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35 ricette con la zucca eccezionali per un autunno speciale

La Cucina Italiana

Autunno: è l’ora di sbizzarrirsi con le ricette con la zucca, l’ortaggio che si è trasformato in carrozza per Cenerentola e in passe-partout per chi ama i fornelli.

Buona nella pasta, nel risotto, nelle zuppe e nelle vellutate, la zucca è perfetta anche da sola. Dolcezza, consistenza intensa e aroma si fondono in un ingrediente di cui non possiamo fare a meno. L’avete comprata? Bene, ora vi diciamo noi come cucinarla, grazie a queste 35 ricette con la zucca buone per tutti. Antipasti, primi, contorni e dolci: potete utilizzarla davvero dove volete. Leggete i nostri suggerimenti e poi scovate la ricetta giusta per voi nella gallery a fondo pagina.

Ricette con la zucca per ogni portata

Antipasti con la zucca

Uno degli antipasti autunnali più invitanti è proprio a base di zucca, magari accompagnata da un buon tagliere di formaggi. Tra le preparazioni più indicate troviamo la tempura (qui tutti i segreti per la pastella perfetta) che donerà leggerezza e una spinta croccante al nostro impasto. L’ideale è scegliere questa soluzione se non si deve preparare in anticipo: questo tipo di frittura deve essere gustata appena tolta dalla padella. Se volete prepararla al forno invece, gratinatela con pane grattugiato, burro e un pizzico di parmigiano. Per evitare che si bruci, però, aggiungete gli altri ingredienti solo quando la zucca sarà a metà della sua cottura (si consiglia un totale di 35/40 minuti a 180°C).

Primi con la zucca

Risotti, paste secche o paste ripiene: la zucca si sposa alla perfezione anche con i più classici primi. E le varianti di ciascuno non mancano. Vi piace l’idea di preparare un bel risotto? Vi proponiamo tante ricette che potete leggere nel nostro articolo sul Risotto alla zucca. Preferite la pasta? Qui trovate 15 ricette buone per Halloween e non soltanto. Per non parlare, poi, dei tortelli di zucca: trovate la ricetta perfetta, cucinata nella nostra cucina di redazione, cliccando sul link. E infine, come dimenticarsi delle creme o delle vellutate: arancioni, dolci, belle da vedere e buone da mangiare, un vero toccasana per lo stomaco ma anche per il cuore. Guardate il nostro articolo Crema di zucca, ma diversa dal solito per scoprire 5 varianti di gusto tutte buonissime.

Contorni con la zucca

Questa volta partiamo dalla preparazione al forno. Potrete realizzare un contorno molto scenografico con della zucca mantovana tagliata a fette con tutta la sua buccia, infornata a 180° per 40 minuti e arricchita con olio extravergine d’oliva, timo e semi misti. Per friggerla e accompagnarla a un secondo leggero di carne o pesce, potreste invece ispirarvi a un’antica ricetta lombarda. Qui la zucca si priva della buccia, si taglia a fette sottili e si mette sul fuoco con del latte, nella quantità necessaria a coprirla. Dopo averla cotta per 4 minuti, si scola e si fa raffreddare. A questo punto si passerà nell’uovo sbattuto e nel pangrattato e si friggerà nel burro fino a doratura.

Dolci con la zucca

Eh sì. Questo magico ingrediente si presta alla creazione di dolci sfiziosi; anche da solo. Per la versione dolce fritta, friggete delle fettine di zucca mondata in abbondante olio di semi di girasole. Asciugatele con della carta assorbente e spolveratele generosamente di zucchero a velo. In forno, invece, le stesse fette dovranno essere disposte su della carta da forno con un po’ di burro. A metà cottura, le spalmeremo con mezzo cucchiaino di miele a fetta per glassare.

35 idee a base di zucca

Cosa fare con il resto della zucca che avete comprato? Non preoccupatevi, abbiamo almeno 35 idee. Nella gallery in basso la nostra raccolta di ricette per preparare terrine, risotti, vellutate, torte, ravioli e dolci vari.

