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Anna in Casa: ricette e non solo: Panini semplici al latte

Anna in Casa: ricette e non solo: Panini semplici al latte

Quando ho iniziato con il blog l’idea era quella di condividere le mie ricette e la mia vita da casalinga, da qui il nome “Annaincasa – ricette e non solo”. Con il rempo sono le ricette hanno preso il primo posto e la condivisione della mia vita da casalinga è passata in secondo piano. Ora, dopo più di dieci anni, mi piacerebbe ritornare all’idea originale e magari ogni tanto raccontarvi di come mi organizzo, pulisco e sistemo la casa.
Che ne dite vi piace l’idea?

Ingredienti

250 g farina 0

250 g farina 00

300 ml di latte

8 g di lievito di birra 

50 g di zucchero

50 g di burro morbido a t.a.

8 g di sale

latte per spennellare

Procedimento

Sciogliere in un bicchiere il lievito in 50 ml di latte.

In una ciotola versare la farina, lo zucchero e 200 ml di latte e il lievito sciolto. 

Mescolare con un cucchiaio (o con la planetaria se preferite), quando l’impasto comincia ad amalgamarsi, unire il sale e il resto del latte

Continuare ad impastare fino ad ottenere un composto omogeneo,; a questo unto unire in due volte il burro mordido e farlo assorbire completamente.

Quando avrete ottenuto un impasto liscio ed incordato, trasferirlo sulla spianatoia leggermente unta (io ho spalmato uno strato quasi invisibile di burro) e lavorate ancora un attimo l’impasto fino ad ottenere una forma sferica. 

Porre il panetto in una ciotola leggermente unta, copreire e lasciare lievitare fino al raddoppio.

Trascorso il tempo di lievitazione, riportare l’impasto sulla spianatoia e tagliarlo in pezzature tutte uguali, più o meno 50 g l’una.

Prendere ogni pezzo di impasto e
riportare gli angoli al centro, come a fare delle pieghe, arrotondare
sulla spianatoia a formare i panini e posizionarli sulla teglia
precedentemente foderata con carta forno.

Coprire i panini con un’altra teglia e lasciare riposare per una trentina di minuti.

Nel frattempo scaldare il forno a 200°C statico.

Spennellare leggermente la superficie dei panini con il latte e infornare per  13-15 minuti, dipende da forno a forno.

Il menu ideale per chi soffre di allergia ai pollini

L’allergia ai pollini può essere tenuta sotto controllo portando in tavola i giusti alimenti. Dalla colazione alla cena, ecco i consigli della nutrizionista e naturopata

Un menu ideale per stare meglio potrebbe essere la soluzione per chi soffre di allergia ai pollini. Anche perchè sappiamo per certo che questa stagione è un vero incubo. Infatti, secondo una recente ricerca condotta dall’University of Worcester, pubblicata sulla rivista “Science Advantage”, i mutamenti climatici – e in particolare l’innalzamento delle temperature – hanno anticipato l’avvio della stagione dei pollini. Rispetto al 1990, infatti, i pollini iniziano a essere presenti nell’aria circa 20 giorni prima, con buona pace di chi è allergico.

Secondo la nutrizionista e naturopata Laura Quinti, consulente di Terme di Saturnia Spa Resort, la dieta può rivelarsi un prezioso alleato per limitare i sintomi da allergia ai pollini. Abbiamo chiesto all’esperta il menu di una giornata tipo: ecco cosa portare in tavola, dando la preferenza a pesce, naturalmente ricco di omega 3, ortaggi e frutta con buoni quantitativi di vitamina C e antiossidanti, olio extravergine di oliva, elisir di buona salute. 

Il menu ideale per chi soffre di allergia ai pollini

Colazione
Una tazza di tè verde non zuccherato, ricco di quercitina e catechina, previene e riduce l’istamina.
Un estratto di mela, carota e zenzero, antiossidante.
Una fetta di pane di avena tostato con salmone.

Spuntino di metà mattina
Una manciata di frutta secca e una manciata di ribes nero, ricco di vitamina C, ribattezzato “cortisone naturale”.

Pranzo
Un piatto di insalata lattuga con arancia (vitamina C), cipolla (quercetina) e semi di canapa (ricchi di omega 3), accompagnato da riso integrale rosso o quinoa condite con olio extravergine di oliva a crudo.

Spuntino di metà pomeriggio
Una tazzina di lamponi e un decotto di ortica (ricco di quercetina, è un antistaminico di rapida azione).

Cena

Una porzione di pesce alla griglia (salmone, spada o sgombro) con salsa di avocado e lime fresco. Contorno di spinaci e patate saltate in padella con aglio.

