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Carne sintetica: tutto quello che c’è da sapere

La Cucina Italiana

Mangereste una polpetta di mammut lanoso creata in provetta? È l’ultima novità in tema di carne sintetica e arriva dall’Australia. «Abbiamo scelto il mammut lanoso perché è un simbolo della perdita di diversità e del cambiamento climatico, ha spiegato Tim Noakesmith, cofondatore di Vow, l’azienda che l’ha creata, annunciando che il suo team sta lavorando ad altre specie singolari come il coccodrillo e il pavone. La notizia ha fatto scalpore, ed è solo l’ultima in ordine di tempo relativa alla carne sintetica: il primo esperimento risale infatti al 2013, quando l’università di Maastricht ha realizzato un hamburger con lo stesso procedimento.

Cos’è la carne sintetica e come si produce

La carne sintetica è carne creata in laboratorio. Si prelevano cellule da un animale vivo o da carne fresca, si estraggono le staminali, si fanno proliferare con un bioreattore simulando il procedimento che avviene naturalmente nel corpo di un animale e se ne lavorano le fibre muscolari. Tutto questo senza dover usare contaminanti e l’uso di antibiotici. Così si ottiene un prodotto simile alla carne trita, che poi viene compattata.

Quali sono i vantaggi della carne sintetica: l’ambiente

Il motivo per cui si è cominciato a produrre carne sintetica è anzitutto ambientale: gli allevamenti intensivi sono tra le principali minacce per il riscaldamento globale. In particolare quelli di manzo, che determinano il 17% della formazione di particolato fine. Senza contare il consumo di acqua, ma anche di suolo sempre più prezioso necessario per coltivare i mangimi. La carne sintetica potrebbe dunque essere una parte della soluzione: da una sola cellula si possono ottenere 10mila chili in poche settimane. Secondo i produttori, poi, non dà scarti (che a loro volta determinano danni ambientali).

Quali sono i vantaggi della carne sintetica: il risvolto etico

Se la carne sintetica si consumasse su larga scala anche il numero di animali uccisi per fini alimentari si ridurrebbe sensibilmente. Le associazioni ambientaliste di tutto il mondo, infatti, sono tra le prime sostenitrici della sua produzione. Si stima che ogni anno vengano macellati oltre 150milioni di animali. I dati Istat raccontano cosa succede in Italia: a gennaio 2023, per esempio, tra i tanti sono stati macellati oltre 193 mila vitelli minori di 8 mesi, 202 mila agnelli, 1400 cavalli.

La carne sintetica è sicura?

La carne sintetica fa bene? Questo punto non è chiaro. Il professor Giorgio Calabrese, medico nutrizionista, interpellato da Cartabianca (il programma di Bianca Berlinguer su Rai3), ha spiegato che i meccanismi che si innescano tra le staminali quando si produce carne in vitro potrebbero determinare lo sviluppo di cellule tumorali nell’uomo. Parlare per ipotesi del resto è d’obbligo, e il prof non è l’unico a ricordarlo. In una recente intervista a Il Fatto Quotidiano, Stefania Ruggeri, ricercatrice Crea (Ente di ricerca italiano dedicato alle filiere agroalimentari) e docente alla facoltà di Medicina dell’università di Roma Tor Vergata, ha specificato che «Per ora non ci sono studi scientifici sufficienti a testimoniare la completa qualità e la sicurezza nutrizionale di questi prodotti». «Inoltre, credo che non ci sia la necessità di cominciare a consumare questi prodotti perché le raccomandazioni nutrizionali ci consigliano di ridurre il consumo di carne per tutelare la nostra salute (compresa la carne sintetica) e quindi dovremmo piuttosto cercare di consumare più legumi, le proteine vegetali della nostra tradizione mediterranea», ha proseguito la scienziata.

