Cene firmate Massimo Bottura a bordo del Satori

Cene firmate Massimo Bottura a bordo del Satori

Veleggiando con Massimo Bottura ai fornelli, tutto per voi, sul Satori. Fra mare, tramonti da favola e sapori indimenticabili

Per capire che Massimo Bottura è un vulcano attivo non c’è bisogno di conoscerlo di persona. Basta guardare la quantità lavori in corso. La gestione di un ristorante con tre stelle Michelin, del bistrot La Franceschetta, la guesthouse Maria Luigia in campagna, con una nuova villa indipendente e la Polisportiva, lo spazio dedicato alla palestra e alle collezioni d’auto e di opere d’arte. Per non parlare delle collaborazioni, Gucci, Maserati, Parmigiano Reggiano.

«Mi faccio coinvolgere solo in progetti straordinari, nei quali credo», spiega lo chef. Gli chiediamo un esempio, e risponde: «La cena di Gucci su un jumbo nella baia ad Hong Kong o quella nel parco di Tokyo dove si sono suicidati 39 samurai, luogo in cui nessuno vuole andare perché si crede che aleggino ancora gli spiriti. Mi vengono i brividi solo a pensarci». Con questo approccio è iniziata anche la collaborazione con Satori, il veliero di 41,5 metri del resort Borgo Santo Pietro a Chiusdino. Gli ospiti possono prenotare una cena a bordo con Massimo Bottura in persona che cucina per loro, spiega loro i piatti, condivide con loro il suo tempo. Ma dove lo trova questo tempo, viene spontaneo chiedersi.

«Come ambassador mondo per American Express insieme a Joan Roca e Renè Redzepi, mi chiamano spesso per gli eventi di rappresentanza. Poi con la pandemia si è fermato tutto e, in alternativa, abbiamo organizzato delle serate virtuali». Iniziativa che ha riscosso successo portando richieste di cooking class individuali. «Ho fatto lezione a una signora russa che voleva imparare i sughi per condire la pasta: pomodoro, pesto e parmigiana, ricette che avrebbe trovato facilmente su qualunque blog. E invece voleva proprio un interlocutore con cui confrontarsi. Lo scambio umano conta sempre di più». E le cene sul veliero hanno quello stesso spirito: poter avere in esclusiva uno chef che per ben due volte è stato il migliore del mondo (nella classifica di 50 Best Restaurants) è senz’altro un’esperienza diretta e indimenticabile.

Concetto che ribadisce anche Claus Thottrup, proprietario del cinque stelle con azienda agricola Borgo Santo Pietro, in Toscana, e di Satori, sua dépendance sull’acqua: «È arrivato il momento di rallentare, soprattutto in vacanza», dice. «Il nostro hotel è in mezzo a giardini, orti e boschi. Disconnettersi è facile e in crociera, in mare aperto e spinti dal vento, diventa inevitabile». Nel dna di Borgo Santo Pietro c’è la natura, e c’è la ricerca instancabile dell’eccellenza gastronomica, che si mangi una pizza nella trattoria sull’albero o si ordini il menù degustazione al ristorante stellato Meo Modo. Lo stesso vale per Satori. Nella sua cucina professionale sul ponte del veliero, si alternano un cuoco specializzato in piatti mediterranei (italiani, turchi e greci) e il team del ristorante gourmet. Fino a prenotare una cena con uno dei cuochi più famosi del mondo, Massimo Bottura, per l’appunto.

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