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Gelaterie a Roma: cono o coppetta in 10 indirizzi top

Gelaterie a Roma: cono o coppetta in 10 indirizzi top

Artigianali, attente alle intolleranze e gourmet, le gelaterie di Roma sono una fresca scoperta a base di frutta, creme e gusti salati. Ecco dove andare per mangiare un gelato davvero buono

Quando sale la temperatura, la voglia di gelato scatta prepotentemente e non si può non darle ascolto. Tuttavia è difficile orientarsi a Roma, una città in cui le gelaterie negli ultimi anni hanno aperto più o meno al ritmo dei negozi di sigarette elettroniche. Fra gelaterie storiche, brand che si sono imposti come sinonimo di buoni prodotti e piccole realtà artigianali che lavorano bene, ecco una piccola guida per trovare il cono più gustoso e soddisfare il desiderio più fresco dell’estate.

Fatamorgana

Finalmente una donna, Maria Agnese Spagnuolo, a capo di una gelateria che ha conquistato Roma a buon diritto: ben sette punti vendita, pochi gusti ma semplici, con qualche picco di creatività come la Baklava e grandi cavalli di battaglia come il gusto cheesecake e il Bacio del principe (bacio e nocciola insieme). Qualcuno potrebbe lamentarsi che i gelati non sono di grandi dimensioni, ma in compenso il gusto ci guadagna, insieme alla qualità della materia prima rigorosamente naturale. Molto buona anche la cialda utilizzata per i coni.

Gelateria dei Gracchi

Tutto inizia in via dei Gracchi, anche se poi si segnalano le aperture di viale Regina Margherita, via di Ripetta e via San Pantaleo. Anima di questa gelateria è Alberto Manassei, mastro gelataio che ama le cose semplici ma ben fatte. Pochi picchi di creatività, quindi, ma solide basi per un gelato che non lascia delusi. Attenzione ai colori per gli intolleranti: bianco con latte, blu senza, giallo con uova. Non vi perdete il pistacchio di Bronte (c’è chi pensa che sia il migliore della città), ma anche la gianduia con nocciole intere dice la sua.

Claudio Torcè

Claudio Torcè ci mette il nome e anche la faccia. D’altra parte è riconosciuto come uno degli artisti del gelato capitolino, nonché maestro di altri colleghi sparsi per le vie della capitale. Il posto più indicato per assaggiare le sue creazioni è via dell’Aeronautica, in zona Laurentina, dove si trova il laboratorio principale, da cui partono i gusti per il punto vendita di viale Aventino. Ridimensionatosi dopo aver aperto 8 punti vendita (ha dichiarato in un’intervista al Gambero Rosso che “il gelato non è replicabile all’infinito”), Torcè ha appena affrontato un importante restyling, sia del logo che dei contenuti e in particolare del gelato, che ha dovuto ribilanciare per rispondere alla sua scelta di campo di sostituire lo zucchero con il fruttosio e latte e panna solo con prodotti ad alta digeribilità, per venire incontro a tutti.

La Gourmandise

Siamo in zona Monteverde, quartiere che riserva non poche chicche gastronomiche. Fra queste il gelato di questo pesarese trasferito a Roma, Dario Benelli, che si diverte a inventare gusti innovativi e fa un utilizzo intelligente delle spezie come lo zafferano, il finocchietto o la noce moscata, per dare un tocco originale e classico allo stesso tempo. Per venire incontro agli intolleranti, si utilizza latte di capra oppure in alternativa ci sono i gusti senza latte, inoltre la maggior parte dei gusti sono gluten free.

Neve di Latte

La novità è che ha aperto il secondo punto vendita a Prati, vicino a piazza Cavour, mentre la sede a due passi dal Maxxi rimane un punto di riferimento per chi volesse abbinare arte e cibo. L’artigianalità e la ricercatezza degli ingredienti, possibilmente biologici certificati, Dop e Igp, zuccheri non raffinati, ma anche l’acqua dei sorbetti che proviene dalle montagne. Il gelato che porta il nome della gelateria, Neve di Latte, è in pratica un fiordilatte con una forte presenza di vaniglia.

