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» Panini ripieni – Ricetta Panini ripieni di Misya

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Mettete lievito e zucchero in una ciotola con il latte e fateli sciogliere.
Incorporate quindi farina, sale e olio e impastate fino ad ottenete un panetto omogeneo ed elastico.

Mettete il panetto in una ciotola leggermente unta e lasciate lievitare per circa 3 ore.

Riprendete il panetto e dividetelo in 6 parti uguali (o di più, se volete fare dei paninetti da antipasto).

Stendete ogni pezzetto di impasto, mettete al centro la farcitura scelta e richiudete l’impasto sopra alla farcitura.

Fate scaldare dell’acqua in una pentola capiente e, quando bolle, calate i panini e cuoceteli giusto 2 minuti, dopo di che disponete i panini sulla teglia rivestita di carta forno e cuocete per circa 15-20 minuti a 200°C, in forno ventilato già caldo.

I panini ripieni sono pronti, lasciateli intiepidire almeno per qualche minuto prima di mangiarli.

Dal Milanese: il ritorno della cucina meneghina, con un tocco nuovo

Dal Milanese: il ritorno della cucina meneghina, con un tocco nuovo

Un segnale importante per il nuovo corso: una trattoria-bottiglieria che vuole rilanciare i piatti della storia cittadina, in un ambiente informale e curato. Un format ambizioso, firmato da Luca Guelfi, da sempre anticipatore di tendenze

Non parliamo di rinascita o di ripartenza, soprattutto a Milano. Parliamo di nuovi locali, che nella capitale del food italiano saranno fondamentali per riprendere il filo interrotto un anno fa e che ha avuto qualche buon sprazzo tra una chiusura e l’altra. Tra queste novità, in marzo, ci sarà Dal Milanese, che merita un approfondimento per varie ragioni. La prima: è l’ennesima idea di Luca Guelfi, uno dei più bravi imprenditori del food & drink italiani. Ha iniziato nel 1994 – a 23 anni – con Julien, aprendo successivamente una ventina di locali tra Milano e il mondo. Spaziando tra ostriche, tapas e piatti vietnamiti. In location mai banali, molto amate da un pubblico etichettato (malamente) come superficiale o incompetente, ma in realtà con la voglia di stare bene, mangiando “in scioltezza” e in ambienti molto curati. Guelfi è uno che anticipa le tendenze, conosce benissimo i gusti del pubblico e colpisce sempre nel segno: ecco perché è interessante l’imminente apertura della nuova trattoria-bottiglieria, all’angolo tra via Archimede e viale Premuda. Non è solo un luogo, ma un segnale.

Un format esportabile

«È un’idea che mi è venuta durante l’anno più complicato della mia avventura imprenditoriale, con i locali chiusi, che spero di riaprire ovviamente, e la creazione di una dark kitchen», racconta Guelfi. «Ho pensato non solo in chiave imprenditoriale, ma anche in omaggio alla mia città. Milano ha dato tantissimo a me e a migliaia di persone: è ora che ci impegniamo per farla tornare come era e forse ancora meglio. Dal Milanese è il mio primo locale di cucina tradizionale e, se funzionerà, il mio sogno è quello di esportare il format all’estero. In tutto il mondo il brand Milano è visto con ammirazione e la nostra cucina è una delle migliori in Italia, quindi del mondo. Prima tappa Los Angeles». Ed ecco Dal Milanese, aperto dalla mattina sino a notte. Perché oltre al pranzo e alla cena – nello stile delle vecchie bottiglierie – sarà pronto per un aperitivo con i mondeghili, una merenda “rinforzata” o un calice di vino (lombardo, sia chiaro) prima di andare a dormire.

