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Ricetta Tonno di coniglio e giardiniera

Ricetta Tonno di coniglio e giardiniera

PER IL TONNO DI CONIGLIO

Step 1

Portate sul fuoco una capiente casseruola di acqua con il sedano, la cipolla bionda, la carota a tocchi e una presa di sale; al bollore unite le cosce di coniglio e cuocetele per 1 ora. Infine spegnete e lasciatele raffreddare nel brodo.

Step 2

Spolpate infine il coniglio, rimettetelo nella casseruola, vuota; copritelo a filo con olio, unite qualche spicchio di aglio e rosmarino e salvia in abbondanza. Riportate sul fuoco al minimo e lasciate cuocere per 30 minuti a 50‑60 °C al massimo. Spegnete e lasciate il coniglio immerso nell’olio.

PER LA GIARDINIERA

Step 3

Raccogliete in un’ampia casseruola 1 litro di acqua, il vino bianco, l’aceto, lo zucchero, 50 g di sale fino, 2 foglie di alloro e qualche grano di pepe nero; portate a ebollizione.

Step 4

Mondate le verdure e riducetele a tocchi, tenendole separate. Cuocetele separatamente nella soluzione agra, partendo dal sedano e lasciando per ultime le cipolle. Scolatele ancora croccanti, in una ciotola. Servite il coniglio con la giardiniera.

Step 5

Abbinamento vino: la delicatezza di questa carne si accorda con un vino bianco prodotto in una zona fresca. Una piacevole scoperta è il Flum Bianco 2020 di Terre di Plovia, mix di chardonnay, friulano e il raro vitigno locale Sciaglin, che nasce ai piedi delle Alpi Carniche e ha un gusto morbido che ricorda i frutti bianchi, il miele e le spezie dolci. 19 euro, albinoarmani.com

Ricetta: Dario Pisani, Foto: Chiara Cadeddu, Styling: Beatrice Prada

Ricetta Risotto alle melanzane con crema di provolone

Ricetta Risotto alle melanzane con crema di provolone

Il risotto alle melanzane con crema di provolone è un primo piatto vegetariano e senza glutine, che rispetta la stagionalità delle materie prime. 

Abbiamo usato delle melanzane perlina, frutto di incroci convenzionali con caratteristiche simili a quelle della melanzana baby, è presente sul mercato dal 2000. Lunga poco più di dieci centimetri, ha buccia molto sottile (non serve eliminarla) e polpa compatta, meno spugnosa delle altre varietà, che assorbe poco olio in cottura; quasi priva di semi, è dolce, senza il finale amarognolo. Il Provolone del Monaco Dop è un saporito formaggio a pasta filata stagionato, tipico della Penisola Sorrentina. In alternativa si può usare un caciocavallo, sempre stagionato.

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Granchio blu: cos’è e perché è pericoloso (ma molto buono!)

La Cucina Italiana

Vaga nei nostri mari dal 2008: è a questa data che risale il primo avvistamento del granchio blu. I pescatori lo hanno trovato nelle acque della Basilicata, ma poi si è spostato e ormai ha colonizzato diverse coste italiane, dalla Toscana al Veneto. Tutti, però, ne parlano ora. Il motivo è che con il decreto legge Omnibus il governo ha messo a disposizione 2,9 milioni di euro per i consorzi e le imprese specializzate, affinché lo catturino, ne contengano la diffusione, e mettano la parola «fine» – questa è la speranza – a una delle più pericolose minacce al nostro ecosistema marino.

Cos’è il granchio blu

Il «Callinectes sapidus», questo il nome scientifico del granchio blu, non appartiene al nostro ecosistema: è arrivato in Italia dall’Atlantico attraverso i cargo, ed è molto aggressivo. È considerato il «killer dei mari» perché è onnivoro: mangia vongole, cozze, crostacei, qualsiasi tipo di pesce si ritrovi a tiro, specie gli avanotti (cioè i pesci appena nati), e le uova. Rovina anche le reti dei pescatori. Un danno enorme, ambientale ed economico: Fedagripesca-Confcooperative stima che il granchio blu abbia creato un buco di 100 milioni di euro. «Il granchio blu sta mettendo a rischio la sopravvivenza di uno dei luoghi più importanti per la produzione di vongole in tutta Europa. Milioni di euro di prodotto andati in fumo, anzi, divorati da questi granchi “stranieri”», ha dichiarato riferendosi al Delta del Po Paolo Tiozzo, co-presidente dell’Alleanza delle Cooperative Pesca. Una stangata che mette in ginocchio un settore già in serie difficoltà perché i pesci  – a prescindere dal granchio blu – sono sempre meno: la domanda ormai supera l’offerta, che non può ulteriormente aumentare perché abbiamo esagerato. Lo dice la Fao, riportando che il 66% dei mari è sfruttato al massimo e il 33% è sovrasfruttato.

Quanto diventa grande il granchio blu?

Affrontare la sfida del granchio blu per questo diventa prioritario, ed è una sfida molto complessa anche perché è una specie in grado di adattarsi perfettamente all’ambiente e soccomberlo: resiste dai 3 ai 35 gradi, praticamente a ogni tipo di mare (o quasi), si adatta all’acqua dolce (tollera salinità inferiori al tre per mille) così come a quella salmastra, si riproduce molto velocemente, e molto velocemente cresce. Misura fino a a 15 cm di lunghezza e 25 cm di larghezza, arriva fino a un chilo di peso e ha delle chele e delle zampe lunghe e forti che gli consentono di catturare rapidamente le prede e altrettanto rapidamente di muoversi.

Come si cucina il granchio blu

I Paesi in cui è diffuso da tempo, sulla Costa Atlantica degli Stati Uniti, considerano il granchio blu una specie da tutelare, tanto che non si può pescare al di sotto di una determinata grandezza. Inoltre lo mangiano abitualmente, normalmente lessato e poi fatto in insalata. Se fosse questa la soluzione? Secondo Coldiretti è una via possibile, e per darne la dimostrazione ha organizzato una manifestazione a Jesolo proponendo diversi piatti preparati con il granchio blu, dall’antipasto al dolce, mostrando che è particolarmente versatile: si può usare nello stesso modo del granchio grande atlantico (il King Grab)

Quanto costa un chilo di granchio blu

In effetti il granchio blu è buono: ormai lo usano diversi chef (Chiara Pavan, chef di Venissa a Venezia ne è un esempio) e chi scrive lo ha assaggiato, in preparazioni casalinghe con gli spaghetti e le bruschette (ci sono alcuni marchi che vendono la polpa di granchio blu anche al supermercato). La differenza di gusto rispetto al granchio grande atlantico (il classico King Grab) non è notevole. Il prezzo però è inferiore: il granchio blu costa circa 10 euro al chilo, mentre il King arriva ai 15. Il punto, però, è che secondo gli esperti pescare il granchio blu per mangiarlo non basterà, perché solo gli esemplari grandi sono adatti alla cucina, mentre i piccoli non si riescono a vendere. 

Ricerche frequenti:

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