo non può mancare! L’impasto soffice e il sapore delicato rendono la sua versione tradizionale perfetta per diversi abbinamenti, come ad esempio la crema di arance e mandorle. Una ricetta facile da realizzare e che saprà stupirvi per il suo sapore.

Colomba Classica firmata La Cucina Italiana in collaborazione con Pasticceria San Carlo

Ingredienti

150 g Zucchero
120 g Latte di mandorla
100 g Succo di arancia
80 g Panna fresca montata
40 g Tuorli
30 g Amido di mais
1 Arancia – buccia

Procedimento

Lavare con cura la buccia dell’arancia. In un pentolino versare lo zucchero, l’amido e la buccia dell’arancia, facendo attenzione a non aggiungere anche la parte bianca che può risultare amara. Mescolare il tutto. Unire a filo il latte di mandorle, mescolando a mano con una frusta, così che non si formino grumi. Continuare a mescolare, facendo sciogliere lo zucchero, e poi aggiungere il succo delle arance, precedentemente filtrato.

Mettere il pentolino su fiamma dolce, continuando a mescolare. Dopo circa 3 minuti la crema comincerà ad addensarsi. A questo punto unire i tuorli e mescolare energicamente fino a quando non risulterà bella densa. Spostarla dal fuoco; versarla in un contenitore a parte ed eliminare la buccia dell’arancia. Coprire con della pellicola a contatto, per evitare che si formi la pellicina, e lasciar raffreddare a temperatura ambiente. Una volta raffreddata, aggiungere la panna semi-montata e mescolare in modo da far amalgamare il tutto.

Una volta preparata la crema in accompagnamento, basterà tagliare una fetta di colomba e farcirla. Si può conservare la crema fino a tre giorni dalla data di preparazione in un contenitore ermetico con la pellicola a contatto.

Non hai ancora comprato il dolce per Pasqua? Assaggia la colomba classica de La Cucina Italiana, realizzata insieme a Pasticceria San Carlo. Al suo interno anche una sorpresa: 2 mesi di accessi gratuiti ai corsi digitali de La Scuola de La Cucina Italiana. Puoi acquistarla nel negozio di Milano della pasticceria e negli store fisici e online di Rinascente.

Ricetta Mini crescioni imbottiti – La Cucina Italiana

Ricetta Mini crescioni imbottiti - La Cucina Italiana
  • 500 g farina 00
  • 50 g latte
  • 200 g prosciutto cotto
  • 200 g provola affumicata
  • 200 g erbette
  • olio extravergine di oliva
  • bicarbonato
  • sale

Per la ricetta dei mini crescioni imbottiti scaldate il latte fino a intiepidirlo.
Disponete la farina a fontana, fate un buco al centro: versatevi il latte e unite 1 cucchiaino di bicarbonato e 10 g di sale. Amalgamate l’impasto facendolo diventare liscio e compatto.
Dividetelo in 15 palline da 50 g, copritele con un canovaccio e lasciatele riposare a temperatura ambiente per una ventina di minuti.
Scottate le erbette in acqua bollente salata, scolatele e strizzatele.
Stendete la pasta ricavandone dei dischi sottili 2-3 mm. Tagliateli aiutandovi con un coppapasta (ø 15 cm).
Farcite i dischi al centro con poca provola a dadini, il prosciutto cotto tritato e un ciuffetto di erbette.
Chiudete la pasta formando delle mezzelune. Se necessario, sigillate i bordi schiacciandoli con i rebbi di una forchetta.
Cuocete i crescioni in una padella antiaderente calda unta di olio per pochi minuti per lato. Serviteli caldi.

