Tag: video ricette dolci

Ricetta Plum cake marmorizzato | La Cucina Italiana

Ricetta Plum cake marmorizzato | La Cucina Italiana

Buono dalla colazione alla merenda, il plum cake è un dolce soffice che piace a tutta la famiglia. In questa ricetta lo abbiamo arricchito con un doppio impasto – uno con la zucca e uno al cioccolato – che crea un effetto marmorizzato, e una copertura croccante di semi di zucca, corn flakes, fiocchi d’avena e miele.

Preparare il Plum cake marmorizzato è semplice, il segreto è distribuire l’impasto nello stampo con l’aiuto di un cucchiaio, alternando i colori a ogni strato. Con questa tecnica potete anche realizzare una torta.

Provate anche queste ricette: Plum cake classico, Plum cake al limone, Plum cake al cioccolato, Plum cake al limone e frutti di bosco, Plum cake alle carote, Plum cake alle noci, Plum cake al profumo d’arancia, Plum cake alle pere, Plum cake bicolore.

Pasta sfoglia: le 15 migliori ricette per Natale

La Cucina Italiana
pasta sfoglia

Pasta sfoglia: 20 ricette per Natale

Non solo torte salate e vol au vent ripieni, le idee con la pasta sfoglia da portare in tavola durante le feste sono infinite. Via libera alla fantasia nel creare abbinamenti originali o impiattamenti curiosi che lasceranno i vostri ospiti a bocca aperta. Dall’antipasto fino al dolce, abbiamo selezionato per voi le migliori ricette per Natale a base di pasta sfoglia, per imbandire la vostra tavola con preparazioni che sono semplici da realizzare, ma che hanno un tocco originale.

Pasta sfoglia fatta in casa, la ricetta

Per chi desidera preparare in casa la pasta sfoglia, ecco il procedimento da seguire alla lettera. Innanzitutto, per preparare la sfoglia servono 2 impasti di base, chiamati pastello e panetto. Partendo da pari peso di farina e burro, si lavora tutto il burro insieme a una piccola parte di farina, ottenendo il panetto. La restante farina impastata con l’acqua dà il pastello, che servirà ad avvolgere il panetto. Fondamentale per la buona riuscita della sfoglia è la lavorazione, che prevede diverse stesure e piegature (i giri), per ottenere la struttura a foglietti che la rende così caratteristica. Normalmente si fanno 3 giri se la pasta è piegata in 4 oppure 4 giri se è piegata in 3.

Consultate il nostro tutorial che vi spiegherà passo a passo come fare la pasta sfoglia.

Pasta sfoglia a Natale, le ricette selezionate per voi

Antipasti

Sfoglia al grana con fichi e prosciutto di San Daniele

Anelli di sfoglia con asparagi

Raviolo di sfoglia con lenticchie e cotechino

Sfoglie di salame su fonduta di porro

Capesante e verdure con crosta di sfoglia

Carciofi farciti in nido di sfoglia

Involtini di radicchio nella sfoglia

Tortelli di sfoglia con porri stufati

Secondi

Pasticcio di due carni e verdure in crosta di sfoglia

Orata alle erbe in crosta di sfoglia

Rotolo di sfoglia con verdure e scampi

Dolci

Mele in spirale di sfoglia

Sfoglie di cioccolato e crema di lenticchie

Sfoglia alla crema con pere e croccante

Anello di sfoglia e choux con composta di mele e lamponi

SCIM 2023. La cucina dell’anima, un articolo sul valore del cibo per gli emigrati italiani

La Cucina Italiana

In occasione della SCIM 2023 – Settimana della Cucina Italiana nel mondo, eccoci a un nuovo capitolo sulla storia della cucina dell’emigrazione, presentata nel progetto de La Cucina Italiana I Racconti delle Radici,in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.  Questa volta vi presentiamo l’articolo di Elisabetta Moro, professore ordinario di Antropologia culturale all’Università di Napoli Suor Orsola Benincasa, titolare presso l’Università di Napoli Federico II dell’insegnamento di Storia della gastronomia dei paesi del Mediterraneo, membro dell’Assemblea della Commissione Nazionale Italiana Unesco e direttore del Museo virtuale della Dieta Mediterranea. Moro esamina il legame profondo con la propria “cucina materna”, instaurando un efficace parallelismo con il linguaggio: come esiste una lingua materna, infatti, così anche una alimentazione, una cucina, una gastronomia che parla il linguaggio dell’anima. Ecco di seguito l’articolo e, poi, una ricetta tratta dal volume realizzato per la SCIM 2023, I Racconti delle Radici. 

