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Cestini di parmigiano: idee sfiziose per riempirli

La Cucina Italiana

Molto scenografici, gustosissimi, ma più facili e veloci da fare di quanto si immagini: cosa volere di più da una preparazione? Parliamo dei cestini di parmigiano, belli da vedere, croccanti e saporiti, da riempire in tanti modi possibili per accontentare tutti gli ospiti. Come antipasto sulla tavola delle feste o della domenica sono l’ideale perché non richiedono molto tempo e garantiscono l’effetto “wow”!

Come fare i cestini di parmigiano

Per realizzare i cestini di formaggio vi serve solo un ingrediente, il Parmigiano Reggiano o il Grana Padano. Grattugiatelo, poi procedete così: rovesciate un cucchiaio abbondante di formaggio grattugiato su un foglio di carta forno e, aiutandovi con il dorso del cucchiaio, formate un disco del diametro di circa 15 centimetri. Ripetete l’operazione per il numero di cialde che volete realizzare, quindi infornate a 180 gradi.

Basteranno pochi minuti per vedere il disco sciogliersi e assumere un colore dorato sul bordo. A questo punto togliete dal forno le cialde e procedete con il passaggio più delicato. Quando le cialde sono ancora calde prendete un disco con la sua carta forno e sistematelo all’interno di una ciotolina rotonda, quindi modellatelo premendo verso il basso delicatamente. In alternativa, per ottenere la forma di un cestino, potete appoggiarli sul dorso di un bicchiere e lavorarli con le mani. Lasciate raffreddare e poi estraete dalla ciotolina togliendo la carta. I cestini così ottenuti sono pronti per essere riempiti.

Le cialde si possono cuocere anche nel microonde per pochi minuti o in padella, cuocendo prima un lato e poi l’altro, girando la cialda delicatamente con una spatola.

Come riempire i cestini di parmigiano

I cestini di formaggio possono essere riempite in tanti modi: con un’insalata di puntarelle e spuma di mortadella, con pomodorini, acciughe e mozzarelline, con bresaola e formaggio cremoso, con tonno e olive, con speck croccante e uova, con una mousse di prosciutto e granella di pistacchi, con verdure croccanti, con salmone e rucola, con gamberi, avocado e arancia, con carciofi e prosciutto crudo e persino con un risotto. E il bello è che una volta terminato quello che c’è dentro, si mangia anche il “contenitore”.

Cialda, cestini e conetti

Potete anche utilizzare direttamente la cialda di formaggio in un piatto senza trasformarla per forza in un cestino, oppure darle la forma di un conetto. I cestini di formaggio si possono arricchire di gusto utilizzando insieme al parmigiano anche del pecorino grattugiato. Come fare tutto questo? Guardate le nostre ricette!

Ricerche frequenti:

20 ricette umami per scoprire il quinto gusto

20 ricette umami per scoprire il quinto gusto

Con le ricette umami – che letteralmente si traduce dal giapponese in buono, saporito – vogliamo accompagnarvi nel viaggio verso l’ultimo dei gusti fondamentali scoperti. Si unisce all’amaro, dolce, salato ed aspro come il gusto piacevole, un sapore che stimola le papille gustative a mangiare ancora una cucchiaiata di cibo. Gli ingredienti in cui si trova più comunemente il sapore umami sono le alghe, la salsa di soia, i funghi secchi, il Parmigiano Reggiano (o il Grana Padano) e il concentrato di pomodoro. 

Chi ha scoperto l’umami? 

Fino a pochi anni fa in Italia si conoscevano soltanto 4 gusti: l’amaro, l’aspro, il dolce, il salato. Poi, da quando hanno scoperto che abbiamo dei recettori che lo individuano, si è aggiunto il grasso, che conosciamo bene grazie a tanti alimenti della nostra cultura, però nel nostro Paese non viene percepito come gusto. Resta ancora misterioso cosa sia veramente quello che per i giapponesi è il sesto o quinto sapore, a seconda di come lo si voglia numerare. Nel Sol Levante l’umami appartiene all’universo delle cose tangibili, grazie a un modo di mangiare non «estremo», che aiuta a individuare e a comprendere i sapori sottili. 

La scoperta dell’umami risale al 1908 e a Kikunae Ikeda, un chimico dell’Università di Tokyo. Studiò l’effetto sul palato di un particolare brodo di alghe, il cui gusto sapido e piacevole viene dal glutammato, una sostanza che troviamo anche in carne, pesce, verdure, formaggi stagionati e addirittura nel latte materno. In Italia l’umami è scoperta relativamente recente. È solo da una manciata di anni che l’umami è entrato, in punta di piedi, nella nostra cultura.

