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gli eventi food da non perdere | La Cucina Italiana

gli eventi food da non perdere
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C’è sempre bisogno di sapere dove andare a mangiare qualcosa di buono a Milano, specie quando c’è la Design Week. Ormai di siamo: torna dal 17 al 23 aprile, come sempre nel clou della primavera, pronta a catalizzare l’attenzione di una città intera – e di milioni di persone che arrivano da tutto il mondo – sulla creatività, sulla bellezza, sul futuro.

Dove mangiare durante la Milano Design Week

Gli eventi da seguire sono centinaia, non solo in fiera ma in giro per tutta la città con il Fuorisalone. Conoscere i posti giusti per fermarsi, rifocillarsi, brindare, ricaricarsi, tra una mostra, un’installazione, una nuova collezione fa la differenza. Il bello della Design Week del resto sta anche in questo: si sperimenta anche con la cucina e la mixologist, con tante proposte da bere e da mangiare che raccontano un presente, oltre che un futuro, sempre più sostenibile, inaspettato, ma anche molto divertente con tanti appuntamenti speciali anche in posti inusuali.

Gli appuntamenti

Per questo, dopo aver preparato un elenco di ristoranti imperdibili zona per zona, abbiamo provato a selezionare alcuni posti e eventi particolarmente interessanti secondo noi: laboratori dove si progetta il cibo del futuro, indirizzi pop up dove mangiare e bere benissimo, ristoranti, bar e eleganti saloni milanesi che per l’occasione propongono creazioni food a tema e/o mostre e installazioni talmente belle che offrono un’occasione in più per tornare. Eccoli:

La carbonara perfetta? A bagnomaria | La Cucina Italiana

La Cucina Italiana

Un angolo del Bivium, bar and restaurant del Six Senses di RomaLuana Failla

Perché secondo lei?
«Perché è il piatto di tante giovinezze. Ciascuno si sente libero di interpretarla secondo la propria di tradizione, senza timore».

Spaghetti alla carbonara, la ricetta di Nadia Frisina

Ingredienti per 4 persone

320 g spaghettoni monogramo Felicetti trafilata al bronzo
200 g guanciale azienda agricola Coccia Sesto
4 tuorli di galline allevate a terra agricola Cupidi
80 g di Pecorino romano DOP
sale

Procedimento

Rosolate il guanciale tagliato a cubetti, molto importante, regolari di 1,5 cm massimo, in padella, senza grassi: devono diventare croccanti fuori e rimanere morbidi dentro, per dare piacevolezza al morso: il cuore del cubetto deve essere “autentico”. Privo il guanciale della cotenna ma anche del pepe. Quest’ultimo si usava perché chi lavorava nelle carbonaie in Abruzzo, non poteva lasciare il lavoro anche per giorni. Partiva da casa con delle derrate conservate, come il guanciale, con il pepe. Io lo tolgo, per evitare che tiri fuori delle note troppo amare».

Cuocete al dente la pasta in acqua salata: la mia tecnica è cuocere per un terzo del tempo, la pasta in padella. Questo permetterà alla pasta come diciamo noi cuochi, “di cacciare fuori gli amidi” naturalmente, rendendo cremosa la pasta senza l’aggiunta di panna o altro.

Spegnete e fate raffreddare la padella (antiaderente o di rame) e scolateli su una carta assorbente. Scolate la pasta nella padella che deve rimanere tiepida, non bollente, mi raccomando. Fate mantecare così per un paio di minuti a fuoco molto basso: giocate con le temperature della padella per creare il vostro capolavoro. Unite un po’ di acqua di cottura e con un forchettone rimestate per ottenere la cosiddetta “prima mantecatura”.

Aumentate la fiamma quindi unite i cubetti di guanciale. Versate la pasta in una ciotola di porcellana. Create un’emulsione con tuorlo e 65 g di Pecorino e unite il composto di tuorli e fate una manteca a freddo. Se il tutto risulta troppo solido unisco ancora un po’ di acqua di cottura. Se la pasta sembra liquida, sposto la ciotola sopra la pentola di acqua di cottura della pasta e finisco con una manteca dolce a bagnomaria. Concludete con il restante Pecorino con pepe nero, macinato al momento. Un segreto? Io tosto il pepe un po’ prima per far uscire tutti i sapori. Dà più vitalità al tutto.

