Giusina in Cucina, la Sicilia è servita: 4 chiacchiere e 1 ricetta

Giusina in Cucina, la Sicilia è servita: 4 chiacchiere e 1 ricetta

Lei è Giusi Battaglia e nel suo primo libro ha raccolto le più appetitose ricette della sua isola. Ne parliamo insieme con tanto di ricetta in anteprima

Che la Sicilia sia uno stato d’animo? Si ha questa impressione sfogliando le pagine del primo libro di Giusi Battaglia, “Giusina in cucina, La Sicilia è servita” (in uscita il 28 ottobre per Cairo Editore). Un ricettario made in Sud che mette istantaneamente di buon umore, complici le fotografie da acquolina in bocca e i colori solari degli ingredienti. Per chi non conoscesse la storia di Giusina, è quella di una palermitana trapiantata a Milano. Nel capoluogo lombardo Giusi apre la sua agenzia di comunicazione (tutt’ora in attività). Poi, nel fatidico anno 2020, mentre tutto il mondo è chiuso tra le mura di casa, ha inizio la sua inattesa avventura televisiva su Food Network, con il format da lei ideato in tempi di lockdown “Giusina in cucina – Gusto e tradizione palermitana”. E, ora, il suo primo libro, accurato compendio delle ricette della sua isola. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Giusina, che ci ha anche regalato una sua ricetta in anteprima esclusiva – la cassata al forno!

Come e quando nasce l’idea di questo libro?
«Confesso che scrivere un libro di cucina non era un sogno. Dal mio punto di vista era semplicemente impossibile che ciò potesse accadere e quindi non riuscivo neanche a sognare una cosa del genere. Invece, dopo alcuni mesi di messa in onda del mio programma in tv, mi è stata fatta questa straordinaria proposta. Ancora non riesco a crederci! E continuo a sentire di dover ringraziare Cairo Editore e Rossella Biancardi per aver creduto in me».

Facciamo delle anticipazioni: cosa troveranno i suoi fan nel libro?
«L’ABC dei migliori piatti base della cucina siciliana, i numeri primi. Piatti che rappresentano in toto la tradizione dell’isola. Per ogni piatto racconto qualcosa che mi sta particolarmente a cuore. Ho deciso di dar vita a un libro semplice, ma denso d’amore: per il cibo, per la mia terra e per la sua gente. Devo molto alle persone che mi seguono e che mi hanno sempre inondato di parole di stima. Il libro non è mio, ma nostro».

La sua avventura nel food è iniziata in pieno lockdown. Ci racconta del suo esordio sui social e di come un esperimento nato per gioco sia diventato un programma tv di successo?
«Durante il periodo più doloroso della pandemia, a marzo 2020, costretti a casa e angosciati, più o meno tutti abbiamo dedicato tempo alla cucina. Pubblicando sui social una foto con ricette di rosticceria, simbolo dello street food palermitano, ho ricevuto una proposta dal direttore di Food Network, Gesualdo Vercio. Non ho accettato subito, perché temevo di non essere in grado di gestire la mia emozione in tv. Mi sono convinta a farlo perché abbiamo filmato tutto in casa, io e mio marito Sergio, usando due smartphone. Non pensavamo potesse avere un seguito. E invece siamo qui. Un anno e oltre 40 puntate alle spalle. Incredibile, ma vero».

Oggi in che modo si occupa di food?
«Il food rappresenta una costante della mia vita, personale e professionale. Amo cucinare da sempre e non è mai stato un dovere farlo per la mia famiglia, bensì un piacere. Ora che ho ripreso a preparare le cene a casa sono la donna più felice del mondo. Lato professionale, già da molti anni mi occupo di comunicazione del settore food, e fin dall’inizio ho subito il fascino di questo mondo».

Esiste una sua giornata lavorativa tipo?
«Sicuramente è scandita da ritmi molto intensi. Attacco al mattino presto e a parte una velocissima pausa pranzo, passo la mia giornata al pc, perché considero il mio lavoro una priorità. Pensate che anche quando registro le puntate la produzione mette in piano anche le mie call. Non posso abbandonare il lavoro che amo e che svolgo da oltre vent’anni».

La Sicilia è nel suo DNA. Come definirebbe la cucina della sua isola?
«Adoro la cultura gastronomica siciliana. Senza timore di essere smentita, credo che sia una delle cucine più ricche e intense della Penisola».

