Tag: dolci facili e veloci

Alessandro Borghese compie 45 anni: tanti auguri allo chef!

Alessandro Borghese compie 45 anni: tanti auguri allo chef!

Quarantacinque candeline da spegnere con il piglio di un eterno ragazzino cui piace cucinare, stare in tv, comunicare sui social, ma anche andare in moto e ascoltare musica

Nato il 19 novembre 1976, Alessandro Borghese spegne oggi quarantacinque candeline, ma negli anni non ha mai perso quella carica di energia che lo fa sembrare un eterno giovane. Occhi gentili tra i ricci ribelli e un sorriso che conquista, non può che suscitare simpatia. Chef “rock’n’social”, propone una cucina che definisce “inventiva e generosa”, non si risparmia come showman della tv ed è anche il cuoco più bravo a comunicare in rete.

Alessandro Borghese, dalle navi da crociera al ristorante milanese

Dopo il diploma all’American Overseas School di Roma, Alessandro Borghese lavora per tre anni sulle navi da crociera. Sbarcato poi definitivamente a terra, vive esperienze professionali a San Francisco (città dove è nato), New York, Londra, Parigi, Copenhagen, Roma e Milano. Del suo stile in cucina – in cui coniuga il gusto di materie prime di qualità a una raffinata semplicità delle preparazioni – ne ha fatto un marchio, Il lusso della semplicità, che è poi il nome del suo ristorante milanese aperto nel 2017. Con la sua società, AB Normal, fondata con la moglie Wilma Oliverio, si occupa anche di catering e banqueting per eventi, food consulting e advertising.

Borghese showman della tv

Al momento è in onda su TV8 con Game Of Talents accanto a Mara Maionchi e Frank Matano e con Piatto Ricco insieme allo chef Gennaro Esposito, ma negli anni è stato protagonista di innumerevoli programmi tv, da Cortesie per gli ospiti a Cuochi e fiamme, da Junior Masterchef Italia a Kitchen Sound, da Cuochi d’Italia a 4 Ristoranti, il programma che lo ha definitivamente consacrato al grande pubblico (e all’ironia della rete).

Alessandro Borghese: quello che (forse) non sai e che vorresti sapere

Borghese è il figlio dell’attrice Barbara Bouchet e dell’imprenditore napoletano Luigi Borghese. Ha un fratello minore (decisamente più riservato di lui) che si chiama Massimiliano e che sì, gli assomiglia abbastanza. Sposato con Wilma Oliverio da cui ha avuto due figlie, Arizona e Alexandra, tempo fa ha rivelato di aver scoperto l’esistenza di un terzo figlio nato da una precedente relazione.

La pasta cacio e pepe è il suo cavallo di battaglia. E, dopo la cucina, le sue passioni sono la moto e la musica. La sua vita avventurosa e i suoi piatti li ha raccontati in diversi libri: dal primo del 2014 intitolato L’abito non fa il cuoco. La cucina italiana di uno chef gentiluomo all’ultimo pubblicato nel 2018 Cacio&Pepe. La mia vita in 50 ricette

Scaddateddi: la colazione calabrese. E non solo

Scaddateddi: la colazione calabrese. E non solo

Sembrano taralli, si inzuppano nel latte (o nel vino bianco), si mangiavano a colazione, anche se ora gli scaddateddi li si trova anche all’aperitivo. Ecco la ricetta

Prima dell’avvento di brioche e merendine, anche la colazione in Italia era caratterizzata da tradizioni regionali. Ciambelloni, torte e ricette storiche come gli scaddateddi di Bova, in provincia di Reggio Calabria. Consumati originariamente a colazione o regalati ai matrimoni vengono oramai perlopiù serviti come taralli durante l’aperitivo. Ma non importa quando li si mangi, sono ottimi e siamo andati a caccia della loro storia e di una ricetta firmata.

Scaddateddi, ciambelle al cumino

Gli scaddateddi sono delle ciambelline friabili aromatizzate al cumino che regalano un sapore molto simile a quello dell’anice. Gli scaddateddi sono tondi, paffuti e dorati, hanno una superficie croccante mentre all’interno sono più soffici e adatti all’inzuppo. Le nonne anticamente le preparavano per la colazione, ma oggi sempre di più in Calabria arrivano al posto delle patatine prima di cena oppure a fine pasto per essere inzuppati nel vino dolce o liquoroso. A colazione, all’aperitivo o dopo cena, sono comunque una tradizione da riscoprire, e per capirne meglio la ricetta originale, abbiamo chiesto aiuto a Giuseppe del Panificio D’Agostino Salvatore di Reggio Calabria, vero esperto in materia e premiato dalla guida del Gambero Rosso Pane & panettieri d’Italia 2022.

