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» Struffoli cacio pepe e lime

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Mettete tutti gli ingredienti in una ciotola e lavorate fino ad ottenere un panetto omogeneo: coprite con un canovaccio pulito e lasciate riposare per almeno 10 minuti.

Riprendete il panetto, dividetelo in filoncini dello spessore di circa 1 cm, quindi tagliateli in tocchetti di 1-2 cm, e infine arrotolate ogni pezzetto tra le mani per creare delle palline (volendo, potete anche lasciarli a tocchetti, purché siano piccini, come dei piccoli quadrotti di impasto, in modo che cuociano in maniera uniforme.

Fate scaldare l’olio in una casseruola e friggete gli struffoli un po’ per volta: basterà circa 1 minuto di cottura perché si dorino.
Sollevateli con una schiumarola e lasciateli asciugare su carta da cucina, procedendo intanto con gli altri struffoli.

Trasferite gli struffoli ancora caldi in una padella antiaderente, aggiungete il miele e scaldateli insieme, giusto il tempo che il miele si sciolga per bene e ricopra uniformemente gli struffoli.

A fine cottura, aggiungete il pepe e la buccia di lime: gli struffoli cacio pepe e lime sono pronti.

Gran bollito misto: i migliori ristoranti nelle Langhe

Gran bollito misto: i migliori ristoranti nelle Langhe

E’ qualcosa in più di un piatto: è l’essenza della cucina piemontese di carne, con regole immutabili. Ecco sette posti dove goderlo al massimo

7-7-7: una sequenza che niente a che fare con la Cabala ebraica o la Smorfia napoletana. Ma in effetti racconta una magia, quella del gran bollito misto alla piemontese. Perchè la ricetta – codificata dalla Confraternita del Bollito e della Pera Madernassa, che ha sede a Guarene –  prevede sette tagli principali di manzo: tenerone (muscolo lungo della spalla traversato da cartilagine), scaramella (bianco costato di reale, parte alta del reale), noce (muscolo di coscia), punta di petto, fiocco di punta, cappello del prete (parte superiore della scapola con muscoli) e culatta (parte superiore della groppa tra sottofiletto e coscia). Poi sette tagli secondari, quelli che i piemontesi definiscono ‘ammennicoli’: lingua, testina col musetto, coda, zampino, gallina, cotechino, lonza. E ancora cinque bagnèt o salse (verde, rossa,  mostarda, cugnà, al miele) anche se ci sono testi che ne prevedono sette, raddoppiando quella verde (ricca e rustica) e aggiungendo il classico cren. Non bastasse occorrono contorni adeguati: cipolline passate al burro, patate lesse, rape lesse, foglie di verza lessate, zucchini e finocchi ripassati al burro, carote lesse.

E alla fine, ci vuole il brodino

Una ricetta decisamente impegnativa per il fisico di chi lo consuma e lo prepara, tanto che al termine si beve una piccola tazza di brodo, realizzato con tutti i tagli utilizzati, con un cucchiaio di Barbera oppure con formaggio grattugiato. Ma soprattutto è un piatto che nella ricetta tradizionale difficilmente è ricreabile a casa, senza una bella cucina e una discreta esperienza. Ecco perchè per i bollito-dipendenti ha senso spingersi nelle Langhe per trovarla nella versione completa o il più possibile vicina alla completezza. Diciamo un bollito da «cinque tagli e quattro salse» ma eseguito perfettamente. Da qui la nostra selezione di locali, dove ovviamente si gustano anche le specialità che hanno reso famose le Langhe e si trovano delle valide cantine. Non possono che essere sette, ovviamente. Se poi volete rendere omaggio ai protagonisti che si sacrificano per rendere grande questo piatto, l’occasione migliore è  la Fiera del Bue grasso di Carrù che si terrà il 16 dicembre

Osteria del Borgo – Carrù

Il ‘covo’ della famiglia Lubatti: qui il bollito misto è disponibile per tutto l’anno nella versione canonica. Sono da godimento anche la trippa e la finanziera. Cantina da 400 etichette, anche di rilievo.

Vascello d’Oro – Carrù

Si trova in un edificio del centro e sta per compiere 135 anni di attività. Da 40 anni è la famiglia Cravero a gestirla, con passione e competenza. Solo tagli di carne piemontese per il bollito integralista.

Moderno – Carrù

A dispetto dell’insegna, è un locale storico della cittadina: risale ai primi anni ’50 quando ospitava le ‘colazioni’ di chi si occupava del mercato delle carni. Bollito impeccabile quanto i tajarin e il plin

Trattoria del Bollito – Alba

Certezza sul tema, appena fuori dal centro storico. Si viene anche per assaggiare le paste fresche, ma il massimo è rappresentato dal carrello del bollito tradizionale con le salse. Ambiente da osteria moderna.

La Speranza – Farigliano

Un’antica trattoria che Maurizio Quaranta, chef rinomato ad Alba, ha riportato al tempo migliore. Qui la memoria gastronomica delle Langhe – bollito compreso – viene rivisitata con classe e tocchi d’autore.

Boccondivino – Bra

Qui si è fatta la storia della cucina italiana, visto che nel suo cortile – 34 anni fa – nacque Slow Food. In cucina, il tempo si è fermato: ricette del territorio e prodotti quasi tutti dei Presidii. Il bollito è classicissimo.

Luna nel Pozzo – Neive

Il riferimento nella Langa del Barbaresco, dove il bollito misto viene servito per tutta la stagione fredda. In tavola arrivano i sette pezzi classici, dentro un’ampia cocotte, immersi nel brodo caldo. Si beve molto bene.

 

Ricerche frequenti:

» Crema al burro meringata

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Innanzitutto togliete il burro dal frigo e tagliatelo a pezzetti, in modo che inizi ad ammorbidirsi.
Iniziate a montare gli albumi (con il pizzico di sale) a bagnomaria: quando inizieranno a montarsi aggiungete lo zucchero e continuate a montare per 5 minuti circa, finché lo zucchero non sarà completamente sciolto e la meringa gonfia, lucida e soda.

Togliete dal bagnomaria e continuate a montare con le fruste per farla raffreddare, quindi incorporate burro  e vaniglia, e infine anche lo zucchero a velo.

La crema al burro meringata è pronta: a questo punto potete aggiungere del colorante alimentare, se volete, o usarla già così per le vostre preparazioni.

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