Tag: ricette dal mare

Ostuni, un giorno nella Città Bianca

Ostuni, un giorno nella Città Bianca

«Ostuni è una città turistica, ma per caso». Lo sguardo di Simonetta, assistente alla vendita in uno dei negozi più affascinanti della città, sa riconoscere chi è qui per una sera e chi viene per restare. Mentre la città oscilla tra le tentazioni di un turismo mordi e fuggi e il fascino di meta «lenta» ed esclusiva di Puglia, chi ha deciso di rimanere e investire lavora per scongiurare la prima opzione.

Nell’agosto del 1941 Ettore Della Giovanna, giornalista e inviato speciale di Il Tempo Illustrato, raccontò Ostuni in un articolo che intitolò «Il paese più bianco del mondo». Quella che oggi tutti conoscono come Città Bianca sorge su tre colli, nella bassa Murgia, zona carsica costituita da calcari cretacei, a 218 metri sul livello del mare e a 7,5 chilometri dalla costa adriatica. Senza macchina, è complicato arrivarci. Gli inverni possono essere rigidi, le estati sono continentali. E anche se le mezze stagioni non esistono più, è a settembre che torna il tempo giusto per scoprirla, e gustarla, anche oltre le inquadrature da cartolina. Poco attratti dall’allure turistica, come tanti ostunesi, anche noi abbiamo cercato nuove aperture fuori delle rotte più battute, fra cucina contemporanea, cibo di strada e aperitivi (talvolta così ricchi che possono valere un pranzo o una cena), cercando poi anche un rifugio nelle masserie di campagna. Riappropriarsi della vera anima di Ostuni è possibile. Basta un solo giorno, dall’alba al tramonto, dalla sommità fino al mare.

Iniziare con calma

La Sommità è anche un relais cinque stelle ricavato in un palazzo storico del XVI secolo. Dopo aver dormito in stanze dove tutto è chiaro e trasmette una sensazione di serenità, facciamo colazione nel punto più alto di Ostuni. Nell’aranceto protetto dal vento e pieno di sole troviamo succhi freschi e frutta squisita. Ci lasciamo tentare da una selezione di prodotti caseari del posto e dal pane fragrante. Le uova, scelte alla carta, ci arrivano preparate al momento. Da qui si può sentire e vedere il mare in lontananza. «Nessuno è straniero in Puglia», spiega l’imprenditore Gianfranco Mazzoccoli, genius loci di La Sommità. «Non esistono barriere, ma manca ancora quel tipo di accoglienza che anticipi i desideri degli ospiti, facendoli entrare nella pancia della nostra terra».

Un cucchiaio di ulivo

Per chi non ama affrontare salite e discese, alcune strutture mettono a disposizione degli Apecar con cui raggiungere ogni punto della città. Scendendo da La Sommità incontriamo Typicus Puglia, un riassunto enogastronomico della regione attraverso tutte le facce dell’olio extravergine di oliva pugliese; Giuseppe Scalera è la guida per assaggi e acquisti. Perdersi nel ricamo di scale può portare a incontri particolari, come quello con Tonino Zullo; attirati da canti e poesie, arriviamo alla sua bottega, l’Ulivo che Canta, dove questo artigiano-filosofo intaglia e tratta il legno di ulivo, trasformandolo in oggetti d’arte ma anche in rustiche «cucchiare», preziose in cucina perché resistono al calore e non assorbono i liquidi. Nel centro storico passiamo alla Galleria di Laurence Pineau Valencienne, con il suo progetto di upcycling di tessuti di alta moda realizzato con talenti del posto. Poi pausa rinfrancante nella grotta millenaria che ospita i venti posti del Ristorante Caffè Cavour, dove Fabrizio Nacci, chef patron, si destreggia tra vegetale e mare, senza fretta e col sorriso. Per i curiosi delle nuove aperture, il consiglio è di fermarsi per l’aperitivo o la cena al Ramunno Bistrot; puntando su pesce, pizza in pala e un’ottima lista di vini, Franco e Cesare Dell’Oro lo hanno creato con l’obiettivo preciso di far tornare a mangiare fuori la gente del posto, ma in tutti i mesi dell’anno.

Oggi dall’orto

Prima di giungere sulla costa, c’è un altro mare da attraversare: quello degli ulivi e della campagna. Qui troviamo la Masseria Moroseta, un casale abbagliante ristrutturato secondo i criteri della bioedilizia che guarda la costa attraverso ulivi secolari. La chef Giorgia Eugenia Goggi, milanese trapiantata in Puglia, propone una cucina vegetale con un menù fisso a pranzo e a cena, comandato com’è ogni giorno solo da quello che viene dal suo orto biologico: accanto a verdure autoctone anche zucchine trombetta di Albenga, zucche di Okkaido, fagioli edamame; non proprio tipici di qui, ma nella terra rossa hanno trovato un habitat ideale. Squisiti gli edamame grigliati e cosparsi di sale affumicato, e le zucchine marinate, al forno, sott’aceto e in crema, ottenuta dagli scarti. Tutto ricalca una cultura antispreco, che qui esiste da sempre. «Perché Ostuni è una città giovane, ma con un sacro rispetto delle tradizioni».

