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» Uova sode gratinate – Ricetta Uova sode gratinate di Misya

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Innanzitutto mettete le uova pulite in una pentola, copritele con abbondante acqua fredda e cuocete per circa 10 minuti a fiamma alta, quindi scolatele, sgusciatele, lasciatele raffreddare e tagliatele a fette.

Disponete le vostre fettine in una pirofila leggermente unta di oli, copritele con il mix di parmigiano e grana, conditele con sale e olio e cuocete per 5-10 minuti a 220°C, in forno già caldo, ventilato con grill.

Tutto qua: le vostre uova sode gratinate sono già pronte.

Delta del Po: tutto quello che c’è da sapere

Delta del Po: tutto quello che c'è da sapere

Delta del Po: cosa vedere, cosa mangiare, dove andare? Ecco 15 consigli imperdibili

Alba sul Po
È un chiarore che conserva il buio.
I pioppeti in golena appena freschi di boccioli sono ancora ombre.
La nebbia risale con la luce che accende il sole che s’arrampica per il cielo sempre più grande sempre più rosso sempre più impregnato delle acque del fiume arrossato.
I contorni dei pioppi nella nebbia rilanciano i colori tenui della primavera.
È la natura della vallata che canta al giorno che viene…
E nel frattempo il sole è diventato argento.

Se il poeta Bruno Cobianchi è tra coloro che è riuscito meglio a rendere il Delta del Po in poesia, a noi non resta che darvi qualche consiglio pratico su che cosa fare, mangiare e vedere in questa zona meravigliosa, ancora meglio se in bici.

1. Vongola di Goro (e non solo)

Partiamo dall’inizio: nella zona del Delta del Po ci sono talmente tante vongole che il vongolaio è il mestiere più diffuso. “Pensate che ben 4000 mila persone fanno questo lavoro!”. Quella di Goro poi è una vongola speciale, importata dalle Filippine, particolarmente grande, ma non adatta agli spaghetti: “sta meglio da sola, in padella con olio, aglio e prezzemolo, in modo da poterne apprezzare pienamente il gusto”. Durante l’escursione “Pesca della Vongole, alla scoperta dell’oro del Delta del Po”, ci hanno anche svelato che potrebbe capitarvi di trovare la vongola di Goro anche legata a un altro paese, ma di base si tratta sempre della stessa deliziosa e carnosa vongola.

2. Spaghetti alle vongole

Come anticipato, raramente troverete gli spaghetti con le vongole di Goro, ma questo piatto è comunque onnipresente con altre vongole, di solito più piccole. Uno dei posti che vi consigliamo di provare è il ristorante Uspa di Gorino, dove li preparano divinamente con entrambe le vongole. E da non perdere assolutamente sono anche tutti i fritti.

3. Città di Milva

Non dimenticate che Gorino è a due passi da Goro, la città della grande cantante Milva, deceduta proprio il 23 aprile scorso. Qui merita una visita il teatro in suo onore, che sorge nella sua casa d’origine. E poi è d’obbligo un aperitivo nel locale di fianco!

4. Riso e Fasoi duri o alla canàròla

Questo è forse il piatto che più di tutti racconta l’essenza del Delta del Po. Il nome deriva dal fatto che tanta gente andava a far canna nelle valli e venivano chiamati cannaroli quelli che facevano questo lavoro, che stavano via tutta la giornata e per mangiare si portavano questi risi che si cucinavano la sera prima. Si metteva l’acqua sul fuoco coi fagioli secchi, cipolla e unto di maiale e poi si buttavano giù i risi. Si cucinavano pian piano per tre o quattro ore, finché non c’era più brodo e ogni tanto si mescolava perché non attaccasse. Il risultato era una minestra tutta densa con un riso un po’ tostato, che il giorno dopo i pescatori si portavano in barca quando uscivano in mare. Ad una certa ora accendevano la pentola di riso e fagioli duri e aggiungevano un po’ di grasso o un salame di cotica, per dar più sostanza. Oggi purtroppo è quasi impossibile trovarlo, se non in qualche sagra o festa di paese o alla piccola osteria Arcadia di Santa Giulia di Porto Tolle (ma meglio informarsi prima).

5. La perla del Delta, un’ostrica d’eccellenza

Altro che Francia e Irlanda, adesso abbiamo anche noi la nostra ostrica d’eccellenza! È la perla del Delta, l’Ostrica Speciale Tarbouriech che nasce dal sole e dal mare nella Sacca degli Scardovari, frutto di un’invenzione rivoluzionaria. Oggi, per fortuna, la propongono sempre più spesso anche i vari locali in zona.

