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Ricetta Risotto alla Nerano con zucchine, Provolone del Monaco e limone

Ricetta Risotto alla Nerano con zucchine, Provolone del Monaco e limone

Il risotto alla Nerano con zucchine, Provolone del Monaco e limone è una cremosa variante della classica pasta alla Nerano della tradizione campana, in cui non possono mancare zucchine fritte, Provolone del Monaco e basilico.

Questa ricetta è di Giuseppina Gagliano, lettrice di lungo corso della nostra rivista, Giuseppina è da sempre interessata alla cucina in tutte le sue sfaccettature: come si lega ai territori e alle stagioni, alle storie dei popoli e alle religioni. «Quando ho scoperto che in passato il riso veniva probabilmente coltivato anche in una zona acquitrinosa vicino a Paestum, la mia fantasia si è accesa e mi sono domandata: ma se queste colture non fossero state abbandonate, come furono, non sarebbe potuto nascere un risotto alla Nerano?». Così ci ha scritto, ed eccolo qui.

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Melannurca IGP, prezioso tesoro campano

La Cucina Italiana

È un frutto dalla storia millenaria la Melannurca, che ha trovato spazio nei dipinti rinvenuti durante gli scavi di Ercolano e anche negli scritti di Plinio il Vecchio, per giungere fino a noi diventando un prodotto sempre più diffuso grazie a caratteristiche organolettiche inconfondibili. Insignita del titolo di specialità IGP, la Melannurca è coltivata nel territorio di 137 Comuni delle 5 province della regione meridionali. Per vigilare sulla sua genuinità è stato creato anche un apposito Consorzio con un rigoroso disciplinare di produzione.

Una mela dagli Inferi

Il nome Melannurca avrebbe un’origine semi-mitologica. Questo frutto fu infatti coltivato a partire dall’area di Pozzuoli, dove si trova il lago d’Averno che era considerato da Greci e Romani una porta d’accesso per l’Oltretomba. Per questo fu definita “Mala Orcula”, in quanto prodotta nelle vicinanze dell’“Orco” (ossia degli Inferi). Da qui il termine si modificò in Annorcola fino a raggiungere poi la forma attuale.

Coltivazione e caratteristiche della Melannurca

La Melannurca campana IGP è caratterizata da una forma tondeggiante ma appiattita ed è di un formato medio-piccolo e con una buccia liscia di colore giallo-verde con striature rosse che aumentano fino a raggiungere l’80-90% della superficie del prodotto dopo la particolare fase di maturazione che avviene nei cosiddetti “melai”. Si tratta di piccoli appezzamenti di terreno preparati in modo che non vi si formino ristagni d’acqua. Qui viene posizionato uno strato di materiale vegetale morbido (come aghi di pino o trucioli di legno) sui quali vengono sistemate le mele rivolgendo la parte meno arrossata alla luce e girandole periodicamente. Maggiormente rossa fin dalla pianta è invece la varietà “Annurca rossa del sud”, diretta discendente di quella originale.

Gusto e salute

All’assaggio la Melannurca rivela una polpa candida e succosa, compatta, croccante e dal gusto piacevolmente acidulo e delicatamente aromatico: caratteristiche che convinceranno a provarla anche i bambini più capricciosi. Un piacere per il palato che si sposa a qualità benefiche soprattutto per l’apparato gastrointestinale e dal punto di vista diuretico grazie a un importante contenuto di vitamine, minerali e fibre.

Ricette con la Melannurca

Oltre che per il consumo al naturale la Melannurca può essere adoperata anche per preparazioni variegate in cucina. Si va dal classico utilizzo per farcire le torte, alla semplice versione al forno, fino alla conserva sotto forma di marmellata e a sorprendenti incursioni in piatti salati come nei risotti in cui può affiancare provolone, speck o radicchio o nel ripieno (insieme ai peperoni) dei calamari al forno.

Inoltre la Melannurca può essere utilizzata anche per realizzare il nurchetto, un liquore che si ottiene unendo i semi della mela (ed eventualmente anche le bucce) con alcol e uno sciroppo ottenuto facendo bollire zucchero e acqua. Il tutto viene fatto riposare per 30-40 giorni e poi filtrato prima di un ulteriore periodo di invecchiamento.

Melannurca IGP prezioso tesoro campano
Mele Annurca e briciole di cornflakes caramellati

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Melannurca IGP prezioso tesoro campano
Frittelle di mela annurca

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Parmigiana di melanzane: è siciliana, emiliana o napoletana?

La Cucina Italiana

La amiamo tutti, la parmigiana di melanzane. È buonissima, e quando si prepara in estate con gli ortaggi di stagione, è ancora più saporita. Persino di più, come spesso accade, quando è quella originale, e cioè con le melanzane fritte. Contemporaneamente, però, è un bel grattacapo: da dove viene? Ce la si contende in almeno tre regioni d’Italia, e cioè Sicilia, Campania ed Emilia Romagna. Dove sta la verità? 

La storia della melanzana

Partiamo dai fatti: la melanzana arrivò in Italia nel XV secolo, quando gli Arabi la fecero arrivare dall’India attraverso Spagna e Sicilia. Ma da lì al piatto passò parecchio tempo perché si mangiasse con frequenza e una certa tranquillità: un po’ come il pomodoro arrivato dalle Americhe con Cristoforo Colombo, si pensava fosse tossica. Giovanna Frosini e Monica Alba, esperte di Linguistica e Storia della Cucina Italiana autrici della rubrica «Le parole che arrivano da lontano»  della nostra rivista, nell’articolo pubblicato nel numero di settembre 2023 hanno infatti spiegato che il frutto della «Solanum melongena» trovò molto resistenza: era considerata nociva, capace di portare alla follia. In effetti, spiegano sempre loro, nei ricettari medievali della nostra Penisola non ce n’è quasi traccia. La voce, nella forma plurale «marignani», compare per la prima volta nel Cuoco Napoletano (manoscritto della fine del XV secolo). 