Con gli occhi a bagno

Andiamo al mare, a Specchiolla, uno degli approdi degli ostunesi. Basta anche un muretto a secco su cui sedersi per cogliere il premio del viaggio: il tramonto. Dopo aver raccolto il calore di un’intera giornata, ci sediamo da Dentromare, pescheria con cucina, di fronte all’acqua. La Puglia è uno stato d’animo, dicono, e qui è tutto dentro un sauté di cozze accompagnato da un calice di rosato fresco o nella acquasala con molluschi e polpo che lo chef Giovanni Nigro ha «sponzato» con acqua di mare. Tornando su, costeggiamo l’altro lungomare, quello che svela alcuni tratti delle antiche mura aragonesi. Non arrendersi alla musica assordante è possibile, basta sostare nel più appartato e nuovissimo Palazzo Roma, cinema-teatro trasformato in un bistrot con lounge bar: una cucina fatta con cura, una ricercata drink list e il tempo per respirare l’essenza di Ostuni.

Gli indirizzi da provare a Ostuni

Relais La Sommità, Via Scipione Petrarolo 7, Tel. 0831305925
Typicus Puglia Prodotti Tipici di Qualità, Vicolo G.C. Bovio 2, Tel. 3285522333 
L’Ulivo che Canta, Via Giovanni Antonio Petrarolo 75, Tel. 3403633679 
Galleria Valencienne, Corso Vittorio Emanuele II 24/26, Tel. 3382705298 
Ristorante Caffè Cavour, Corso Camillo Benso Cavour 5, Tel. 0831301709 
Masseria Moroseta, Contrada Lamacavallo, Tel. 3760798288 
Ramunno Bistrot, Via Giovanni Lanza 9, Tel. 0831366849 
Dentromare, Viale Tamerici, Specchiolla, Tel. 3887580820 
Palazzo Roma, Via Fran. Tanz. Vitale 41, Tel. 08311771087

Colagreco e Leon: tra mare e luna per il World Ocean Day

Colagreco e Leon: tra mare e luna per il World Ocean Day

Si parla tanto di sostenibilità, di cambiamento climatico, di salvaguardia dell’ambiente, anche con tono allarmista dovuto visto che il tempo passa veloce e non esiste un Plan(et) B. Abbiamo bisogno non solo di teoria, ma anche di pratica: proprio come hanno fatto lo chef Mauro Colagreco del Mirazur di Mentone e Angel Leon del Aponiente di Cadice. Una raccolta di rifiuti in spiaggia per rendere tangibile a tutti l’urgenza dell’inquinamento, seguita da una cena a 4 mani per celebrare il mare – e riflettere.

Insieme per il mare

In occasione del World Ocean Day, chef Colagreco si è rivolto all’associazione Stand Up For The Planet per organizzare un’iniziativa ecologica degna di rispetto proprio sulla spiaggia al confine tra Italia e Francia. Poi, ha chiamato il suo amico chef Leon con il quale condivide l’amore per il mare e l’impegno nella ricerca ecologica, per allearsi e affrontare l’08 giugno non solo con una cena tematica. Infatti, i due chef sono scesi presto al mattino accompagnati dai ragazzi dei rispettivi team di cucina per raccogliere i rifiuti sulla spiaggia Hawaii. 

Nel giro di circa un’ora e mezza, il risultato della raccolta è spaventoso: 3000 mozziconi, 80 lattine, 25 mascherine covid, 34 bottiglie in plastica, oltre a resti di un pneumatico e addirittura una sedie pieghevole. Il tutto su 500 metri dopo aver fatto la stessa operazione solo poche settimane prima. Oltretutto, di questo triste bottino solo l’1% può essere riciclato, il restante dovrà essere incenerito. Chef Colagreco ha confermato che il suo impegno non si limita alla data world day, ma verrà ripetuto ogni mercoledì a partire da settembre prossimo. Non dimentichiamo che il ristorante Mirazur è stata la prima azienda ristorante al mondo ad ottenere la certificazione Plastic Free nel 2020. Chapeau.

La Giornata Mondiale degli Oceani è stata creata dall’ONU per ricordare a tutti l’importanza dei mari e degli oceani visto che forniscono la metà dell’ossigeno che respiriamo. Eppure si contano circa 23 milioni di plastica buttata nelle acque mondiali, addirittura il mare Mediterraneo è il più inquinato di tutti, nonostante rappresenti solo l’1% della massa oceanica mondiale. Agire, proteggere, consumare con criterio: queste sono le azioni più urgenti, che sia chef Colagreco che chef Leon portano nella loro cucina con grande ricerca e risultati superlativi.

