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» Fagiolini sott’olio – Ricetta Fagiolini sott’olio di Misya

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fagiolini sott’olio sono una conserva forse diversa dal solito ma molto utile per portare in tavola un po’ di sapori estivi durante la stagione fredda. I fagiolini sono di stagione da fine maggio e per tutta l’estate, quindi il mese di agosto (ma anche a luglio) è il periodo migliore per preparare questa conserva casalinga. Potete personalizzare la conserva aggiungendo aromi, se volete, come origano, peperoncino, menta o quello che preferite. La parte più noiosa sarà proprio quella di mondare i fagiolini, ma se lo farete in compagnia, tra una chiacchiera e l’altra, scommetto che il tempo vi passerà in un baleno, e se anche vi toccherà farlo da soli potete sempre approfittarne per vedere l’ultima puntata della vostra serie preferita 😉 Una volta fatto quello, il resto del procedimento sarà facile e veloce. Insomma, se anche voi volete premunirvi di un contorno diverso e saporito per l’inverno da tenere in dispensa , ecco la mia ricetta!

Innanzitutto premunitevi di vasetti sterilizzati (qui la guida per farlo correttamente).
Lavate bene i fagiolini e mondateli eliminando le estremità.

Versate vino, aceto, pepe in grani e sale grosso in una pentola e portate a bollore, quindi calate i fagiolini e cuocete per circa 15 minuti (dovranno risultare morbidi ma sodi e compatti).

Scolate i fagiolini e fateli asciugare su un panno da cucina, quindi distribuiteli nei vasetti di vetro, aggiungendo anche i grani di pepe e qualche pezzetto di aglio, quindi coprite completamente di olio.

Lasciate riposare per qualche ora, quindi rabboccate l’olio se necessario (i fagiolini dovranno risultare ben coperti), chiudete bene con i coperchi e pastorizzate, facendo bollire i vasetti ben chiusi in acqua bollente per circa 20 minuti, quindi fate raffreddare e fate riposare in un posto buio per almeno 2 settimane.
I fagiolini sott’olio sono pronti.

Frecantò di verdure, la versione marchigiana della ratatouille

Frecantò di verdure, la versione marchigiana della ratatouille

Il frecantò o fricandò è la versione marchigiana della ratatouille di verdure, un contorno ricco, saporito, versatile e svuotadispensa

Frecantò, fricandò o fricò di verdure: queste sono solo alcune delle varianti con cui viene definito un piatto tipico della cucina regionale marchigiana che consiste in un contorno di verdure miste. Come nel caso della ancor più nota ricetta della ratatouille francese, anche quella del frecantò ha origini povere. Nelle Marche, infatti, la vergara (termine del dialetto marchigiano per indicare la donna di casa) era solita preparare questo ricco contorno, cotto in padella o al forno, utilizzando le verdure dell’orto o di stagione che aveva a disposizione. Pur non esistendo, quindi, una vera e propria ricetta originale, vogliamo mostrarvi quali sono le preparazioni più diffuse e qual è l’origine di questo piatto, tanto semplice quanto gustoso e genuino.

Frecantò-Ratatouille-delle-Marche_Flickr_odako1
Frecantò: la ratatouille delle Marche (Flickr odako1).

Origini del nome ed evoluzione del frecantò

Il nome frecantò o fricandò è l’adattamento italiano del termine francese fricandeau, che sta a indicare una sorta di spezzatino di vitello cotto in casseruola con le verdure e un’aggiunta di brodo o vino bianco, di cui esiste appunto una versione vegetariana anche nota come ratatouille. Mentre la versione italiana e carnivora del classico fricandeau francese ha preso piede nella cucina tradizionale piemontese e valdostana, quella a base di sole verdure è stata acquisita, seppur con delle modifiche, sia dalla cucina marchigiana che da quella emiliano-romagnola.

Nelle Marche esiste, però, anche una divertente storia alternativa sull’origine del nome. Si racconta, infatti, che un gruppo di amici marchigiani fosse solito incontrarsi e sfidarsi a colpi di cibo e che ad avere la meglio fosse sempre il macellaio Antonio, che era solito preparare manicaretti di ogni tipo a base di carne. A ribaltare la situazione fu l’amico ortolano che preparò un piatto misto fatto con le verdure del proprio orto, talmente buono da essere accolto con un «Fregantò!», ovvero «Hai fregato Antonio», da cui il nome gastronomico e le sue tante varianti.

