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» Crêpes della nonna – Ricetta Crêpes della nonna di Misya

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Innanzitutto preparate la crema pasticcera, in modo da lasciarle il tempo di raffreddarsi un po’: montate i tuorli con lo zucchero, quindi incorporate prima la farina, poi il latte.

Versate il tutto in un pentolino, aggiungete anche la vaniglia, portate a bollore mescolando costantemente per non far creare grumi e e cuocete fino ad ottenere una crema fluida ma densa.
Mettete la crema in un recipiente ampio, in modo che si raffreddi pria, e coprite con pellicola per alimenti a contatto, in modo da non far ossidare la superficie.

Nel frattempo che la crema si raffredda, preparate le crêpes: in una terrina, sbattete le uova intere mentre, a parte, mischiate tra loro latte e farina.

Unite quindi i due composti, quindi coprite la ciotola con pellicola e lasciate riposare in frigo per almeno 30 minuti.

Passata almeno mezz’ora, riprendete l’impasto e iniziate a cuocere le vostre crêpes, facendo allargare un mestolo di impasto su una crêpiera o una padella antiaderente ampia e a fondo piatto, ben calda (se non è perfettamente antiaderente, fate sciogliere un fiocchetto di burro nella padella prima di versarci l’impasto).
Quando l’impasto si sarà rassodato, staccate delicatamente i bordi con una spatola e girate la crêpe per far cuocere anche il secondo lato.

Man mano che le crêpes sono pronte, impilatele su un piatto.
Quando crêpes e crema saranno entrambe pronte, tostate leggermente i pinoli in una padella antiaderente.

A questo punto procedete con la farcitura: farcite una crêpe per volta con la crema.

Disponete le crêpes della nonna su un piatto da portata, decorate con i pinoli e lo zucchero a velo e servitele subito.

Vanity Fair lancia un messaggio contro l’odio

Vanity Fair lancia un messaggio contro l’odio

Nella notte del 6 settembre scorso Willy Monteiro Duarte, un ragazzo italiano la cui famiglia ha origini capoverdiane, moriva dopo essere stato selvaggiamente picchiato da alcuni coetanei, piccoli delinquenti locali, noti nella zona per le loro prevaricazioni. Una tragedia che Vanity Fair non vuole dimenticare, e lo fa dedicando la copertina a Willy. «Mai più» è il titolo della cover del numero 38 in edicola dal 16 settembre, su cui campeggia il volto del ragazzo: la foto di un grande murales realizzato dal famoso artista e street artist Ozmo a Paliano (Frosinone) il paese dove Willy è cresciuto.

 

 

Un tributo che Vanity Fair ha voluto dedicare a lui, alla sua famiglia e ai suoi amici. Per capire chi fosse davvero Willy – poco raccontato dalle cronache, che preferiscono concentrarsi sui suoi carnefici – siamo stati nei suoi luoghi e abbiamo raccolto i pensieri di chi lo conosceva. «Regalava felicità senza che nessuno glielo chiedesse», ha detto un amico al termine della fiaccolata in suo ricordo. «Perché la morte di Willy non sia vana, dobbiamo sederci a un ideale immenso tavolo e guardarci tutti in faccia, dirci che abbiamo fallito come politici e come genitori, e alzarci solo quando abbiamo un’idea di come correggere le cose», ci ha detto Domenico Alfieri, sindaco di Paliano.
E poiché, come scrive nel suo editoriale il direttore di Vanity Fair Simone Marchetti: «L’omicidio di Willy è solo l’ultimo episodio, uno dei più crudeli, dell’ombra nera dell’Italia, una zona buia della storia che è sempre lì, sempre presente a nascondere una bestia feroce, l’odio, mai dormiente ma pronta a prendere il sopravvento all’improvviso, entrando in scena per riscuotere il suo prezzo di sangue», abbiamo chiesto al direttore Enrico Mentana di riflettere sulle radici dell’odio, lo stesso, che sta dietro la morte di Willy e quella di Maria Paola Gaglione, speronata in motorino dal fratello che voleva punirla per la sua relazione con Ciro, un ragazzo nato in un corpo di donna nel quale non si riconosceva. Il regista Daniele Vicari, che ha scritto un libro inchiesta sulla morte di Emanuele Morganti, scomparso nel 2017 in circostanze analoghe a quelle del ragazzo, ci racconta le sue emozioni nel vedere la storia che si ripete e confida di scorgere un segno di speranza nella mobilitazione che ha seguito l’omicidio di Willy. Infine i fratelli Fabio e Damiano D’Innocenzo, che hanno saputo portare la periferia sul grande schermo con La terra dell’abbastanza e Favolacce, parlano del coraggio immenso di essere Willy che nessuno di noi ha e di come, anche solo ammettere di vivere nella paura, sia il primo passo verso il cambiamento.
Il murales di Ozmo, che ha deciso di donare il suo compenso in beneficenza, verrà svelato e consegnato alla cittadinanza martedì 15 settembre alle ore 21 durante un incontro pubblico a cui prenderanno parte il direttore Simone Marchetti e il Sindaco di Paliano.
Il murales verrà svelato anche in una diretta IG live condotta dal direttore del settimanale. Inoltre in occasione dell’uscita del giornale Vanity Fair organizza 5 tavole rotonde in diretta Facebook (disponibili poi anche sulle piattaforme IGTV e YouTube) con 5 ospiti d’onore che invitano alcuni esponenti delle varie community a parlare di hate online e offline, concentrandosi sui temi di Razzismo, Omofobia, BodyShaming, Misoginia e Discriminazioni legate a etnia e religione.

Il sito di Vanity Fair Italia raggiunge 9,7 Mio di utenti in aumento rispetto al periodo passato e quasi 86 Mio di Pagine viste con un +17% MoM. La social fanbase complessiva è di 3.1 MIO (3.166.178) – con una crescita YOY del +15%.

Ricetta Brodo giapponese e noodles

Ricetta Brodo giapponese e noodles
  • 1 Kg ossi di cacciagione
  • 50 g zenzero fresco
  • 2 gambi di cipollotto
  • 200 g noodle
  • 100 g sakè
  • 2 spicchi di aglio
  • salsa di soia

Per preparare il brogo giapponese sbollentate gli ossi di cacciagione (utilizzate quelli avanzati da altre preparazioni), se sono crudi; quindi ripuliteli dai residui di carne.
Raccogliete gli ossi ripuliti in una pentola capiente con lo zenzero pelato, i gambi di cipollotto e coprite con 2 litri di acqua. Fate bollire il brodo per 3 ore a fuoco minimo: così facendo si ottiene una zuppa molto leggera ma dal sapore intenso. Se volete arricchire il brodo con delle verdure bisogna prima pulirle, farle cuocere e aggiungerle al brodo solo una volta terminata la cottura.
Per insaporire aggiungete 3 cucchiai di sakè, 2 cucchiai di salsa di soia, aglio e noodles.
Scegliete gli udon (sono i noodle giapponesi) di grano duro secchi, lessateli in acqua salata, scolateli e raffreddateli in acqua fredda; distribuiteli quindi nei piatti e copriteli con il brodo bollente. Guarnite con sottili rondelle di cipollotto e l’aglio tagliato a fettine, dorato leggermente in 2 cucchiai di olio extravergine di oliva a fuoco dolce e asciugato su carta da cucina.

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