Tag: Ortaggi

Pasta con crema di asparagi: ricetta di primavera

Pasta con crema di asparagi: ricetta di primavera

La pasta con crema di asparagi è un primo piatto delizioso da fare in primavera, la stagione che vede protagonista questi ortaggi tanto amati. 

Preparare una crema di asparagi per la pasta è facilissimo: una volta appresa la ricetta base potrete arricchirla con gli ingredienti che preferite, come i gamberetti, il salmone, la salsiccia, lo speck o la pancetta. Inoltre potrete sfruttarla anche per condire bruschette, panini e pizze

Crema di asparagi per pasta: la ricetta facile senza panna

Il condimento che vi proponiamo non è soltanto di semplice realizzazione, ma è anche light, poiché non prevede l’uso della panna da cucina. 

Provatela subito e non perdetevi i nostri migliori primi con crema di asparagi più in basso.

Ingredienti per 4 persone

500 g asparagi freschi
320 g pasta
1 spicchio di aglio
olio extra vergine di oliva
sale
pepe

Procedimento

Innanzitutto procedete alla pulizia degli asparagi, rimuovendo la parte finale (più fibrosa e dura) e lavandoli con acqua corrente.

Inserite gli asparagi in una pentola con acqua fredda, accendete il fuoco e lessateli per circa 3-4 minuti a partire dal bollore. In questo modo diventeranno teneri, ma non si sfalderanno. Scolateli, tagliate le punte e tenetele da parte.

Frullate gli asparagi un pizzico di sale, pepe e un cucchiaio di olio extravergine di oliva, fino ad ottenere una crema omogenea.
Volendo, potete arricchire la vostra crema con qualche cucchiaio di formaggio grattugiato oppure di frutta secca (mandorle, pistacchi e così via).

Cuocete la pasta, conservando un po’ di acqua di cottura. 
Fate rosolare uno spicchio d’aglio in padella; unite la pasta, la crema di asparagi e le punte che avevate messo da parte e fate saltare per un paio di minuti. Se necessario, aggiungete poca acqua di cottura per ottenere la giusta consistenza cremosa. Servite.

Il carciofo spinoso di Menfi: il preferito da Goethe

Il carciofo spinoso di Menfi: il preferito da Goethe

Si è appena concluso a Menfi, cittadina affacciata sulla costa sud occidentale della Sicilia, l’evento dedicato al carciofo spinoso, ortaggio autoctono di questo angolo verde dell’Isola che proprio nel 2022 festeggia 10 anni di Presidio Slow Food. La sua coltivazione era ampiamente diffusa in passato, come testimonia anche Goethe durante il suo viaggio in Sicilia (1787): «Il vetturino mangia con grande appetito i carciofi crudi e il rapa-cavolo; certamente bisogna ammettere che sono molto più teneri e succosi di quanto non siano da noi». Nel tempo, però, è stato abbandonato per dare spazio ad altre varietà senza spine e dunque più facili da coltivare: è stato solo grazie all’impegno e alla cura di pochissimi produttori menfitani che questa cultivar è riuscita a salvarsi dall’estinzione. Obiettivo della manifestazione, promossa dalle istituzioni cittadine e svoltasi presso lo spazio polifunzionale Maharìa, è duplice: sensibilizzare gli agricoltori a incrementare la produzione dello spinoso e promuoverne l’utilizzo nella ristorazione contemporanea di alta qualità (durante le due giornate di approfondimento gli chef Mauricio Zillo del Gagini e Gaetano Verde del Charleston di Palermo si sono cimentati in due originali menù dedicati alla pianta belicina), affinché diventi simbolo di un territorio – quello di Menfi – che ha saputo realizzare un modello integrato di economia, agricoltura e turismo. «Menfi è da sempre terra di carciofi, ma lo spinoso è il carciofo della tradizione», sottolinea il sindaco Marilena Mauceri. «Iniziative come queste devono non solo promuovere il territorio, ma sensibilizzare l’etica del consumo e quindi voglio invitare gli agricoltori di Menfi ad abbracciare la scelta dei pochi produttori che hanno deciso di investire in questa varietà così unica». 

Il carciofo a Menfi

Menfi è considerata una delle capitali dell’agricoltura siciliana: una piccola food valley di ben 13mila ettari di vigneti, oliveti e ortaggi tra verdissime colline e dune di sabbia finissima che degradano sul mare cristallino Bandiera Blu. Di questa superficie coltivata, 450 ettari circa sono riservati ai carciofi e soltanto 10 ettari dedicati allo spinoso, dunque la maggior parte dei carciofi coltivati in questi terreni appartengono a varietà moderne: tema 2000, violetto di Provenza e alcune varietà di romanesco (le preferite dal mercato sono quelle inermi, senza spine). L’ecotipo storico, lo spinoso, è ancora coltivato e molto apprezzato dai buongustai, ma indubbiamente soffre la competizione con gli ibridi, decisamente più produttivi. 