Dalla melanzana alla parmigiana

Da lì alla parmigiana servì tempo: la prima testimonianza storica di una ricetta dal nome «parmigiana» è contenuta nel Cuoco galante (1733) di Vincenzo Corrado: gastronomo e cuoco pugliese al servizio delle più importanti famiglie aristocratiche della Napoli del ‘700. Corrado, tuttavia, nella sua ricetta utilizza le zucchine anziché le melanzane, fritte nello strutto e poi condite con parmigiano e burro e poi ripassate in forno. Più simile alla ricetta di oggi quella descritta nel 1839 da Ippolito Cavalcanti nella sua Cusina casarinola co la lengua napolitana: «E farai friggere le melanzane e poi le disporrai in una teglia a strato a strato con il formaggio, basilico e brodo di stufato o con salsa di pomodoro e coperte le farai stufare».

Perché è corretto dire «parmigiana di melanzane» e non «melanzane alla parmigiana»

«A strato», una parole chiave: è il motivo per cui la corretta dicitura è «parmigiana di melanzane e non «melanzane alla parmigiana». Parmigiana infatti è un sostantivo: come ha spiegato in alcuni suoi interventi lo storico Massimo Montanari, altro celebre esperto collaboratore della nostra rivista, questo termine nel XIV e XV secolo cominciò a comparire in diversi ricettari per indicare una preparazione a strati che al suo interno include vari ingredienti. Non è dunque un aggettivo, utilizzato come un modo di condire le melanzane, e cioè con il Parmigiano.

La Parmigiana e la Sicilia

Questo suggerirebbe che la città di Parma non c’entrerebbe nulla. Altro indizio: lo stesso termine «parmigiana»  deriverebbe dalla voce siciliana “parmiciana”, ossia l’insieme dei listelli di legno che formano una persiana. Il loro sovrapporsi parzialmente l’uno all’altro ricorderebbe la disposizione delle melanzane fritte nella preparazione del piatto. Non solo: altri sostengono addirittura che «parmigiana» derivi direttamente da «petronciana», termine di origine persiana con il quale originariamente veniva indicata la melanzana al suo sbarco nell’Europa meridionale, prima di diventare «mela insana». A supporto di questa tesi si cita nientemeno che l’Artusi, che a fine ‘800 la indicava proprio con questo nome. In ogni caso, la primitiva parmigiana siciliana doveva essere un piatto molto simile alla moussaka turca, fatta di melanzane fritte nell’olio e cosparse di pecorino e altri condimenti. Una tesi affascinante e realistica, ma non documentata: in quell’epoca si ha solo un accenno alla “parmigiana” da parte di Simone de’Prodenzani, ma la ricetta non ci è pervenuta.

Tre formaggi eccellenti e un solo piatto

L’utilizzo del Parmigiano sarebbe stato utilizzato successivamente come alternativa al pecorino. A loro volta i Napoletani ci avrebbero aggiunto anche la mozzarella. Del resto la ricetta della parmigiana siciliana e napoletana sono molto diverse: in Sicilia le melanzane vengono fritte direttamente a fette, in Campania si ripassano in uovo e farina. Non solo, il ripieno è diverso: caciocavallo nell’isola e invece mozzarella a Napoli, che poi resta il ripieno più utilizzato per la Parmigiana.

Una Teano del gusto?

Insomma, un bel rompicapo: se è vero che la melanzana è sbarcata in Sicilia, è altrettanto vero che la versione di Napoli, dove l’ortaggio è arrivato di conseguenza con i Borbone, è la più diffusa. E poi c’è un’altra connessione storica: la dinastia di origine spagnola, prima di entrare a Napoli (1734), per un complesso gioco di alleanze dinastiche, governava proprio il Ducato di Parma e Piacenza. Insomma, vuoi vedere che Siciliani e Parmigiani si sono incontrati a Napoli per far nascere la Parmigiana? Una vera «Teano enogastronomica».

La parmigiana secondo i «big»

L’accordo lo hanno trovato anche chef e grandi pizzaioli. La parmigiana è una delle ricette che più spesso compaiono nei menu dei grandi ristoranti e pizzerie, con interpretazioni che la rendono ancora più speciale e invitante. Due gli esempi su tutti, di due giganti della cucina. Francesco Martucci de I Masanielli di Caserta, primo nella 50 top pizza, prepara la pizza parmigiana con ragù di pomodoro San Marzano (no carne) melanzane, fiordilatte, parmigiano reggiano olio EVO. Massimo Bottura invece la fa con risotto, mettendo l’Italia nel piatto. Sì, un po’ come la storia della parmigiana.

Le nostre ricette di parmigiana e melanzane:

Parmigiana di melanzane è siciliana emiliana o napoletana
Parmigiana nella melanzana

Scopriamo insieme la ricetta di questo piatto magnifico che prende ispirazione dalla ricetta tradizionale ma che si evolve mostrando un nuovo volto

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Parmigiana di melanzane è siciliana emiliana o napoletana

Scopriamo la ricetta di questo piatto tradizionale che unisce tutti coi suoi strati di melanzane fritte, salsa al pomodoro, mozzarella, parmigiano e basilico

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Parmigiana di melanzane, la versione moderna

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Parmigiana con ragù marinaro

Polpo, moscardini, coda di rospo… una versione della parmigiana ancora più particolare! Chi vuole assaggiare?

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