6. Agriturismo La Presa

È Lucia Cestari, una donna straordinaria, il posto giusto dove dormire sul Delta del Po, al suo Agriturismo La presa, con camere meravigliose, immerse nel silenzio della natura. Ma non solo: Lucia, infatti, vende anche carni di scottone e sorane allevate da lei, che poi serve nel suo meraviglioso ristorante, dove tutto è curato nei dettagli, dalla preparazione della pasta fresca alla prima colazione con biscotti appena sfornati fino al rispetto generale per le materie prime locali e di stagione. E poi questa donna è un esempio per tutti: è passata da un allevamento intensivo di 4000 capi agli attuali 37; un po’ si chiede chi gliel’ha fatto fare, ma noi la ringraziamo perché è un grande esempio virtuoso per tutti noi.

7. Carni gluten free

Ma sul Delta del Po non mancano nemmeno la carni lavorate gluten free: è l’Azienda Tumiatti che produce salumi curando l’intera filiera, dalle granaglie macinate nel proprio mulino, che vanno ai maiali allevati all’aperto, fino alla lavorazione gluten free delle carni, anche senza conservanti, nitriti e nitrati. Il tutto favorito dal clima padano!

8. Risicoltori polesani

Non si può parlare di Delta del Po, senza raccontare del suo riso, frutto del lavoro quotidiano degli agricoltori locali che hanno affinato nel tempo le tecniche culturali e di conservazione rispettose dell’ambiente naturale intorno. In particolare si coltiva il Carnaroli e il Baldo, di aziende come Assunta Bortolotti, dei Risicoltori Polesani o di Elisa Moretto, che ha anche una notevole proposta gluten free (farina di riso e birra inclusa).

9. La granceola di Chioggia

Vi capiterà spesso di trovarvi di fronte ad un piatto di pasta con la granceola, dal veneziano granso cioè granchio e seola, cipolla. Si tratta, infatti, di un piatto tipico veneto, in particolare di questa zona, dove si trova e si vende nei dintorni di Chioggia. Se volete provane una versione verace vi consigliamo la Trattoria Ristorante Alla Foce Dell’Adige.

10. Birdwatching

Non bisogna per forza essere degli appassionati di birdwatching per ammirare tutta la miriade di uccelli che si vedono sul Delta del Po, che fanno sempre proprio tappa qui sulla laguna durante le loro migrazioni. Varie le escursioni possibili, di solito con imbarcazioni attrezzate e preparate per entrare in zone normalmente non trafficate, nei cosiddetti scanni (spiagge), dove è possibile osservare e fotografare l’avifauna del Delta, in pieno rispetto dell’ambiente.

11. Mele, pere e kiwi

Ma non solo pesci e uccelli! Da qualche anno alcune aziende come Silvestro si stanno impegnando nella produzione di frutta, quali mele, pere e kiwi. Organizzano anche visite guidate all’interno della realtà per scoprire insieme tutte le produzioni più nascoste nell’entroterra del Delta del Po.

12. Le Chiocciole di Anna

C’è anche un piccola azienda a conduzione familiare che si occupa di allevamento e vendita diretta di Chiocciole del Parco del Delta del Po. Ma non di classiche chiocciole si tratta: queste, infatti, hanno profumo di mare, poiché vengono allevate nel rispetto dei tempi della natura della laguna, nutrite con vegetali a foglia larga, in un regime di agricoltura simbiotica.

13. Notte avventurosa in spiaggia

Il Delta del Po è bello anche (e soprattutto) di notte: sono le barche di Niki Penini a organizzare questa bellissima notte in spiaggia, per una serata avventurosa, a sentire tutti i piccoli rumori degli uccelli e a godere del paesaggio notturno e se siete fortunati anche di un cielo stellato mozzafiato.

14. Giornata in una spiaggia selvaggia

Sempre Niky propone la possibilità di rimanere dopo un giro in barca sulla Spiaggia dei Gabbiani, lontani dal caos delle spiagge più affollate e turistiche. Ogni ospite può avere anche un’imbarcazione riservata su prenotazione, con un piccolo frigo con acqua e merenda a disposizione.

15. Pane biscotto polesano

Infine, se ancora non conoscete il biscotto del Polesine è arrivato il momento di recuperare: nato del 1982, grazie ad Arnaldo Cavallari, la sua particolarità sta nel fatto di essere croccanti, ma allo stesso tempo morbidi all’interno. Si presentano a forma di cornetto o di ciambellone, e si mangiano spesso per colazione. Provate quello del Panificio Borghetto Roberto, che utilizza solo farine biologiche e cuoce tutto ancora nel suo forno a legna!