Caratteristiche dello spinoso

Dello spinoso di Menfi si ha notizia almeno dall’Ottocento. Il terreno dedicato si estendeva al tempo dal fiume Carboj all’attuale Riserva naturale Foce del Belìce. È una varietà autunnale, i primi capolini chiamati “mammi” hanno una forma ellissoidale, mentre i secondi, gli “spaddi”, sono ovoidali. È un carciofo di dimensioni medie rispetto alle altre varietà autunnali, le brattee, ovvero la parte edibile del carciofo, hanno una colorazione di base verde e un sovraccolore violetto, nella parte superiore sono presenti grandi spine dorate. Per questa caratteristica in passato era conosciuto anche con il nome di “spinello”. Le spine sono indubbiamente un ostacolo sul mercato e richiedono tanta pazienza in cucina, ma proprio queste caratteristiche lo rendono aromatico, croccante e delicato. Molto ricercato per la cottura alla brace e anche per la produzione di sottoli, caponate e paté: il suo alto contenuto di lignina lo rende infatti più resistente alla conservazione in olio (non si sfalda facilmente) e più resistente al calore intenso della brace. Nelle carciofaie, quando non si fanno carciofi, si coltivano fave che arricchiscono nuovamente la terra di azoto. Dopo si trincia tutto quanto è rimasto. Trinciando la parte secca della pianta si facilitano le operazioni di recuperi degli ovuli migliori, precedentemente segnati con la colorazione alla base dei ceppi. La raccolta avviene manualmente a partire dalla fine di novembre fino alla fine di aprile. Tradizionalmente la fine della stagione produttiva è il primo maggio, quando i menfitani si ritrovano in campagna per arrostire gli ultimi carciofi rimasti cotti su braci di potature di olivo. Il carciofo, prima di essere messo sulla brace, si batte con tutte le spine su una base di marmo per favorire l’apertura delle brattee e si condisce con olio extravergine di oliva, sale e aglio

Presidio Slow Food

Negli ultimi 30 anni, a Menfi, le nuove varietà ibride hanno scalzato il vecchio ecotipo e soltanto 8 aziende coltivano lo spinoso tradizionale. Questi produttori, per lo più giovani, si sono costituiti in un’associazione nata nel 2012 con il Presidio Slow Food per affermare le qualità di questo carciofo: «Lo spinoso si coltiva qui da secoli», raccontano i fratelli agronomi Calogero e Filippo Romano, referenti dei produttori del Presidio. «Oggi non siamo in molti a produrli, ma ne apprezziamo quotidianamente le sue qualità e caratteristiche uniche. E non dobbiamo dimenticare che lo spinoso è sostenibile: le altre varietà formate da selezioni sono impiantate a luglio, lo spinoso invece viene piantato a settembre, questo permette di evitare i mesi più caldi dell’anno e avere un importante risparmio d’acqua. C’è poi un aspetto sanitario: la coltivazione durante l’estate espone le piante a patogeni più aggressivi che il coltivatore deve combattere con agrofarmaci, con lo spinoso invece si riesce il più delle volte ad arrivare in produzione con zero trattamenti, questo perché impiantando tardivamente le condizioni climatiche sono più favorevoli (iniziano le prime piogge e le temperature si abbassano). Ma l’aspetto più importante è che lo spinoso di Menfi rappresenta l’identità del nostro territorio: è frutto di un’evoluzione genetica e di conseguenza risponde, meglio delle altre varietà, ai fattori avversi nel lungo periodo». 

Alimento nutraceutico

«Molti forse non lo sanno, ma quello che noi mangiamo», afferma il nutrizionista Matteo Pillitteri, «è in realtà il fiore del carciofo, ovvero un’infiorescenza, così come lo sono il broccolo, il cavolfiore e le cime di rapa. Il carciofo è un prodotto nutraceutico, ha cioè delle proprietà terapeutiche legate ai polifenoli, concentrati in maniera decrescente dalla parte centrale verso la parte esterna. E, ancora, il carciofo contiene la cinarina, sostanza miracolosa da un punto di vista epatico che agisce sul fegato, andando a migliorare la produzione in termini quantitativi della bile, oltre a renderla più fluida (importante ai fini digestivi). Ci sono poi due molecole, luteina e cinaroside, preziose alleate per il contenimento del colesterolo. Sotto l’aspetto nutrizionale, infine, il carciofo è ricchissimo di sali minerali (in particolare potassio), vitamine, fibre e ha soltanto 23 calorie».

