Lunga, tonda, verde, gialla, rugosa, di Mantova o di Chioggia? Per ogni ricetta ci vuole la zucca giusta
Sarà il suo colore caldo che ricorda l’estate appena trascorsa oppure merito della sua versatilità: con la zucca si può preparare un intero menu dall’antipasto al dolce. Lunga, tonda, verde, gialla, rugosa. Di zucche la nostra Penisola è davvero prodiga. Ma come fare, in mezzo a tante varietà, a scegliere la zucca da usare in base alla nostra ricetta?
Quale zucca usare per il risotto?
Quale zucca per il risotto? Per un buon risotto è consigliata una zucca dalla polpa densa, povera di fibre e filamenti, quindi la migliore è la zucca detta “Cappello da prete” tipica della pianura reggiana e mantovana; ha la buccia che dal verde salvia tende al grigio. Molto simile, quindi anch’essa adatta al risotto, è la zucca “Marina di Chioggia”. Queste due zucche sono perfette per i risotti e per preparare il ripieno di due grandi primi della storia gastronomica italiana, i cappellacci di Ferrara e i tortelli di Mantova.
Equilibrare il gusto dolce della zucca
Come apprendiamo dalle ricette di questi due primi della tradizione, la dolcezza della zucca deve essere sempre equilibrata da un ingrediente acido oppure amaro. Nei cappellacci di Ferrara si utilizza la noce moscata e nei tortelli di Mantova amaretti e mostarda. Tutti i migliori piatti con la zucca hanno tra gli ingredienti qualcosa di acido o amaro: amaretti, mostarda, aceto, limone, radicchio. Oppure formaggi con aromi intensi come il Gorgonzola o il taleggio.
Quale zucca usare per le zuppe?
Con l’arrivo dell’autunno comincia a venir voglia di una calda zuppa. Per preparare la zuppa scegliamo la varietà “lunga” di Napoli o “napoletana”. Questa zucca ha forma cilindrica e un po’ allungata con un colore verde striato all’esterno e arancio all’interno. Questa tipologia si può mangiare nelle insalate, cotta al vapore o al forno. È perfetta anche per le preparazioni dei dolci.
Scegliere una zucca saporita
Che sia di Mantova, di Chioggia o di Napoli è fondamentale che la nostra zucca sia anche buona. Quando la zucca è intera come facciamo a capire se è saporita? Bisogna osservare la parte bassa opposta al picciolo. Proprio in quel punto, se la zucca è buona, noteremo un colore grigio bruno. Una volta comprata la zucca possiamo lasciarla intera anche per due mesi. Se invece la tagliamo e puliamo va consumata entro un paio di giorni.
In alto le nostre ricette per il risotto con la zucca!
La ricetta di questo plumcake soffice e a base di zucca viene dagli Stati Uniti così come questa festa. E saprà accontentare grandi e piccini
Halloween si sta avvicinando a grandi passi. Se state organizzando una festa per i vostri bambini e i loro amichetti, ma non sapete cosa cucinare per merenda, l’idea ve la suggeriamo noi: perché non sfornare un buonissimo pumpkin bread?
In italiano, potremmo tradurlo come “pane alla zucca” e sapete benissimo che la Jack O’ Lantern – la zucca dalle sembianze malvagie – è uno dei simboli di Halloween.
Ecco quindi nella nostra gallery qualche curiosità riguardo a questo plumcake soffice e delizioso e qui sotto, gli ingredienti e il procedimento per farlo in casa.
La ricetta del Pumpkin Bread, pane alla zucca
Ingredienti per 6 persone: 200 gr di farina 00 200 gr di zucchero 250 gr di polpa di zucca 2 uova intere 110 gr di burro 40 gr di acqua 2 cucchiaini di miele spezie (cannella, noce moscata, zenzero) sale e bicarbonato qb
Procedimento:
Per prima cosa, occorre cuocere la polpa di zucca: avvolgete i tocchetti di zucca nell’alluminio e cuoceteli in forno preriscaldato a 180° per 40 minuti. Una volta cotti, frullateli, al fine di ottenere una purea. Nel frattempo, passate all’impasto: mescolate la farina, lo zucchero e il burro e lavorateli con la frusta elettrica; poi aggiungete, una alla volta, le 2 uova. Infine, sempre lavorando con la frusta, la purea di zucca, l’acqua, il miele, le spezie, un pizzico di sale e di bicarbonato. Dovreste ottenere un composto cremoso, che verserete nello stampo da plumcake, precedentemente foderato di cartaforno. Infornate in forno preriscaldato a 180° per circa un’ora. Sfornate e servitelo a fette, ancora caldo, magari con una pallina di gelato alla vaniglia.
Da Anversa, in Belgio, la lista dei vincitori dei migliori 50 ristoranti del mondo, tra cui i nostri italianissimi Reale, Le Calandre, Piazza Duomo e Lido 84
Il cielo grigio e la pioggia che è scesa ad Anversa, nelle Fiandre, non hanno rovinato la festa di René Redzepi. È il Noma di Copenhagen infatti a essere stato decretato oggi il miglior ristorante al mondo nella classifica dei The World’s 50 Best Restaurants sponsorizzato da S.Pellegrino e Acqua Panna la cui premiazione è iniziata con un tributo dovuto a quattro grandi uomini della ristorazione scomparsi nell’ultimo anno: Pierre Troisgros, Albert & Michel Roux e Floyd Cardoz. Bene anche gli italiani: salgono i ristoranti Reale Casadonna di Niko Romito, Le Calandre di Max Alajmo, Piazza Duomo di Enrico Crippa e Lido84 di Riccardo Camanini – vincitore anche del premio Highest New Entry Award alla 15esima posizione.