Borghese. Il miglior ristorante di cucina regionale di Milano

Borghese. Il miglior ristorante di cucina regionale di Milano

Da quello veneziano a quello napoletano, da quello sardo a quello altoatesino, ecco i locali in sfida sulla cucina regionale nella puntata milanese di 4 Ristoranti

Chi vive a Milano può raggiungere in poco tempo qualsiasi regione d’Italia, almeno dal punto di vista culinario. Calabresi, pugliesi, liguri, laziali e molti altri: tutti hanno portato in città gli ingredienti e i sapori della propria terra d’origine. Alessandro Borghese, visitando il capoluogo lombardo, farà un viaggio su e giù per lo Stivale e, nella puntata andata in onda su Sky Uno e disponibile in chiaro su TV8 lunedì 22 marzo, lo chef ci condurrà alla scoperta del miglior ristorante con cucina regionale di Milano.

Tra rispetto della tradizione e nuove formule adattate al contesto meneghino, i 4 ristoranti dell’episodio si sfideranno su location, menu, servizio e conto. I ristoratori si voteranno a vicenda formando una classifica, ma i voti di Alessandro Borghese potranno confermare o ribaltare il risultato. In attesa di vedere la puntata, scopriamo i locali in gara a Milano.

I 4 ristoranti di cucina regionale in sfida a Milano

Tàscaro (Porta Venezia)

Sandra (38 anni) è la titolare del suo bacaro, la tipica osteria di Venezia in cui ci si può fermare a bere uno spritz e gustare cicchetti. Fierissima delle proprie origini, propone le ricette della famiglia, tutte rigorosamente venete: sarde in saor, baccalà mantecato, fegato alla veneziana, risotto al radicchio. Fedele alla tradizione, Sandra non è scesa a compromessi con Milano. Anche il menu è scritto tutto in veneto. Il Tàscaro è un bacaro moderno, tutto in ferro e vetro, rivestito da carta da parati veneziana. I rimandi a Venezia sono pochi, ma mirati: la bandiera con il Leone di San Marco, il remo di una gondola e le numerose bottiglie per preparare lo spritz.

Napoli 1820 (Navigli)

Rosario (54 anni) non ha mai tagliato il cordone ombelicale con la terra natia e fa la spola, tre volte a settimana, tra il suo ristorante di Napoli e quello di Milano. Rosario è instancabile, porta sulle tavole milanesi materie prime autentiche che trasporta egli stesso in macchina. Nato come cuoco, ora ha demandato la cucina al figlio Antonio, mentre lui si occupa della gestione del locale. Propone una cucina completamente partenopea, ma il suo locale non è troppo folkloristico anche se non mancano il forno a legna e le rappresentazioni del Vesuvio alle pareti.

Frades Porto Cervo (Duomo)

Roberto (29 anni) è il titolare e lo chef del suo locale dove ha creato, in pieno centro a Milano, un ponte con la Costa Smeralda. Avendo già un ristorante a Porto Cervo, frequentato da molti milanesi, ha deciso di sbarcare anche nel capoluogo lombardo. Roberto è ambizioso e propone sia piatti della tradizione (culurgiones, fregula, seadas) sia piatti che, partendo da ingredienti sardi, si mescolano a ricette di altre regioni. Per esempio, la cotoletta viene impanata col pane carasau. Il locale è curato, con l’ulivo all’ingresso, il granito della Gallura alle pareti e gli arazzi intessuti a mano.

Ristorante Rifugio (Bullona)

Markus (48 anni) è il titolare di questa tipica stübe, il salotto delle baite del Trentino-Alto Adige. Con il suo ristorante tutto in legno, Markus vuole dare ai clienti la possibilità di immergersi completamente nelle calde atmosfere della propria regione. Da vero perfezionista ha curato ogni dettaglio, dalla stufa in ceramica alle sedie intagliate e rivestite di lana. La cucina è tipica, dalla carne salada ai canederli ai rosti di patate. La passione di Markus per gli oggetti antichi trova espressione sulle pareti del locale, che sono piene di orologi antichi e campane tradizionali di ogni grandezza. Il locale ha tre sale: una “gotica”, che richiama l’omonimo stile artistico, una tipica della Val Pusteria, con capitelli intagliati, e una zona birreria più intima e raccolta.

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