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Fabio Fazio: «La rivoluzione parte dalla tradizione»

La Cucina Italiana

Signori e signore, la rivoluzione è servita, questo era il tema dell’ultimo congresso di Identità Golose 2023, che riunisce i grandi nomi del food – tra cui, Fabio Fazio. Sì, anche il giornalista e conduttore RAI era presente nella veste di imprenditore («non piccolo imprenditore, microscopico», ha scherzato) come player fondamentale del recupero della fabbrica di cioccolato Lavoratti. Un’avventura imprenditoriale dai risvolti sociali e etici molto alti, che Fabio Fazio ci raccontò al lancio qualche mese addietro e che molti si ricordano anche per le praline con il ripieno di Parmigiano Reggiano – che combo sfiziosa!

Intervista a Fabio Fazio

Volendo parlare di rivoluzione, era giusto sentire anche Fabio Fazio, che grazie al suo nuovo ruolo è “rivoluzionari” anche lui e riesce sempre a dare degli spunti davvero interessanti su cui riflettere in questo “nuovo mondo”.

Partiamo dal tema “rivoluzione sociale”, che Lei come piccolo imprenditore ha operato sul territorio.

«Rivoluzione è una parola impegnativa, forse troppo impegnativa. Diciamo che in questo momento così difficile, questo momento storico così difficile, può essere di per sé rivoluzionario rimanere anziché scappare, aprire anziché chiudere, cercare di mettere un segno più anziché un segno meno. In questo senso, sì, nell’aver tentato – poi non so se ci riusciremo, quanto ci riusciremo – e aver impedito che un’azienda storica non ci fosse più, averla rilanciata. Avere così con entusiasmo più ingenuo e forse recuperato, secondo uno spirito magari un po’ proustiano, un ricordo di gusto, che è quello del cioccolato Lavoratti a Varazze è motivo di orgoglio e rivoluzione. Ripeto, le rivoluzioni di solito hanno a che fare con cose più impegnative, ahimè, e hanno anche esiti difficili da controllare, ma il nostro impegno è in controtendenza, il che è già sufficiente».

In cosa si sente si sente rivoluzionario?

«Ci si sente rivoluzionari da giovane. Poi quando si acquisisce l’età, con l’età l’esperienza, si capisce che è meglio evolversi piuttosto che rivoluzionare e rivoluzionarsi».

Qual è il piatto che ha rivoluzionato la Sua vita?

«Guardi, anche qui io sono un po’ nostalgico, mi rendo conto, ma diciamo che… Non so se ha rivoluzionato la mia vita, anzi sicuramente no, ma diciamo un piatto a cui sono molto legato… Mi è capitato di avere l’opportunità di mangiare in posti anche importanti, belli, in giro per il mondo eccetera, però quando arrivo all’essenza delle cose dico sempre la pasta in casa che faceva mia nonna. I maccheroni fatti in casa col ferro da calza, acqua e farina e basta, e sugo. É un sapore che purtroppo da quando non c’è più mia nonna, ormai tanti anni, non ho mai più ritrovato e che qui è diventato un sapore della memoria e come tale insuperabile».

Frappe di Carnevale: la ricetta della tradizione da fare ora

La Cucina Italiana

Le frappe di Carnevale, oppure chiacchiere, bugie, crostoli… Insomma: chiamatele come preferite, come meglio sono conosciute nella vostra regione, ma preparatele!
Noi vi suggeriamo la ricetta classica della frappe di Carnevale come le vuole la tradizione e poi una ricetta semplificata con soli tre ingredienti.

