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Ricetta Polpettine di baccalà e verdure

Ricetta Polpettine di baccalà e verdure

Step 1

Per la ricetta delle polpettine di baccalà e verdure, raccogliete peperoni e zucchine in una ciotola e conditeli con olio, sale, pepe.

Step 2

Distribuiteli nel cestello della friggitrice ad aria Airfryer Premium XXL di Philips e accomodatevi sopra i pomodorini. Cuocete a 180 °C per 15-16 minuti.

Step 3

Eliminate pelle e lische dal baccalà, tagliate la polpa in tocchetti e poi sminuzzatela con le mani.

Step 4

Sbriciolate grossolanamente i triangolini di riso e mais soffiati.

Step 5

Impastate le patate schiacciate con la polpa di baccalà, sale, pepe, 1-2 cucchiai di prezzemolo tritato, 1 uovo e il pangrattato necessario a rendere il composto asciutto.

Step 6

Formate circa 40 polpettine (ø 2-3 cm) e «impanatele» nei triangolini di riso e mais sbriciolati. Accomodatele, sopra un foglio di carta da forno, nel cestello della friggitrice e ungetele con un filo sottilissimo di olio.

Step 7

Cuocetele a 200 °C per 12-13 minuti. Servite le polpettine di baccalà con le verdure accompagnando a piacere con yogurt greco condito con olio, sale, pepe, senape e qualche fogliolina di timo.

Ricetta: Crescenzo Morlando, Foto: Davide Maestri, Styling: Beatrice Prada

Ricerche frequenti:

Ricetta Crescioncini | La Cucina Italiana

Ricetta Crescioncini | La Cucina Italiana

Step 1

Per la ricetta dei crescioncini, formate con la farina una fontana abbastanza larga sul piano di lavoro e versate al centro 30 g di acqua. Aiutandovi con una forchetta iniziate a impastare, poi proseguite a mano unendo un poco alla volta altri 40 g circa di acqua per ottenere un impasto sodo e liscio (a seconda della capacità di assorbimento della farina potreste dover ridurre o aumentare la quantità di acqua).

Step 2

Avvolgete la pasta nella pellicola e fatela riposare per 30 minuti.

Step 3

Rosolate in una padella 1 spicchio di aglio con 2-3 cucchiai di olio extravergine e un ciuffo di prezzemolo tritato; poi unite gli spinaci tritati, l’uvetta e 2 cucchiai di saba. Fate insaporire il composto sulla fiamma vivace per alcuni minuti, poi spegnete. Salate, pepate ed eliminate l’aglio.

Step 4

Stendete la pasta in una sfoglia sottile e ritagliatevi 15-20 dischi di 8 cm di diametro; farciteli con una noce di ripieno agli spinaci e piegateli a mezzaluna. Sigillate i bordi premendo con i rebbi della forchetta.

Step 5

Friggete i crescioncini in abbondante olio di arachide bollente fino a completa doratura, solo 4-5 per volta per non abbassare troppo la temperatura dell’olio. Sgocciolate su carta da cucina e servite subito.

Step 6

Abbinamento vino: ai fritti piacciono le bolle. Con questi crescioncini vegetariani dal sapore un po’ dolce è adatto un Pignoletto sui lieviti emiliano, come lo Steve 2021 di Bergianti Terre Vive, cremoso, sincero e con invitanti note aromatiche: il momento diventa perfetto se servite tutto all’ora dell’aperitivo, magari in campagna. 19 euro, terrevive.net

Ricetta: ispirata alla ricetta artusiana n. 195, Cuoca: Luisa Peduli, Foto: Riccardo Lettieri, Styling: Beatrice Prada

Peperone Crusco, l’ortaggio dalle tinte infuocate

La Cucina Italiana

È il turno del Peperone Crusco. Non c’è Paese al mondo con tanta ricchezza e varietà di prodotti, naturali come li regala il territorio o lavorati da mani esperte in modi semplici, che sono antichi e insieme i più contemporanei. Prosegue il viaggio alla scoperta delle nostre bontà, da quelle più conosciute a quelle meno note lontano dalla zona di produzione.

Peperone Crusco

Sembrano parole ostiche, eppure rappresentano una delle bontà identitarie della Basilicata. Il dialettale źafaranë crušchë in italiano diventa peperone crusco. L’aggettivo (si riferisce all’effetto della lavorazione, non a una varietà botanica) forse deriva dal latino crustum che indicava il biscotto ricoperto da una crosta, quindi croccante. Se l’etimologia si perde nella notte dei tempi, invece l’origine della coltivazione del piccolo, rosso e lungo peperone a forma appuntita, tronca o a uncino risale al Seicento, quando a Senise, nell’attuale provincia di Potenza, arrivò dalle lontane Antille. Merito di Chanca di Siviglia, medico al seguito di Cristoforo Colombo.

La caratteristica principale è la dolcezza. Contenendo poca acqua e avendo buccia sottile è ideale per l’essiccazione. Che segue regole immutate da secoli, tutte rigorosamente eseguite a mano: piantato in febbraio-marzo, viene raccolto in piena estate quando i peperoni sono maturi e rossi. Nel giro di pochi giorni il peduncolo si ammorbidisce e diventa più facile insertare con ago e spago un peperone dopo l’altro creando quelle magnifiche collane (le serte, lunghe fino a due metri), successivamente esposte al sole, finché il colore non diventa rosso vinaccia. Solo dopo la frittura nell’olio extravergine di oliva lo strepitoso ortaggio conquista la qualifica di peperone crusco, riconosciuto come Pat (Prodotto agroalimentare tradizionale). 

Carta d’Identità

LA STORIA – La varietà di peperone da cui deriva è originaria delle Antille, dove fu scoperta durante le esplorazioni di Cristoforo Colombo. Si coltiva nell’area del Pollino dal Seicento. Quello di Senise è riconosciuto come Igp.

CARATTERISTICHE – Piccolo, lungo, dolce. Per diventare crusco, cioè croccante, viene essiccato e fritto. In vendita nelle tradizionali collane lunghe fino a due metri, singolarmente, oppure in polvere.

CONSERVAZIONE – Dura a lungo in luogo fresco e asciutto (se fresco in frigo per una decina di giorni). Dopo l’essiccazione il peduncolo resta ben attaccato alla bacca (a differenza di altre varietà).

USO – Come antipasto insieme con formaggi e salumi, in composte per completare arrosti e grigliate. Sul baccalà e nelle zuppe. In polvere, come una spezia, per dare sapore e colore ai salumi.

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