Tedesco e Hauser

La tedesca è lei, lui invece è romano, che nel cognome nascondeva evidentemente un destino. Insieme hanno dato vita a una piccola realtà di quartiere in via di santa Maria Ausiliatrice, non lontano dal centro commerciale Happio. Teutonico il rigore nella ricerca della materia prima e nel bilanciamento dei gelati, fra cui si segnalano il pistacchio salato, la nocciola del viterbese, lo zenzero. Ottima anche la cialda utilizzata.

Otaleg!

Per chi non l’avesse capito, il nome è gelato scritto al contrario, ma è forse l’unica stranezza di questa gelateria solidissima che di recente ha chiuso definitivamente l’originario laboratorio di viale dei Colli Portuensi per concentrarsi sulla seconda creatura di Marco Radicioni, quella di piazza San Cosimato. Anche se il laboratorio si è ristretto, le ambizioni di produrre un gelato di altissima qualità non si sono ridotte affatto e Marco Radicioni si conferma un “nerd” del gelato, che non usa semilavorati, ma parte dalla materia prima nuda per farla diventare gelato o sorbetto.

Punto Gelato & The Taste Gelato

Due nomi, un solo gelataio che ha rapidamente conquistato il cuore dei gourmet romani. Lui si chiama Günther Rohregger e viene da Bolzano, così come l’acqua che utilizza per i suoi sorbetti proviene rigorosamente dalle Dolomiti (Acqua Plose), così come le sue materie prime sono selezionate in modo da avere sempre prodotti freschi, senza nulla togliere alla stagionalità. Il punto vendita principale è proprio alle spalle del Pantheon, in piazza Sant’Eustachio, ma si possono trovare i suoi gelati anche in via dei due Macelli e via dei Pettinari.

Al Settimo Gelo

Ha da poco compiuto i vent’anni di attività, ma resta sempre un punto di riferimento per il quartiere Delle Vittorie in cui si trova. Il gelato di Mirella Fiumanò in tempi non sospetti già predicava di artigianalità e di ricerca delle materie prime. Tuttora la selezione è forte e ricade spesso su piccoli produttori, dalla nocciola del viterbese, ai Limoni “Verdelli Siciliani”. Nei sorbetti ci va almeno il 40% di frutta fresca e si segue il più possibile la stagionalità del prodotto.

Strawberry Fields – gelateria d’essai

Con i suoi due punti vendita, in via Tor de’ Schiavi e a Colli Aniene, Geppy Sferra si può definire un artigiano del gelato di frontiera. Orgoglioso della sua periferia, fa cultura del gelato a 360°, partendo dalle scuole elementari e medie, dove va a insegnare come si fa un buon prodotto artigianale, senza lasciare a casa l’etica. Le sue materie prime sono possibilmente biologiche e stagionali, la percentuale di frutta nei sorbetti altissima, il cacao proviene da agricoltura equa e solidale. Insomma, un gelato buono in tutti i sensi. Last but not least, nel punto vendita di via Tor de’ Schiavi Geppy ha recentemente lanciato la novità del gelato-bistrot, dove vengono serviti piatti salati in cui vengono utilizzati i gusti di gelato presenti al banco: ingredienti non salati che vanno tuttavia a contrastare gli altri elementi del piatto in un saliscendi di gusti, consistenze e temperature.

 

Ricetta Crespelle con patate e borragine

Ricetta Crespelle con patate e borragine
  • 250 g latte
  • 100 g farina
  • 15 g burro
  • 2 pz uova
  • sale
  • 1 Kg patate
  • 700 g borragine
  • 150 g latte
  • 25 g burro
  • 3 pz cipollotti
  • Grana Padano Dop
  • amido di mais
  • olio extravergine di oliva
  • sale
  • pepe