Il podio di The World’s 50 Best Restaurants 2021
Primo il ristorante Noma di Copenhagen. Secondo il Geranium di Copenhagen. Terzo Asador Etxerbarri di Atxondo in Spagna. Tra gli altri premi assegnati: Pastry chef Award a Will Goldfarb; The World’s Best Female Chef 2021 Pia Leòn; Chef’s Choice Award Victor Arguinzoniz; Highest New Entry Award Lido 84; Art of Hospitality Steirereck; Icon Award Dominique Crenn; Best Restaurant in North America: Pujol – Messico City; Best Restaurant in Asia: Odette – Singapore; Best Restaurant in South America: Central – Lima Perù.
The World’s 50 Best Restaurant 2021: Noma, Copenhagen
L’Italia ai 50 Best 2021
Grande ascesa per gli italiani con il quindicesimo posto (la più alta new entry dell’anno) al Lido 84 guidato dai fratelli Camanini a Gardone Riviera (Bs), il diciottesimo conquistato da Enrico Crippa al Piazza Duomo di Alba (Cn), il ventiseiesimo de Le Calandre della famiglia Alajmo a Rubano (Pd) e il ventinovesimo assegnato a Reale Casadonna di Castel di Sangro (Aq), chef Niko Romito. Premiata anche Viviana Varese con il Champion of Change.
La classifica
E tanta strada è stata fatta anche da questo premio nato nel 2002 da un sondaggio della redazione della rivista inglese Restaurant. Il primo a vincere quella che negli anni è diventata la più prestigiosa classifica mondiale fu El Bulli di Ferran Adrià in Catalogna. Da lì è stato un susseguirsi di appuntamenti annuali (unico rimandato quello del 2020 a causa del Covid) che hanno assunto un’importanza sempre maggiore decretando il successo indiscusso di questa notte degli Awards della ristorazione. E negli anni il premio è diventato anche itinerante spostandosi da Londra per raggiungere sempre una sede diversa: New York, Sidney, Singapore, San Sebastian, Anversa.
A decretare la classifica, ancora una volta, un migliaio di votanti sparsi in tutto il mondo, suddivisi tra giornalisti gastronomici, chef internazionali, e gastroturisti che compongono la The World’s 50 Best Restaurants Academy. L’Academy, bilanciata dal punto di vista del genere, comprende 26 regioni separate in tutto il mondo, ognuna delle quali conta 40 membri incluso un presidente. Nessuno sponsor dell’evento ha influenza sul processo di votazione. Nei cento migliori al mondo, tra gli italiani, anche il ristorante Uliassi di Senigallia (52 esimo) guidato da Marco e Catia Uliassi e il St. Hubertus di San Cassiano con lo chef Norbert Niederkofler (54 esimo).
Nel Wall of fame degli chef numeri 1 al mondo nella The World’s 50 Best fino al 2019 e non più soggetti a votazione ci sono invece: El Bulli (Spagna), The French Laundry (Usa), Tha Fat Duck (Uk), Noma (Danimarca), El Celler de Can Roca (Spagna), Eleven Madison Park (Usa), Osteria Francescana (Italia) e Mirazur (Francia).
The World’s 50 Best Restaurants 2021: la classifica dei vincitori
1 Noma – Copenhagen Danimarca 2 Geranium – Copenhagen Danimarca 3 Asador Etxerbarri – Atxondo Spagna 4 Central – Lima Perù 5 Disfrutar – Barcellona Spagna 6 Frantzèn – Stoccolma Svezia 7 Maido – Lima Perù 8 Odette – Singapore 9 Pujol – Messico City 10 The Chairman – Hong Kong Cina 11 Den – Tokyo Giappone 12 Steirereck – Vienna Austria 13 Don Julio – Bueons Aires Argentina 14 Mugaritz – San Sebastian Spagna 15 Lido 84 – Gardone Riviera 16 Elkano – Getaria Spagna 17 A casa do Porco – San Paolo Brasile 18 Piazza Duomo – Alba 19 Narisawa – Tokyo Giappone 20 Diverxo – Madrid Spagna 21 Hisa Franko – Kobarid Slovenia 22 Cosme – New York 23 Arpége – Parigi 24 Septime – Parigi 25 White Rabbit – Mosca 26 Le Calandre – Rubano 27 Quintonil – Mexico City Messico 28 Benu – San Francisco 29 Reale – Castel di Sangro 30 Twins Garden – Mosca 31 Restaurant Tim Raue – Berlino Germania 32 The Clove Club – Londra 33 Lyle’s – Londra 34 Burnt Ends – Singapore 35 Ultraviolet by Paul Pairet – Shanghai Cina 36 Hof Van Cleve – Kruishoutem Belgio 37 Singlethread – Healdsburg Usa 38 Boragò – Santiago Cile (premio sostenibilità) 39 Florilége – Tokyo Giappone 40 Suhring – Bangkok Tailandia 41 Alléno Paris Au Pavillon Ledoyen – Parigi Francia 42 Belcanto – Lisbona Portogallo 43 Atomix – New York Usa 44 Le Bernardin – New York Usa 45 Nobelhart & Schmutzig – Berlino Germania (new entry) 46 Leo – Bogotà Colombia 47 Maaemo – Oslo Norvegia 48 Atelier Crenn – San Francisco 49 Azurmendi – Larrabetzu Spagna 50 Wolfgat – Paternoster South Africa (new entry)