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Negronetto, 90 anni del salamino d’Italia in pubblicità

Negronetto, 90 anni del salamino d'Italia in pubblicità

Tanti auguri al salume-icona, nato nel 1931 dalla fantasia di Paolo Negroni per aggirare i divieti francesi all’importazione dei nostri salumi. Una storia di intuizioni, campagne pubblicitarie entrate nel costume, qualità assoluta. Tutta italiana

Non è leggenda: il Negronetto, il salame più famoso d’Italia è nato – 90 anni fa – per una ‘genialata-furbata’ di Paolo Negroni, figlio di Pietro, che nel 1907 fondò a Cremona l’azienda omonima. Durante la Fiera Internazionale di Nizza, per aggirare il divieto imposto ai produttori italiani di affettare salami da offrire agli ospiti inventò un nuovo mini-formato tascabile, ancora oggi rimasto invariato. Ne fece produrre uno dalle dimensioni ridotte – lungo soli 14 centimetri – ma con la stessa qualità e le medesime caratteristiche del tradizionale salame cremonese. Era il primo salame ‘brandizzato’ della storia. Peraltro nel 1931, Negroni – da piccola bottega – era già un salumificio a ciclo continuo, aimentata dal primo macello privato italiano.

(archivio Negroni)

Jacovitti e Tognazzi per Negronetto

La nascita del Negronetto convinse Paolo a studiare le prime iniziative pubblicitarie, affiancandosi alle altre grandi aziende come Pirelli o Campari. Iniziava una storia fatta di poster bellissimi (vedi la nostra gallery), firmati da geni quali Jacovitti, e campagne centrate che continua, previlegiando oggi la televisione e l’online rispetto ai media tradizionali. Ma già ai tempi di Carosello, l’azienda cremonese era diventata celebre per i divertenti sketch di Ugo Tognazzi (ex-dipendente della Negroni, per la cronaca) e la serie dello Sceriffo della Valle d’Argento che giocava sul simbolo del salumificio, la Stella, adotttata nel 1945. Il jingle storico (“Le stelle sono tante, milioni di milioni, la stella di Negroni vuol dire qualità”) è ancora fissato nel ricordo di tutti gli italiani, che hanno iniziato a sentirlo negli Anni ’60. Dal 2015 a reinterpretarlo sono stati chiamati grandi artisti della canzone italiana quali Enrico Ruggeri, Mario Biondi, Tiromancino e Noemi.

Ugo Tognazzi per Negroni (foto archivio Negroni)

La nuova creatività

Dalla nascita del Negronetto, i tempi sono cambiati. Negroni si è dedicata a tutti gli altri salumi e ha creato il primo wurstel ‘italiano’. Ma anche con l’entrata nel Gruppo Veronesi (2002) non ha smesso di guardare avanti. Infatti, per festeggiare i 90 anni del Negronetto ha dato vita all’Accademia della Stella con l’ambizione di scoprire, illuminare e sostenere in questo periodo i giovani talenti negli ambiti che rappresentano le eccellenze del Made in Italy. Sarà un viaggio nel mondo della creatività chiamando al proprio fianco tre grandi istituti come partner del progetto, eccellenze distintive nel panorama formativo italiano in ambito design: IED (Istituto Europeo di Design), Naba (Nuova Accademia di Belle Arti) e Politecnico di Milano – Scuola e Dipartimento di Design. Saranno gli studenti di questi istituti a dare spazio ed espressione al loro estro per reinterpretare in chiave attuale il portato iconico di un brand che ha fatto la storia nella comunicazione con i suoi cartelloni pubblicitari. A giudicarli tre esperti quali Matteo Ragni, vincitore di due Premi Compasso d’Oro, l’artista Anna Godeassi e l’art director Francesco Poroli. L’incredibile storia di Negronetto continua.

prova di assaggio delle nuggets

prova di assaggio delle nuggets

Burger Kiing (per primo) scommette sulle proteine vegetali. Nei ristoranti sono arrivate le nuggets di “finto pollo”: le abbiamo assaggiate in comparazione a quelle “normali”

Un cestino di nuggets, a prima vista pieno di nuggets, normalissime nuggets . Se non fosse che metà sono di pollo, vero pollo, e metà invece di vera carne vegana. Da oggi nei ristoranti Burger King è possibile ordinare burger e nuggets di “pollo” plant based.

