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Pancake: ricetta facile e veloce passo passo

Pancake: ricetta facile e veloce passo passo

Alzatevi con allegria e un po’ di acquolina: per colazione ci sono i pancake, soffici crespelle da arricchire con banane e miele oppure con sciroppo di acero, confetture e crema al gianduia

  • 250 g latte
  • 200 g farina
  • 30 g zucchero
  • 10 g lievito in polvere per dolci
  • 2 uova
  • olio di mais
  • aceto bianco o di mele
  • bicarbonato
  • burro
  • sale

Pancake: ricetta perfetta per ogni occasione

La nostra ricetta dei pancake è ideale per una colazione soffice e golosa: deliziosi da cospargere con il classico sciroppo d’acero, con marmellate, confetture, burro di arachidi e l’immancabile crema alla nocciola. Per rendere i pancake ancora più gustosi, potete arricchire la pastella con della frutta, come banane e mirtilli, oppure con il cacao, la cannella o il tè matcha.

I pancake sono davvero perfetti per ogni occasione: se al posto dello zucchero aggiungete un po’ di sale, possono diventare salati ed essere serviti non solo per una colazione salata, da abbinare a uova e bacon, ma anche a cena. Guardate i nostri consigli qui sotto!

Marianna Vitale è la cuoca dell’anno

Marianna Vitale è la cuoca dell'anno

La chef e patronne di Sud ha conquistato il Premio Michelin Chef Donna 2020 by Veuve Cliquot. La storia e la visione di una ragazza napoletana, praticamente autodidatta, che è diventata sempre più brava, in un piccolo ristorante di Quarto

Di solito le home page dei ristoranti stellati sono ‘leggere’, goderecce o quantomeno rassicuranti. Quella di Sud, il locale di Marianna Vitale – vincitrice del Premio Michelin Chef Donna 2020 by Veuve Cliquot – è praticamente un manifesto sociale. «Sud è una piccola idea con molte parole. L’amore e la passione, la furia e la fatica. L’ansia e la gioia, la ricerca e il lavoro. Parole che sono i mattoncini con cui abbiamo costruito il nostro modo di stare nel mondo: il modo di Sud». Si capisce molto di questa ragazza meridionale, come la siciliana Martina Caruso, che vinse il premio nel 2019.  Napoletana di Porta Capuana, classe 1980. la Vitale ha una storia decisamente unica nella ristorazione italiana: vero che il padre era cuoco professionista («che oltre vent’anni fa preparava pietanze attualissime» sottolinea) e lei avrebbe voluto frequentare l’istituto alberghiero. Ma non è nata chef «perchè mia madre non era d’accordo sulla mia idea, in quel momento le aspettative in famiglia erano diverse e si diceva che fosse una scuola solo per ragazzi» racconta.

Faceva la guida turistica

Da qui un percorso scolastico di tipo classico. Nel 2004, Marianna si laurea in Lingua e Letteratura Spagnola. Come primo impiego illustra ai turisti stranieri ogni anfratto di San Gregorio Armeno e Decumani in una lingua che i napoletani trovano familiare per una dominazione lunga due secoli. Ma la passione per la cucina resiste, eccome. Per materializzarsi ha bisogno di una svolta che arriva nel 2008 quando fa esperienza, per un anno, ai fornelli di Palazzo Petrucci alla corte di Lino Scarallo.  È da lui («un gran lavoratore di profilo basso, che si pone un solo obiettivo: ristorare») che apprende le basi della cucina semplice e di territorio. L’ambizione la spinge presto a un progetto tutto suo, affiancata da Pino Esposito, sommelier e marito. A Quarto, cittadina non facile dei Campi Flegrei,  aprono il ristorante Sud nel maggio 2009: tra la sorpresa generale, in soli tre anni, arriva la stella Michelin, sempre riconfermata da quell’edizione.