Falsi miti da sfatare sulla cucina siciliana?
«Non credete a chi vi dice che è una cucina pesante. Esistono tantissimi piatti della tradizione a base di verdura ed è molto adatta a chi vuole seguire un regime vegetariano».

Il piatto che più di tutti rappresenta Palermo?
«Sono così tanti! Se proprio devo scegliere, direi lo sfincione. Ma sto facendo un torto a tutte le altre meraviglie, lo so».

La colazione tipo in Sicilia (per farci venire l’acquolina)?
«A Palermo si varia molto con il primo pasto del mattino. C’è chi adora il classico cornetto o la ciambella con lo zucchero, ma anche il calzone o l’arancina, da accompagnare alla tazza di cappuccino. Ma ricordo da bambina la fila di prima mattina a Porta Carbone, la mattina presto, con una folla di avventori che mangiavano a colazione ‘u pani ca meusa. A Catania e Messina, invece, si fa colazione con granita e brioche. Una meraviglia».

Che consigli dà a chi desidera approcciare la cucina siciliana, ma teme preparazioni complesse?
«Di leggere il mio libro. Vi assicuro che le ricette sono super facili e non capiterà che le preparazioni non riescano. L'unica difficoltà, a volte, consiste nel reperire alcuni ingredienti, ma ci
sono sempre dei validi sostituti».

Cosa non manca mai nel frigo e nella dispensa di casa?
«Pomodorini, zucchine, acciughe, formaggi. Così qualche buona ricetta viene sempre fuori».

Uno chef siciliano assolutamente da conoscere?
«Pino Cuttaia. Un uomo, un mito: lo amo. È la perfetta essenza della cucina siciliana. Tradizione e innovazione. Penso che sia uno dei miglior chef al mondo».

Il suo comfort food per risollevare l’umore?
«La pizza. Solo impastarla mi rende felice».

La Cassata al Forno di Giusina

Dal libro”Giusina in cucina, La Sicilia è servita” in anteprima esclusiva:
«La cassata al forno è un dolce amatissimo e molto diffuso a Palermo e provincia. È un po’ l’antesignana della cassata classica. Fu la prima vera e propria cassata: quella oggi più comune con la frutta candita arrivò solo a fine Ottocento. La mia preferita è proprio quella al forno. La frolla insieme alla ricotta, con lo zucchero a velo e se vi piace un po’ di cannella, è un connubio che non potete non provare almeno una volta nella vita. Secondo la tradizione si mangia a Pasqua, ma oramai anche a Natale e per le feste comandate. Unica raccomandazione: ricotta di pecora. Non è ammessa la vaccina!»

Ingredienti per 6/8 persone:

Per la frolla
350 g di farina
150 g di burro (non freddo) 150 g di zucchero
2 tuorli e 1 uovo
1 bustina di lievito
1 bustina di vanillina
scorza di limone non trattato sale

Per la crema di ricotta
1 kg di ricotta di pecora
300 g di zucchero semolato
100 g di gocce di cioccolato fondente

Per guarnire
zucchero a velo
cannella

Preparazione:
Grattugiate la scorza del limone e unitela allo zucchero.
Mescolate la farina, il burro, le uova e gli altri ingredienti.
Lavorate e create l’impasto.
Avvolgete nella pellicola per alimenti e fate riposare per un’oretta in frigo.

Per la crema di ricotta:
Unite lo zucchero alla ricotta e mescolate bene.
Fate riposare per un’oretta, quindi setacciatela per rendere la crema il più fluida possibile.
Aggiungete le gocce di cioccolato.
Imburrate e infarinate una teglia a cerniera (la mia ha un diametro di 24 cm).
Stendete un cerchio di frolla sulla base, e rivestite anche i bordi.
Bucherellate la base della frolla.
Aggiungete la ricotta.
Chiudete con un altro disco di frolla e sigillate i bordi.
Bucherellate anche questa parte.

Cuocete in forno statico per 45 minuti a 180 gradi.
Togliete dallo stampo dopo che si è raffreddata, giratela (si serve dalla parte della base) e servite con zucchero a velo e cannella.

Ricerche frequenti:

Ricette Simili da Leggere:

Proudly powered by WordPress