Il consiglio in più

Ricordare che l’aceto di mele può essere alternato al succo di limone e all’olio extravergine di oliva e usato come condimento, rigorosamente a crudo. Non solo: l’aceto di mele può diventare una vera terapia contro le allergie di stagione. Diluite due cucchiaini in un bicchiere di acqua e bevetelo per quattro giorni di seguito. 

La tisana calmante

Una tisana che aiuta chi soffre di disturbi stagionali è quella di piantaggine, associata al rooibos e alla mente piperita, ottima per evitare tosse, catarro, riniti e dermatiti. Fatevi preparare la miscela in erboristeria, versate un cucchiaio di preparato in una tazza di acqua calda per 15 minuti, filtrate e sorseggiate la bevanda senza aggiungere zucchero o dolcificante. Se l’allergia è entrata in fase acuta, bevetene tre tazze al giorno, lontano dai pasti.

La carbonara liquida dello chef Valerio Braschi esiste davvero

La carbonara liquida dello chef Valerio Braschi esiste davvero

Lo chef Valerio Braschi, che l’ha inventata, ci ha spiegato come si prepara e come è nata l’idea di questo distillato. Che non è il primo

Sembra acqua, ma sa di carbonara. Dopo la lasagna in tubetto, la carbonara liquida è l’ultima trovata di Valerio Braschi, vincitore della sesta edizione di Masterchef, nel 2017. 23 anni, originario della provincia di Rimini, è il titolare del ristorante 1978, a Roma. È lì che ha servito ai suoi clienti, come amuse-bouche, prima degli antipasti, la carbonara liquida, uno shottino analcolico, un vero e proprio distillato di carbonara.

Non è uno scherzo, vero?
«Certo che no. Ho comprato il rotavapor, un distillatore, e ho provato a distillare gli ingredienti che utilizzo nel ristorante. La carbonara liquida non è il primo distillato che ho proposto».

Quali sono gli altri?
«I distillati di pasta al pesto, di cacio e pepe e anche di pizza. La pasta al pesto liquida è un distillato di estratto di basilico molto concentrato, allungato con brodo di parmigiano e pinoli tostati, il tutto frullato. Cacio e pepe si fa con brodo di pepe e brodo di pecorino, ovviamente distillati, e la pizza liquida è un distillato del sugo di pomodoro che facciamo noi in estate, di acqua di mozzarella affumicata e di una sorta di pasta per pizza molto ben cotta, in modo che si senta bene l’odore della crosta».

Davvero la carbonara liquida sa di carbonara?
«Sì, e chi l’ha assaggiata lo può confermare: è un distillato non alcolico, ma gli odori rimangono nel composto e si sentono in modo deciso».

Come l’ha preparata?
«Ho frullato uno zabaione al pecorino molto stagionato e del guanciale arrostito, e ho allungato il composto con un infuso di pepe nero cotto a bassa temperatura per 6 ore. Poi ho distillato il composto e sono riuscito a riprodurre il profumo della carbonara. Gli ingredienti devono venire bilanciati molto bene».

Tre ore di lavoro per produrne 300 millilitri: avrà un prezzo esorbitante.
«In realtà non ho mai servito come portata la carbonara liquida ai miei clienti: la regalavo come amuse-bouche. E devo dire che è stata apprezzata da tutti: per me il feedback è fondamentale».

Online, però, sono arrivate anche delle critiche.
«Se una persona prova una portata e la critica, il suo parere mi interessa. Chi parla senza avere assaggiato, invece, è come chi vuole discutere di un libro senza averlo letto».

Qualcuno dice di preferire la carbonara classica.
«Chi vuole mangiarla può trovarla nelle trattorie, che sicuramente la sanno preparare a regola d’arte. Noi proponiamo piatti innovativi, anche giocando con le ricette tradizionali. La carbonara classica non si addice al tipo di cucina che presento. E con la carbonara liquida non ci si deve sfamare».

Chi vuole assaggiarla la trova nel suo ristorante?
«Non più: abbiamo cambiato menu, come facciamo ogni tre mesi. Adesso proponiamo il bitter di melanzana, fatto con l’acqua ambrata rilasciata dalle melanzane al forno, mixata con salsa di soia, angostura, riso affumicato e birra acida. Viene servito freddo di frigo e apre lo stomaco».

E se qualcuno le chiedesse le sue ricette innovative?
«Non avrei problemi a darle: la cucina è condivisione, e se qualcuno si ispira a me, è una gioia. Fare da mangiare significa anche scambiarsi idee, e questo è il bello della cucina: avvicina tutti».

 

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