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Cinque antipasti finger food di Natale

Cinque antipasti finger food di Natale

Cinque proposte leggere e gustose per un aperitivo in piedi prima della cena più attesa dell’anno: quella della vigilia di Natale

Manca sempre meno alla madre di tutte le cene: quella della vigilia di Natale Secondo la tradizione in questa serata speciale vengono preferite specialità a base di pesce o, comunque, pietanze prive di carne. Quindi, come prepararsi a questo pasto atteso da tutti? Come stuzzicare l’appetito con qualcosa di gustoso secondo la regola, ma da mangiare in modo veloce e informale? Vediamo insieme alcune proposte di antipasti finger food di Natale per un aperitivo in piedi.

Antipasti di Natale: pomodorini con ripieno di mare

Tra gli antipasti finger food di Natale i pomodorini con ripieno di mare sono alla portata di tutti e possono essere preparati in meno di un’ora. Per quattro persone, servono 120 g di polpa di granchio, 20 pomodorini ciliegia, erba cipollina, maionese, limone e sale quanto basta. Si inizia privando i pomodorini delle calotte superiori, ma non buttatele via perché ne avremo bisogno in seguito! Svuotiamoli con uno scavino per riporli capovolti su una gratella con il fine di farli sgocciolare. Amalgamiamo la polpa di granchio con un cucchiaio di maionese e condiamo il tutto con qualche filo di erba cipollina tagliato fine, sale per insaporire e un poco di limone per conferire la giusta acidità. Questo composto verrà utilizzato per farcire i pomodorini che, infine, verranno richiusi con le calotte lasciate inizialmente da parte.

Rotolini di carota con robiola di capra

Solo tre quarti d’ora di tempo per la preparazione di questa pietanza semplice, ma di gusto. Per 6 persone sono sufficienti 120 g di robiola di capra, 2 carote, erba cipollina, lattughino e pepe in grani quanto basta. Il pelapatate ci è di aiuto per pelare le carote e ridurle in nastri da cuocere a vapore per pochi minuti (dipende dallo spessore!). Dopo avere scolato e asciugato il tutto, avvolgiamoli attorno a un cubetto di robiola da legare con un filo di erba cipollina precedentemente scottato in acqua bollente. Scaldiamo i rotolini in padella stando attenti a non far sciogliere il formaggio per poi impiattare con il lattughino e il pepe macinato.

Antipasti finger food di Natale: invidia con pere, noci e taleggio

Meno di mezz’ora per una proposta infallibile per quel che riguarda lo stuzzicare l’appetito di un nutrito gruppo di commensali. Per 8 persone servono 300 g di taleggio a temperatura ambiente, 80 g di ricotta vaccina, 16 foglie di invidia belga, una pera Abate, miele di acacia, paprica dolce, erba cipollina, noci, olio extravergine di oliva e pepe quanto basta. Dopo avere rimosso la crosta del taleggio e averlo tagliato a dadini, amalgamiamolo con la ricotta utilizzando una forchetta. L’obiettivo è quello di ottenere un impasto sufficientemente cremoso, anche non omogeneo. Aggiungiamo un ciuffo di erba cipollina tagliata a rocchetti e una macinata di pepe. Le noci? Dopo averle sgusciate, bisogna tritarle in modo grossolano. La pera? Dopo averla sbucciata e detorsolata, tagliamola a tocchetti. In una ciotola a parte, riponiamo un cucchiaio di miele da profumare con un cucchiaino di paprica dolce. Scaldiamo una padellina con un filo di olio, versiamo il miele e la paprica e, quando il tutto comincia a sfrigolare, aggiungiamo la pera a dadini. Dopo appena due minuti, togliamo dal fuoco. La pera, infatti, ci servirà per comporre la farcitura dell’invidia con la crema di taleggio e le noci. Per dare più piccantezza, perché non concludere l’opera con una macinata di pepe o un pizzico di paprica? Decorazione finale con qualche ricciolo di erba cipollina prima del servizio.

Baci di dama alla nocciola con caprino

Preparazione snella per un risultato di sicuro effetto con solamente mezz’ora di lavoro. Per 6 persone, servono 200 g di farina di nocciole, 200 g di Parmigiano Reggiano grattugiato, 80 g di caprino, olio extravergine di oliva, sale e pepe quanto basta. Dopo avere mescolato la farina di nocciole con il Parmigiano grattugiato, schiacciamo il composto ottenuto in uno stampo multiplo in silicone con semisfere dal diametro di 3 centimetri. Per questa preparazione possiamo avvalerci anche del forno a microonde: bastano un minuto, un minuto e mezzo al massimo a 750 Watt per cuocere il tutto e farcire i biscotti accoppiati con il caprino mescolato in precedenza con sale, pepe e un filo di olio extravergine di oliva.

Il vino che vola sopra le nuvole

Il vino che vola sopra le nuvole

È questo il significato del nome Ao Yun, un rosso Gran Cru prodotto in Cina, ai piedi dell’Himalaya. Appena presentata, la vendemmia 2016 porta con sé importanti novità e racconta una storia di passione e grande caparbietà

Ao Yun (lvmh.it) “vola sopra le nuvole” per diversi motivi. Intanto è uno dei pochi (se non l’unico) vino cinese a poter competere senza timore con i grandi nomi di Bordeaux, poi nasce in alcune delle vigne più alte del mondo, in una della zone più remote della Cina, nella provincia dello Yunnan, ai piedi del monte sacro Meili.
Qui davvero può capitare di vedere il sole sopra le nuvole.