Cucina popolare creativa

In realtà, la Vitale ha seguito una rotta lucida: valorizzare i prodotti del territorio, conoscendo benissimo la tradizione ma senza farsene condizionare. Lei la definisce ‘cucina popolare creativa’ perchè «non è come la sempre citata rivisitazione della tradizione: qui la tradizione non viene mai abbandonata, perché il napoletano vive la sua cucina come una mentalità, è radicata in lui». E’ stata bravissima, perchè a parte il già citato passaggio da Scarello, è un’autodidatta. «Non c’è una vera e propria figura che mi abbia ispirato in questo senso, è sempre stato un mio desiderio diventare una cuoca, per cui ho fatto di tutto per realizzare questo sogno. Ho guardato molto alle donne come me, in particolare quelle europee, in Spagna ed in Francia, e sulla scia del loro esempio ho imparato molto anche da sola» dice. Paste secche e pesce povero sono le stelle comete, interpretati in piatti intensi, caldi e raffinati.

Angelina, l’altro locale

A conferma della sua visione ‘popolare’, nel febbraio 2019, ha inaugurato a Napoli una tavola calda moderna’ che ripropone la cucina napoletana divertente e attenta agli sprechi. «Si chiama Angelina come mia nonna e, più che le sue ricette, l’aspetto che mi ha sempre colpito è il suo modo di gestire la cucina con pochi soldi pur dovendo cucinare per tante persone, perché la famiglia era numerosa. Per questo il menu viene scandito giorno per giorno e si basa su semplici ingredienti. E’ anche cucina take away, perché sono pietanze che puoi portare sempre con te, sia a casa che quando vai al mare. C’è un po’ di tutto, dai primi piatti alle frittate di maccheroni, dalle pizze rustiche alle zuppe e così via. Ed è quello che è ripartito per primo dopo il lockdown»

Non è il primo riconoscimento

La conquista del Premio Michelin Chef Donna 2020 by Veuve Cliquot – nell’ambito della quinta edizione dell’Atelier des Grandes Dames, il network che ha lo scopo di celebrare il talento femminile nell’alta ristorazione voluto dalla maison di Champagne – si aggiunge a un palmarès già ricco di riconoscimenti: basti pensare che nel 2015 fece una doppietta come miglior cuoca d’Italia per L’Espresso e per Identità Golose. «Non mi  sono mai sentita un fenomeno, conta moltissimo avere un gruppo come il mio. Poi sono premi che fanno piacere ma soprattutto danno la motivazione a continuare e a far capire che pure a Quarto – tra mille difficoltà – si possono fare buone cose» spiega Marianna, che è una delle 43 chef italiane a capo di ristoranti stellati. In tutto il mondo, per la cronaca, sono 168. Il prossimo traguardo? Magari la doppia stella Michelin? «Non abbandonerò Sud e Angelina, realtà che amo anche e soprattutto per l’impegno che hanno comportato per la loro realizzazione. Magari potrò lavorare in un posto più grande o anche più piccolo, magari riducendo i coperti. L’unica certezza è che cercherò di andare avanti sempre con gli stessi obiettivi, da lì non si cambia». risponde la più brava cuoca italiana. E sicuramente una delle più colte e determinate.

Ricetta Brodo giapponese e noodles

Ricetta Brodo giapponese e noodles
  • 1 Kg ossi di cacciagione
  • 50 g zenzero fresco
  • 2 gambi di cipollotto
  • 200 g noodle
  • 100 g sakè
  • 2 spicchi di aglio
  • salsa di soia

Per preparare il brogo giapponese sbollentate gli ossi di cacciagione (utilizzate quelli avanzati da altre preparazioni), se sono crudi; quindi ripuliteli dai residui di carne.
Raccogliete gli ossi ripuliti in una pentola capiente con lo zenzero pelato, i gambi di cipollotto e coprite con 2 litri di acqua. Fate bollire il brodo per 3 ore a fuoco minimo: così facendo si ottiene una zuppa molto leggera ma dal sapore intenso. Se volete arricchire il brodo con delle verdure bisogna prima pulirle, farle cuocere e aggiungerle al brodo solo una volta terminata la cottura.
Per insaporire aggiungete 3 cucchiai di sakè, 2 cucchiai di salsa di soia, aglio e noodles.
Scegliete gli udon (sono i noodle giapponesi) di grano duro secchi, lessateli in acqua salata, scolateli e raffreddateli in acqua fredda; distribuiteli quindi nei piatti e copriteli con il brodo bollente. Guarnite con sottili rondelle di cipollotto e l’aglio tagliato a fettine, dorato leggermente in 2 cucchiai di olio extravergine di oliva a fuoco dolce e asciugato su carta da cucina.

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