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Come fare il profiteroles a casa: la ricetta

Come fare il profiteroles a casa: la ricetta

Una piramide di bignè ripieni di crema Chantilly e ricoperti di cioccolato fondente: i profiteroles sono un dolce classico perfetto per ogni occasione. Ecco come prepararli

Avete presente quelle palline morbide ricoperte di cioccolato fondente e ripiene di crema chantilly o di panna? Sono i profiteroles, i golosissimi bignè immersi in un mare di cioccolato, a cui è impossibile resistere. Sapete che si possono preparare i profiteroles anche a casa? Il processo è un po’ lungo ma per nulla complicato. Di seguito la nostra ricetta, buon lavoro!

All’inizio furono i bigné

La base per questo dolce meraviglioso è la pasta choux con cui preparare i bignè. Venne inventata a metà del 1500 da un cuoco alla corte di Caterina de’ Medici e poi esportata in Francia. Si prepara con acqua, burro, uova e farina debole, perché tanto glutine conferirebbe elasticità all’impasto, mentre i bignè devono restare friabili. Anche la cottura necessita di qualche attenzione: si deve procedere in tre tempi, con temperature diverse in modo che la pasta si gonfi e diventi cava all’interno. Poi, una volta cotti, i bignè vanno farciti con la crema Chantilly (ma si può anche optare per una crema pasticciera o per la panna) e ricoperti di cioccolato fondente. Se non vi piace il sapore del fondente, potete provare la versione con il cioccolato al latte.

La crema Chantilly

Più leggera e delicata della crema pasticciera, la crema Chantilly è ideale per farcire torte a base di Pan di Spagna e frutta. E’ preparata soltanto con tre ingredienti: panna fresca, vaniglia e zucchero a velo. Esiste anche una versione chiamata crema Chantilly all’italiana, che prevede, invece, l’unione di panna montata e crema pasticciera.

La ricetta dei Profiteroles

Ingredienti

Per la pasta choux: 140 g farina 00, 200 ml acqua, 4 uova, 120 g burro, 1 pizzico di zucchero, 1 pizzico di sale

Per la crema chantilly:  500 ml panna fresca, 60 g zucchero a velo, 1 bacello di vaniglia

Per la copertura: 500 ml panna fresca, 400 g cioccolato fondente

Procedimento

Per prima cosa mettete in un pentolino l’acqua, il burro, lo zucchero e il sale e portate a ebollizione.
Appena inizia a bollire, togliete dal fuoco e unite tutta insieme la farina e iniziate a mescolare tutto con una frusta, per non formare grumi. Rimettete il pentolino sul fuoco e continuate a mescolare con un cucchiaio di legno, sino a che il composto non si sarà amalgamato bene, formando una palla. Sarà pronto quando la pasta si staccherà da sola dalla pentola.
A questo punto trasferite tutto in una ciotola e aspettate che si raffreddi completamente.

Aggiungete all’impasto le uova, una alla volta, e non unitene uno nuovo sino a che il precedente non si sarà amalgamato bene.
Mettete la pasta choux in una sac à poche e fate tante piccole palline che disporrete su una teglia foderata di carta da forno.
Infornatele in forno statico preriscaldato a 220° per i primi 15 minuti (senza mai aprire lo sportello), e poi abbassate a 180° per ulteriori 10 minuti e infine spegnete il forno, apritelo di un centimetro aiutandovi con un cucchiaio di legno e lasciate i bignè per altri 30 minuti senza toccarli.
Passato il tempo, togliete i bignè dal forno e lasciateli raffreddare completamente.
Una volta freddi, capovolgeteli e, con l’aiuto del manico di un cucchiaino, fate un piccolo foro dove appoggerete la sac à poche con la crema per farcirli.

Ora preparate la crema: in una ciotola mettete la panna, lo zucchero a velo e i semini del bacello di vaniglia.
Montate tutto sino a che la panna non risulterà bella compatta.
Mettetela in una sac à poche e riempite i bignè.
Coprite con un velo di pellicola i bignè farciti e lasciateli in frigo.

Occupatevi ora della copertura. In un pentolino mettete la panna fresca e fate raggiungere il bollore.
Appena compaiono le prime bolle, spegnete e aggiungete il cioccolato a pezzetti.
Mescolate bene con un cucchiaio sino a che il cioccolato non si sarà sciolto del tutto.
Travasate in una ciotola e lasciate raffreddare in frigo sino a che non sarà diventato leggermente denso.
A questo punto riprendete i bignè e tuffateli nella ciotola del cioccolato.
Rigirateli sino a che saranno completamente ricoperti e poi, con l’aiuto di un cucchiao e di una forchetta, disponeteli su un piatto da portata.