Come si fa l’umami? 

Gli ingredienti che possiedono la caratteristica gustativa dell’umami contengono naturalmente il glutammato, un sale e amminoacido che si trova all’interno delle proteine. Oltre ad esistere spontaneamente in natura, i glutammati vengono spesso aggiunti a varie preparazioni alimentari per aumentare il sapore e la sapidità, come ad esempio accade nel dado da brodo (dove spesso si legge anche la dicitura “senza glutammato”, perché nel corso degli anni la sua salubrità è stata spesso messa in discussione), nei salumi industriali e nei prodotti in scatola come carni e verdure. L’aggiunta del glutammato ad un prodotto viene spesso considerata come una mossa indicativa della scarsa qualità di esso, o comunque dei prodotti meno pregiati rispetto a quelli che contengono il sapore umami in modo naturale. Un esempio perfetto è il brodo: è risaputo che per produrre un brodo di qualità serve partire dagli ingredienti base, carne o verdure che siano. Usare il dado è un modo sicuramente più semplice di ottenere un brodo, ma non avrà mai le stesse caratteristiche e profondità di sapore di un brodo vero. 

20 ricette dal sapore umami

Sebbene l’umami sia stato scoperto in Oriente, noi italiani senza saperlo siamo piuttosto abituati ad avere a che fare con questo misterioso quinto gusto, che potremmo definire come “saporito”. Tutto merito del parmigiano che dona sempre sapore ai nostri piatti (ecco perché amiamo tanto metterlo sulla pasta!). Ecco perché le migliori ricette che ci portano alla scoperta dell’umami vedono protagonista l’amato formaggio della Parma Food Valley, oltre che al brodo, altro prodotto umami molto presente nella nostra amata cucina italiana. E nel periodo autunnale, per godere ancora di più dell’esperienza del quinto gusto, possiamo utilizzare nei nostri piatti i funghi secchi , naturalmente ricchi di umami.

Riciclare le croste di formaggio: dal parmigiano al grana

La Cucina Italiana

Grattugiare parmigiano o grana è una delle nostre attività preferite da bravi italiani, ma usare le croste di formaggio non è un’usanza altrettanto diffusa. Sebbene le croste non siano commestibili a causa della loro consistenza più dura, è possibile cuocerle e usarle molto facilmente per tante ricette e non solo per insaporire zuppe e minestre. Non buttatele: le croste di formaggio parmigiano o grana possono vivere una seconda vita, trasformandosi da scarto a ingrediente di cui non si può fare più a meno.

La prima cosa da fare è pulire le croste di formaggio: dopo averle sciacquate ed asciugate, eliminate lo strato esterno con l’aiuto di una grattugia o raschiandolo via con un coltello, fino ad eliminare le scritte. A questo punto, sono pronte per essere cotte nel modo che più vi piace, seguendo alcuni degli esempi qui sotto.

Croste di formaggio nel minestrone

Il modo più classico per riutilizzare le croste di parmigiano è tagliarle a cubetti e aggiungerle nella preparazione di zuppe, brodi e minestre. Con il calore, il formaggio inizierà ad ammorbidirsi e rilasciare il suo sapore, che sarà ancora più intenso rispetto a una semplice grattugiata.

Croste di formaggio nella pasta

Un altro modo per riciclare in modo facile e intelligente le croste di formaggio è nei primi piatti. Fatele ammorbidire, lasciandole in ammollo nel latte per un paio d’ore, e aggiungetele a pezzetti nella pasta e fagioli, nella pasta e patate oppure nei risotti, come a mantecarli. Non ve ne pentirete.

Croste di formaggio negli impasti

Le croste di formaggio ammorbidite nel latte e poi frullate diventano un ingrediente ideale anche per fare le polpette! Dopo averle rese morbide, possono essere usate anche negli impasti di focacce e panini golosi.

Croste di formaggio fritte

Recuperare gli avanzi e renderli irresistibili è un gioco da ragazzi quando c’è di mezzo la frittura. Basterà un po’ di olio extravergine di oliva in una padella rovente, la crosta di parmigiano tagliata a cubetti o listarelle e il gioco è fatto. Non appena si inizieranno a gonfiare leggermente saranno pronte da servire. Fondamentale: gustarle appena fritte o torneranno presto dure.

Se volete esagerare, impanate! Prima di tutto infarinate le croste, passatele nell’uovo sbattuto e nel pangrattato e immergetele in abbondante olio bollente. Friggetele fino a doratura, scolatele sulla carta da cucina, asciugando l’olio in eccesso e servite ben calde.

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