Il macellaio vegano

Nei fast food della catena è tornato il Rebel Whopper, il burger vegetale, e per la prima volta entrano nel menu anche le nuggets di pollo vegetale; e non nuggets qualunque. Burger King ha stretto una partnership con la olandese The Vegetarian Butcher specializzata nella produzione di cibo a base di proteine vegetali che, con un’offerta a base prevalentemente di soia, compete con la carne animale per gusto, consistenza e valore nutritivo. The Vegetarian Butcher è un progetto nato dalla mente di un agricoltore e uno chef olandesi. Davanti ai propri piatti, giurano, Ferran Andrià e il team di chef di El Bulli erano convinti di mangiare carne di pollo, pure di ottima qualità, e Mark Bittmann, critico gastronomico del “The New York Times” aveva elogiato i loro prodotti. Da un solo concept store in pochi anni sono passati a una rete distributiva di migliaia di punti vendita, e mirano ora a diventare i più grandi macellai del mondo. Nel 2018 è stata acquisita da Unilever e i suoi prodotti vengono venduti in quasi 30 mercati; inclusi ora i fast food.

Nuggets vegani, per onnivori

La scelta di Burger King si rivolge ai vegetariani e ai vegani, certo, ma prevalentemente ai carnivori. Si è osservato, infatti, che un numero crescente di consumatori – i cosiddetti flexitariani – preferisce un approccio alimentare flessibile, puntando a limitare il consumo di proteine animali e accogliendo con favore opzioni a base vegetale – categoria ormai globalmente definita plant-based – senza rinunciare al gusto della carne. Secondo Hugo Verkuil, CEO di The Vegetarian Butcher, «i plant based nuggets sono morbidi all’interno, croccanti e dorati all’esterno e offrono una deliziosa alternativa vegetale per tutti gli amanti della carne che vogliono ridurre il consumo di carne animale».

La prova di assaggio

Posto che quasi nessuno ha mai mangiato qualcosa di orribile, se impanato e fritto, le crocchette di pollo vegano sono effettivamente alla vista identiche a quelle tradizionali. Anche nel tagliarle la differenza è quasi impercettibile. Si riconosce il pollo per un vago sapore di pollo e per una fibra leggermente più consistente. Quelle vegane sono un po’ più dolci, ma intinte dentro una salsa ranch o servite senza dare indizi sulla loro provenienza, sfido chiunque a riconoscere la provenienza vegetale. Insomma, sono praticamente identiche e sono buone come una crocchetta di pollo del fast food. E il pesce? Lo abbiamo assaggiato qui.

Anna in Casa: ricette e non solo: Sbriciolata di patate

Anna in Casa: ricette e non solo: Sbriciolata di patate

Una ricetta che ci è piaciuta molto, anche se arrangiata all’ultimo minuto con un ripieno non previsto. Infatti Benedetta nella sua ricetta ha utilizzato salsiccia e mozzarella, io invece ho preferito riciclare un avanzo di piselli e certosino e renderla vegetariana. Se la rifate fatemi sapere cosa avete utilizzato per il ripieno.

Ingredienti

600 g di patate lessate
170 g circa di farina
200 g d circa di certosino

1 tazza di piselli lessati

1 uovo intero

40 g di formaggio grattugiato

  + 2 cucchiai per la cottura

2 cucchiai di pane grattugiato

fiocchetti di burro

sale, pepe noce moscata a piacere

Procedimento

Una volta lessate le patate, privarle della buccia e riunirle in una ciotola capiente; schiacciarle con la forchetta o con lo schiacciapatate (in questo caso non serve sbucciarle).

Salare e unire il formaggio grana;

aggiungere l’uovo intero e

mescolare fino a completo assorbimento.

ù 

A piacere insaporire con noce moscata e pepe. 

Poca alla volta unire la farina, meglio aggiungerla in più 

riprese per valutare se e quanta aggiungerne 

per ottenere un composto omogeneo e soffice.

Scaldare il forno a 200°C e foderare uno stampo 

apribile da 24 cm di diametro, con carta forno.

Dividere il composto di patate in due parte, 

una poco più grande dell’altra e

stendere quest’ultima nella tortiera a

formare uno strato unico.

Cospargere la base con il certosino a pezzi e 

i piselli precedentemente lessati.

Coprire il ripieno con tanti pezzi,

 presi dal resto dell’impasto tenuto da parte,

per formare la sbriciolata.

Cospargere la superficie con il pangrattato,

il resto del formaggio grattugiato e 

i fiocchetti di burro.

Infornare e cuocere per 30-35. 

La superficie deve risultare dorata.

Una volta cotta, togliere la torta dal forno

lasciarla riposare per una decina di minuti, 

capovolgerla su un piatto e

successivamente sul piatto da portata.

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