Fate così con tutti i bignè rimasti, e appoggiateli uno sopra l’altro, sino a formare una piramide.
Decorate con qualche ciuffetto di crema Chantilly rimasta e portate in tavola.

 

Ricerche frequenti:

Come fare gli struffoli: la ricetta originale

Come fare gli struffoli: la ricetta originale

Tante piccole palline dorate, tenute insieme da una generosa quantità di miele e decorate con dolcissimi zuccherini e frutta candita. Ecco la ricetta tradizionale campana per realizzare gli struffoli

In Campania non è Natale senza gli struffoli! Vengono realizzati in tutte le famiglie e ognuno custodisce gelosamente la propria ricetta tradizionale.

Cosa sono gli struffoli e il significato del nome 

Gli struffoli sono fatti con un semplice impasto a base di farina, uova, zucchero, burro e liquore all’anice. L’impasto viene poi lavorato fino a formare un cilindro e pare che il nome “struffolo” derivi proprio da questa operazione di “strofinare” e arrotolare l’impasto prima di affettarlo in tanti piccoli pezzettini tutti uguali.
Le palline di impasto vengono tipicamente prima fritte e poi glassate con miele e zuccherini colorati. Riguardo la forma potete optare per la classica piramide o disporre gli struffoli a forma di ciambella. Realizzare gli struffoli in casa è semplice ma ovviamente si tratta di un’operazione lunga e certosina.

Gli struffoli: la ricetta originale

Belli da vedere e dolcissimi da mangiare provate a realizzare gli struffoli seguendo la nostra ricetta originale e otterrete un ottimo risultato! Se volete degli struffoli più morbidi potete aggiungere all’impasto un cucchiaino raso di lievito in polvere per dolci mentre per la frittura volendo potete sostituire l’olio di semi di arachidi con lo strutto.

Ingredienti per 10 persone

per l’impasto:
400 g di farina 00
80 g di burro fuso freddo (o 60 g di strutto)
40 g di zucchero semolato
3 uova medie
2 cucchiai di liquore all’anice o rum
scorza grattugiata di 1 arancia bio
scorza grattugiata di 1 limone bio
1 presa di sale

per friggere:
1 lt di olio di semi di arachidi

per decorare:
300 g di miele
50 g di frutta candita mista (ciliegie, scorza d’arancia, cedro)
2 cucchiai di zucchero a velo
confettini e zuccherini colorati a piacere

Procedimento

Setacciate la farina all’interno di una grande ciotola. Unitevi il sale, le scorze grattugiate degli agrumi, lo zucchero, il burro fuso freddo (o lo strutto) e il liquore. Mescolate grossolanamente con un cucchiaio fino a ottenere un composto sabbioso. Fate un buco al centro e aggiungete le uova. Impastate ora con le mani fino a ottenere un composto liscio e omogeneo. Formate un panetto, avvolgetelo con pellicola trasparente e fate riposare a temperatura ambiente per 30 minuti.

Trascorso questo tempo riprendete l’impasto e staccatene un pezzo di circa 50 g. Formate un cilindro dal diametro di 1 cm e con un coltellino staccate tanti piccoli pezzetti larghi 1 cm. Proseguite così per tutto il resto dell’impasto. Se volete ottenere delle palline rotonde dovete modellare con le mani ogni singolo pezzetto di impasto.

Versate metà dell’olio per friggere all’interno di una casseruola in acciaio con i bordi alti e mettete sul fuoco. Friggete pochi struffoli alla volta e se dovesse formarsi schiuma in superficie toglietela con un mestolo forato. Gli struffoli cuoceranno in 30-40 secondi e durante la frittura smuoveteli con il mestolo per farli cuocere uniformemente. Recuperateli con un mestolo forato e fateli scolare su carta assorbente per fritti. Procedete così fino a friggere tutti gli struffoli e di utilizzare diversi fogli di carta assorbenti per assorbire l’olio in eccesso.

In una grande casseruola, che dovrà contenere tutti gli struffoli, versate il miele e lo zucchero a velo e fate sciogliere su fiamma molto bassa mescolando con un cucchiaio. Allontanate il pentolino dal fuoco, aggiungete gli struffoli, la maggior parte dei confettini e degli zuccherini e mescolate bene affinché ogni pallina sia cosparsa di miele.

Aggiungete infine anche i canditi e continuate a mescolare. Trasferite gli struffoli su un piatto da portata e modellateli subito dandogli la forma desiderata. Completate con i restanti confettini e servite subito. In alternativa impacchettate gli struffoli per un goloso regalo di Natale fatto in casa.

