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Ricetta Kebab di anatra – La Cucina Italiana

Ricetta Kebab di anatra - La Cucina Italiana
  • 200 g cicoria
  • 60 g zucchero
  • 8 cachi Cioccolatino
  • 4 cosce di anatra
  • cipolla rossa
  • rosmarino
  • vino bianco secco
  • alloro
  • mix di spezie per kebab
  • olio extravergine di oliva
  • aceto di mele
  • sale

Per la ricetta del kebab di anatra, disossate le cosce di anatra e battete leggermente la carne.
Sbucciate mezza cipolla piccola, tagliatela a fette e frullatela con una spruzzata di vino bianco e un filo di olio, usando un frullatore a immersione. Incidete la pelle dell’anatra con tagli a griglia e condite la polpa con un filo di olio, un pizzico di sale, 4 cucchiaini di spezie e la cipolla frullata. Infornate a 160°C per 1 ora e 30 minuti. Tagliate la carne a fettine sottili.
Per il contorno: Lavate i cachi e tagliatene un po’ a metà e un po’ in 4 picchi. Scaldate una padella unta con un velo di olio e abbrustolitevi i cachi dalla parte del taglio per 2-3 minuti, quindi voltateli e proseguite la cottura per 1-2 minuti. Sciogliete nella padella dove avete cotto i cachi lo zucchero con 60 g di aceto; profumate con una foglia di alloro e un rametto di rosmarino e cuocete finché non otterrete una consistenza sciropposa. Unite infine i cachi e insaporiteli per 5 minuti.
Servite il kebab di anatra con i cachi, accompagnandolo con la cicoria, spezzettata grossolanamente e condita con olio, sale e aceto. A piacere, guarnite con foglioline di menta fresca e completate con tortillas o piadine.

Arriva in Italia il Monsooned coffee indiano

Arriva in Italia il Monsooned coffee indiano

Un caffè che sa di mare, con una lunga storia, cominciata con i viaggi dall’India al Regno Unito nel Settecento e scomparsa per secoli. Nespresso la fa rivivere con il suo Master Origin India e lo chef Marcello Trentini lo cucina per noi

In cucina ci si chiede spesso che sapore avessero cibi e ricette di un tempo, quando non c’erano i frigoriferi e sale e spezie erano merce rara. C’è stato un tempo in cui anche il caffè aveva un sapore diverso, quando i sacchi di preziosi chicchi percorrevano lunghi viaggi via terra e via mare, a bordo dei velieri e sfidando l’insidia dei pirati.

Agli albori della cultura del caffè in Europa, dall’India le navi dei mercanti partivano alla volta dei porti del Regno Unito, attraversavano l’Oceano indiano e circumnavigavano l’Africa impiegando fino a sei mesi per raggiungere le coste Europee con il loro carico di caffè verde. Quando il clima era umido i chicchi si bagnavano, quando era secco si asciugavano, assumendo note aromatiche particolari. Fino all’apertura del Canale di Suez nel 18° secolo, il caffè indiano aveva un altro sapore.

Il caffè monsonato oggi

Oggi questo processo viene replicato sulle coste indiane ed è chiamato “monsonizzazione”. Si pratica da giugno a settembre, quando i venti monsonici sono più forti, ed è un processo lungo e rischioso. Il chicco verde “nudo”, senza pergamino protettivo, arriva dalle piantagioni alle coste indiane di fronte al mare aperto. Grazie all’umidità e alla forte ventilazione, i chicchi si gonfiano e la loro dimensione raddoppia; a partire dalla seconda settimana il colore gradualmente cambia, fino ad assumere tinte di giallo paglierino. L’umidità sale dal 10.5%-11% fino al 14% nel giro di 3 mesi, i chicchi devono venire arieggiati in continuazione per evitare la formazione di muffe. Queste alterazioni climatiche ripetute alterano la struttura fisica del chicco, dando origine ad una tazza aromatica e densa.