Lo stesso Tim Noakesmith, cofondatore di Vow, parlando della sua polpetta di mammut al Guardian, dopo aver ammesso di non averla assaggiata, ha detto «Non abbiamo visto questa proteina per migliaia di anni, quindi non abbiamo idea di come reagirebbe il nostro sistema immunitario quando lo mangiamo». Ha poi aggiunto: «ma se lo facessimo di nuovo, potremmo sicuramente riuscire a renderla più appetibile e digeribile». Il punto è, come? A fare la differenza saranno probabilmente additivi, non sempre salutari, che saranno aggiunti a queste carni per renderle più appetibili. 

Qual è la differenza tra la carne sintetica e quella vegetale

Un po’ come succede per la «carne vegetale», insomma, che però è completamente diversa da quella sintetica. La carne vegetale, infatti, viene realizzata estraendo proteine dai legumi, che vengono mixate con ingredienti di vario tipo per ottenere un gusto simile a quello della carne. Sta avendo un enorme successo, anche in Italia, presente ormai tra i banchi dei supermercati così come in tanti ristoranti.

Chi produce la carne sintetica

Anche sulla scia di questo interesse mostrato dai consumatori i produttori di carne sintetica stanno proliferando: oltre all’australiana Wow, ci sono tra i tanti la Upside Food che ha fatto da apripista e nella Silicon Valley dal 2015 produce filetti di pollo e frutti di mare in provetta, finanziata da big del calibro di Bill Gates. C’è anche una startup italiana, la Bruno Cell, la prima nel nostro Paese focalizzata interamente sulla carne colturale. E sono solo alcuni tra i protagonisti di un business che potrebbe raggiungere cifre impressionanti: secondo Barclays il giro d’affari della carne sintetica nel 2040 sarà di 450 miliardi nel mondo, un quinto del mercato globale della carne. Tutto questo anche perché la carne in vitro, come conferma un’analisi di McKinsey, arriverà a costare quanto quella «naturale». Insomma, sarà molto più accessibile. Per dare un’idea, il primo hamburger sintetico è costato 290mila euro. 

Dove si può mangiare la carne sintetica

Per assaggiare la carne sintetica, però, per ora dovremo fare un viaggio a Singapore o negli Stati Uniti, dove le rispettive autorità in materia di sicurezza alimentare hanno approvato la commercializzazione della carne coltivata. Non si è invece ancora espressa l’Efsa, l’autorità europea: del resto non sono ancora arrivate richieste ufficiali in merito a un suo parere. Parere che, come gli insetti, quando arriverà darà il via all’inter per commercializzazione. I tempi comunque non saranno molto dilatati: l’Unione Europea ha investito ben 7 milioni di euro nella ricerca sulla carne sintetica. È un prodotto di grande interesse, anzitutto per i suoi risvolti ambientali.

Il decreto sulla carne sintetica in Italia

L’Italia intanto si è mossa d’anticipo: siamo il primo Paese del mondo a vietare produzione e commercializzazione di alimenti e mangimi sintetici, sia per gli umani che gli animali, con un apposito decreto. Presentandolo, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha evidenziato «la forte volontà di tutela della salute dei cittadini e delle persone che consumano» annunciando multe, per chi violerà la regola, fino a 60 mila euro.

Carne sintetica: si potrà importare in Italia?

Questo però non vorrà dire non provare carne sintetica in Italia: prevale sempre la regola comunitaria della libera circolazione dei beni e dei servizi. Perciò se l’UE darà l’ok alla commercializzazione, potremo importarla da altri Paesi che la producono e ce la ritroveremo al supermercato. Sì, come già succede con gli insetti. 

Ricetta Cotolette di pollo in carpione

Ricetta Cotolette di pollo in carpione

Step 1

Per la ricetta delle cotolette di pollo in carpione, preparate il carpione: affettate la cipolla e fatela appassire in un velo di olio extravergine sulla fiamma bassa, poi unite il vino, l’aceto, gli aromi, qualche grano di pepe, 1 cucchiaino di zucchero e una presa di sale; lasciate ridurre per 15 minuti, sempre a fiamma bassa.