Sfogliate la gallery per tutte le foto e ulteriori consigli!

Gran bollito misto: i migliori ristoranti nelle Langhe

Gran bollito misto: i migliori ristoranti nelle Langhe

E’ qualcosa in più di un piatto: è l’essenza della cucina piemontese di carne, con regole immutabili. Ecco sette posti dove goderlo al massimo

7-7-7: una sequenza che niente a che fare con la Cabala ebraica o la Smorfia napoletana. Ma in effetti racconta una magia, quella del gran bollito misto alla piemontese. Perchè la ricetta – codificata dalla Confraternita del Bollito e della Pera Madernassa, che ha sede a Guarene –  prevede sette tagli principali di manzo: tenerone (muscolo lungo della spalla traversato da cartilagine), scaramella (bianco costato di reale, parte alta del reale), noce (muscolo di coscia), punta di petto, fiocco di punta, cappello del prete (parte superiore della scapola con muscoli) e culatta (parte superiore della groppa tra sottofiletto e coscia). Poi sette tagli secondari, quelli che i piemontesi definiscono ‘ammennicoli’: lingua, testina col musetto, coda, zampino, gallina, cotechino, lonza. E ancora cinque bagnèt o salse (verde, rossa,  mostarda, cugnà, al miele) anche se ci sono testi che ne prevedono sette, raddoppiando quella verde (ricca e rustica) e aggiungendo il classico cren. Non bastasse occorrono contorni adeguati: cipolline passate al burro, patate lesse, rape lesse, foglie di verza lessate, zucchini e finocchi ripassati al burro, carote lesse.

E alla fine, ci vuole il brodino

Una ricetta decisamente impegnativa per il fisico di chi lo consuma e lo prepara, tanto che al termine si beve una piccola tazza di brodo, realizzato con tutti i tagli utilizzati, con un cucchiaio di Barbera oppure con formaggio grattugiato. Ma soprattutto è un piatto che nella ricetta tradizionale difficilmente è ricreabile a casa, senza una bella cucina e una discreta esperienza. Ecco perchè per i bollito-dipendenti ha senso spingersi nelle Langhe per trovarla nella versione completa o il più possibile vicina alla completezza. Diciamo un bollito da «cinque tagli e quattro salse» ma eseguito perfettamente. Da qui la nostra selezione di locali, dove ovviamente si gustano anche le specialità che hanno reso famose le Langhe e si trovano delle valide cantine. Non possono che essere sette, ovviamente. Se poi volete rendere omaggio ai protagonisti che si sacrificano per rendere grande questo piatto, l’occasione migliore è  la Fiera del Bue grasso di Carrù che si terrà il 16 dicembre

Osteria del Borgo – Carrù

Il ‘covo’ della famiglia Lubatti: qui il bollito misto è disponibile per tutto l’anno nella versione canonica. Sono da godimento anche la trippa e la finanziera. Cantina da 400 etichette, anche di rilievo.

Vascello d’Oro – Carrù

Si trova in un edificio del centro e sta per compiere 135 anni di attività. Da 40 anni è la famiglia Cravero a gestirla, con passione e competenza. Solo tagli di carne piemontese per il bollito integralista.

Moderno – Carrù

A dispetto dell’insegna, è un locale storico della cittadina: risale ai primi anni ’50 quando ospitava le ‘colazioni’ di chi si occupava del mercato delle carni. Bollito impeccabile quanto i tajarin e il plin

Trattoria del Bollito – Alba

Certezza sul tema, appena fuori dal centro storico. Si viene anche per assaggiare le paste fresche, ma il massimo è rappresentato dal carrello del bollito tradizionale con le salse. Ambiente da osteria moderna.

La Speranza – Farigliano

Un’antica trattoria che Maurizio Quaranta, chef rinomato ad Alba, ha riportato al tempo migliore. Qui la memoria gastronomica delle Langhe – bollito compreso – viene rivisitata con classe e tocchi d’autore.

Boccondivino – Bra

Qui si è fatta la storia della cucina italiana, visto che nel suo cortile – 34 anni fa – nacque Slow Food. In cucina, il tempo si è fermato: ricette del territorio e prodotti quasi tutti dei Presidii. Il bollito è classicissimo.

Luna nel Pozzo – Neive

Il riferimento nella Langa del Barbaresco, dove il bollito misto viene servito per tutta la stagione fredda. In tavola arrivano i sette pezzi classici, dentro un’ampia cocotte, immersi nel brodo caldo. Si beve molto bene.

 

Ricerche frequenti:

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