Tag: ricette alimentari

» Sedano al forno – Ricetta Sedano al forno di Misya

Misya.info

Innanzitutto mondate il sedano, lavatelo e tagliate i gambi in tocchetti lunghi circa 5-6 cm (potete conservare le foglie per altre ricette).

Disponete i gambi così tagliati in una pirofila adatta al forno, condite con poco olio e sale (soprattutto il sale, perché se no dopo tra olive, grana e pepe diventeranno troppo salati), mescolate e cuocete per circa 30 minuti a 200°C, in forno ventilato già caldo.
Riprendete la pirofila, aggiungete grana, pepe e olive denocciolate, mescolate ancora e cuocete per altri 10 minuti.

Il sedano al forno è pronto.

La torta di mele: 8 ricette profumate

La torta di mele: 8 ricette profumate

Morbide, succose e delicate. Le mele sono il frutto perfetto per preparare un dolce tradizionale, semplice e sempre gradito. Ecco 8 torte di mele da provare

«Una mela al giorno toglie il medico di torno». La saggezza popolare ci invita a gustare questo frutto buonissimo e croccante nella quotidianità e allora… perché non preparare una bella torta di mele? Farina, mele, uova, zucchero e poco più per realizzare la merenda più buona di tutte, da servire con una invitante tazza di tè bollente e gustare la mattina dopo, per iniziare bene la giornata con una fetta golosa e un buon caffè.

Crostata di mele.
Crostata di mele.

C’è chi ama prepararla soffice, molto lievitata e con una crosticina di zucchero in superficie. In molte ricette invece, si preparare una sfoglia sottilissima e si abbonda con le mele, disposte a raggiera per arricchire ogni fetta, magari profumando la farcia con una spolverata di cannella. Ma oltre alla torta che ognuno prepara a casa, magari dosando gli ingredienti a occhio e omaggiando la ricetta tradizionale della nonna, le mele offrono molteplici possibilità di cottura nei dolci, ed è molto divertente sperimentarne sempre di nuove. Avete mai provato ad esempio, a gustare una torta di pane e mele? Questo dolce tradizionale è una sorpresa a ogni morso, ed è perfetto per chi ama trovare un pizzico di sale anche nei dolci. La torta ricca di mele e la crostata di mele sono invece perfette anche come dolce della domenica, magari servite tiepide e accompagnate da una pallina di gelato al fior di latte. La torta millefoglie alle mele è invece un passo in più verso  la pasticceria ed è la ricetta giusta per stupire gli ospiti dopo un buon pranzo assieme. Più casereccia, ma sicuramente divertente è la crostata di tagliatelle e mele, piacerà anche alla nonna! Lo strudel poi, è un grande classico, ma lo avevate mai provato al profumo d’arancia?

Ecco le nostre 8 ricette profumate di torte alle mele

Amatriciana ricetta originale di Amatrice

Amatriciana ricetta originale di Amatrice

La ricetta originale dell’Amatriciana prevede la cipolla? Meglio spaghetti o bucatini? Chiariamo una volta per tutte i dubbi su questo primo piatto della tradizione tanto amato quanto discusso

L’amatriciana è una di quelle ricette capaci di suscitare grandi emozioni, sia quando la si mangia che quando se ne parla. Le diatribe riguardano soprattutto gli ingredienti da usare: Amatriciana con cipolla o senza, pancetta o guanciale, pasta lunga o pasta corta? Le domande sono tante, ma la ricetta originale dell’amatriciana è una sola, depositata proprio al Comune di Amatrice.

Amatriciana: ricetta originale depositata

Iniziamo a sciogliere i primi dubbi: nella ricetta originale dell’amatriciana non c’è la cipolla né tantomeno meno l’aglio. Gli ingredienti principali sono esclusivamente guanciale, pomodori e formaggio pecorino grattugiato. Il formato di pasta? La ricetta di Amatrice prevede gli spaghetti e non i bucatini.

Ingredienti
500 g di spaghetti
125 g di guanciale di Amatrice
6 o 7 pomodori San Marzano o 400 g di pomodori pelati
100 g di pecorino di Amatrice grattugiato
un cucchiaio di olio di oliva extravergine
un goccio di vino bianco secco
un pezzetto di peperoncino
sale

Amatriciana ricetta originale di Amatrice: Procedimento
Mettete in una padella, preferibilmente di ferro, l’olio, il peperoncino ed il guanciale tagliato a pezzetti.
“La proporzione di un quarto, rispetto alla pasta, é tradizionale e sacra per gli esperti e, o si mette il guanciale, vale a dire la parte della ganascia del maiale, o non sono spaghetti all’amatriciana, solo con esso avranno una delicatezza e una dolcezza insuperabili”.

Rosolate a fuoco vivo e sfumate con il vino. Togliete dalla padella i pezzetti di guanciale, sgocciolate bene e teneteli da parte, possibilmente in caldo. In questo modo si evita il rischio di farli diventare troppo secchi o salati e resteranno più morbidi e saporiti.

Unite i pomodori tagliati a filetti e puliti dai semi (meglio prima sbollentarli, per rimuovere più facilmente la pelle). Aggiustate di sale, mescolate e cuocete per qualche minuto. Togliete il peperoncino, aggiungete nuovamente i pezzetti di guanciale e mescolate la salsa.

Cuocete intanto gli spaghetti bene al dente, in abbondante acqua salata. Scolate la pasta e mettetela in una terrina aggiungendo il pecorino grattugiato. Attendete qualche secondo e poi versate la salsa. Mescolate e, se lo desiderate, aggiungete altro pecorino.

Come tutte le ricette della nostra splendida cucina italiana, anche l’Amatriciana si presta a diverse interpretazioni: c’è chi preferisce non utilizzare il peperoncino, chi fa rosolare il guanciale nel suo stesso grasso senza aggiungere olio e chi non sfuma con il vino. Non vi resta che decidere se seguire la ricetta di Amatrice o la vostra creatività.

Amatriciana: origine e curiosità

Una volta chiariti tutti i dubbi sulla ricetta originale dell’amatriciana, possiamo passare ad alcune curiosità sulla sua origine.
Lo sapevate che l’amatriciana è nata in bianco? Solo verso la fine del 1700, con l’arrivo del pomodoro, si tinge di rosso. Ne parla per la prima volta il cuoco Francesco Leonardi nel suo Apicio Moderno (1790), spiegando come l’amatriciana sia l’evoluzione della gricia con l’aggiunta del pomodoro.

Fino al 1927 Amatrice faceva parte della provincia dell’Aquila, quindi l’amatriciana non è propriamente una ricetta della cucina romana. Furono i pastori, con i loro spostamenti stagionali legati alla transumanza, a portare questo piatto verso le campagne romane. Pare che la sua diffusione definitiva fu sancita dall’emigrazione degli amatriciani a Roma a causa della crisi della pastorizia e il loro conseguente impiego nella ristorazione. Il resto è tutto merito della bontà del sugo, che l’ha reso popolare a partire dall’Ottocento e trasformata in un classico intramontabile.

Proudly powered by WordPress