Tag: torte semplici

Dalla Puglia, la riscoperta del vino Susumaniello

Dalla Puglia, la riscoperta del vino Susumaniello

Il recupero di un antico vitigno pugliese dimenticato, che dopo vent’anni è oggi alla base di grandi vini da invecchiamento, nonché di vini rosati e spumanti di successo

Un vitigno quasi scomparso, ma recuperato grazie alla tenacia di una famiglia di viticoltori pugliesi e destinato a diventare famoso come i più noti Negroamaro o Primitivo. È la storia del Susumaniello, vitigno diffuso solo nel brindisino, che trova la sua migliore espressione nei terreni che si affacciano sul mare del Salento. Terreno sabbioso, ventilazione costante, aria salmastra: tutte caratteristiche perfette per vini che hanno futuro, adatti all’invecchiamento. La storia di questo “salvataggio in extremis”, la racconta lo stesso Luigi Rubino, patron delle Tenute Rubino, azienda di famiglia, che nel proprio territorio ha fatto da capofila nel recupero di questo vitigno. «Quando abbiano iniziato a vinificare, al principio del nuovo millennio, si contavano una dozzina di ettari in tutta la provincia, oggi siamo a 400».

Il “somarello” dei vitigni

Il nome susumaniello è, in dialetto, una trasposizione del termine “somarello”. Questo vitigno a bacca nera, infatti, ha la tendenza a caricarsi di grappoli come un somaro, per via della sua eccezionale produttività. Questa caratteristica lo rendeva poco apprezzato da chi voleva fare qualità, mentre chi voleva fare quantità lo abbandonava quando, dopo parecchie annate, cominciava a diminuire la resa. Gli stessi Rubino, scoperto questo vitigno in un terreno affacciato sul mare Adriatico, in località Tenuta Jaddico, lo stavano per estirpare, quando un guizzo di curiosità li fermò: «Proviamo prima a vinificarlo», si sono detti. E quel che hanno scoperto è che è proprio nel momento in cui la resa si abbassa che il susumaniello dà il meglio di sé, dando vita a uve dal caratteristico color nero-bluastro, ricche di tutte quelle sostanze alla base di vini dalle grandi potenzialità.

Le prime bottiglie oggi hanno vent’anni

Adatto alla produzione di vini rossi da invecchiamento, ma anche di vini rosati, nella migliore tradizione pugliese, e perfino di spumanti. La prima annata di Torre Testa, il rosso 100% Susumaniello Doc di Tenute Rubino, è datata 2001 e oggi la serie storica delle sue migliori annate è oggetto di verticali molto apprezzate dagli esperti. Nel tempo, sono state affinate le tecniche, per esempio nell’estrazione dei tannini, diminuendo la temperatura in lavorazione e il contatto con il legno.

Gli abbinamenti

Una volta invecchiato, il Susumaniello risulta un vino molto complesso, dai tannini spiccati, che si abbina a primi e secondi di grande struttura: sughi di carne, selvaggina e altri tipi di carne cotti alla brace. Sempre parlando di susumaniello in purezza, per piatti più delicati e soprattutto per abbinarsi a pietanze di mare, la soluzione è optare piuttosto per il rosato; mentre per un antipasto alla pugliese, tra frise, burrate e formaggi, meglio stappare una bollicina.

» Sbriciolata di pandoro – Ricetta Sbriciolata di pandoro di Misya

Misya.info

Innanzitutto preparate la crema pasticcera: sbattete le uova con lo zucchero, incorporate prima la farina e poi il latte, trasferite in un pentolino, aggiungete la buccia di limone, portate a bollore e cuocete fino ad ottenere una crema densa, quindi eliminate la buccia e lasciate raffreddare completamente.

Tagliate il pandoro a fette spesse circa 1,5 cm.

Preparate la bagna portando a bollore l’acqua con zucchero, rum e buccia di limone, quindi eliminate la buccia.
Mettete la fetta più grande sul fondo dello stampo, quindi create i bordi con altre fette di pandoro.
Bagnate fondo e bordi con la bagna, quindi versate la crema sulla base e livellate la superficie, poi distribuite anche le amarene sulla crema.

Tagliate il pandoro restante a cubetti e coprite tutta la superficie, quindi infornate in forno ventilato preriscaldato a 180°C e cuocete per circa 10 minuti o finché non sarà ben dorato, quindi fate raffreddare per almeno 2 ore.

La sbriciolata di pandoro è pronta, decorate con zucchero a velo e servite.

» Stringoli di patate – Ricetta Stringoli di patate di Misya

Misya.info

Innanzitutto lessate le patate: lavatele bene, mettetele in una pentola di acqua fredda, portate a bollore e cuocete circa 35 minuti o finché le patate non risulteranno ben morbide, quindi scolatele e pelatele.

Passate le patate nello schiacciapatate, quindi aggiungete sale, tuorlo e maizena e impastate velocemente, giusto il tempo di incorporare gli ingredienti.

Create dei cordoncini di impasto del diametro di circa 2 cme ritagliate gli gnocchi di circa 5 cm.

Cercate quindi di lavorare rapidamente i singoli gnocchi tra le mani per rendere le estremità un po’ più affusolate.

Una volta pronti, lessateli come fareste con dei normalissimi gnocchi: portate a bollore una pentola capiente di acqua salata, calate gli gnocchi, scolateli con una schiumarola non appena vengono a galla.
Lasciateli asciugare per bene su un canovaccio pulito, quindi rosolateli con un po’ di burro in una padella antiaderente, girandoli ogni tanto, in modo da farli dorare in maniera uniforme.

Gli stringoli di patate sono pronti: potete servirli con un po’ di erba cipollina fresca, come ho fatto io, o in qualsiasi modo preferiate.

Proudly powered by WordPress