I 6 migliori ristoranti vegani (e vegetariani) a Roma

I 6 migliori ristoranti vegani (e vegetariani) a Roma

I migliori ristoranti, pasticcerie e street food della Capitale dove mangiare senza carne né derivati. Senza rimpiangere le proteine animali. Consigliati anche agli onnivori

Sono l’8% della popolazione. Sono i vegani e vegetariani, un popolo in crescita e che nella sola Roma occhio e croce si attesta sulle 200mila persone, senza contare i turisti in vacanza nella Capitale. Per venire incontro ai bisogni di questa ampia fetta di mercato, nascono sempre nuovi locali, dai ristoranti alle hamburgerie, dalle pasticcerie alle gelaterie. Di seguito un elenco non esaustivo, ma che raccoglie i migliori indirizzi di Roma, da quelli storici alle proposte più recenti. Buon appetito!

Roma: i 6 migliori ristoranti vegani (e vegetariani)

Margutta – Centro Storico

È il vegetariano più longevo della Capitale, in via Margutta come suggerisce il nome. È la strada degli artisti e lo stretto legame con la pittura e la scultura è testimoniato dalle tante opere in mostra, che cambiano periodicamente. Le cronache ricordano come sia il locale romano di riferimento per Richard Gere, dopo la conversione al buddismo e al vegetarianesimo. Un ristorante a tutti gli effetti, che piace anche a chi vegetariano non è. A pranzo ogni giorno propone il suo Green brunch, più ricco nei fine settimana, che non fa rimpiangere certo la carne. È ampio anche lo spazio dedicato ai vegani, senza uso di uova, latte e altri derivati animali.

Romeow Cat Bistrot – Ostiense

Vade retro allergici ai gatti. Questo ristorante a Roma è noto per la colonia felina che lo popola e che scorrazza allegramente nel locale (con il patto reciproco che, se non si infastidiscono, i gatti non daranno alcun fastidio ai commensali). Per tutti gli altri, specialmente per gli amanti degli animali e della cucina vegana, è il posto giusto per assaggiare qualche piatto innovativo e interessante. Non mancano infatti virtuosismi e piatti da non perdere come il Pad Thai. Estratti e smoothies completano il menù, magari anche per una pausa merenda pomeridiana. Il conto non è leggerissimo, ma è proporzionato all’ambiente raffinato e all’impegno dello staff.

veGusta – Centocelle

Cento per cento vegano anche in questo caso, ma non si tratta di un ristorante, bensì di una hamburgeria/fast food non tanto fast, perché i piatti sono cucinati espressi e i gestori raccomandano pazienza. Patatine fritte, anelli di cipolla, hamburger vegetali, ma anche ramen, frittate vegan di pasta e così via. Anche i carnivori non rimarranno delusi dal menù che declina in versione vegan le proposte dei più noti fast food internazionali.

Veg Joy – Appia

Da una costola del suddetto VeGusta è nato Veg Joy, in una traversa di via Appia, a due passi da San Giovanni. L’ispirazione è quella di un bistrot in salsa vegan, con piatti semplici e la possibilità di mangiare e sedersi, ma anche di ordinare a casa il proprio “veg meal” o fare take away. Estratti e centrifughe completano l’esperienza, magari per una sosta più veloce.

Breaking Bread bistrot – Centocelle

Cosa c’è di più vegan del pane? È quello che devono aver pensato gli inventori di Breaking Bread, che richiama il nome della famosa serie tv per questo concept di panetteria/bistrot a prevalenza vegana (giusto qualche sconfinamento nel vegetariano come deroga). Morbide focacce, cornetti senza burro e senza rimpianti, pizze vegane e chi più ne ha più ne metta nel versante panetteria. Proposte vegetali per chi vuol concedersi un pasto in modalità bistrot.

Grezzo Raw Chocolate – Monti/Ghetto

Di natura crudista e conseguentemente vegano, Grezzo è un progetto frutto di un’idea di Nicola Salvi. Quella di Monti è la prima sede, cui è seguita quella del Ghetto. Il nome grezzo è la traduzione di “Raw”, riferito al cioccolato e non solo. Qui è tutto crudista e biologico: non si trovano uova, latte e derivati né farine, lieviti e zuccheri raffinati. Tutti prodotti che richiederebbero cotture e che sono quindi sostituiti da elementi che possono essere lavorati sotto i 42°, temperatura limite per definirsi crudista. Fra le proposte, il cioccolato grezzo e il gelato crudista, nel quale la componente grassa del latte è egregiamente sostituita dal latte di mandorle.

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