Menu a due facce

Una sessantina di coperti tra interno e dehors, arredi originali (in parte degli anni Venti, perché il negozio di panetteria ristrutturato era del 1927), ma niente foto in bianco e nero del Duomo o dei Navigli. «La mia Milano è quella che ho sentito raccontare e che vissuto a partire dagli anni Ottanta, con richiami alla tradizione, ma non folclore o banalità. Poca scenografia, grande accoglienza, un prezzo medio tra 30 e 40 euro. E una grande informalità: se c’è una cosa in questo disastro che abbiamo imparato è il bisogno di stare bene, nei locali di qualsiasi tipologia. Lavorando bene, ma senza prendersi troppo sul serio» Il menu? A parte i taglieri di salumi e formaggi (rigorosamente lombardi), c’è una doppia visione: da un lato i classici della cucina milanese, in versione integralista. Dall’altro una sezione “moderna” con piatti comunque riferibili al territorio quali i fiori di zucca fritti al ripieno di gorgonzola o gli asparagi bianchi di Civalegna con uova strapazzate.

Risotti e bolliti

«Il fiore all’occhiello saranno le sette preparazioni a base di riso, da ordinare per almeno due commensali e portate nel tegamino di rame in stile paella. Poi voglio far tornare il piacere del servizio al tavolo con il carrello dei bolliti e la preparazione della “tartara” al momento», sottolinea Guelfi che si sta divertendo un sacco a girare la regione per trovare i fornitori giusti. Del resto è la prima volta nella sua intensa carriera che si cimenta su un format di tradizione, per quanto con aspirazioni internazionali. E lancia un messaggio di ottimismo. «Quando tutto tornerà davvero normale, i locali saranno pieni sette giorni su sette. Pranzo e cena. Un’invasione. Bisogna farsi trovare pronti. Tutti hanno immensamente voglia di uscire, abbracciarsi, uscire fuori casa e non avere più paura di stare vicini. I prossimi anni saranno bellissimi, soprattutto a Milano». Sì, andra così.

Dal Piemonte, il semolino dolce fritto

Dal Piemonte, il semolino dolce fritto

Il semolino dolce fritto è un dolce tipico piemontese che si prepara in occasione del Carnevale, ma la ricetta è perfetta per servire merende e dessert tutto l’anno!

Il semolino dolce fritto è una preparazione ideale per un dessert di fine pasto, per la merenda a metà pomeriggio e, perché no, per una colazione sostanziosa e genuina.

Si tratta di una ricetta tipica del Piemonte ed è un’ottima alternativa alle classiche frittelle. Si prepara sopratutto a Carnevale, ma, una volta provata, non esisterà periodo dell’anno per farlo a casa. La ricetta del semolino dolce fritto è semplice da realizzare con pochi passaggi e degli ingredienti facili da reperire. Il semolino si conferma quindi, ancora una volta, un ingrediente versatile e adatto a tutte le età, provare per credere!

Come fare il semolino dolce fritto: la ricetta

Ingredienti

Per preparare questo dolce tipico piemontese vi serviranno: 200 g di semolino, 1 l di latte fresco, 100 g di zucchero, 2 uova, 1 limone, pangrattato, olio di semi di girasole per friggere.

Procedimento

Per preparare il semolino dolce la prima cosa da fare è mettere a bollire il latte con lo zucchero e versare il semolino a poco a poco, con la fiamma non troppo alta e mescolando bene gli ingredienti. Mentre il preparato è sul fuoco occorre grattugiare con cura la scorza del limone e aggiungerla in cottura.

Il semolino dolce deve continuare a cuocere a fiamma bassissima per circa 15 minuti. A cottura ultimata il composto va riposto su un piano, lasciato raffreddare un po’ e poi tagliato a pezzi abbastanza grossi (rettangoli, quadrati, rombi: la forma può essere scelta in base ai gusti).

Dopo aver preparato le forme di semolino si può mettere sul fuoco l’olio di girasole per la frittura. Mentre l’olio di scalda bisogna sbattere le uova e immergervi il semolino prima di passarlo nel pan grattato e friggerlo.

Il semolino sarà pronto quando sarà ben colorato e dorato da entrambi i lati. Prima di servirlo il consiglio è quello di asciugarlo con carta assorbente e spolverare con lo zucchero a velo.

Il semolino dolce fritto va gustato ancora caldo, accompagnato (per i più grandi) con un vino liquoroso tipo passito.

Sfogliate la gallery per scoprire altre curiosità e consigli sul semolino dolce fritto

Ricerche frequenti:

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