50 Top Pizza 2023: ecco le migliori pizzerie del mondo

La Cucina Italiana

La pizza è per tutti, e di tutti. Per questo 50 Top Pizza World, la classifica delle migliori pizzerie del mondo, ogni anno è tra le più attese dagli appassionati oltre che dagli addetti ai lavori. C’erano sia i primi che i secondi al Teatro di Corte di Palazzo Reale a Napoli dove è appena svelato il primo della lista 2023. Anzi i primi due: sono, ex aequo, 10 Diego Vitagliano di Napoli e Francesco Martucci de I Masanielli di Caserta

Due giganti: Vitagliano è presenza fissa nelle grandi guide e ha capitanato la 50 Top Pizza Italia di quest’anno. Martucci, invece, è al primo nella 50 Top Pizza World da ben cinque anni. Ma sul palco entrambi sono saliti come fosse la prima volta, con l’emozione negli occhi e quella soddisfazione di chi ce l’ha fatta con le proprie mani.

50 top Pizza World 2023: il podio e la top ten

La stessa soddisfazione letta negli occhi di Anthony Mangeri, di Una Pizza Napoletana a New York: il primo nella 50 Top Usa 2023, che scorso anno ha anche diviso il podio di 50 Top Pizza World ex aequo con Francesco Martucci. Terzo posto, a grande sorpresa, una pizzeria di un pizzaiolo brasiliano a Barcellona: Sartoria Panatieri.

50 top Pizza World 2023: le prime dieci posizioni

Al quarto posto The Pizza Bar in 38th di Tokyo, mentre al quinto c’è Simone Padoan de I Tigli di San Bonifacio (Verona). Seguono, dal sesto posto al decimo, Seu Pizza Illuminati di Roma, 50 Kalò di Napoli di Ciro Salvo, Bottega di Pechino, 180 g Pizzeria Romana di Roma e I Masanielli di Sasà Martucci a Caserta.

50 top Pizza: come vengono decretati i vincitori

La classifica è frutto degli assaggi di ispettori sparsi in ogni angolo del mondo, che visitano le pizzerie in anonimato, e poi le giudicano in base agli impasti, ai topping, al servizio, alle bevande in abbinamento, e anche alla sostenibilità complessiva dell’offerta. Danno a ciascuna voce un voto: in una prima fase determinano le classifiche relative ai vari Paesi (inclusa l’Italia)  e nella seconda la classifica mondiale in cui rientrano 100 pizzerie (trovate l’intera classifica alla fine dell’articolo). Ci sono poi anche i premi speciali, molti dei quali quest’anno sono stati assegnati agli stranieri.

La prova che ormai una buona pizza si può mangiare ovunque nel mondo, a New York così come a Brasilia, passando per Tokyo e Hong Kong, in ristoranti di italiani e non solo. Pizzaioli che con il loro lavoro hanno abbattuto ogni stereotipo e contribuito a riabilitare la nobile professione del pizzaiolo. Una professione nata a Napoli per offrire un cibo di strada nutriente e corroborante a pochi, pochissimi soldi, a chi non poteva che permettersi un impasto di farina e acqua ripieno di pomodoro e mozzarella. Una tradizione popolare che ora è (anche) un business mondiale. 