Mare e Luna

A celebrare questa giornata impegnativa, anche un menù speciale cucinato a 4 mani tra chef Colagreco e chef Leon. Il ristorante Mirazur è situato a Menton Garavan a pochissimi chilometri dalla Liguria, dove chef Colagreco ha vinto il primo posto nel 2019 nella prestigiosa World’s 50 Best, oltre che tre stelle Michelin. Stesso numero di stelle anche per Aponiente, situato in Spagna, a Cadice, dove chef Leon manda avanti una grande ricerca sulla cucina a base di pesce e affini tanto da essere definito El Chef del Mar. Entrambi hanno a cuore la connessione con la natura, con un approccio di prendere e dare, non di sfruttare.

Chef Colagreco sente fortemente la filosofia naturalistica, ha deciso di seguire Madre Natura in tutto e per tutto, sin dai cicli lunari che dettano l’andamento dei suoi menù. Attenzione, non esiste menù: ogni giorno viene deciso cosa cucinare in base a quello che si raccoglie, si trova, si acquista dai produttori locali. Infatti, sceglie le materie prime dai mercati di Ventimiglia e di Mentone, si rifornisce solo ed esclusivamente dai piccoli pescatori della zona, mentre buona parte della frutta e della verdura impiegata proviene dall’orto a poche centinaia di metri dal ristorante. Infatti, Colagreco sostiene la biodiversità quasi selvaggia e gestisce con l’aiuto di 7 giardinieri circa 5 orti nella zona. Sfruttando il clima mediterraneo e la posizione strategica tra mare e montagna, si coltiva di tutto, dai frutti della passione alle zucchine, dal mais ai capperi, e così via, in uno stimolante disordine creativo. Il giardino principale di casa sua, che un tempo era della villa di Alberto I re di Belgio ora in rovina, è il giardino vivente che funge da laboratorio naturale di chef Colagreco. Radici, Foglie, Fiori, Frutta: questi i 4 filoni che si seguono nell’enorme cucina del Mirazur, a picco sul mare. 

Chef Angel Leon porta avanti una filosofia molto simile, con grande passione e rispetto per il mondo sottomarino. Anche lui come chef Colagreco ha il suo orto, ma si tratta di un enorme orto oceanico, frutto della collaborazione pluriennale con l’Università di Scienze Marine. Si adopera per trovare alternative alla gastronomia tradizionale e studia nuovi ingredienti presenti nel mare, dal plancton al miele marino fino alla zostera. Chiamato il grano della speranza, è simile al riso, senza glutine, molto nutriente e ricco di omega 3 – soprattutto ha due punti forti: non necessitando di acqua per la coltivazione potrebbe contribuire a combattere la fame nel mondo e immagazzinando carbonio potrebbe diventare un valido alleato nella lotta contro il cambiamento climatico. Oggi coltivato in 3000 metri quadrati all’interno del Parco naturale di Bahia de Cadiz, non lontano dal suo ristorante tristellato Aponiente, riporta anche speranza e lavoro in un’area piuttosto poco ricca della Spagna. Chef Leon applica il gusto all’innovazione e inventa nuove tecniche, come ad esempio la chiarificazione dei brodi attraverso l’uso di alghe diatomee. Con l’intento di mangiare meno carne, chef Leon propone i salumi di mare – da provare assolutamente la pancetta, che nulla ha a che fare con il maiale, ma la consistenza e il sapore la ricordano, o la porchetta, che sfido chiunque a discernere al primo boccone che non è carne, non foss’altro per la croccante pelle di murena che la ricopre. Sostenere la natura, condividere con il prossimo, preoccuparsi dell’ambiente che ci circonda anche in termini umani: tutto questo si ritrova nei suoi piatti che definire speciali è poca cosa.

Mare Luna

La cena a 4 mani Angel Leon x Mauro Colagreco è stata servita la sera dell’08 giugno al ristorante Mirazur. Una sessantina di coperti sono stati intrattenuti in un viaggio tra mare (Leon) e luna (Colagreco) alla scoperta di un mondo gastronomico al di fuori dagli schemi. 9 portate importanti, ognuna con un messaggio, ognuna con la speranza di raggiungere il cuore e la coscienza attraverso il gusto. L’eccezionalità della serata ha previsto un menù scritto in via del tutto eccezionale (n.d.r. gioco di parole voluto), che si apre con una dedica al mare Mediterraneo e si chiude con l’augurio di ritagliare uno spazio per la riflessione e di amore verso Madre Terra.

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