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Come riciclare il pane avanzato

Come riciclare il pane avanzato

Non è solo l’immancabile accompagnamento di pranzi e cene che gli italiani adorano e di cui non possono fare a meno: il pane può diventare l’ingrediente di tante ricette, da un antipasto a un primo, da un piatto unico a uno spuntino. Soprattutto se abbiamo fatto o acquistato troppo pane e questo rischia di indurirsi prima che possiamo finirlo, possiamo inventarci molti piatti per riciclarlo ed evitare che finisca nella spazzatura. Pane casereccio, ai cereali, pane nero: tutte le varietà si prestano a essere riutilizzate, basta trovare l’idea giusta. E se il pane è diventato raffermo, sappiate che potete utilizzarlo comunque, ad esempio grattugiandolo sulla pasta oppure ammorbidendolo con del latte per fare un gratin o una torta. Ecco allora 12 modi per non buttare mai il pane.

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Gratin di pane latte e fontina.

12 ricette con il pane avanzato

ABBIAMO CUCINATO PER VOI

Crema di ceci con pane agli aromi

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Gnocchetti di pane in zuppetta di spinaci

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Croque-madame con pane ai cereali

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Crema di spinaci allo zafferano su pane nero

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Panzanella con uovo e asparagi

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Torta di pane e cioccolato

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Cannoli di pane farciti di ricotta

da Oriental i migliori prodotti del Sol Levante

da Oriental i migliori prodotti del Sol Levante

Il Giappone a Milano lo si trova in zona Buenos Aires, uno dei primi quartieri dove la “milanesità” ha imparato a convivere con altre culture e a farne tesoro. Tra le vie al riparo dal caos del Corso è un susseguirsi di aromi esotici: Africa, India, Turchia. La presenza dell’Oriente la si intuisce da alcune insegne. E da una vetrina che, al 25 di via San Gregorio, attira per il calore della luce e l’arredamento raffinato. Il negozio si chiama Oriental, un piccolo market asiatico aperto ormai da due anni. Una volta dentro è difficile non farsi prendere dal desiderio di sapere tutto, non solo della cucina, ma anche della cultura, delle abitudini, delle tradizioni giapponesi. Quei prodotti non sono lì solo per essere venduti: nell’esposizione si intuisce la trama di un racconto. Motivo della visita, una selezione di ingredienti, in edizione limitata, provenienti dalla regione dell’Hokkaido: funghi shitake, riso autoctono, salsa di soia, miso, alghe nori pescate a mano e un’acqua molto particolare.

Cosa c’è di così particolare in Hokkaido?

L’Hokkaido è l’isola più settentrionale dell’arcipelago giapponese. Un ecosistema incredibilmente intatto, fatto di vulcani, laghi, montagne e sorgenti termali. Qui il tempo sembra che scorra a una velocità diversa. Le persone invecchiano più lentamente e la natura conserva ancora buona parte della propria purezza. Da molti giapponesi è considerata un piccolo paradiso terrestre. Per i gastronomi una sorta di mecca, proprio perché, essendo l’ambiente incontaminato, le materie prime sono di una qualità eccelsa.

Ecco dove trovare il riso che usano gli chef stellati giapponesi

Alcune di queste oggi sono sugli scaffali di Oriental. Il riso è accomodato in una scatola. Dentro tre confezioni di altrettante varietà: la Yumepirika, premiata come la migliore del Giappone per tre anni consecutivi. «Là i premi contano tantissimo e in ogni settore, non solo in quello alimentare», spiega Andrea Calvo, che quel paese ormai lo conosce come le sue tasche. L’altra è la Oboroduki, che viene “coltivata a freddo”. Per questo contiene meno amilosio ed è indicata per chi ha problemi di glicemia alta. A completare il quadro c’è la Nanatsuboshi, ideale per fare il sushi, spesso usata nei ristoranti stellati del Sol Levante.