50 Top Pizza World 2023: la classifica completa

  1. I Masanielli di Caserta e 10 Diego Vitagliano
  2. Una Pizza Napoletana a New York
  3. Sartoria Panatieri, Barcellona
  4. The Pizza Bar in 38th, Tokyo
  5. I Tigli, San Bonifacio (Verona)
  6. Seu Pizza Illuminati, Roma
  7. 50 Kali di Napoli di Ciro Salvo
  8. Bottega, Beijing
  9. 180 g Pizzeria Romana, Roma
  10. I Masanielli di Sasà Martucci, Caserta
  11. Razza Pizza Artigianale, Jersey City
  12. Francesco e Salvatore Salvo, Napoli
  13. Bast, Copenaghen
  14. 50 Kalò, Londra
  15. Dry Milano 15
  16. Cambiamenti, Caserta
  17. Via Toledo Enopizzeria, Vienna
  18. Ken’s Artisan Pizza Portland
  19. Tony’s, San Francisco
  20. La Notizia, Napoli
  21. Pizzeria Bianco, Phoenix
  22. Ribalta, New York 
  23. Pizzeria Peppe Napoli, Tokyo
  24. Confine, Milano 24
  25. O Munaciello, Miami
  26. Le Grotticelle, Cagggiano
  27. Carlo Sammarco, Aversa 
  28. Jay’s, Kenmore (Usa)
  29. Pepe in Grani, Caiazzo (Caserta)
  30. La Cascina dei Sapori – Rezzato
  31. Apogeo, Pietrasanta
  32. Pizza Sul, Fürth (Germania)
  33. Song’E Napule, New York
  34. Denis, Milano 
  35. Bob Alchimia e Spicchi, Montepaone (Catanzaro)
  36. Allegrìo, Roma
  37. Pizzeria Da Lionello, Succivo (Caserta)
  38. Ti Amo, Buenos Aires
  39. 400 gradi, Lecce
  40. Pupillo Pura Pizza, Frosinone – 40
  41. 48h Pizza e Gnocchi, Melbourne
  42. Fratelli Figurato, Madrid
  43. Fiata, Hong Kong
  44. Via Toledo, Dubai
  45. Forza, Helsinki
  46. Napoli on the road, Londra
  47. Dante’s Pizza Napoletana, Auckland
  48. nnea Amsterdam
  49. Massilia, Bangkog
  50. La Ballerina, Barcellona 

Rompere il ciclo della plastica in agricoltura si può?

La Cucina Italiana

Dobbiamo parlare del ciclo della plastica. I prodotti in plastica sono diventati uno strumento comodo in molti settori della vita, anche nell’agricoltura. La plastica viene utilizzata per qualsiasi cosa, dai vassoi per le piantine ai tubi per l’irrigazione, dai contenitori per i pesticidi ai sacchi per il mangime del bestiame. Tuttavia, la sua proliferazione ha portato a crescenti problemi ambientali che minacciano la salute del suolo, la qualità dell’acqua e il benessere umano.

Rompere il ciclo della plastica

Alla fine del 2021, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) ha pubblicato un importante rapporto che valuta l’uso della plastica in agricoltura. Il rapporto ha calcolato che, nel 2019, le catene di valore agricole hanno utilizzato 12,5 milioni di tonnellate di prodotti in plastica nella produzione vegetale e animale e 37,3 milioni di tonnellate negli imballaggi alimentari.

«Abbiamo stimato che i settori della produzione vegetale e dell’allevamento hanno contribuito insieme con 10 milioni di tonnellate, seguiti dalla pesca e dall’acquacoltura con 2,1 milioni di tonnellate e dalla silvicoltura con 0,2 milioni di tonnellate», ha dichiarato Richard Thompson, Specialista FAO in materie plastiche e sostenibilità agricola e uno degli autori del rapporto. «La domanda mondiale di pellicole per serre, pacciamatura e insilamento dovrebbe aumentare di circa il 50% entro il 2030», ha aggiunto.

La vita ultraterrena delle plastiche agricole

Ma dove va a finire tutta questa plastica una volta che ha esaurito il proprio scopo? I dati esistenti indicano che solo una piccola parte della plastica agricola viene raccolta e riciclata, mentre la maggior parte viene interrata o messa in discarica, con conseguenti impatti negativi sugli ecosistemi, sulla biodiversità e sulla salute umana.

È allarmante che molte plastiche non vengano smaltite affatto. Un buon esempio sono le pellicole per la pacciamatura, che gli agricoltori usano comunemente per coprire il terreno e aiutare a regolare la temperatura, conservare l’umidità e sopprimere la crescita delle erbe infestanti. Queste pellicole possono essere difficili da recuperare dopo il raccolto e spesso lasciano residui di plastica nel terreno che causano erosione, riduzione dell’infiltrazione dell’acqua e diminuzione dell’attività microbica.
Le plastiche abbandonate tendono a degradarsi in particelle più piccole, note come microplastiche. Le microplastiche possono accumularsi nel suolo e danneggiare gli organismi benefici, come i lombrichi e i funghi micorrizici, essenziali per la salute del suolo e la crescita delle piante. Possono anche trasferirsi e accumularsi nelle catene alimentari, minacciando la sicurezza alimentare e potenzialmente la salute umana.  
Secondo Lev Neretin, responsabile FAO del programma Bioeconomia per l’alimentazione e l’agricoltura sostenibili, «dobbiamo monitorare meglio le quantità di prodotti in plastica che vengono utilizzati e che si disperdono nell’ambiente e promuovere modelli più responsabili in agricoltura, come la bioeconomia sostenibile e circolare».