I colori dell’Italianità – di Elisabetta Moro

«L’uomo è ciò che mangia» ha detto il filosofo Ludwig Feuerbach. Ma quando l’uomo emigra, allora il mangiare diventa la sua casa dell’anima. Le ricette le sue orazioni. I sapori la sua memoria. E la tavola domenicale la linfa che alimenta il suo albero genealogico, riportandolo nel profondo delle radici, ma anche proiettandolo con nuovi rami verso il futuro. Perché il rapporto che gli uomini hanno con l’alimentazione è analogo al rapporto che hanno con il linguaggio. Cibo e parola sono naturali e culturali insieme, e obbediscono a regole parzialmente inconsce apprese addirittura nel periodo prenatale. C’è chi parla in proposito di «alimentazione materna» proprio come si parla di «lingua materna». Perché le prime esperienze alimentari, proprio come quelle linguistiche, lasciano tracce indelebili. E diventano ancora più evidenti nei piatti degli italiani all’estero. Che hanno trasformato pomodoro, parmigiano, mozzarella e basilico in altrettanti colori d’italianità. Gli italiani, infatti, portano sempre con sé il bagaglio a mano della cultura gastronomica. Lo dimostra la fiorentissima storia della cucina italiana all’estero, che da qualche secolo sforna ricette nuove e antiche al tempo stesso. Come gli spaghetti with meatballs italoamericani, eredi degli spaghetti alla chitarra con i pallottini abruzzesi e dell’uso delle polpettine negli sformati di pasta del Regno delle Due Sicilie. O come la pizza con le vongole, che non è né una novità né un’assurdità, visto che a metà del Settecento nei vicoli di Napoli, dove la pizza è nata, sul disco lievitato condito con aglio e olio si mettevano alici e arselle. Di fatto, chi emigra conserva e contamina, ricorda e rinnova. Così la tavola tricolore della domenica è ancora oggi un rito, in cui la patria viene rievocata nei pentoloni di ragù e negli odori delle lasagne abbrustolite. Un tempo preparate dalle nonne, oggi acquistate già fatte. Perché se è difficile trovare il tempo per cucinare, in compenso è vitale ricordare, per rinnovare il senso di una identità. Ma in fondo che cos’è davvero l’identità? È proprio la casa dell’anima. E se pensiamo che la parola greca díaita – dalla quale derivano l’italiano dieta, l’inglese diet, lo spagnolo dieta – significa proprio dimora, allora diventa evidente che tutte le cucine italiane, nessuna esclusa, sono le fondamenta della nostra comunità nel mondo. 

La ricetta dal Belgio-Francia: Polenta con carote e piselli

Per tanti immigrati dal Nord Italia in Francia e Belgio, prima e dopo la Seconda guerra mondiale, il cibo quotidiano era la polenta, anche dopo il miglioramento del tenore di vita nei Paesi di arrivo. Il regista del film di animazione sull’immigrazione italiana in Francia Manodopera (2023), Alain Ughetto, ha ricordato che sua «nonna Cesira si metteva a cucinare fin dal mattino: polenta e latte a colazione, polenta e coniglio in umido a mezzogiorno e polenta gratinata al forno la sera». La ricercatrice Leen Beyers ha studiato le abitudini alimentari di tre generazioni di immigrati italiani arrivati in Belgio nell’ambito del protocollo italo-belga del 1946 che prevedeva lo scambio di carbone contro lavoratori da occupare nelle miniere del Paese. Gli immigrati, provenienti dalla Ciociaria, dal Veneto e dall’Emilia, vennero ospitati tutti insieme in una struttura sprezzantemente soprannominata Château des Italiens. Mentre nei giorni di festa gli immigrati del Nord preparavano le lasagne alla bolognese con la besciamella e quelli del Sud le lasagne con le polpette, le uova sode e il pecorino, nei giorni lavorativi tutti mangiavano per lo più polenta. Beyers notò come le donne immigrate più propense ad accogliere elementi della cucina belga come segno di integrazione, avessero inventato il piatto della polenta con le carote e i piselli, ideato a imitazione dello stoemp, un piatto molto diffuso in Belgio, in cui le verdure vengono mescolate con il purè di patate. Simone Cinotto (ph Davide Maestri)

Cuoco Emanuele Frigerio
Impegno Facile 
Tempo 1 ora
Vegetariana

Ingredienti per 10 persone

500 g farina di mais per polenta
150 g piselli lessati
150 g carote
30 g cipolla
olio extravergine di oliva
sale, pepe

Procedimento

Tritate la cipolla e fatela appassire in una padella con 2 cucchiai di olio.
Mondate le carote e tagliatele a rondelle, quindi unitele alla cipolla.
Salate e pepate e cuocete per 2-3 minuti. Unite quindi i piselli, bagnate con un po’ di acqua e fate cuocere per circa 15 minuti.
Preparate la polenta, versando la farina in 1,5 litri di acqua bollente salata. Cuocetela mescolando per circa 45 minuti. Alla fine dovrà risultare piuttosto morbida.
Servitela insieme con le verdure e completate con una macinata di pepe. 

Proudly powered by WordPress