Step 2

Dividete le fettine di pollo in tocchi di dimensioni uniformi, battetele se necessario.

Step 3

Impanatele passandole prima nella farina, poi nelle uova sbattute e infine nel pangrattato.

Step 4

Friggetele infine in abbondante olio di arachide bollente fino a completa doratura. Scolatele su carta da cucina. Raccoglietele in una ciotola, irroratele con il carpione e servitele.

Step 5

Abbinamento vino: delicato e spumeggiante, è il Moscato d’Asti. Ci piace il Sant’Ilario 2021 di Ca’ d’Gal per gli eleganti profumi floreali e la persistenza. 22 euro, cadgal.it

Ricetta: Alessandro Gerbino, Foto: Riccardo Lettieri, Styling: Beatrice Prada

Ricerche frequenti:

Il purè di Natale non è di patate

La Cucina Italiana

Avete già pensato al menù di Natale? Avete mai sentito parlare del purè di Natale? Quello tradizionale e più conosciuto è il purè di patate, facile. Ma per questo Natale, ecco una nuova idea: il purè di sedano rapa. Si tratta di una ricetta molto semplice e altrettanto gustosa, in grado di esaltare il sapore di un ortaggio coltivato e utilizzato in cucina soprattutto nelle regioni settentrionali.

Alla scoperta del sedano rapa

Il sedano rapa è costituito principalmente da acqua e fornisce un ridotto apporto calorico. Tra le sue proprietà più importanti ci sono certamente quella depurativa, digestiva e diuretica. Inoltre, si tratta di un alimento ricco di selenio, potassio e numerosi altri sali minerali e quantità importanti di vitamine A e C. Si può consumare crudo, ma anche al forno, impanato o come aggiunta per delle deliziose zuppe. Assolutamente da provare sono quelle con sedano rapa e patate, oppure con lo zenzero o ancora coi broccoletti. Senza dimenticare la possibilità di preparare una cremosa vellutata anche solo ed esclusivamente a base di questo prodigioso ortaggio.

Purè di Natale: la ricetta veloce

Per un purè di Natale originale e fatto in casa, ovvero un contorno che saprà certamente dare un tocco di sapore in più alle vostre feste, ecco la lista degli ingredienti: 800 grammi di sedano rapa, 400 ml di latte e 50 grammi di burro. Non serve altro. Con il latte e con il sedano rapa pelato e tagliato a pezzetti si riempie una pentola e si lascia cuocere per circa venti minuti. Poi si trasferisce tutto in un passaverdure, si frulla fino ad ottenere un composto omogeneo e lo si versa in una pentola. Si aggiungono sale, pepe e burro, si mescola per bene e infine non resta che servire il purè ancora caldo.

Un altro metodo di preparazione

Quello appena descritto non è l’unico modo per preparare velocemente il purè di sedano rapa. In alternativa, infatti, si possono mondare, lavare e tagliare a dadini 800 grammi di questo ortaggio, far cuocere per un po’ in una pentola con una cipolla rosolata e poi lasciare a fuoco medio per quindici minuti, insieme a poco più di mezzo litro di brodo vegetale. Dopo aver passato tutto al frullatore, con la giusta aggiunta di sale, non rimane che servire a tavola.

Contorno ideale per carne e pesce

Con che cosa si può abbinare questo natalizio purè di sedano rapa? Sicuramente con dei secondi a base di carne, maiale soprattutto. Oppure, con delle costolette di agnello, spesso e volentieri sulle tavole imbandite d’Italia durante le feste, o ancora con un bel trancio di salmone alle erbe. Guancette di vitello, pollo, petto d’anatra, ma anche orata: ecco altri piatti perfetti per i ricchi menù natalizi da abbinare con il purè di Natale di sedano rapa. Un contorno tutto da scoprire.

Ricerche frequenti:

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