Potenziale della bioeconomia

La bioeconomia sostenibile e circolare – basata sull’uso responsabile ed efficiente di risorse biologiche rinnovabili come piante, alghe, funghi e batteri – offre soluzioni promettenti per migliorare la sostenibilità della plastica utilizzata in agricoltura.
A monte, in alcuni casi potrebbe essere semplice eliminare la plastica: ad esempio utilizzando colture di copertura e residui vegetali come la paglia al posto dei pacciami di plastica. Ma si potrebbe anche passare all’utilizzo di plastiche a base biologica, che sono interamente o parzialmente prodotte da risorse biologiche. Le plastiche biobased possono essere meno tossiche e avere un’impronta ambientale e di carbonio inferiore rispetto alle loro equivalenti a base di petrolio. Tuttavia, permangono alcuni problemi legati ai costi, alla separazione dei rifiuti, alla biodegradabilità e alla compostabilità delle plastiche biobased.
Per questo motivo le opzioni biodegradabili e compostabili – quelle che possono essere scomposte da microrganismi presenti in natura come batteri e funghi – sono ancora raccomandate per alcuni sistemi agricoli e operazioni di pesca, soprattutto quando la plastica non può essere evitata, ovvero non può essere sostituita con materiali riutilizzabili o più durevoli e non può essere facilmente recuperata.
Guardando più a valle, il biorisanamento – in cui organismi viventi come piante e batteri vengono utilizzati per ridurre la contaminazione da microplastiche e altri inquinanti – è un esempio innovativo di una promettente applicazione della bioeconomia che può aiutarci ad affrontare l’inquinamento. Diversi studi hanno confermato che alcuni microrganismi e piante possono rimuovere micro e nanoplastiche dal suolo o dall’acqua.

Cosa sta facendo la FAO

Dato che molti rifiuti di plastica possono essere attribuiti ai sistemi agroalimentari, la FAO sta progettando soluzioni e sostenendo i governi nella gestione sostenibile delle plastiche agricole. Un buon esempio è il progetto Financing Agrochemical Reduction and Management (GEF FARM), finanziato dal Fondo Globale per l’Ambiente, attraverso il quale la FAO sta sostenendo il Kenya e l’Uruguay nel rafforzare le politiche e i quadri normativi per ridurre e migliorare la gestione dei prodotti agrochimici e delle materie plastiche utilizzate in agricoltura.

Nel settore della pesca, il programma GloLitter Partnerships, che la FAO conduce insieme alla Norvegia e all’Organizzazione Marittima Internazionale, assiste i Paesi in via di sviluppo, compresi i piccoli Stati insulari in via di sviluppo (SIDS) e i Paesi meno sviluppati (LDC), nell’identificare le opportunità per la prevenzione e la riduzione dei rifiuti marini. Il programma sostiene il rafforzamento delle capacità, le riforme politiche e istituzionali, le misure di gestione dei rifiuti portuali, la prevenzione dello scarico degli attrezzi da pesca e l’incremento dei partenariati pubblico-privato e delle migliori pratiche.

All’orizzonte

Con la plastica in cima all’agenda ambientale, la FAO sta sostenendo i Paesi nelle delibere in corso del Comitato intergovernativo di negoziazione per sviluppare un trattato giuridicamente vincolante per porre fine all’inquinamento da plastica. La FAO sta anche assumendo un ruolo guida a livello mondiale per sviluppare un nuovo Codice di Condotta Volontario sull’uso sostenibile della plastica in agricoltura.

Nel frattempo, anche noi possiamo fare la nostra parte. Esistono molte soluzioni innovative e creative per affrontare l’inquinamento da plastica e il suo impatto sulla salute umana e ambientale. 

Fonte Fao

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