Una storia avvincente

All’inizio del 2008, Estates & Wines, la divisione vini di Moët Hennessy, ha avviato una ricerca per identificare un territorio in Cina da cui potesse nascere un vino di importanza mondiale. Ci sono voluti quattro anni di esplorazioni in tutto il Paese per trovare il luogo adatto nel villaggio di Adong, ai piedi dell’Himalaya. Qui, già i missionari gesuiti avevano coltivato vigne per la prima volta alla fine del XIX secolo e, a partire dal 2000, il governo cinese aveva incoraggiato gli agricoltori locali a piantare vitigni francesi, con l’obiettivo di rilanciare l’economia. Le particolari condizioni climatiche danno notti fresche e giornate mai troppo calde, con un periodo di maturazione delle uve graduale e molto prolungato nel tempo (basti pensare che a Bordeaux passano 120 giorni dalla fioritura alla raccolta, mentre nello Yunnan 160): queste caratteristiche danno vini freschi e con un grande potenziale di invecchiamento.
Nel 2012, affascinato dalla sfida di un nuovo terroir, il celebre enologo di Bordeaux Maxence Dulou decise di trasferirsi nello Yunnan e di dare il suo contributo per la nascita di Ao Yun. Tante furono le prove da superare, in un luogo che non aveva né strade né elettricità, ma nel 2013 fu possibile raccogliere le uve coltivate da 120 famiglie di viticoltori locali e di vinificarle per la prima annata del vino, presentato al mercato nel 2016.
I vigneti si trovano in quattro villaggi, a una quota compresa tra i 2.200 e i 2.600 metri di quota; la zona ha caratteristiche molto diverse, tanto che è stato suddiviso in 20 diversi tipi di terroir, a loro volta classificati con 314 parcelle differenti, suddivise ancora in 900 appezzamenti secondari.

Le annate

Il vino che ne deriva ha un colore intenso, grande complessità e ottima acidità. L’annata 2013 si è contraddistinta per rotondità, freschezza e finezza. Composta dal 90% di cabernet sauvignon e dal 10% di cabernet franc, ha profumi eleganti di tabacco biondo, tè, frutti di bosco e menta piperita.
Ao Yun 2014 colpisce per il palato strutturato e potente, con profumi che raccontano un mondo che non siamo abituati a ritrovare nel bicchiere: le spezie dolci, come la cannella e la liquirizia, si fondono con profumi di alghe e fiori esotici, i piccoli frutti di bosco sono frammisti ad essenze vegetali sconosciute. È un vino affascinante e indimenticabile, perché assomiglia a un grande bordolese, ma al contempo ha qualcosa di profondamente diverso.
Il 2015 è stato un anno più caldo e secco e il vino ha visto cambiare la percentuale delle uve, con il 79% di cabernet sauvignon e il 21% di cabernet franc. Il vino è voluttuoso e speziato, ricco e rotondo, con aromi di legno di sandalo, incenso e frutti come le fragole, la prugna e le ciliegie candite. Con Ao Yun 2016, presentato alla stampa italiana con una degustazione online, cambiano alcune cose, come l’aggiunta di nuovi vitigni, nuovi innesti e nuovi terroir (ora ne sono stati identificati 30), per aumentarne ancor più la complessità. Al 74% di cabernet sauvignon e al 20% di cabernet franc, si sono aggiunti il 4% di syrah e il 2% di petit verdot, per un vino dal colore profondo, seducente nei profumi affumicati, di legno di cedro e di frutta esotica. All’assaggio è minerale, con tannini morbidi e un finale lungo, fresco e sapido: si conferma un fuoriclasse, che cresce anno dopo anno.

Anna in Casa: ricette e non solo: Maionese senza uova

Anna in Casa: ricette e non solo: Maionese senza uova

 

Sarò sincera, ero davvero scettica.

Ho preparato gli ingredienti ed ero scettica, ho iniziato ad emulsionare ed ero scettica, ho trasferito la salsa dal bicchiere alla scodellina e…. leccando il cucchiaino mi sono dovuta ricredere. 

Poi la prova del nove con l’assaggio da parte di mia figlia (vi ricordate vero? Alza la spalla quando non è convinta di qualcosa) e di mio marito (la maionese di suo papà era ed è la più buona che abbia mai assaggiato e ha ragione da vendere). Infine il giudizio di mamma che non ha mai comprato maionese, sempre e solo preparata in casa. Voto finale? un bel 9 pieno, non 10 in quanto era troppo poca.

Ingredienti

100 ml di olio di semi

50 ml di bevanda alla soia senza zucchero

1 cucchiaio di aceto di mele

1 cucchiaino di senape

a piacere 1/2 cucchiaino da caffè di curcuma

Procedimento

Nel bicchiere del minipimer versare nell’ordine, la bevanda alla soia, l’olio di semi, l’aceto e la senape. A piacere aggiungere anche la curcuma, io ne ho messa poca.

Immergere le lame minipimer a toccare fondo del bicchiere . Iniziare ad emulsionare fino a quando il composto inizia a montare intorno alle lame. Infine cominciare ad alzare e abbassare il minipimer fino a quando la salsa sarà addensata.

La salsa si conserva per qualche giorno posta in contenitore sigillato tenuto in frigorifero.

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