Per festeggiare gli sposi e come dolcetto a fine pasto

«Oltre che a colazione, gli scaddateddi venivano preparati per essere regalati agli invitati dei matrimoni. Gli sposi li donavano ai propri ospiti per ringraziarli per la partecipazione alla cerimonia, proprio come oggi vengono regalati confetti e bomboniere», spiega Giuseppe, che ci aiuta anche a districarci fra le mille varianti. «Oltre agli scaddateddi di Bova, abbiamo in Calabria e anche nel resto del Sud Italia gli scaldatelli, anche conosciuti come taralli scaldati. Sono una versione molto più simile al tarallo, si tratta infatti di un impasto più fine ed allungato». Giuseppe del Panificio D’Agostino Salvatore di Reggio Calabria ci spiega che la vera differenza tra scaddateddi e scaldatelli è nella forma (i primo tondi e panciuti, gli altri più fini ed allungati) e nell’utilizzo del cumino. «Gli scaddateddi non sono dolci, ma si prestano bene ad accompagnamenti dolci per via del vino bianco passito, utilizzato nella ricetta. Devono lievitare un’ora prima di essere sbollentati, a differenza dei taralli scaldati che vengono cotti subito in acqua sfruttandone il calore per lievitare in cottura». Gli scaldatelli, come quelli pugliesi e della Basilicata, sono invece prevalentemente salati e assomigliano più ai biscotti all’anice toscani o ai bretzel dei paesi di lingua tedesca. Possono essere aromatizzati con del finocchietto selvatico, con del peperoncino, con frutta a guscio o altre spezie.

La ricetta degli scaddateddi del Panificio D’Agostino Salvatore

Ingredienti

1 kg farina 0 (w220)
250 g olio di girasole (alto oleico)
250 g vino bianco passito (greco di bianco)
30 g sale
20 g lievito di birra (nella ricetta Giuseppe utilizza 100 g di pasta di riporto e 10 g di lievito)
50 g cumino (se ne possono mettere fino a 100 g se piacciono più forti di sapore)

Procedimento

Impastare gli ingredienti partendo dalla farina e il cumino, aggiungere i liquidi con il lievito e alla fine il sale. Una volta che gli ingredienti sono ben amalgamati, formare filoncini del diametro di 2 cm, tagliare e arrotolare a forma di anello premendo l’impasto. Sistemare su di una placca da forno per lievitare coperti con panno umido a temperatura ambiente per un’ora. Una volta levitati sbollentare in acqua bollente gli anelli di pasta, fino a che vengono a galla, scolare con una schiumarola e sistemare su di una teglia da forno. Cuocere in forno preriscaldato a 220°C per 15/20 minuti con forno ventilato.

Ricerche frequenti:

» Frittatensuppe – Ricetta Frittatensuppe di Misya

Misya.info

Innanzitutto preparate il brodo: lavate e mondate le verdure, tagliatele a cubetti (io la cipolla l’ho tritata finemente e aggiunta in un secondo momento) e mettetele in una pentola con acqua, carne e un filo d’olio.

Portate a bollore, quindi aggiungete anche la cipolla e fate cuocere per almeno 30 minuti, poi filtrate il brodo per togliere carne e verdure.

Nel frattempo che il brodo cuoce, portatevi avanti e preparate la frittata: separate i tuorli dagli albumi e montate questi ultimi a neve ferma.
A parte, lavorate i tuorli con prezzemolo, farina e parmigiano.

Unite gli albumi al secondo composto in 2-3 volte, in modo da incorporarli delicatamente e senza farli smontare.

Cuocete il composto finale in un’ampia padella antiaderente leggermente unta, proprio come se fosse una normale frittata, girandolo delicatamente una volta rappreso, in modo da far dorare anche il secondo lato.

Una volta pronta, arrotolate la frittata e tagliatela a rondelle.

Mettete il brodo nei piatti, quindi disponeteci dentro le tagliatelle di frittata.

La Frittatensuppe è pronta: decorate con erba cipollina o prezzemolo e servite.

Proudly powered by WordPress