Categoria: Ricette veloci

Fagioli in umido – Ricetta di Misya

Fagioli in umido - Ricetta di Misya

Innanzitutto mettete a bagno i fagioli per tutta la notte (8-12 ore).
Il giorno dopo scolateli, sciacquateli e metteteli in una pentola con acqua molto abbondante (volendo potete aggiungere aromi, come alloro o rosmarino), portate a ebollizione, quindi coprite con un coperchio lasciando uno spiraglio aperto, abbassate la fiamma e fate sobbollire per 1 ora.
(Se dovesse essere necessario aggiungere altra acqua, fate che sia bollente; NON salate i legumi prima di fine cottura.)

Mondate gli aromi e tritateli, quindi fateli appassire in una casseruola antiaderente con abbondante olio, poi unite aglio e fagioli.

Mescolate e lasciate insaporire, quindi sfumate con il vino e poi aggiungete il concentrato di pomodoro, facendolo sciogliere con un po’ di acqua calda.
Lasciate cuocere per 30 minuti a fiamma bassa con il coperchio semi aperto, mescolando ogni tanto e aggiungendo la passata a metà cottura, quindi regolate di sale e pepe.

I fagioli in umido sono pronti, gustateli con qualche fetta di buon pane, fresco o tostato.

Il tiramisù, una storia italiana, oggi anche a fumetti

La Cucina Italiana

La storia del tiramisù è ricca di aneddoti, personaggi, ricette ed evoluzioni, nonché di “lotte” per la rivendicazione della paternità. Un punto fermo, però, c’è, e risale al 1981, quando Giuseppe Maffioli, per la prima volta, con un atto notarile, codificò la ricetta di Loly Linguanotto, allora al ristorante le Beccherie di Treviso, e la pubblicò sulla rivista “Vin Veneto”.  
Ma chi era Maffioli? L’abbiamo chiesto a Elisa Carrer che, insieme con Mirko Sernagiotto, è responsabile dell’Archivio Maffioli: una imponente raccolta di documenti che raccontano la ricca e poliedrica attività del gastronomo (ma non solo) veneto. 

Chi era Giuseppe Maffioli? 

Maffioli era un gastronomo appassionato e un uomo di cultura, un grande cultore dell’italianità. 
E, come molti grandi personaggi, era molto lungimirante: inventò format che sono ancora oggi attualissimi, ed ebbe intuizioni che contribuirono realmente a portare la cucina italiana nel mondo.
L’Archivio testimonia questa sua attività ed è molto dettagliato anche perché, in tempi in cui non esistevano mail, né backup, lui scriveva ogni documento in duplice copia: una la inviava, l’altra la conservava per sé. 

Possiamo chiamarlo “papà del tiramisù”, quindi?

Sì, o più specificamente il papà certificatore del tiramisù. Certo questo dolce già era presente da anni nelle case del Veneto, e non solo, ma lui ebbe il merito di capire che una formula così semplice e così famigliare, che non richiedeva neanche l’utilizzo del fuoco se non per il caffè, avrebbe potuto conquistare il mondo. Per questo ne codificò la ricetta, ma addirittura ne suggerì anche le prime varianti, essendo certo che qualcuno avrebbe inventato variazioni. Aveva previsto, per esempio, l’aggiunta del Marsala, oggi molto popolare, e l’aggiunta di gocce di cioccolato oltre al cacao di copertura. 

Che importanza ha il tiramisù nelle attività organizzate dall’Archivio?

Centrale: lei consideri che tiramisù è una delle 5 parole più conosciute all’estero, perciò è normale che questo dolce sia un po’ un apripista per far conoscere anche altre eccellenze della gastronomia veneta, e italiana in generale. È il nostro argomento di punta, il tesoro più prezioso, spesso al centro delle nostre iniziative. 

Ci fa un esempio?

Per cercare di diffondere la cultura gastronomica anche a un pubblico più giovane abbiamo pubblicato un libro a fumetti: storie, ispirate alle ricerche condotte da Maffioli sulla gastronomia veneziana, padovana e trevisana. I personaggi, un po’ romanzati, si muovono tutti alla ricerca di un tesoro perduto, che è proprio il tiramisù, protagonista finale della decima avventura a fumetti. 

Risotto alla zucca con funghi e taleggio

Risotto alla zucca con funghi e taleggio

Mondate la zucca, tagliatela a tocchetti, mettetela in una pentola, coprite con acqua abbondante e fate lessare per almeno 40-50 minuti, fino a renderla molto morbida.

Nel frattempo pulite i funghi (qui la guida per farlo al meglio) e tagliateli a fettine.

Fate scaldare olio abbondante in una padella antiaderente, fate dorare l’aglio, quindi unite funghi, prezzemolo tritato, sale e pepe e lasciate cuocere per circa 5-10 minuti, mescolando ogni tanto, infine eliminate l’aglio.

Quando la zucca sarà cotta scolatela (tenendo da parte l’acqua di cottura) e frullatela con un minipimer.

Tritate finemente la cipolla e fatela appassire con il burro in un tegame.

Aggiungete il riso e lasciatelo tostare nel condimento, poi sfumate con il vino bianco.

Iniziate la cottura aggiungendo l’acqua di cottura della zucca poco per volta, unendo la purea di zucca a metà cottura.

A fine cottura aggiungete prima i funghi e poi il parmigiano grattugiato e il taleggio a tocchetti, infine aggiustate di sale.

Il risotto alla zucca con funghi e taleggio è pronto, non vi resta che aggiungere un pizzico di noce moscata e servirlo.

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