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I migliori chioschi di Milano, dall’anguria al gelo ai cocktail

I migliori chioschi di Milano, dall'anguria al gelo ai cocktail

A Milano ce n’erano decine, oggi di angurai se ne contano solo tre, storici e fedeli ad una proposta di cocomero, macedonia e frullati. Poi, ci sono i chiringuito. Come sopravvivere all’estate calda di Milano

C’era una volta l’anguraio, un chiosco che apriva stagionalmente nelle piazze o lungo le circonvallazioni di Milano. Lo riconoscevi per le gabbie piene di cocomeri, frigoriferi a pozzetto, sedie di plastica e illuminazione stradale a far da romantica candela. Quando una volta in estate si restava in città, la sera si andava a mangiare una fetta di anguria al gelo.

Erano decine, sparse per la città per allietare la canicola di chi in ferie non ci andava e si concedeva giusto il lusso di una fetta di anguria in compagnia. Si scendeva in ciabatte, vestaglia o prendisole, non era certo un luogo da formalismi, e così non lo erano neppure i chioschi che erano sorti in altre epoche e poi negli anni si sono dovuti adeguare alle regole sempre più stringenti della somministrazione di cibi e bevande richieste della legge. Sono scomparsi uno ad uno come i Mohicani, i grammofoni, i walkman e i CD… ne abbiamo nostalgia ma l’anguria la mangiamo ancora proprio come la musica la ascoltiamo ancora tutti lo stesso. Se ne rammaricano tutti i quotidiani nelle pagine locali, da anni, testate nazionali e pure noi effettivamente, però forse è solo il segno dei tempi, della diffusione dei frigoriferi e delle mutate esigenze dei milanesi in cerca di socialità. Per non farli sparire, bisogna riportarli in hype.

Dove mangiare l’anguria a Milano

A Milano, resistono eroici, ma ben frequentati, solo in tre: uno in Piazzale Brescia, l’altro in Piazza Po e uno in via Cottolengo.

L’Oasi Di Gino, in Piazzale Brescia, è storico e tramandato di generazione in generazione. È rimasto fedele alla tradizione di servire solo frutta: anguria ovviamente, macedonia, frullati e frutta fresca. Lo hanno ribattezzato “il chiosco dei vip” perché non era difficile incontrare personaggi del calibro di  Ezio Greggio, Massimo Boldi o Enzo Iacchetti e anche qualcuno di più giovane. Il segreto della sua anguria croccante è la ghiacciaia con acqua e cubetti di ghiaccio. Come una volta.

L’Oasi Del Fresco in Piazza Po invece ha aperto nel 1991 quando i cocomerai erano già in via d’estinzione e oggi il proprietario Franco resiste alle insidie della concorrenza a suon di fette di anguria e del vero signature, il piatto di frutta mista, da condividere e sontuoso, da 10€.

L’Isola dell’Anguria in via Cottolengo 5 serve anche lui il solito spartito. Sono tutti aperti da giugno a settembre e raccolgono una varia umanità: pensionati che escono per sentirsi giovani, famiglie con bambini, coppie di passaggio che piuttosto che un gelato dividono una più sana coppa di frutta. C’è chi è già tornato abbronzato dalle ferie, chi deve ancora partire e pregusta le vacanze, chi non ci andrà e si accontenta.

I migliori chiringuito di Milano

A Milano i chioschi stanno vivendo una nuova giovinezza, i chiringuito di quartiere lavorano benissimo e nel post-Covid tutti vogliono sedersi all’aperto. Anche l’anguria continua a imperversare in ogni supermercato, intera o a fette, e tutti ne addentano almeno una fetta ogni estate. C’è grossa crisi ma non a causa del frutto o del modello, ma della proposta.

Allo Sugar in fondo a Ripa Naviglio Grande non si trova un posto e serve prenotare, i locali con l’insegna GUD hanno inaugurato un chiosco in City Life e pure uno al popolarissimo Idroscalo, da Exit lo chef Matias Perdomo fa cucina gourmet e serve ostriche. Il Chiringuito di Piazzale dello sport a San Siro è un viavai dall’ora dell’aperitivo al dopo cena e in Corso Indipendenza al Chirinquito Risorgimento si radunano i ragazzi del quartiere per una birra serale. Alla Gelateria Sartori la gente siede sul marciapiede leccando un gelato fra la Stazione Centrale e i tunnel della ferrovia. Anche in location non esattamente panoramiche, si lavora. Ma dai cocomerai si mangia… il cocomero. A 5€ a fetta, e come innovazione piatti di frutta, frullati o macedonie.

Il futuro dei cocomerai pare difficile: a breve ne resterà soltanto uno, come Highlander, oppure qualcuno si impegnerà per farlo ritornare di moda come nuovo rito hipster? A Milano ha funzionato con le bocciofile e le balere, potrebbe succedere anche con i cocomerai. Potrebbero servire angurie bio, a km zero, biodinamiche e possibilmente con pairing di vini naturali.

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» Frittata all’insalata – Ricetta Frittata all’insalata di Misya

Misya.info

Sbattete le uova con grana, prezzemolo tritato, sale e pepe, quindi cuocete la frittata in una padella antiaderente, con un filo di olio, girandola a metà cottura.

Una volta cotta, tagliate la frittata a listarelle, dello spessore che preferite.
Lavate rucola e pomodorini e tagliate questi ultimi in pezzi, insieme ai cetriolini.

Unite tutti gli ingredienti: rucola, pomodorini, cetriolini, frittata e olive, mescolate e condite a piacere con sale e olio.

Gli straccetti di frittata all’insalata sono pronti, serviteli subito.

Ricetta Tagliatelle invisibili, pomodorini e polpa di granchio

Ricetta Tagliatelle invisibili, pomodorini e polpa di granchio
  • 800 g pomodorini ciliegia rossi
  • 700 g brodo vegetale
  • 200 g pomodorini ciliegia gialli
  • 200 g pomodorini ciliegia verdi
  • 200 g polpa di granchio
  • 16 g gelatina alimentare in fogli
  • 5 g agar agar
  • peperoncino
  • basilico
  • sale
  • pepe
  • olio extravergine di oliva

PER IL CONDIMENTO
Frullate 600 g di pomodorini rossi, setacciate e scaldate la salsa ottenuta in una padella con un filo di olio, sale, basilico e 1 peperoncino, per 15 minuti. Lasciate poi raffreddare.
Tagliate a metà gli altri pomodorini rossi, i gialli e i verdi; conditeli con un filo di olio e infornateli a 160 °C per 10‑12 minuti. Fate raffreddare.

PER LE TAGLIATELLE
Mettete a bagno la gelatina in acqua fredda.
Scaldate il brodo con l’agar agar fino a bollore, poi cuocetelo, mescolando con una frusta, per 3 minuti.
Aggiungete la gelatina strizzata e fatela sciogliere.
Versate il composto in 2 o 3 pirofile, in modo da formare uno strato di 3-4 mm di spessore; lasciate rapprendere la gelatina fuori del frigo per 30 minuti, quindi mettete in frigo per 1 ora.
Togliete i fogli di gelatina dalle pirofile, tagliateli a strisce ottenendo le tagliatelle.
Condite la polpa di granchio con olio, peperoncino, sale e pepe.
Servite le tagliatelle con la salsa, i pomodorini al forno e la polpa di granchio.

Ricetta: Alessandro Procopio, Testi: Laura Forti; Foto: Riccardo Lettieri, Styling: Beatrice Prada

Ricerche frequenti:

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