Tag: i primi piatti

Anna in Casa: ricette e non solo: Taralli intrecciati con glassa

Anna in Casa: ricette e non solo: Taralli intrecciati con glassa

 

Tutto prima o poi si sistema e anche se le cose non tornano come prima, basta prendere dalle nuove situazioni il meglio che si può. Se poi aggiungi un po’ di dolcezza sei sicura di essere sulla strada giusta per affrontare le cose.

Ingredienti

125 g di farina 00

30 g di strutto o in alternativa burro

45 g di zucchero semolato

1 cucchiaino di scorza di limone

5 g di succo di limone

5 g di ammoniaca per dolci o in alternativa

      4 g di lievito per dolci e la punta di un cucchiaino di bicarbonato

20-25 ml di latte a temperatura ambiente

1 uovo medio

per la glassa

60 g di zucchero a velo

1 cucchiaino di succo di limone

2 cucchiaini circa di latte a temperatura ambiente 

Procedimento 

Scaldare il forno a 180° C e foderate con carta forno una teglia.

In una ciotola Versare la farina, aggiungere lo strutto e con le mani iniziare a sbriciolare i due ingredienti.

Unire lo zucchero, il latte ( iniziare con 20 ml e se poi necessari unire gli altri 5), il succo di limone, la scorza, l’ammoniaca per dolci ( o il lievito), l’uovo e l’estratto di vaniglia.

Mescolare il tutto ed iniziare ad impastare fino ad ottenere un composto omogeneo. 

Trasferire il composto sulla spianatoia leggermente infarinata e formare un panetto di frolla ( deve risultare leggermente più morbida di quella classica).

A questo punto prendere un pezzo di frolla e formare un grissino spesso circa un centimetro, ripiegarlo su se stesso, intrecciarlo e unire le estremità a formare una ciambellina.

Adagiare mano a mano le ciambelline sulla leccarda da forno prima preparata, distanziandole leggermente. 

Infornare e cuocere per circa 15 minuti.

Una volta dorati, sfornare i taralli e lasciarli raffreddare.

Preparare la glassa mescolando gli ingredienti previsti, fino a formare una cremina .

Intingere la parte superiore dei taralli nella glassa e attendere che si solidifichi prima di servire i biscotti.

Conservare i taralli in una scatola di latte.

Proteine buone, quali sono e dove trovarle

Proteine buone, quali sono e dove trovarle

Sono indispensabili per l’organismo. Se sono di qualità sono delle ottime alleate della linea e della salute. Ecco perché e quali sono i cibi da mangiare

L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di assumere ogni giorno almeno un grammo per chilo di peso corporeo di proteine. Eppure la nostra dieta a volte ne è carente perché spesso vengono demonizzate. Altre volte invece a tavola si dà precedenza a fonti proteiche sfavorevoli alla salute, ricche di grassi saturi e colesterolo, come carne (soprattutto manzo e maiale), salumi e formaggi, uova che andrebbero invece consumate in quantità  adeguate. Il risultato? O ne mangiamo poche oppure scegliamo quelle sbagliate. Eppure portare in tavole le proteine buone, d’origine animale e vegetale, è fondamentale per mantenersi in linea e in salute. «Le proteine sono, insieme a carboidrati e grassi “buoni”, i macronutrienti essenziali dell’organismo», spiega la nutrizionista Nicoletta Bocchino. «Sono coinvolte nei processi metabolici che consentono di ricavare energia». Sono inoltre indispensabili per la costruzione e il mantenimento della massa magra. «Gli aminoacidi essenziali che contengono, infatti, sono la componente fondamentale dei muscoli, delle cellule e dei tessuti, comprese di pelle e capelli». Hanno poi un buon effetto saziante. «Se consumate in quantità adeguate modulano la glicemia, i livelli di zuccheri nel sangue e danno sazietà». Hanno infine un effetto booster sull’umore. «Molti aminoacidi essenziali di cui sono ricchi sono precursori degli ormoni del benessere. Il triptofano, per esempio, favorisce la produzione di serotonina, il cosiddetto ormone della felicità. La tirosina invece è coinvolta nella sintesi della dopamina, che favorisce la motivazione». Il consiglio «è di dare precedenza a tavola a quelle che hanno un ridotto contenuto di grassi saturi e alternare quelle d’origine animale a quelle d’origine vegetale per assicurarsi una dieta varia e completa. Occorre, inoltre, non associarle mai tra di loro nello stesso pasto e mangiarle a pranzo e a cena in combinazione alle verdure che ne facilitano la digestione». Ecco allora quali sono le proteine buone e in quali cibi trovarle.