La ricetta classica delle frappe di Carnevale

Ingredienti

500 g di farina 00
70 g di burro
50 g di zucchero a velo
130 g di latte
1 limone
20 g di grappa bianca
15 g di vino bianco secco
2 tuorli
un pizzico di sale
olio di arachidi per friggere qb

Procedimento

Su una spianatoia disponete la farina a fontana e aggiungete il burro morbido e lo zucchero.
Lavorate il composto con le mani e poi aggiungete i tuorli, il sale, la scorza grattugiata del limone, il vino, la grappa e per ultimo il latte.
Lavorate bene l’impasto e ricoprite poi il panetto con della pellicola trasparente.
Lasciate riposare la pasta in frigo per un’ora e quindi dividetela in piccoli pezzi.
Tirate l’impasto con il matterello o, se preferite, con la macchina per la pasta, fino a ottenere una sfoglia molto sottile, quasi trasparente.
Ritagliate con una rotellina dentata dei rettangoli di 4×6 cm, praticate un taglio nel mezzo e friggete le frappe in abbondante olio di arachidi per un paio di minuti.
Una volta dorate, asciugatele su un foglio di carta assorbente e poi spolverizzatele con lo zucchero a velo.

Frappe: la ricetta più facile

Ingredienti

230 g di farina 00
200 ml di panna fresca
1 arancia

Procedimento

Spremete mezza arancia e grattugiatene la scorza.
Mescolate la farina con la panna, il succo dell’arancia e la scorza fino a ottenere un impasto elastico.
Dividetelo in più parti e stendetelo fino a ottenere una sfoglia molto sottile.
Ritagliatela in tante strisce e incidete il centro con uno o due tagli verticali.
Friggete le frappe poche alla volta in una padella con olio di semi bollente e poi scolatele su carta assorbente.
Una volta tiepide, decoratele con lo zucchero a velo.

Frappe con cioccolato

Potete immergere una parte delle frappe nel cioccolato fuso oppure con una forchetta lasciate cadere il cioccolato fuso sulle frappe per decorarle.
Il cioccolato fondente è l’ideale perché contrasta la dolcezza di questo dolce e si sposa bene con le fritture.
Potete anche servire le frappe con la crema spalmabile di nocciole o al pistacchio.

Come conservare le frappe

Questi dolci si conservano a lungo all’interno di una scatola di latta con chiusura ermetica e in un luogo fresco e asciutto.
Il segreto per mantenerle belle friabili sta nella frittura leggera e per questo è importante partire da una sfoglia sottilissima che in un paio di minuti frigge senza assorbire troppo olio.

Altri consigli per fare la frappe di Carnevale

frappe di carnevale

Frappe di Carnevale: i consigli

Giorni della merla: i piatti della tradizione da portare in tavola

La Cucina Italiana

Cambiamento climatico a parte, i giorni della merla vivono sempre nella tradizione popolare del Nord e del Centro Italia: sono il 29, 30 e 31 gennaio, considerati i giorni più freddi dell’anno.

Il significato di questo nome richiama tante leggende: noi vi raccontiamo quella che ci piace di più e che narra di una merla dalle piume bianche che si riparò dal gelo in un comignolo diventando nera per la fuliggine.

Blackbird in winter,Eifel,Germany.Please see more than 1000 songbird pictures of my Portfolio.Thank you!schnuddel

I piatti della tradizione per i giorni della merla

Anche noi, come la merla, cerchiamo riparo dal freddo, ma ci rifugiamo invece nei piatti confortanti della nostra cucina. Le ricette tradizionali da portare a tavola in questi giorni, infatti, non mancano.

La polenta la fa da padrone, con i ciccioli, come vuole la tradizione piacentina, o con il baccalà, come si fa in Veneto o, ancora, trasformata in una pizza come quella che vi proponiamo noi. Non possono mancare risotti fumanti a partire da quello allo zafferano, ma anche un semplice e genuino piatto di gnocchi al pomodoro fatti in casa, e poi zuppe e vellutate con protagonisti legumi e verdure di stagione, queste ultime da fare anche ripiene.

Dalle mele alle pere, la frutta si serve cotta, e i dessert sono quelli preparati in forno come una croccante sbrisolona.

Le nostre ricette per i giorni della merla

La parola d’ordine in cucina, dunque, è “calore” e noi l’abbiamo tradotta con queste ricette.

Ricerche frequenti:

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