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Le tagliatelle alla bolognese di Gianni Morandi

La Cucina Italiana

Tagliatelle alla bolognese perfette? Ci insegna a farle alla perfezione Gianni Morandi. La dritta viene dall’attivissimo profilo Facebook del co-conduttore, insieme ad Amadeus e Chiara Ferragni, del Festival di Sanremo 2023, dal 7 all’11 febbraio in diretta dal teatro Ariston della città ligure.

Fatti mandare dalla mamma: 60 anni con Sangiovanni

Notizia dell’ultima ora è l’annuncio della nuova versione del pezzo cult Fatti rimandare dalla mamma che propone insieme al cantante Sangiovanni, 20 anni lo scorso 9 gennaio.

Gianni Morandi con Sangiovanni: hanno lanciato il singolo Fatti rimandare dalla mamma a prendere il latte, cover della celebre hit del cantanteFRANCESCO PRANDONI

La canzone, pubblicata nel 1963 e proprio quest’anno compirà esattamente 60 anni, sarà disponibile dal 7 febbraio su tutte le piattaforme digitali per Epic/Sony Music e vedrà la collaborazione dal giovane artista vicentino lanciato dal talent Amici

Una nuova collaborazione per l’inarrestabile Gianni Morandi dopo Apri tutte le porte, L’Allegria e La Ola, terzo brano scritto dall’amico e compagno di avventure musicali Jovanotti, con cui ha condiviso il palco in tante serate estive al Jova Beach Party. 

Gianni Morandi: tagliatelle che passione

Oltre alla sua veste ufficiale di cantante, Morandi ama condividere con i suoi followers (1 milione e 400mila) la sua passione per la cucina come cuoco casalingo per la famiglia. Spesso lo vediamo cucinare dei primi facili e golosi della tradizione italiana oppure condividere gli indirizzi dei suoi ristoranti preferiti  di Bologna, dove spesso è alle prese con un piatto fumante di tagliatelle al ragù.

Gnocchi di semola – Ricetta di Misya

Gnocchi di semola - Ricetta di Misya

Mettete a scaldare l’acqua con il sale e, quando bolle, calate la farina a pioggia mescolando velocemente prima con una frusta e poi, man mano che il composto diventa più duro, con un cucchiaio di legno.

Una volta assorbita tutta l’acqua rovesciate l’impasto sul piano di lavoro (NON spolverato di farina) e lavorate velocemente con le mani, cercando di scottarsi il meno possibile (potete aiutarvi con dei guanti o usare un tarocco, se volete) fino ad ottenere un panetto liscio.

Riprendete il panetto, dividetelo in pezzi e create dei cordoncini spessi 1-2 cm, quindi tagliateli in tocchetti lunghi 2-3 cm.

Una volta pronti gli gnocchi, se lo desiderate potete passarli velocemente sui rebbi di una forchetta (leggermente infarinati) per creare il tipico decoro.

Gli gnocchi di semola sono pronti, a questo punto non vi rimane che cuocerli e condirli a piacere.

Io ho deciso di farli in brodo: ho mondato e lavato tutte le verdure (nel mio caso: finocchio, patata, carota, cipolla e pomodorini) e le ho fatte cuocere per circa 45-60 minuti con acqua molto abbondante, quindi ho eliminato le verdure.

Ho aggiunto sale e olio e cotto gli gnocchi direttamente nel brodo vegetale, scolandoli con una schiumarola man mano che venivano a galla.

Infine ho impiattato condendo con il brodo e tanto grana grattugiato!

Ed ecco qui i miei gnocchi di semola cotti, conditi e pronti per essere gustati.

Enzo Ferrari al Cavallino di Maranello e le sue ricette del cuore | La Cucina Italiana

Enzo Ferrari al Cavallino di Maranello e le sue ricette del cuore
| La Cucina Italiana

Si torna a parlare di Enzo Ferrari anche grazie a un film in uscita, e la mente corre subito al Ristorante Cavallino di Maranello, in provincia di Modena, un simbolo della leggenda Ferrari fin dal 1942, anno in cui furono rilevati i terreni di fronte alla fabbrica con la piccola casa colonica, dando vita alla mensa aziendale che poi diventò locale pubblico nel 1950. L’ingegnere Enzo Ferrari, che era nato a Modena nel 1898 e qui vi morì 90 anni dopo, riceveva i collaboratori al Cavallino, amando fermarsi a pranzo con i suoi ospiti e gli amici più stretti. Si concedeva sempre un pasto frugale e, solo nei fine settimana, un bicchiere di Lambrusco di fronte allo schermo accesso sul Gran Premio di Formula 1. Il Drake discuteva di strategie con i suoi uomini più fidati, parlava di attualità e si rilassava preferibilmente con tagliatelle e filetti, espressione di un menù della tradizione quasi interamente emiliana e senza alcun orpello.