Miso, alghe, funghi shitake e un’acqua purissima

Tre le tipologie di miso: il Pirika, che contiene più riso del normale e quindi il triplo degli isoflavoni, che hanno un’azione antiossidante. Poi c’è Shiro, meno fermentato, pertanto meno sapido. E il Dashi, perfetto per le zuppe di pesce. Altra specialità il Moromi di melanzane, una salsa a base di miso a cui è stata bloccata la fermentazione e aggiunto dell’orzo. Il risultato è un sapore tra l’agrodolce e il pungente che si sposa alla perfezione con il cetriolo. Se volete assaggiare delle vere alghe selvagge, ci sono gli snack di Nori che racchiudono, in pochi centimetri quadrati, tutto il sapore delle acque cristalline dove vengono raccolte a mano. Ultima, ma non ultima, la Gaivota, un’acqua così pura che in Giappone viene utilizzata solo per fare il tè.

Da Oriental un angolo di Giappone a Milano

Se questi prodotti sono arrivati fino a Milano, il merito è di Andrea Calvo, il proprietario di Oriental, che è riuscito a siglare un accordo con la prefettura di Hokkaido e Finnair, vettore finlandese che si è fatto carico del trasporto. Tecnico ed educatore alimentare, Andrea è italiano, è sposato con una donna cinese e ha una figlia con un nome dal suono francese. A casa sua, se apri il cassetto delle posate «ci trovi più bacchette che forchette». Dopo aver vissuto in Cina per un paio di anni, è tornato in Italia per laurearsi in Scienze Gastronomiche all’Università di Pollenzo.

La qualità della materia prima di tutto

Lì ha conosciuto Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, e si può dire che, da quel momento, la sua vita non è stata più la stessa. Da lui ha appreso l’importanza della qualità della materia prima. Ma anziché concentrarsi sulla filiera locale, si è fatto guidare dal richiamo d’Oriente e dal 2011 ha iniziato a importare eccellenze asiatiche (per l’80% giapponesi, poi cinesi, thailandesi e coreane), selezionate al di fuori dei mercati convenzionali.

Ingredienti giapponesi, cucina italiana

A sceglierle è lui in prima persona, mentre il negozio è l’emanazione diretta dei suoi numerosi viaggi e della sua passione per l’Oriente. Se avete la fortuna di incontrarlo, fatevi guidare alla scoperta dei prodotti che affollano ordinatamente le mensole. Ma soprattutto fatevi svelare i segreti per declinare i vari ingredienti nelle ricette di tutti i giorni. Come, per esempio, quello di aggiungere un po’ di miso allo yogurt greco così da creare un’emulsione d’accompagnamento per il pollo alla piastra non solo saporita, ma anche ricca di proprietà nutritive.

Gemellaggio Giappone-Milano: un progetto a lungo termine

Quella con l’Hokkaido è solo la prima di una lunga serie – «si spera» – di gemellaggi con altre regioni del Giappone che Calvo vorrebbe attivare nei prossimi mesi e che farebbero arrivare a Milano prodotti rari, eccellenti e unici. Piccoli scrigni di sapore con cui creare un ponte, «un incontro e uno scambio tra due culture apparentemente lontane: Oriente e Occidente. Questa filosofia vuole diventare un manifesto, un nuovo modo di sperimentare, superando limiti e convenzioni. Fare innovazione in settori in continuo movimento è la sfida più grande», Andrea non ha dubbi.

» Broccoli al forno – Ricetta Broccoli al forno di Misya

Misya.info

Innanzitutto pulite i broccoli, eliminando il gambo centrale e dividendoli in cimette, quindi sciacquateli bene sotto l’acqua corrente.

Preparate gli altri ingredienti: lavate e tagliate in spicchi i pomodorini, tagliate a fettine le olive, ammollate l’uvetta in acqua calda e strizzatela leggermente, quindi unitela a capperi dissalati e pinoli.

Disponete le cimette di broccolo sulla teglia rivestita di carta forno, quindi aggiungete pomodorini, olive, capperi, uvetta, pinoli, un pizzico di sale e di peperoncino.
Completate con olio e pecorino, quindi cuocete per circa 20 minuti a 200°C in forno ventilato già caldo.

I broccoli al forno sono pronti: potete servirli caldi, tiepidi o freddi.

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