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» Torta diplomatica – Ricetta Torta diplomatica di Misya

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Innanzitutto preparate le sfoglie: disponete la pasta sfoglia sulla teglia rivestita di carta forno, dividetela a metà e allontanate le due parti tra di loro (in modo che non si uniscano di nuovo in cottura).
Bucherellate la superficie con una forchetta, spennellate con del latte, spolverizzate con poco zucchero a velo e cuocete per 15 minuti o fino a doratura in forno ventilato preriscaldato a 200°C.

Lasciate raffreddare le sfoglie, e nel frattempo preparate la crema: mescolate zucchero e tuorli, quindi incorporate la vaniglia, poi la farina e infine il latte, che avrete scaldato con la buccia di limone.

Fate cuocere, mescolando costantemente, fino ad ottenere una crema densa, quindi eliminate la buccia di limone, coprite con pellicola a contatto e lasciate raffreddare.

Al momento di assemblare la torta, ricordatevi di bagnare velocemente i savoiardi nell’alchermes.

Assemblate la torta: disponete una sfoglia su un piatto da portata, copritela con metà della crema e create poi uno strato di savoiardi bagnati di alchermes.
Aggiungete un secondo strato di crema e concludete con la seconda sfoglia.

La torta diplomatica è pronta: comprimete delicatamente per far aderire gli strati, decorate con zucchero a velo e conservate in frigo fino al momento di servirla.

Ricerche frequenti:

» Biscotti di San Martino

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Mettete tutti gli ingredienti secchi (farina, zucchero, cannella, semi di anice, lievito) in una ciotola e mescolate, quindi aggiungete il burro a tocchetti e iniziate ad amalgamare, infine incorporate gradualmente l’acqua tiepida.

Una volta ottenuto un panetto compatto dividetelo in 20 pezzetti uguali (circa 45-50 g di peso) e, prendendone uno per volta, create un cordoncino e avvolgetelo su se stesso in maniera un pochino obliqua per creare una girella che sia un pochino a cupola.

Man mano che sono pronti, disponete i biscotti sulla teglia rivestita di carta forno, un po’ distanziati tra loro, e lasciateli crescere per 1 ora o fino al raddoppio in un posto caldo, quindi infornate in forno statico preriscaldato a 200°C e cuocete per 15 minuti, poi abbassate la temperatura a 160°C e cuocete ancora per altri 20 minuti.

I biscotti di San Martino sono pronti: lasciateli raffreddare prima di servirli.

Scheletri, mostri, zucche e… Sangue di Giuda

Scheletri, mostri, zucche e... Sangue di Giuda

Una delle feste americane più divertenti ha origini nell’Irlanda cattolica e si rifà a una tradizione celtica, quando a fine ottobre si celebrava la fine dell’estate e i raccolti ottenuti. I colori simbolo della festa sono l’arancione, che richiama la mietitura e la fine dell’estate, e il nero, cioè il buio dell’inverno. Il 31 ottobre, giorno di Halloween (la parola deriva probabilmente da All Hallows Eve, ovvero la notte di Ognissanti) per i Celti era un giorno magico: rappresentava non solo la transizione tra due stagioni, ma anche un momento in cui erano annullate le barriere tra i vivi e i morti e gli spiriti potevano tornare sulla terra. Per sfuggirli, gli abitanti dei villaggi si mascheravano in modo spaventoso.

La festa oggi ha preso piede anche in Italia dove orde di bambini, travestiti da streghe, scheletri e mostri, suonano alle porte gridando “dolcetto o scherzetto” e ricevono caramelle, biscotti e cioccolata. Spesso i bambini sono accompagnati da un genitore che vigila a distanza: non sarebbe una cattiva idea fare un regalino anche al paziente custode, tanto più che in Italia c’è il vino perfetto per l’occasione.

Il rosso di Halloween

Uno dei vini più tipici dell’Oltrepò Pavese, grande regione vinicola a sud di Milano, è il Sangue di Giuda, un nome perfetto per candidarlo a pozione ideale di Halloween. L’origine di un nome così curioso si deve in parte al suo colore rosso rubino e in parte a una leggenda. Pare che Giuda, dopo la morte, si fosse molto pentito di avere tradito Gesù che lo avrebbe fatto resuscitare, imponendogli di compiere un’azione tanto buona da meritare il suo perdono. Giuda sarebbe ricomparso sulla terra a Broni, un piccolo paese dell’Oltrepo, dove un’epidemia aveva colpito gravemente la viticoltura locale. Il saggio del paese aveva predetto che solo un sacrificio di sangue avrebbe salvato le viti e Giuda decise di offrirsi come vittima. Quando il capo del villaggio stava per levare il coltello contro Giuda fu trattenuto da una forza oscura e non riuscì a portare a termine il sacrificio. Ma le vigne, di colpo, tornarono rigogliose e cariche di frutti. Gli abitanti di Broni, per ringraziare Giuda, gli dedicarono il nome del vino rosso dolce che producevano.

Il Sangue di Giuda è a base dei vitigni locali croatina, barbera, uva rara e vespolina. Ha un colore rosso rubino carico con riflessi violacei e un profumo intenso e fragrante di frutta fresca e spezie; all’assaggio è dolce, di buon corpo e buona persistenza. Provatelo con i dolci al cioccolato, ma anche con i biscotti di Halloween.

Quali assaggiare

Oltrepo Pavese Sangue di Giuda Fior del vento Andrea Picchioni

Oltrepo Pavese Sangue di Giuda Acqua calda Quaquarini

Oltrepo Pavese Sangue di Giuda Siliquastro Mon Carul

Oltrepo Pavese Sangue di Giuda Costiolo Conte Vistarino

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