E in accompagnamento un vino tipico polesano, perché non manca anche la produzione vitivinicola del Delta.

Scàldat, vilaη, stasìra s’la pàηza dla to dòna;
admàη l’è Sant Andrè …e al cónt al tórna:
na piànta nóva
pr’uη vèć ch’l’è dré murìr!
Delta, mié Delta… uη nóm…
tèra d’ madrégna…
culór séηza culór:
laźó uη témp,
àlb e tramónt e stéll
ill règul dla fadìga,
sgnàdi dall sfèr dal grand arlói dal ziél…
Scaldati, villano, stasera/sul ventre della tua donna;/domani è Sant’Andrea… e il conto torna:/una pianta nuova /per un vecchio che sta morendo!/ …./Delta, mio delta… un nome…/terra matrigna…/colori senza colore:/laggiù, un tempo,/albe tramonti e stelle/le regole della fatica/segnate dalle sfere del grande orologio del cielo…

Anna in Casa: ricette e non solo: Trecce di pane

Anna in Casa: ricette e non solo: Trecce di pane

 

É passato tempo dalla prima volta che le ho provato questa ricetta di Sara Papa,

Condivido  con voi la ricetta perché domani vorrei rifarle, che ne dite, le proverete anche voi?

Se vi piace potertelo aumentare la quantità di zucchero per renderle un po’ più dolci.

Ingredienti

500 gr di farina Manitoba

275 gr di acqua

12 gr di lievito di birra

50 gr di uovo

1 cucchiaino di miele

50 gr di burro morbido

10 gr di sale

per lucidare

1 tuorlo mescolato con 1 cucchiaino di latte

Procedimento

In una ciotola preparare l’impasto setacciando la farina, aggiungendo il lievito sbriciolato e l’acqua. Mescolare leggermente con una forchetta, aggiungere l’uovo ( precedentemente pesato), il miele e infine il sale. Mescolare ancora, aggiungere il burro e con una mano iniziare ad impastare. Appena il composto comincia ad assumere l’aspetto pastoso trasferirlo sulla spianatoia infarinata. Lavorarlo delicatamente fino ad ottenere il classico impasto da pane. Spennellare una ciotola abbastanza grande con olio d’oliva s metterci l’impasto a lievitare, coprendolo con un foglio di pellicola trasparente.

Quando l’impasto avrà raddoppiato il suo volume rivoltare la ciotola e lasciare che cada sulla spianatoia infarinata.

Stenderlo delicatamente con le mani e allargarlo leggermente, senza lavorarlo ma tirandolo piano piano ai lati fino a farlo diventare largo e basso, come in figura 1.

figura 1

Una volta steso bene, con un coltello o con il tagliapasta, formare dei rettangoli lunghi 8-10 cm larghi 3-4 dita, figura 2.

figura 2

In ogni rettangolo tagliare tre “frange”, come rappresentato in figura 3.

figura 3

Iniziare ad incrociare prendendo la frangia di sinistra e sovrapponendola sulla frangia al centro, figura 4.

figura 4

A questo punto cominciare ad intrecciare seguendo alcuni suggerimenti: 

con il dito girare all’interno la punta di sinistra dell’inizio delle frange, come in figura 5.

figura 5

sovrapporre la frangia di destra verso il centro, figura 6.

figura 6

e nello stesso modo in cui abbiamo fatto prima, girare verso l’interno l’angolo di destra dell’inizio delle frange, pigiando bene, figura 7.

figura 7

adesso continuare ad intrecciare come una semplice treccia di capelli, stringendo bene i lembi, figura 8.

figura 8

Una volta arrivati alla fine delle frange unire bene il fondo schiacciando con il dito l’impasto, figura 9.

figura 9

Allineare le treccine pronte sulla teglia coperta da carta forno, figura 10.

figura 10

Lasciare lievitare per almeno 1 ora. Saranno pronte quando avranno un aspetto soffice e gonfio, come in figura 11.

figura 11

Accendere il forno a 200°.

In una ciotolina sbattere il tuorlo d’uovo con il latte e a piacere salarlo o zuccherarlo leggermente. Spennellare delicatamente la superficie delle treccine, figura 12.

figura 12

Infornare per 15 minuti fino a doratura.

Lasciare raffreddare piacere spolverizzare con zucchero a velo se volete renderle più dolci.

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