Tag: piatti di cucina

Cappello del prete: le migliori ricette

Cappello del prete: le migliori ricette

Il cappello del prete è un taglio di carne molto utilizzato nella cucina italiana tradizionale. La parte del bovino che viene identificata con questo nome è la spalla.
Perché si chiama così? Merito della sua forma triangolare, che ricorda proprio il tricorno, caratteristico copricapo utilizzato dai preti.

I nomi del cappello del prete

Da non confondere con l’omonimo insaccato tipico della bassa parmense, antenato di zampone e cotechino, il cappello del prete è conosciuto in tutta Italia con nomi diversi. Lo stesso identico taglio di vitello, vitellone o manzo, si può trovare a Milano come fesone di spalla, a Bari, Napoli e Torino come semplice spalla, al centro Italia come polpa di spalla. Scendendo verso Sud, a Reggio Calabria potreste trovarlo col nome di scorza di spalla, mentre in Sicilia è diffuso come paliciata e copertura di spalla a Catania, spallone a Messina o piano di spalla a Palermo.

Cosa cucinare con il cappello del prete: tutte le ricette

Il cappello del prete è un taglio di carne magro, caratterizzato da uno strato di tessuto connettivo che lo attraversa e che, sciogliendosi durante la cottura, lo rende gustoso e morbido.

Le sue caratteristiche lo rendono particolarmente adatto alle lunghe cotture, come tutte quelle a fuoco lento o a bassa temperatura. Il cappello del prete è quindi la scelta migliore per preparare secondi come arrosti, brasati, stufati, spezzatini e bolliti. Resta comunque un taglio valido anche per altri piatti, ad esempio le scaloppine. 

Qui sotto trovate tutte le nostre ricette che prevedono il cappello del prete, dai più classici secondi di carne fino alle nuove idee da sperimentare.

Ricerche frequenti:

Pasta in bianco: fusilloni burro, parmigiano, pepe di Sichuan

La Cucina Italiana

Più la lista degli ingredienti di una ricetta si riduce più la materia prima conta e l’abilità del loro accostamento, nonché utilizzo, marca la differenza tra un grande piatto e un terribile déjà vu. Sostanza, non apparenza. La pasta in bianco al burro rimane uno dei piatti più appaganti e, in un qualche modo, sovversivi della nostra tradizione culinaria. Perché solo due sono i suoi protagonisti: la pasta ed il burro.

La pasta deve essere scelta in base al formato, lunga o corta, ma soprattutto per la provenienza del grano e la sua varietà, nonché per la tecnologia di produzione. Grani duri pregiati 100% italiani di alta qualità che regalano una semola dall’elevato valore proteico, e una trafila al bronzo rendono la pasta intensamente ruvida, sia all’interno che all’esterno. Queste caratteristiche conferiscono sapore, tenuta alla cottura, capacità di assorbimento e trattenuta del condimento. La nuova linea Barilla Al Bronzo è fatta proprio così ed è perfetta per esaltare il burro, la nota agrumata del pepe di Sichuan e la sapidità del parmigiano reggiano. Quale formato? Le forme sinuose dei fusilloni catturano il condimento, la consistenza corposa e la spiccata rugosità. Ravvivano l’assaggio, per un piatto mai banale.

Qui la classica pasta al burro abbraccia una nota speziata, quella del pepe di Sichuan, un pepe fresco, aromatico e quasi balsamico. E si arricchisce di tanto parmigiano 24 mesi, per diventare quasi una cacio e pepe. Quasi.

La ricetta: Fusilloni burro, parmigiano e pepe di Sichuan

Ingredienti per 5 persone

400 g di Fusilloni, Al Bronzo Barilla
120 g di burro 
100 g di Parmigiano Reggiano 24 mesi
20 chicchi pestati di pepe di Sichuan

Procedimento

Cuocete la pasta in abbondante acqua salata, nel frattempo in una ciotola lavorate il burro con metà del parmigiano reggiano, così da creare una crema omogenea.

Prendete il pepe, scaldatelo leggermente in padella e con l’aiuto di un batticarne e mortaio pestatelo bene.

Quando la pasta avrà raggiunto la cottura, scolatela al dente e amalgamatela direttamente nella ciotola con il burro.

Sistemate la pasta in 4 piatti fondi e completate con il pepe di Sichuan ed il parmigiano rimasto.

» Mini plumcake allo yogurt

Misya.info

Montate le uova con lo zucchero per almeno 10 minuti, quindi incorporate miele, buccia di limone e olio a filo.

Infine aggiungete la farina e il lievito setacciati, a cucchiaiate, e amalgamate bene.

Distribuite l’impasto nei pirottini (i miei erano da 8-10 cm) e cuocete per circa 15 minuti in forno ventilato preriscaldato a 180°C.

I mini plumcake allo yogurt sono pronti, non vi resta che farli raffreddare prima di gustarveli.

Proudly powered by WordPress