Il nuovo Master Origin India

Nespresso porta ora in Italia questo speciale “monsooned coffee” con la capsula Master Origin India, con una ulteriore innovazione. Tradizionalmente questo processo viene applicato solo agli Arabica, ma i produttori della rete di Nespresso lo applicano ai Robusta, per aggiungere un nuovo aroma inconsueto al caffè. Di che cosa sa? Forse qualcuno si ricorda l’edizione limitata Monsooned Malabar di sola Arabica di qualche anno fa. Simile, ma oggi è ancora più corposo, dal carattere potente con note che ricordano il pepe nero, la cannella, il tabacco, il cacao e la liquirizia.

La ricetta dello chef Marcello Trentini

Lo chef Marcello Trentini del ristorante Magorabin di Torino, 1 stella Michelin, lo ha scelto per preparare un Pollo laccato con funghi Il petto di pollo viene cotto prima a bassa temperatura, per renderlo morbido e succoso, poi nappato con una salsa teryaki al caffè fatta con salsa di soia e zucchero di canna muscovado. Per abbinarlo, un Espresso Martini preparato con 5cl di vodka, 1 Nespresso India e sciroppo di agave.

Soufflé al cioccolato bianco con pera speziata: come prepararlo

L’effetto “wow” è garantito dall’utilizzo della pera intera: un dessert da grandi occasioni che non richiede grandi prestazioni!

Volete fare un figurone portando a tavola un dessert al cucchiaio che lascerà tutti senza parole?
Con un soufflé il successo è sempre assicurato e noi vi diamo qualche suggerimento per prepararne uno delizioso e facilissimo.

La frutta nel dessert

Una cena perfetta non può che concludersi con dolce e frutta di stagione.
Ebbene, perché non portare a tavola il dolce e la frutta in un’unica ricetta?
Dato che le mele e le pere cotte, seppure con un buon vino e con tante spezie, non sono propriamente il dessert da acquolina in bocca, abbiamo pensato ad un’alternativa ricca e d’effetto.
Ricopriamo una pera cotta con il composto di un soufflé al cioccolato bianco e cuociamo tutto in forno. Sembra difficile, ma è più facile di quanto pensiate.
Questo dolce va servito tiepido, semplicemente così com’è o accompagnato da un po’ di panna semimontata con la cannella.

La ricetta del soufflé di cioccolato bianco con pera speziata

Lavate molto bene 4 piccole pere kaiser ed eliminate la buccia esterna. Conservate il picciolo che servirà per rendere il dolce più bello da presentare.
Cuocetele per 10 minuti a fuoco molto basso in un bicchiere di Marsala diluito con acqua insieme ad una stecca di cannella, delle bacche di cardamomo e dell’anice stellato. Lasciate raffreddare.
A parte scaldate 90 ml di latte con 80 g di cioccolato bianco di ottima qualità e un cucchiaio di zucchero di canna, quindi aggiungete 10 g di burro e 20 g di farina ben setacciata.
 Lasciate raffreddare e poi aggiungete 2 tuorli.
A parte montate i bianchi a neve.
Alla fine mescolate delicatamente il composto al cioccolato con gli albumi senza smontarli.
Adagiate ogni pera all’interno di uno stampo da muffin monoporzione in alluminio ben imburrato oppure in cocotte di ceramica e versate intorno un po’ di composto.
Cuocete in forno a 180° per 10 minuti e servite quando il soufflé è ancora gonfio.

Muffin e plumcake con le pere

Sempre sfruttando l’idea delle pere intere, potete preparare anche dei muffin o un plumcake da colazione.
E se non volete cuocere le pere nel vino o nell’acqua prima di coprirle con l’impasto, potete anche semplicemente lavarle e asciugarle per bene mantenendo anche la buccia esterna. Un consiglio, però: sceglietele di piccole dimensioni così cuociono prima.
Considerando che questo genere di dolci cuoce più a lungo di un soufflé, circa 30-40 minuti contro 10, le pere alla fine risulteranno di certo morbidissime e perfette da affettare anche se le avete utilizzate crude.

Sfogliate ora la nostra gallery per avere qualche consiglio in più sulla preparazione di questo dolce.

 

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