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Ravioli al cacao
Preparate la pasta fresca al cacao.In una ciotola setacciate la farina Con il cacao amaro. Realizzate un buco al centro ed aggiungete le uova.Cominciate a lavorare l’impasto nella ciotola, poi versate l’impasto sulla spianatoia e cominciate a lavorarlo con le mani fino ad ottenere un impasto sodo e compatto.
Avvolgete quindi il panetto di pasta fresca al cacao nella pellicola trasparente e lasciatelo riposare 30 minuti a temperatura ambiente.Trascorso questo tempo, dividete l’impasto in panetti più piccoli e appiattiteli con un mattarello. Quindi passateli nella macchinetta della pasta fino ad ottenere delle sfoglie sottili.
Adagiate le sfoglie su un piano infarinato poi con un coppapasta tondo ritagliate dei cerchi.
Spennellate l’impasto con dell’acqua e poi, disponete al centro dei pezzetti di taleggio e un pò di tartufo.
Spennellate d’acqua anche l’altro cerchio di pasta e adagiatelo sul ripieno, quindi sigillatelo.
Sigillate i ravioli ai bordi con le dita poi, pressate i bordi con i rebbi di una forchetta facendo attenzione a non bucare i ravioli. Disponete man mano i ravioli ottenuti su un piano infarinato.

Cuocete i ravioli al cacao in acqua salata e, quando saranno pronti, ci vorranno circa 5 minuti,sollevateli con una schiumaiola.

In una padella fate scaldare la panna, aggiungetevi il taleggio tagliato a pezzetti e mescolate facendolo fondere insieme alla panna. Versate i ravioli nel condimento.

Poi servite i ravioli al cacao con ripieno di taleggio nei piatti aggiungendo del parmigiano grattugiato e una spolverata di cacao amaro.

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Bere senza alcol: la nuova tendenza sono i mocktail (e vi spieghiamo come farli)

Bere senza alcol: la nuova tendenza sono i mocktail (e vi spieghiamo come farli)

Cocktail buoni, elaborati, di moda, ma senza alcol. Sono la nuova tendenza in fatto di mixology, parola di esperto, e visto che sono perfetti per ricevere durante le Feste, vi diamo una ricetta realizzata in esclusiva da La Cucina Italiana per Pompadour

Definire i mocktail un “cocktail senza alcol” è davvero riduttivo. I cocktail analcolici che spopolano nelle capitali del bartending come New York e Londra non hanno nulla da invidiare ai classici drink a base di gin, whiskey o rum. Anzi.
Un tempo cocktail alcol-free come Shirley Temple e Virgin Colada erano relegati alle ultime pagine delle drink list di locali e ristoranti, offerta dovuta per accontentare bambini e astemi. Oggi invece i mocktail hanno smesso di essere versioni sbiadite dei grandi drink internazionali, e sono un segmento di mercato in rapida crescita – e un’idea da copiare anche a casa.

Sempre meno alcol, fino allo zero

La cultura del bere sta evolvendo rapidamente e negli ultimi anni gli appassionati di cocktail sono in crescita, quante le occasioni di consumo e la consapevolezza della propria salute. Si apprezzano ingredienti sofisticati, equilibrio, bilanciamento di sapori e profumi, proprio come per un vino. Con in più ricette studiate per specifici momenti, che oltre al classico fuori pasto incontrano l’abbinamento con il cibo e persino gli orari diurni della giornata. I cocktail hanno invaso le nostre giornate, le cene, i pranzi, i brunch – e non necessariamente quindi con un contenuto alcolico, seppur minimo. La nuova tendenza della mixology internazionale mira quindi a ridurre sempre di più la gradazione dei cocktail, che siano da aperitivo, da dopocena, o da pasto.

Oltre all’alcol c’è di più

“L’assenza di alcol non è più l’unica caratteristica principale dei mocktail – spiega Alessandro Melis, anima di Indrinkable, bartender navigato, formatore e mixology consultant per tanti locali – oggi l’attenzione si concentra sulla qualità e l’abbinamento degli ingredienti presenti (e non sull’unico assente!) di questa tipologia di drink. Non sono più versioni “senza”, ma ricette costruite, pensate e ideate per diversi momenti della giornata e diverse occasioni d’uso, “con”, tanto da offrire e da far scoprire al pubblico”.
Oggi i mocktail sono talmente popolari che i locali più alla moda ne hanno di signature, con ricette speciali, dedicate ai singoli momenti della giornata, dall’aperitivo al dopocena, e soprattutto a nuove occssioni come brunch e pranzi, un tempo orari off limits per i bartender. “A Milano due dei cocktail che stanno avendo maggior successo nei locali in cui abbiamo studiato la drink list, sono proprio due mocktail – prosegue Alessandro – e vengono bevuti in orario diurno o a pasto. Acqua di mare è un cocktail a base di acqua del Mediterraneo, succo di limoni, sciroppo di zucchero al pepe nero e soda, molto gettonato, tanto quanto Profumi di Campo, a base di sciroppo al rosmarino, estratto di cetriolo e succo di lime”. Un soffio di estate e di primavera, ma si beve la stessa cosa tutto l’anno? A parte alcuni grandi classici, assolutamente no.