Per la ricetta delle crespelle con patate e borragine, lessate le patate, pelatele, tagliatele a pezzi e schiacciatele. Mondate la borragine e scottatela in acqua bollente salata per 1 minuto. Scolatela, raffreddatela in acqua ghiacciata, strizzatela leggermente e frullatela con 70 g di olio; tenetene da parte 3-4 cucchiai; amalgamate il resto con le patate schiacciate e condite con sale e pepe. Mescolate la farina con il latte, versandone poco alla volta; usate una frusta per evitare la formazione di grumi. Incorporate anche le uova e un pizzico di sale, continuando a mescolare finché non otterrete un composto fluido e omogeneo. Fondete il burro e amalgamatelo al composto. Distribuite 1 mestolo di composto in una padella antiaderente unta con un velo di burro e cuocete per circa 1 minuto e 30 secondi; voltate la crespella e proseguite la cottura per un altro minuto. Procedete così fino a ottenere 8 crespelle. Spalmate il ripieno sulle crespelle; tagliatele a metà e arrotolatele formando dei coni.
PER IL CONDIMENTO: Mondate i cipollotti, tagliateli a rondelle e fateli appassire nel burro fuso per 3-4 minuti. Aggiungete il latte, cuocete ancora per 7-8 minuti, quindi unite 1 cucchiaino di amido di mais, mescolate per 2 minuti, poi frullate tutto. Adagiate le crespelle in una teglia rivestita con carta da forno; conditele con olio e grana grattugiato e gratinatele in forno a 190°C per 10 minuti circa. Servite le crespelle accompagnandole con la salsa di cipollotti e quella di borragine tenuta da parte.

Ricetta Adas polow – La Cucina Italiana

Ricetta Adas polow - La Cucina Italiana
  • 400 g polpa di bovino adulto a pezzettini piccoli
  • 400 g riso Basmati
  • 250 g lenticchie
  • 1 pz cipolla media
  • cannella in polvere
  • boccioli di rosa essiccati
  • pistilli di zafferano
  • curcuma in polvere
  • concentrato di pomodoro
  • olio extravergine di oliva
  • burro
  • sale
  • pepe
  • 250 g uvetta sultanina
  • 20 pz datteri
  • 1 pz cipolla piccola
  • burro
  • pistilli di zafferano
  • olio extravergine di oliva

Per la ricetta dell’adas polow, mettete a bagno il riso in abbondante acqua salata per 30-40 minuti. Affettate finemente la cipolla e rosolatela in una casseruola con poco olio, unite la polpa di bovino e proseguite sulla fiamma vivace. Salate, pepate, insaporite con 1 cucchiaino generoso di curcuma, 1 di cannella e dopo 1-2 minuti aggiungete 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro e coprite a filo con acqua. Lasciate riprendere il bollore, riducete la fiamma, coprite e cuocete il ragù per 1 ora e 30 minuti. Lessate al dente le lenticchie in acqua salata, poi scolatele. Portate a ebollizione una pentola di acqua non salata. Scolate il riso ammollato e versatelo nell’acqua bollente. Una volta ripreso il bollore, unite le lenticchie; dopo 1 minuto scolate tutto. Sciogliete in 1 bicchiere di acqua calda un ciuffo di pistilli di zafferano (dosatelo secondo il vostro gusto). Raccogliete in una ampia casseruola antiaderente 4 cucchiai di olio e la metà dell’acqua con lo zafferano; distribuite bene questo mix su tutto il fondo della casseruola, quindi formate uno strato di riso con le lenticchie, spolverizzate generosamente con la cannella, unite 1 cucchiaino di petali di rosa spezzettati, ancora riso, uno strato di ragù e proseguite in quest’ordine terminando con uno strato di riso. Condite con ciuffetti di burro, unite il resto dell’acqua allo zafferano, abbassate il fuoco al minimo, mettete il coperchio e cuocete per 30 minuti senza mai mescolare né togliere il coperchio.
PER IL CONDIMENTO: Affettate la cipolla e rosolatela dolcemente in un velo di olio. Ammollate l’uvetta. Snocciolate i datteri. Insaporite l’uvetta sgocciolata e i datteri in una noce di burro per qualche minuto, poi aggiungete la cipolla rosolata e qualche pistillo di zafferano. Mescolate brevemente e spegnete. Servite il riso accompagnandolo con i datteri e l’uvetta in una ciotola a parte.

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