Carne bianca magra

La carne di pollo e quella di tacchino sono una buona fonte di proteine nobili, complete di tutti gli aminoacidi essenziali. «Rispetto alla carne rossa che andrebbe consumata una-due volte a settimana, ha meno grassi. Assicura vitamina B12 e ferro, indispensabili per la produzione di globuli rossi la cui carenza può causare stanchezza e debolezza», dice la nutrizionista Nicoletta Bocchino.

 Uova

Le uova sono un alimento che spesso è escluso dalla dieta, per via della convinzione sbagliata che il loro consumo sia dannoso. In realtà, consumate nella giusta quantità (2-4 uova a settimana) sode oppure alla coque, sono amiche della salute. «Contengono proteine ricche di aminoacidi essenziali che favoriscono la produzione del glutatione, un potente antiossidante. Apportano inoltre Omega 3 e minerali come il rame e lo zinco, essenziali per il corretto funzionamento del sistema nervoso».

Pesce

«Il pesce è una buona fonte di proteine nobili che possono essere consumate anche 4 volte a settimana. Quello azzurro (sardine, aringa, alici) e il salmone sono inoltre particolarmente ricchi di acidi grassi essenziali Omega 3, che grazie alla loro azione antinfiammatoria sono degli ottimi alleati della salute del cervello e del cuore».

Legumi

Fagioli, ceci, lenticchie, fave, piselli associati nello stesso pasto agli aminoacidi essenziali presenti nei cereali integrali o ai loro derivati come la pasta forniscono proteine complete. Sono inoltre poveri di grassi e privi di colesterolo, a vantaggio della linea e della salute», conclude la nutrizionista Nicoletta Bocchino.

Scoprite nella gallery gli altri cibi che sono fonte di proteine buone

La carbonara monferrina con asparagi e toma

La carbonara monferrina con asparagi e toma

Se vi piacciono le variazioni sui piatti classici, provate la carbonara monferrina, una ricetta che viene dal Piemonte e che non vi lascerà delusi

Di carbonara ce n’è una sola sì, ma questo piatto è così amato che ne esistono tante interpretazioni. È il caso, per esempio, della carbonara monferrina, piatto tipico piemontese che prevede la pancetta, gli asparagi, e il formaggio per un’esplosione di gusto e freschezza da far invidia alla ricetta classica della carbonara romana.

La preparazione, come tutte quelle che riguardano la carbonara, è semplice e molto veloce, l’ideale per un pranzo o una cena da organizzare all’ultimo minuto, ma senza mai rinunciare a portare in tavola un primo piatto sorprendente.

carbonara monferrina ricetta preparazione idee consigli la cucina italiana

La ricetta della Carbonara monferrina

Per preparare la carbonara piemontese vi serviranno: 500 g di pasta lunga, 1 mazzo di asparagi freschi o surgelati, 50 g di toma, 2 tuorli, 100 g di pancetta di maiale, 50 cl panna fresca, parmigiano grattugiato, burro, aglio, sale, pepe e olio extra vergine di oliva.

Procedimento

Si inizia lavando e pulendo gli asparagi, privandoli della parte più dura e tagliandoli a rondelle. In una padella antiaderente si prepara poi un soffritto con burro (oppure olio extra vergine per chi vuole una ricetta più leggera), aglio e pancetta tagliata e listarelle o dadini. Quando la pancetta è dorata bisogna spegnere il fuoco e togliere l’aglio.

In una pentola capiente si mette quindi a bollire l’acqua e si butta la pasta.

Solo a questo punto vanno aggiunti alla pancetta gli asparagi, un po’ di sale e pepe e un po’ di acqua di cottura per farli cuocere in maniera uniforme. Bastano pochi minuti (magari a padella coperta) per far intenerire gli asparagi.

In una scodella a parte bisogna quindi amalgamare la panna con la toma, aggiungere i tuorli, due cucchiai abbondanti di parmigiano e un po’ di pepe. Quando la pasta è al dente, il composto con la panna e la toma va aggiunto al soffritto di asparagi e pancetta e, a fuoco spento, bisogna mantecare per una ventina di secondi tutti gli ingredienti.

La carbonara monferrina è pronta per essere portata in tavola. Il consiglio è quello di un’ultima spolverata di parmigiano e pepe per un sapore ancora più deciso e gustoso.

Proudly powered by WordPress