I cocktail sono stagionali, come la cucina

I cocktail bar cambiano le liste ad ogni stagione, come i ristoranti, proprio per ispirarsi ad ingredienti e sapori differenti. Ora in inverno, si preferiscono note speziate e di frutti rossi, che richiamano quelle tipiche del Natale. Alla fantasia non c’è limite “perché i barman oramai non si accontentano più dei prodotti in commercio e come degli chef preparano i propri sciroppi, estratti e molti infusi con cui “cucinare” i cocktail sul momento” conclude Alessandro. Utilizzando gli infusi Pompadour ha creato sei cocktail in esclusiva per la Cucina Italiana, come Cinnamon Red, a base di Infuso Garofano e Cannella e tante altre ricette che verrano svelate nei prossimi mesi sulla rivista e online. L’obiettivo, aiutare i lettori a cimentarsi in un bartending facile e casalingo, ma d’effetto e al passo con i tempi.
Per le Feste, come aperitivo o per il brindisi del dopocena, ecco la ricetta del cocktail perfetto da accompagnare alla classica bottiglia di bollicine – che scommettiamo non sarà più così gettonata.

Cinnamon in Red
1 tazza di Infuso Garofano e Cannella Pompadour
2 cucchiaini di succo di lime
1 bicchiere di soda al limone
1 cucchiaino di miele
1 pizzico di pepe nero
Shakerate l’infuso e il succo di lime con il pepe e il miele. Versate in un bicchiere da long drink con ghiaccio e colmate con la soda; decorate a piacere con ribes rosso.

Joe Bastianich e il segreto dell’hamburger perfetto

Smoky, BBQ e Chicken: da McDonald’s arrivano i panini firmati da Joe Bastianich a base di prodotti Made in Italy. Perché sono speciali? Perché l’hamburger di McDonald’s è da sempre il metro di paragone per tutti gli altri

Pane, carne, condimento: il bilanciamento di questi tre elementi è alla base del panino perfetto. Un difficile equilibrio che Joe Bastianich cerca sempre quando mangia e giudica un panino. L’imprenditore italo-americano prestato alla televisione ha presentato a Roma la nuova edizione di panini My Selection di McDonald’s: tre ricette in cui ha unito l’esperienza della catena americana, con prodotti tutti made in Italy, dallo speck altoatesino alla fontina valdostana, passando per la cipolla rossa di Tropea e l’aceto balsamico di Modena.

Joe Bastianich

“Sono cresciuto nel Queens – ha raccontato Joe Bastianich – e accanto a casa mia c’erano la ferrovia e il parcheggio del McDonald’s. I miei primi ricordi sono il rumore del treno che passava e l’odore degli hamburger. Però vivevo in una famiglia dalle forti radici italiane e a casa si mangiava solo cucina italiana. Per me i panini di McDonald’s erano un sogno”.

Il sogno americano, si potrebbe dire. Da allora Joe Bastianich e la sua famiglia di strada ne hanno fatta molta e certamente centinaia sono stati gli hamburger che sono stati mangiati, ma per “Giuseppino”, come lo chiamavano da bambino, quello di McDonald’s resta sempre il metro di paragone per tutti gli altri hamburger. “È quello l’equilibrio perfetto di cui parlo: il pane che deve essere morbido, la carne, rigorosamente beef, manzo, che deve avere la crosticina, il resto sono condimenti che tuttavia non devono sovrastare gli altri elementi”.

Ma qual è il panino preferito di Joe Bastianich? “Il classico cheeseburger, con la senape, per me è il massimo. È quella la fondazione”. Forse Bastianich voleva dire “fondamenta” su cui poggia la cultura del panino americano, che gli italiani, è questo il consiglio del giudice di Masterchef non devono fare l’errore di voler travisare eccessivamente, con il rischio di rompere questo delicato equilibrio. A proposito di Bastianich e dei suoi piccoli inciampi con l’italiano che piacciono tanto al pubblico, lo rivedremo presto in tv, con la prossima edizione di Masterchef che andrà in onda da gennaio.

Chicken by Joe Bastianich

 

E saranno disponibili dal 1° gennaio, in tutti i punti vendita italiani, anche questi nuovi panini My Selection 2019 di McDonald’s, che nelle precedenti edizioni, assicura l’amministratore delegato del gruppo in Italia, Mario Federico, “hanno riscosso un grande successo, portando grandi ricadute sul comparto agroalimentare italiano, nel quale investiamo ogni anno 200milioni di euro”. Tre le proposte: EGG (con uovo fresco italiano, natural cheddar e salsa ranch) al Chicken (di pollo con bacon croccante, scamorza affumicata, pomodoro, cipolla croccante e senape delicata), passando per la riconferma del BBQ, best seller 2018, a base di con salsa BBQ con Cipolla Rossa di Tropea Calabria IGP, gouda stagionato e coleslaw.

BBQ by Joe Bastianich

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