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» Pumpkin spice latte – Ricetta Pumpkin spice latte di Misya

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Innanzitutto pulite la zucca, tagliatela a cubettini e ripassatela in padella antiaderente con il burro, poi coprite con coperchio e fate cuocere per circa 20 minuti a fiamma medio bassa (aggiungendo pochissima acqua se dovesse tendere ad attaccarsi troppo).
Quindi frullate finemente.

Aggiungete zucchero e spezie e mescolate.

Preparate il caffè.
A parte, scaldate il latte in un pentolino aggiungendo 4 cucchiai di purea di zucca; mescolate bene, quindi unite anche il caffè.

Finito: decorate con un po’ di panna montata e cannella e il vostro Pumpkin spice latte sarà pronto per essere gustato!

Lo scugnizzo di Atlanta: la pizza napoletana viaggia su tre ruote

Lo scugnizzo di Atlanta: la pizza napoletana viaggia su tre ruote

30Giovane, giovanissimo: Alessio Lacco ha soltanto trent’anni, ma già da 12 vive negli Stati Uniti. È partito dal Vomero, da là, cioè, dove avrebbe potuto “accontentarsi” di vivere in uno dei quartieri più belli di Napoli. E invece non si è accontentato affatto e altrove, nella sua Atlanta appunto, si è inventato tutto un mondo.

Dopo aver girovagato e vissuto tra New York, Miami, Los Angeles e San Francisco, si è messo in testa, infatti, di portare la pizza napoletana ovunque: fuori alle scuole o fuori ai parchi, ai matrimoni e ai grandi eventi, in mezzo alla strada, assai più semplicemente. Come? Spostandola su tre ruote.

Ha preso un vecchio Ape, l’ha importato originalissimo dall’Italia e l’ha rimesso a nuovo che ora sembra un gioiello. Poi ci ha montato sopra un forno. Pure quello costruito in Italia, e non un forno qualsiasi: proprio un autentico forno a legna.

Quando passa per strada, lui e i suoi occhialetti misti al suo sorriso, a bordo della sua astronave della felicità (tutta azzurra come il cielo e come il mare di Napoli), è impossibile non notarlo. E deve anche a questa estetica di festa una grossa fetta del suo successo.

Tutto il resto, neanche a dirlo, Alessio e la sua creatura “Atlanta Pizza Truck” lo devono al buono.

«Agli ingredienti italianissimi, a partire dalla farina Caputo, compagna fidata dei miei primi esperimenti e di tutti tutti questi anni». Non solo un marchio, «ma un concetto e una tradizione antica ma evoluta su cui poggiare il meglio del meglio dei pomodorini rossi e gialli del Piennolo del Vesuvio e delle nostre mozzarelle, normali e di bufala».

“Normali” si fa per dire perché talmente buone da grattare il cartone e da leccarsi le dita.

Lo devono al buono, sì: ma anche e soprattutto al cuore.

«Senza mia moglie, non saremmo mai stati qui a raccontarci di niente di tutto questo: da impiegato, a disoccupato (causa pandemia), a imprenditore, persino di successo. Ribadisco: grazie a lei, a Sofía, la vita mia». Ha gli occhi lucidi e quasi gli scappa una lacrimuccia.

«Un successo tutto nostro. Io sono soltanto un pizzaiolo, lei è una manager brillante, di certo una persona straordinaria. Non a caso, me la sono sposata!», ora torna a ridere, e lo fa di vero gusto. Infine, rilancia addirittura oltre: «Peraltro, proprio di recente ha imparato anche a fare la pizza: oramai mi ruba il mestiere!», sbotta in un’altra risata. E chiude: «Si è pure iscritta a “Women in Pizza”, un’associazione fondata da Orlando Food che riunisce le donne in prima linea sul fronte di questo meraviglioso business, che in realtà è più un amore grande».

E ancora, che show vederli all’opera tra ville, ricevimenti e sposi. Quante risate, e quanti morsi per una pizza che non a caso è il cibo più amato, più noto e più cliccato del mondo. Quanto entusiasmo negli occhi di questo ragazzo che, fin quaggiù, fin da quest’altra parte dell’Oceano, tutti chiamano scugnizzo. Lo “scugnizzo di Atlanta”: ambasciatore di Napoli, di pizza e di felicità.

Chi sa le differenze tra spezzatino e gulasch?

Chi sa le differenze tra spezzatino e gulasch?

Tutti i segreti per non confondere le due ricette tradizionali a base di carne. E le preparazioni per cucinarle a regola d’arte senza fare confusione fra il piatto italiano e quello ungherese

Carne tagliata a cubetti, lunghe cotture e il frequente abbinamento con patate tagliate grossolanamente. Ma spezzatino e gulasch, visti da vicino, non si somigliano poi così tanto. Sono infatti molto diversi gli ingredienti base con cui vengono preparati, grazie anche alle tradizioni e alle aree geografiche di provenienza. Ecco allora le principali differenze che ci aiuteranno a non confonderli, ed ecco le ricette per prepararli.

La carne

Chi pensa che l’ingrediente base siano dei cubetti di carne rossa generici è fuori strada. Per preparare un buon gulasch infatti si usano il collo, il giretto o la spalla del manzo. La ricetta tradizionale dello spezzatino invece, prevede l’impiego di tagli grassi del vitello come il biancostato.

Il grasso

Spezzatino e gulasch non sono ricette light. Per questo motivo sono spesso consumate durante la stagione invernale e considerate dei veri e propri piatti unici. E se nel gulasch il grasso usato nella ricetta tradizionale è lo strutto, la preparazione dello spezzatino prevede l’utilizzo di olio extravergine d’oliva e burro.

Spezie e verdure

Entrambe le ricette prevedono la preparazione di una base di verdure. Per lo spezzatino si prepara un soffritto di sedano, carote, cipolla mentre nella ricetta ungherese troviamo solo la cipolla, a volte accompagnata dall’aglio. Anche erbe e spezie segnano uno spartiacque tra le due ricette. Nello spezzatino troviamo infatti alloro, salvia, rosmarino, prezzemolo e pepe mentre il gulasch è caratterizzato dall’uso di paprica e cumino.

Il vino e la farina

Questi ingredienti compaiono solo nella ricetta dello spezzatino e vengono utilizzati nello step della rosolatura della carne. Nella ricetta del gulasch, invece, si parte con una cottura a fuoco basso su un fondo di strutto e paprica, che conferisce al piatto il caratteristico colore rosso.

Le ricette

Ecco allora le ricette per preparare lo spezzatino e il gulasch a regola d’arte. Qual è il vostro preferito?

 

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