I menù decisi da Enzo Ferrari

Che fossero al suo Cavallino o altrove, i pasti che Ferrari offriva ai propri ospiti riflettevano sempre le sue radici modenesi, delle quali era fiero e dalle quali non voleva discostarsi. Abbiamo per esempio traccia della “distinta” (un termine desueto che indica il menù) del cibo offerto dalla “Scuderia Ferrari ai suoi Piloti e Collaboratori” in occasione di una cena presso il Ristorante Cavaliere Arturo e Romeo Boninsegna di Modena nel 1931: Tortellini alla Modenese, Scaloppe e “Flam” all’italiana, Zampone di Modena “guernito”, Stracchino della Duchessa, Frutta di stagione, formaggi e Caffè con Sassolino Caselli, il tipico ammazzacaffè della provincia sud di Modena.

Oppure il menù di quella che presumibilmente era la cena di Natale dei dipendenti Ferrari presso lo storico Ristorante Fini di Modena, il 12 di dicembre 1964: galantina e polpettone (interessante vedere come, negli anni 60, le voci dei menù si fanno con le minuscole), tortellini in brodo, pollo e manzo bollito con salsa verde, zampone con purè di patate e fagiolini bianchi, formaggio grana e semifreddo al caffè, frutta e caffè. Bevande: lambrusco riserva secco, spumante brut, sassolino toschi.

Il povero Enzo Ferrari, molto spesso, di questi menù riusciva a gustarne solo il profumo perché tenuto in costante osservazione dai suoi medici; era tuttavia sua cura la soddisfazione del palato dei suoi ospiti. Anche per il giorno del proprio compleanno al Cavallino, dove (non è dato sapere l’anno esatto) il menù prevedeva: Tortellini Cavallino alla panna, Lasagne alla Cardinale, Zampone di Modena con fagiolini, Nodino di vitello con purè e verdure al forno, Torta del compleanno e caffè.

Le ricette del cuore di Enzo Ferrari

Pur amando tutta la cucina modenese, Enzo Ferrari aveva alcune ricette del cuore, come ha ricordato lo scrittore Franco Gozzi nel libro del 2021 Ferrari a tavola. Cibo, donne e motori del Drake, nei ricordi di Franco Gozzi (Fucina Editore). Il suo cuore palpitava al cospetto dei grandi primi di Modena, come i Turtloun ed ricòta (i tortelloni di ricotta), i Turtlein in brod (tortellini in brodo), le Taiadél al ragù (tagliatelle con ragù) e la Gramégna con la sulzéza (gramigna con la salsiccia).

Riportiamo qui, tratta dal libro, la ricetta dell’ultimo piatto, nella maniera che piaceva a Enzo Ferrari. La gramigna con la salsiccia è un piatto ricco e confortevole, piuttosto invernale, tra tutti forse il meno conosciuto fuori dai confini della città; è semplice da realizzare, ma solo se la materia prima è selezionata con cura.

Gramégna con la sulzéza (gramigna con la salsiccia)

Ingredienti per 4 persone

Per la pasta

400 g di pasta gramigna

Per il condimento

200 g di salsiccia
30 g di burro
1/4 di cipolla
1 bustina di zafferano
1 mestolo di brodo
formaggio Parmigiano Reggiano 24 mesi
sale e pepe

Procedimento

Far soffriggere la cipolla nel burro. Aggiungere la salsiccia spellata e sbriciolata. Unire il brodo con lo zafferano diluito, sale e pepe. Cuocere lentamente per 30 minuti.

Cuocere la pasta gramigna, scolarla e condirla con il sugo. “Innevare” con il parmigiano grattugiato.

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