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» Vellutata di verza – Ricetta Vellutata di verza di Misya

Misya.info

La vellutata di verza è un’idea per un primo piatto caldo e avvolgente, perfetto per le fredde serate invernali. Io l’ho completato con una dadolata di speck croccante, ma potete ometterla, o magari sostituirla con una quenelle di formaggio fresco, se preferite. Se siete amanti di zuppe e minestre come me, e vi piace il cavolo verza, non lasciatevi sfuggire questa ricetta, mi raccomando 😉 Volevo poi dirvi che, nell’area privata del blog, potete trovare il Calendario 2021 di Misya, ricco di dolci! Potete scaricarlo in pdf e stamparlo, spero vi piaccia 🙂

Innanzitutto mondate la verza e tagliatela a listarelle.

Pelate le patate e tagliatele a dadini.

Fate appassire la cipolla tritata con l’olio in una casseruola, quindi unite patate e verza e 4 mestoli di acqua calda e lasciate cuocere a fiamma medio-bassa per circa 30 minuti.

Quando le patate saranno belle morbide, frullate tutto con un minipimer e aggiustate di sale e (se volete) pepe.

La vellutata di verza è pronta: decorate, se volete, con pancetta croccante e servite subito.

Luca Argentero testimonial per Molino Casillo

Luca Argentero testimonial per Molino Casillo

L’azienda pugliese di farine alla conquista del grande pubblico con cinque nuove linee prodotto e una campagna di comunicazione dedicata a un consumatore più competente in fatto di impasti, che usa un prodotto diverso per pane, pizza, pasta e dolci

Per la gioia del pubblico femminile, Luca Argentero torna in tv, praticamente a tutte le ore, con un nuovo spot che lo vede impegnato a impastare, davanti a una spianatoia. Pasta, pane, pizza, Argentero prepara di tutto per la sua allegra famigliola dello schermo, a favore di telecamera, concludendo con il claim “Farine Molino Casillo, per ogni tuo desiderio… in cucina». Gli spot sono quelli della nuova linea di farine con cui l’azienda pugliese Molino Casillo si propone a un mercato più casalingo, ma allo stesso tempo più competente in fatto di impasti. Argentero è stato scelto come testimonial perché incarna l’ideale di attore bello, ma non modello, familiare (è anche di recente diventato papà) e amato dal grande pubblico.

Il cambio nome, i nuovi prodotti, la campagna pubblicitaria

Nuovi prodotti, pubblicità, nuovo packaging e quello che nel marketing si definisce rebranding: è tutto il corollario di un ampio piano di comunicazione con cui l’azienda pugliese sta attuando un’operazione di «riposizionamento d’immagine e di prodotto», come lo chiama Vito Maurogiovanni, direttore commerciale e strategie di Molino Casillo.
Si parte da quello che gli esperti di marketing definiscono rebranding, ovvero un cambio di nome, che dal più formale Gruppo Casillo diventa Molino Casillo, a ricordare il primo mulino da cui il capostipite della famiglia Vincenzo ha iniziato in quel di Corato, in provincia di Bari, nel lontano 1958, come ricorda Francesco Casillo, presidente e amministratore delegato del gruppo. La famiglia del grano italiano si è poi espansa, fino a diventare leader del settore, con 14 mulini in 9 regioni italiane.
Anche il cambio di packaging va in questa direzione, con le nuove confezioni dai colori pastello studiate per dare messaggi chiari e in carta certificata FSC, cioè proveniente da fonti forestali gestite responsabilmente, completamente riciclabile.

Cinque linee di farine

Sarà stato lo spirito cuciniero da lockdown, sarà stata l’ansia da lievito introvabile, ma è un fatto che i consumatori di oggi siano diventati più attenti alle farine che acquistano. È per questo che Molino Casillo ha deciso di presentare al grande pubblico cinque nuove linee prodotto da grano 100% italiano, fra semole di grano duro e farine di grano tenero.
Si comincia con Ad Hoc, che si suddividono in base al tipo di preparazione: pane, pizza, pasta, dolci. Fra le Essenziali di Molino Casillo si trovano la Tipo 1, la Tipo 2, la biologica e l’integrale, che soddisfano le esigenze dei panificatori e dei pizzaioli casalinghi più esigenti. La linea Prime Terre è dedicata alle regioni e sono provenienti da filiera controllata in collaborazione con gli agricoltori di Coldiretti: Campania, Toscana, Puglia le regioni rappresentate. Le Speciali sono farine e semole da grano e cereali di alta qualità, che si distinguono per il tipo di coltura e di macinazione: qui ci sono le monorigine come la Senatore Cappelli, c’è il Kamut e ci sono anche farine di riso, farro e ceci. Infine c’è la linea Semole d’autore, che sono dedicate in particolare ad alcune tipologie di preparazioni, come la semola per i panzerotti, quella rimacinate per le focacce, quella per le frolle, quella integrale per la pasta.

Anna in Casa: ricette e non solo: Treccia soffice di brioche

Anna in Casa: ricette e non solo: Treccia soffice di brioche

Se alza la spalla sinistra e piega leggermente la testa non è completamente soddisfatta di ciò che sta assaggiando. Questo è il modo spontaneo con cui mia figlia Alessandra esprime il suo giudizio su quello che ha nel piatto. Per questa treccia quale è stata la sua reazione? Ne ha mangiata ancora…

Ingredienti

550 g farina 0
          io una farina per lievitati W 350
15 g di lievito fresco di birra
40 g di zucchero
230 ml latte a temperatura ambiente
1 uovo
1 cucchiaino di sale fino
50 ml di olio d’oliva
per rifinire
1 tuorlo
2 cucchiai rasi di latte

Procedimento

In una ciotola sciogliere nel latte lo zucchero e il lievito.
Nel frattempo nella ciotola della planetaria ( ma potete anche impastare a mano, ci vorrà solo un po’ più di tempo) versare la farina e in un angolino unire il sale.
Sciolto il lievito nel latte, aggiungere al liquido l’olio e l’uovo; mescolare bene e unire il tutto alla farina.
Impastare bene, fino ad ottenere un composto liscio, omogeneo e ben incordato.
Trasferire l’impasto sulla spianatoia, formare un panetto e metterlo in una ciotola, coperto, a lievitare fino al raddoppio (io nel forno con la luce accesa).
Una volta che l’impasto ha raddoppiato il suo volume, trasferirlo sulla spianatoia e ricavare 4  bastoncini (se non vi fidate a fare la treccia a 4 capi di cui purtroppo non ho gli scatti, potete farla 3 tre come una treccia normale) e unirli ad una estremità formare la treccia, chiudendo alla fine anche l’altra estremità.
Posizionare la treccia in una teglia rivestita con carta forno, coprire e mettere a lievitare di nuovo una trentina di minuti.
Scaldare il forno a 180°C.
Prima di infornare spennellare la superficie con il tuorlo e il latte della rifinitura, precedentemente mescolati.
Infornare e cuocere per circa 30 minuti, controllando che non si scurisca troppo la superficie, nel caso coprire con un foglio di alluminio.

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