Tre ricette facilissime a base di carciofo spinoso

Antipasto di carciofi

Ingredienti

10 carciofi del tipo spinoso di Menfi
carote
sedano
aglio
prezzemolo
menta 
origano 
sale

Procedimento

Pulite e spuntate i carciofi, tagliateli a spicchi e passateli nel succo di limone. Successivamente farteli bollire in un liquido composto da due parti di aceto e una di vino. Scolateli al dente e ripetete lo stesso procedimento sia per le carote sia per il sedano avendo cura di tagliarli in pezzi della stessa grandezza dei carciofi. Preparate un trito con i restanti ingredienti. Infine mescolate il tutto aggiungendo abbondante olio d’oliva. Servite il piatto freddo.

Carciofi “ammuttunati”

Ingredienti

carciofi del tipo spinoso di Menfi 
formaggio
salsa di pomodoro
olio extravergine di oliva
aglio
cipolla
mollica
uova
prezzemolo
sale
pepe

Procedimento 

Pulite e spuntate i carciofi avendo cura di eliminare le brattee più esterne. Togliete la parte interna dei carciofi e riempiteli con un condimento composto da mollica, formaggio, prezzemolo, olio, sale e pepe. Cospargete la parte superiore dei carciofi con uovo sbattuto. Soffriggete solo la parte superiore dei carciofi in modo da creare una crosta che non permetta al condimento di spargersi nella salsa. Separatamente, realizzate un soffritto di aglio e cipolla. Aggiungete la salsa, conditela e portatela a cottura. Infine aggiungete i carciofi e servite il piatto caldo.

Caponata di carciofi

Ingredienti

8 carciofi del tipo spinoso di Menfi
capperi
sedano
olive verdi
salsa di pomodoro
aceto
cipolla
zucchero

Procedimento 

Pulite i carciofi, spuntateli e tagliateli a spicchi. Bollite in acqua prima il sedano e poi le olive. Bollite i carciofi in acqua e aceto. A parte, realizzate un soffritto di cipolla nel quale aggiungere carciofi, sedano, olive, capperi, salsa e un po’ di zucchero e aceto. Cuocete a fuoco lento per pochi minuti e servite il piatto freddo.

Ricetta Polenta con ortaggi – La Cucina Italiana

Ricetta Polenta con ortaggi - La Cucina Italiana
  • 750 g farina di polenta gialla
  • 600 g cime di rapa da mondare
  • 600 g cipolline borettane
  • 350 g latte
  • 350 g sedano rapa a tocchetti
  • 300 g cavolo nero
  • 300 g polpa di zucca a tocchetti
  • 250 g cavolo verza
  • 250 g castagne lessate
  • 250 g Fontina Dop grattugiata
  • 60 g burro
  • 30 g farina
  • pepe
  • 2 cespi di radicchio tardivo
  • 1 tuorlo
  • aceto bianco
  • olio extravergine
  • sale
  • noce moscata
  • zucchero

Portate a ebollizione, in una pentola molto ampia, 3,8 litri di acqua con 30 g circa di sale. Assaggiate l’acqua per controllare il grado di sapidità ed eventualmente correggerlo secondo il vostro gusto.
Versate a pioggia la farina e mescolate subito con una frusta per evitare che si formino grumi. Riducete la fiamma al minimo e fate sobbollire mescolando con un cucchiaio di legno per 40-45 minuti.
Preparate una crema di formaggio partendo da una besciamella: sciogliete in una casseruola 30 g di burro con la farina, poi unitevi il latte e la fontina grattugiata. Lasciate che si fonda senza raggiungere il bollore, sempre mescolando con la frusta. Togliete dal fuoco, salate, pepate e profumate con noce moscata. Alla fine aggiungete il tuorlo e mescolate ancora. Tenete in temperatura su un bagnomaria caldo ma non bollente (potete preparare la crema il giorno prima e riscaldarla delicatamente prima di servirla).
Mondate nel frattempo le cipolline borettane. Fate appena dorare 30 g di burro e 30 g di zucchero in una casseruola, poi unite le cipolline e lasciatele caramellare per qualche minuto. Salate, quindi sfumate con 3-4 cucchiai di aceto, fate evaporare, infine bagnate con 1 bicchiere di acqua. Riducete la fiamma al minimo, coprite e cuocete per 15-18 minuti.
Aggiungete anche le castagne e cuocete ancora per 4-5 minuti sempre coperto; se necessario, unite ancora poca acqua. Pepate e aggiustate di sale.
Mondate il resto delle verdure. Lessate i tocchetti di sedano rapa per 10 minuti, scolateli e teneteli da parte. Nella stessa acqua lessate prima il cavolo nero per 3-4 minuti, unite la verza e cuocete per altri 3 minuti, aggiungete anche le cima di rapa e dopo 2 minuti scolate tutto, sgocciolando molto bene.
Rosolate i tocchetti di zucca in una casseruola capace con 4 cucchiai di olio per 5-6 minuti.
Unite il sedano rapa e il resto delle foglie sgocciolate. Fate insaporire per qualche minuto sulla fiamma vivace salate e pepate.
Distribuite nei piatti la polenta, le verdure, le cipolline, le castagne e la salsa di formaggio.

Proudly powered by WordPress