La chef: Nadia Frisina

Siciliana, Executive Chef del Six Senses Rome nel 2022, Nadia ha iniziato il suo percorso proprio a Catania e Siracusa, nell’ambito dell’hotellerie a cinque stelle. A 28 anni è stata nominata Executive Chef a La Plage Resort, sull’Isola Bella di Taormina, uno degli hotel più celebri al mondo diventando la più giovane Executive Chef donna italiana. Il percorso è proseguito tra Toscana, Veneto ed Emilia-Romagna, cosa che l’ha resa padrona di varie cucine regionali. Nel 2021 è stata nominata tra i 14 migliori chef europei dell’EAM per il MILUX Culinary Advisory Board, mentre nel 2014 ha vinto lo Chef Par Excellence Culinary Award al Four Seasons Hotel Beijing. Tra le poche cose che curiosità che trapelano su questa talentuosa chef c’è Nino, 15 anni, il suo “gatto itinerante” che la segue in giro per il mondo dall’inizio della sua carriera: «è il mio primo e ultimo ospite ogni giorno… ed è il più esigente!».

Pasta con le sarde, la ricetta facile di Ciccio Sultano | La Cucina Italiana

Pasta con le sarde, la ricetta facile di Ciccio Sultano
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La pasta con le sarde, un primo piatto che porta tutta la Sicilia nei suoi ingredienti. Proprio per questo, non potevamo non chiedere allo chef Ciccio Sultano la sua ricetta.

Nato a Torino dalla famiglia originaria di Gela, Chef Sultano è noto per la sua peculiare visione giocosa della cucina siciliana, che gli ha permesso di ottenere due Stelle Michelin al suo ristorante Duomo di Ragusa Ibla. Sempre pronto a mettersi in gioco e a spingere più in là l’asticella, chef Sultano è approdato nel 2022 nella capitale grazie al W Rome, di cui cura le offerte gastronomiche, dal ristorante Giano all’aperitivo presso il W Lounge passando per il Bella brunch domenicale.

Grazie ad un’esemplare fusione tra la cucina siciliana e la cultura della capitale, il ristorante Giano rappresenta il linguaggio del gusto del W Rome. Forte della sua “Cucina Educata”, lo chef Ciccio Sultano guida chef Nicola Zamperetti in cucina per riscrivere le regole della scena gastronomica romana.

La pasta con le sarde, la ricetta di Ciccio Sultano

Ingredienti per 4 persone

480g pasta di semola trafilata
500g sarde
20g capuliato
50g scalogno
10g acciughe tritate
10g capperi tritati
10g olive denocciolate tritate
10g pinoli
10g uvetta ammollata
5g aglio
100g pomodoro ramato
1g zafferano
400g brodo di pesce
20g finocchietto selvatico precedentemente sbollentato
80g mollica di pane tostata
10g succo di limone
prezzemolo
origano secco
basilico
olio evo
peperoncino fresco

Procedimento

Per la salsa:
Pulire le sarde privandole di testa e lisca centrale. 
Eliminare le lische della ventresca e lavare in acqua e ghiaccio. 
Conservarne 12 filetti e battere grossolanamente le restanti. 
Fare un soffritto con scalogno, aglio, capuliato, acciughe, capperi, olive
Aggiungere il finocchietto tritato, pinoli, uvetta, sarde e pomodoro ramato precedentemente spellato e tagliato a julienne. 
Soffriggere e smorzare con la salsa pomodoro e il brodo di pesce infuso con lo zafferano. 
Portare a bollore e aggiustare di sale.

Per le sarde:
Condire le sarde con un salmoriglio composto da olio evo, succo di limone, origano, prezzemolo, basilico e peperoncino.

Finitura:
Cuocere la pasta in abbondante acqua salata, saltare con la salsa sarde e abbondante olio evo.
Porzionare nei piatti e finire con la mollica di pane e i filetti di sarde precedentemente infornati.

Ricerche frequenti:

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