Un mix di verdure, tante preparazioni

Piatto sano, vegetariano e soprattutto stagionale, il frecantò veniva originariamente cotto perlopiù in ampie padelle, sempre con un’aggiunta graduale di acqua o di vino, e da sempre è apprezzata soprattutto come ricetta estiva. Consumato sia tiepido che freddo, questo contorno può essere mangiato come piatto unico o come accompagnamento a un secondo o a una fetta di pane casereccio. In cucina può però essere utilizzato anche nei modi più disparati, ad esempio per farcire un panino o una piadina o come sugo per condire un primo di pasta. Alla più classica cottura in padella, molti preferiscono quella in forno, che prevede che ortaggi, olio e condimenti e aromi vari vengano versati tutti insieme in una pirofila e cotti per circa 30 minuti a 180 gradi.
Ma veniamo a quelli che sono gli ingredienti più utilizzati. Per la ricetta sono in genere impiegati cipolla, carote, sedano, patate, melanzane, peperoni, zucchine, pomodorini e un pizzico di sale finale, da aggiungere in padella in quest’ordine, ovvero seguendo i diversi tempi di cottura; facoltativi, invece, l’utilizzo dell’aglio, del pepe nero e del peperoncino, così come quello delle erbe aromatiche da aggiungere alla fine, ad esempio prezzemolo o rosmarino. Facoltativa anche l’aggiunta, durante la cottura, del vino bianco e un’eventuale spolverata di pangrattato nel caso della versione preparata in forno.

Insomma, chiunque può cimentarsi nella preparazione di questo facilissimo contorno marchigiano, sperimentando le più disparate e fantasiose variantiv stagionali e personalizzate.

Gnocchi di ricotta con salsa di pomodoro e basilico

Gnocchi di ricotta con salsa di pomodoro e basilico

In queste ultime settimane i giorni sembrano passare velocemente. Mi alzo al mattino, mi carico a molla come si fa con il filo di una trottola e arrivo in un attimo a sera. Trascorro le giornate facendo mille e più cose, non mi accorgo dei minuti che passano e trovo che questo per me sia un bene: più mi tengo impegnata e meno penso. Arrivo a sera e il filo si è accorciato lasciandomi scarica sul divano, proprio come la trottola che smette di girare e si appoggia su un fianco quando si ferma.

Però pensare a chi mi sta accanto anche solo con un cuoricino mi aiuta, proprio come entrare in cucina, metto da parte pensieri e stanchezza, penso ai tanti amici e inizio a pasticciare.

Ingredienti

per gli gnocchi

250 g di ricotta ben scolata
125 g di farina 00
100 g di formaggio grana grattugiato
sale

per il condimento

1 tazza di salsa di pomodoro pronta

1 pizzico di zucchero

1 pizzico di sale

foglioline di basilico fresco

Procedimento

In una ciotola versare la ricotta, privata della parte liquida nel caso ci fosse.
Con una forchetta mescolare la ricotta e salarla leggermente.
Aggiungere la farina, mescolare e in ultimo aggiungere il formaggio grattugiato.
Continuare a mescolare e quando il composto è un po’ più consistente trasferirlo sulla spianatoia leggermente infarinata; il composto risulterà un pochino appiccicoso ma è normale, personalmente cerco di aggiungere il meno possibile ulteriore farina, giusta la quantità necessaria per riuscire a lavorare.
Formare un panetto e successivamente dei filoncini dello spessore di un dito.
Da ogni filoncino ricavare degli gnocchetti di circa 1 cm e 1/2 – 2.
Potete lasciare i tocchetti tale e quali, dare la forma con l’arriccia gnocchi o utilizzare come me una forchetta.
Mettere sulla fiamma una pentola con abbondante a acqua salata e al primo bollore tuffare gli gnocchi.
Quando vengono a galla, aspettare una trentina di secondi e poi con la schiumarola scolarli.

Versare gli gnocchi, mano a mano che vengono a galla, nella padella con la salsa, cospargere con formaggio grana e rifinire con foglioline di basilico fresco.

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